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isolamento interno - I 3 materiali migliori per l' isolamento interno 1

I 3 materiali migliori per l’ isolamento interno

60 risposte

Ho chiesto all’Intelligenza Artificiale quali sono i materiali migliori per l’isolamento interno di una abitazione. E come al solito è partita la filastrocca con la lana di roccia…

Evitate di portarvi in casa questi materiali, datemi retta. 

Se volete fare anche voi un test utilizzando la ChatGPT, provateci! vi ho messo il link diretto.

Vuoi guardare l’articolo? vai al VIDEO

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Dunque, ecco i materiali migliori per l’isolamento interno di un’ abitazione secondo l’Intelligenza Artificiale:
 
isolamento interno - I 3 materiali migliori per l' isolamento interno 2

 

Ci sono diversi materiali che possono essere utilizzati per l’isolamento interno di una abitazione, e la scelta dipende dalle specifiche esigenze e dal budget a disposizione. Tuttavia, i materiali comunemente utilizzati per l’isolamento interno sono (attenzione! l’Intelligenza Artificiale si è parata il sedere dicendo che sono i più comuni e NON i migliori: l’Intelligenza Artificiale non è scema 😉 ):

  1. Lana di roccia: un materiale inorganico che offre un’ottima resistenza al fuoco, all’umidità e ai parassiti. È anche un buon isolante acustico. (il fatto che resista all’umidità è una cosa poco importante quando tra lana di roccia e muro freddo avviene condensa interstiziale e muffa… quindi bisogna lavorare con freni al vapore sul lato caldo) (e personalmente mai e poi mai mi porterei in casa le fibre artificiali vetrose FAV 😐 )

  2. Lana di vetro: un materiale inorganico simile alla lana di roccia, ma con una maggiore resistenza termica. Tuttavia, può essere meno resistente all’umidità. (bisogna lavorare con freni al vapore sul lato caldo) (e ripeto, personalmente mai e poi mai mi porterei in casa le fibre artificiali vetrose FAV 😐 )

  3. Polistirene espanso (EPS): un materiale sintetico leggero e resistente all’umidità. Offre una buona resistenza termica ma non è un buon isolante acustico. (l’EPS non è certo un materiale da usare in interni, ma piuttosto nei sistemi a cappotto sul lato esterno, di certo succederà condensa interstiziale tra EPS e muro freddo)

  4. Poliuretano espanso (PUR): un materiale sintetico con un’elevata resistenza termica e un buon isolamento acustico. Tuttavia, può essere più costoso rispetto ad altri materiali. (attenzione! non si può usare un pannello isolante in schiuma polyiso espansa rigida (PIR) qualsiasi, deve avere uno schermo al vapore integrato sul lato caldo e accoppiato ad una lastra di cartongesso)

  5. Schiuma di cellulosa: un materiale realizzato da carta da riciclo trattata con sostanze ignifughe e anti-muffa. Offre un buon isolamento acustico ma può essere meno resistente all’umidità rispetto ad altri materiali. (visto che la schiuma di cellulosa non esiste su questo pianeta, immagino che l’Intelligenza Artificiale intendesse fiocchi di cellulosa: sul lato interno di solito non si usano ma piuttosto per riempire le intercapedini murarie vuote. Non è meno resistente all’umidità: la cellulosa ha un valore di assorbimento in acqua certificato pari a 15% del proprio peso e di solito la densità di posa è sui 50kg/mc, quindi la cellulosa può gestire bene l’eventuale formazione di condensa interstiziale (i limiti normativi impongono i 500gr/mq di condensa riassorbibile come carico igrometrico massimo gestibile)

  6. Pannelli in sughero: un materiale naturale che offre un’ottima resistenza termica e acustica, ed è anche resistente all’umidità e ai parassiti. (tra sughero e muro freddo è facile che succeda condensa interstiziale e muffa quindi bisogna lavorare con freni al vapore sul lato caldo)

  7. Fibra di legno: un materiale naturale che offre un buon isolamento termico e acustico, ed è anche resistente all’umidità. Tuttavia, può essere meno resistente ai parassiti rispetto ad altri materiali. (se non usiamo pannelli in fibra di legno speciali per isolamento interno, dobbiamo progettare un freno al vapore sul lato caldo)

Adesso dimenticate tutto quello che avete letto/ascoltato e seguitemi:

l’isolamento interno

Intanto l’isolamento interno è qualcosa che ci portiamo a casa, quindi vivrà con noi, come un familiare, una persona che amiamo, un animale domestico, e noi vivremo con lui.

