Per il principio della precauzione non ho mai consigliato lana di roccia o lana di vetro come materiale per isolamento termico o acustico. Non solo tengo alla salubrità dei materiali come scelta progettuale, in cantiere evito che volino fibre e sostanze pericolose. Chi ci lavora sarebbe direttamente esposto al rischio e chi viene dopo si troverebbe a lavorare nelle polveri delle lavorazioni precedenti. Preferirei di no, come diceva Herman Melville nel bellissimo “Bartleby lo scrivano“.
Dopo il taglio dei pannelli in lana minerale, oppure dopo l’asporto di vecchi materassini in lana di roccia o di vetro, è rarissimo che venga fatta una bonifica degli ambienti. I lavori continuano nello stesso ambiente contaminato e nessuno ci dà importanza.
Il periodo estivo è il momento ideale per progettare di eliminare la muffa, e permette di affrontare la stagione autunnale con le carte in regola. Ricordiamoci che stiamo parlando della nostra salute e non di argomenti futili.
Progettare la stratigrafia di una parete significa determinare per sempre il comportamento energetico dell’edificio. La scelta dei materiali e la posizione degli strati che rappresentano l’elemento opaco (strutturali, di isolamento e di finitura) hanno un’enorme influenza – non tanto sul contenimento delle dispersioni invernali, quanto… andiamo a scoprirlo:
Terminato il periodo di riscaldamento, la casa deve affrontare un nuovo problema prima del tormentone “estate bollente”.
A seconda della zona climatica di appartenenza, e a seconda dei capricci stagionali, tra la fine di marzo e la metà di aprile gli impianti di riscaldamento vanno spenti. Per tutti quelli che utilizzano una semplice caldaia a metano è il momento di girare la manopolina su estate lasciando che la caldaietta continui a lavorare solo se è richiesta acqua calda sanitaria ACS.
Nella posa dei corrugati elettrici è normale predisporre le tracce nella muratura esistente, è pratico e fa parte della tradizione di cantiere – di fatto la linea elettrica sta passando da zone fredde a zone calde o viceversa: le condense sono dietro l’angolo. Dobbiamo usare scatole elettriche adatte, altrimenti ci scambieranno per principianti!
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Lo so che proporre un isolamento interno in calce – canapa è un po’ come parlare di case di paglia. Ma chi ha tempo, chi si innamora di questi materiali, chi vuole provarci, chi ci crede fortemente, perchè non dovrebbe utilizzare prodotti bio e soddisfare in pieno le proprie bio aspettative?
60anni fa l’Italia era il secondo produttore mondiale di canapa. Si producevano tessuti per vestiti, i semi diventavano olio combustibile e in medicina era un antidolorifico. Pensate alle vele dell’Amerigo Vespucci, sono di canapa.
Poi è arrivato il petrolio e le fibre sintetiche. Poi il divieto di consumare cannabis nel 1961. Poi nel 1975 la “legge Cossiga” contro gli stupefacenti vietò la coltivazione. Scomparse la canapa.
Sarebbe una pianta facile, cresce in una sola stagione, ha lunghe radici che penetrano il terreno lasciandolo pronto per la coltura dell’anno dopo. Ma cosa si fa oggi con la canapa?
Non è il mio campo. Non sono preparato – solo un po’ spaventato. Per il principio della cautela, ogni cosa che non mi convince o mi appare rischiosa la evito – o almeno non corro a consigliarla.
Chi si è informato un po’ avrà già scoperto che per ottenere una certa prestazione di isolamento termico si deve per forza prevedere un certo spessore e dunque anche un certo ingombro, al di là della spesa per il materiale coibente.
concetto di capacità areica del lato interno: Anche il nuovo DM 26/6/2015 non dà molta importanza a questo valore, preferendo ribadire i limiti di trasmittanza U invece i CRITERI AMBIENTALI MINIMI (CAM) PER L’AFFIDAMENTO DI SERVIZI DI PROGETTAZIONE E LAVORI (Decreto Min. Ambiente 24 dic 2015) tengono ben presente il valore di capacità areica interna:
Foto posa isolamento interno – Zona Climatica E – GG 2877 – Gallarate (MI): fibra di legno interna in copertura leggera con originaria coibentazione esterna in lana di roccia (insufficiente):
Non è da confondere un pannello coibente in fibra di legno con un pannello in lana di legno di abete rosso, mineralizzata e legata con cemento Portland
Dopo la realizzazione dell’isolamento a cappotto, che cosa succede all’interno dell’intercapedine? La soluzione del cappotto esterno è valida? L’intercapedine interna puo’ rimanere o è il caso di rimuoverla?
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La cosa veramente straordinaria di questo materiale è che l’argilla ci permette di eliminare i difetti climatici interni di una casa in legno, leggera, edificata in zone climatiche non proprio adattissime a questo tipo di costruzione!
capisco il desiderio di un lavoro pulito, veloce e pratico, ma se parliamo di comfort e di capacità di accumulo interno e della possibilità di scaricare un po’ di energia quando d’estate ne produciamo internamente troppa facciamo attenzione al materiale che posiamo sul lato interno!