L’isolamento interno dovrà avere precise caratteristiche, quindi NON dobbiamo prendere un materiale isolante solo perchè è un isolante:

la prima caratteristica importantissima è la sua igroscopicità

Un materiale isolante igroscopico è capace di assorbire e rilasciare umidità a seconda del clima interno senza perdere la sua capacità isolante e senza rovinarsi.

igroregolatore dell’ambiente

Sembra incredibile eppure su 100 interventi di isolamento interno, 99 sono fatti dimenticando questa regola: solo un materiale igroscopico si comporta come un igroregolatore dell’ambiente:

  • quando le condizioni termo-igrometriche dell’ambiente interno indicano umidità interna elevata, l’isolante igroscopico è capace di assorbire una buona parte dell’ umidità e in tempi molto rapidi
  • quando le condizioni termo-igrometriche dell’ambiente interno indicano umidità moderata, l’isolante igroscopico è capace di rilasciare l’ umidità asciugando 

gestire i problemi di condensa interstiziale in modo del tutto naturale

Questi materiali isolanti sono certificati sulla loro capacità di assorbimento e ci aiutano veramente a gestire i problemi di condensa interstiziale in modo del tutto naturale proprio per la caratteristica del materiale isolante:

  • è l’isolante stesso che distribuisce il carico igrometrico diffondendolo al suo interno con una discreta reattività.

Naturalmente chi appartiene alle zone climatiche ABCD ha meno da preoccuparsi per la condensa cumulata nel pannello isolante durante i mesi più freddi, ma anche in zona climatica più fredda questa famiglia di materiali isolanti garantisce il perfetto funzionamento durante le stagioni.

la capacità igroscopica

La capacità di assorbimento è sempre superiore alla condensa cumulata quindi possiamo fare un isolamento interno senza complicate attenzioni di posa e soprattutto senza l’uso di freni al vapore e nastri. Scacco matto alla condensa interstiziale senza tanti calcoli e senza tante analisi, solo con il materiale giusto!

e la forte igroscopicità nei pannelli isolanti dove la trovo? ecco gli isolanti minerali perfetti per l’ isolamento interno:

Ci sono 3 famiglie di isolanti (per saperne di più leggi nella categoria ISOLAMENTO LATO INTERNO) partiamo dall’isolante più costoso:

  1. isolamento interno in calcio silicato a capillarità attiva, igroregolatore e ad elevata alcalinità. Un pannello isolante a base di calce, cellulosa e sabbia di quarzo con porosità del 90%, capace di assorbire acqua fino a 4 volte il proprio peso, classe di reazione al fuoco 0. Perfetto come antimuffa naturale per il risanamento dall’interno di ambienti a forte umidità. Il suo valore di conduttività è 0,060 W/mK. isolamento interno - I 3 materiali migliori per l' isolamento interno 3
  2. isolamento interno in silicato di calcio microporoso, altamente igroscopico, ovviamente con un’elevata capacità di assorbimento di umidità. Anche questo pannello accumula e distribuisce il carico di umidità, sottrae alle muffe il substrato necessario alla loro proliferazione. Poi rilascia l’umidità assorbita all’ambiente e quindi regola bene la salubrità degli ambienti. Con il suo valore pH elevato combatte la formazione delle muffe, che amano superfici acide. Il suo valore di conduttività è 0,053 W/mK. isolamento interno - I 3 materiali migliori per l' isolamento interno 4
  3. isolamento interno in idrati di silicato di calcio, con porosità superiore al 95% in volume. Contiene materie prime naturali come sabbia e calce + l’aggiunta di una piccola percentuale di cemento e di additivi porizzanti. Un isolante leggero, facile da usare, salubre, traspirante ed incombustibile. Il suo valore di conduttività è 0,042 W/mK. isolamento interno - I 3 materiali migliori per l' isolamento interno 5

le murature in laterizio non ancora intonacate

Se hai la fortuna di trovarti al grezzo con le murature in laterizio non ancora intonacate, ricordati che anche il nuovo intonaco può avere eccellenti doti igroscopiche 😉

isolamento interno - I 3 materiali migliori per l' isolamento interno 6

Non certo un intonaco cementizio 😐 incapace per natura di gestire eventuale condensa superficiale. 

Scegliete solo intonaci in calce e finitura a calce, che insieme al laterizio possono assorbire e cedere molta umidità a seconda delle condizioni dell’ambiente! e poi la calce ha sempre pH elevato, sgradito alla muffa 🙂 .

Un intonaco di argilla è ancora più adatto, purtroppo è un po’ delicato. Bisogna amarlo e volergli bene.

Ve lo ricordo, ma è ovvio, che una tinteggiatura economica non sarà mai un ottimo igroregolatore dell’ambiente.


federico sampaoli espertocasaclima

copywriter, content creator & web editor – Federico Sampaoli  consulente tecnico per l’isolamento termico dell’involucro edilizio

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60 risposte a “I 3 materiali migliori per l’ isolamento interno”

  1. ottimo 🙂

  2. Avatar Michele

    Molto interessante grazie mille

  3. @ enrico

    infatti il vespaio aerato porta con sé la pecca di non poter godere del beneficio del contatto con il terreno 🙁
    ci vorrebbe un riempimento di argilla espansa. solo che nessuno lo fa

  4. Buongiorno
    Devo isolare un vespaio preesistente degli anni 60 di un appartamento ristrutturato circa 10 anni in quell’occasione sono state fatte 5 prese d’aria del diametro 18 cm per arieggiare il vespaio l’appartamento si trova in una località a 700 metri di altitudine ed è in una zona umida il vespaio e di circa 70 metri quadrati alto circa 40 cm nelle stagioni fredde ci troviamo con i pavimenti freddi per questo vorremmo riempire il vespaio per insufflazione con materiale isolante ma che lasciasse circolare un po’ d’aria.
    Volevo chiedere quale è il materiale migliore da usare per isolare
    Grazie mille

  5. @ nicola

    la partita delle prestazioni ce la giochiamo tutta sugli spessori e sul rivestimento interno a secco (che può essere più lussuoso e prestazionale del cartongesso da 3€).
    farei tutto a secco per semplificare tutto il progetto e le lavorazioni
    visto che dovrò comunque fare nuovi divisori a secco e anche il soffitto

  6. La ringrazio per la cortese risposta. Mi sorge ora una seconda domanda: perché consiglia l’isolamento a secco in caso di demolizione dei divisori? Per una questione di costi o di prestazioni? Capivo che la soluzione incollata fosse più prestazionale per il surriscaldamento estivo. Grazie.

  7. @ nicola

    è vero, trascuro sempre il sughero! mi piace ed è in effetti una soluzione traspirante, anche se la Resistenza diffusione vapore acqueo è circa 4 volte più alta rispetto alla fibra di legno o di canapa o ai blocchi in calcecanapa…
    preferisco un materiale interno che possa assorbire come una spugna e all’istante!
    il sughero bruno è anche 100% naturale ma lo consiglierei come sistema a cappotto esterno.

    il soffitto va ben progettato perchè sarà a enorme rischio surriscaldamento quindi sacrificherei la quota interna dando precedenza al soffitto, mentre al pavimento donerei un ottimo anticalpestio.

    ovviamente ci vorrebbe un sistema caldo freddo radiante a soffitto 🙂

    visto che vuole demolire i divisori, dovrebbe riprogettare tutto l’isolamento interno con una soluzione a secco in modo da usare 1-2 pannelli e sempre gli stessi materiali per pareti esterne e pareti interne senza sfridi e materiali diversi.
    il cantiere sarà più economico e snello e veloce 😉

  8. Salve, mi interesserebbe conoscere il Suo punto di vista sul sughero bruno e perché non lo menziona tra i migliori materiali per l’isolamento interno nonostante abbia comunque buone prestazioni igroscopiche e sia un materiale naturale.

    Dovrei riqualificare un appartamento di circa 72 mq calpestabili di forma regolare (rettangolo 12x6m con 3m di altezza) posto in zona climatica E pianura padana con esposizione est-sud-ovest all’ultimo piano in condominio anni 60 in laterizio forato su struttura portante in pilastri di calcestruzzo armato con lastrico solare piano non coibentato.

    Il problema principale é il surriscaldamento estivo e la mia idea era portare l’appartamento al grezzo (inclusa demolizione di tutte le tramezze) e isolarlo internamente con continuità sull’intera superficie interna con sughero (eventuale spessore di 8-10cm su pareti esterne e soffitto e di 4-6cm su pavimento e parete interne confinante con vicino e vano scale) e intonaco malte a base di calce eliminando cosi anche i ponti termici. Prevedo anche una VMC e un sistema di raffreddamento ad aria canalizzato.

    Secondo Lei é una soluzione valida o consiglierebbe altri materiali come calcio silicato? Ritiene per il sughero necessario il freno a vapore oppure ha sufficienti prestazioni igroscopiche da non renderlo necessario come per il calcio silicato (da verificare in fase di progetto con una simulazione dinamica).

    La ringrazio per la cortese attenzione.

  9. @ stefano

    🙂

  10. Avatar STEFANO PICCININ
    STEFANO PICCININ

    Grazie mille per i suoi consigli… ne farò tesoro e continuerò a seguire i suoi articoli per saperne sempre di più!
    A presto

  11. @ stefano

    in cucina, in zona da piastrellare userà XPS goffrato incollato. per i carichi pesanti userà fischer a taglio termico o anche no ancorandosi alla parete fredda.
    per il resto, tutti i materiali possono andar bene. nel caso di Multipor meglio scegliere quello specifico per umidità di risalita.
    fibra di legno NO

  12. Avatar Stefano Piccinin
    Stefano Piccinin

    Buongiorno, sono suo fan da poco e trovo le sue spiegazioni molto interessanti e dettagliate e apprezzo molto la sua attenzione per l’ambiente.
    Nonostante abbia ascoltato molti dei sui articoli, sono ancora confuso su quale isolante con miglior rapporto qualità/prezzo utilizzare per fare il cappotto interno della mia abitazione. Abito a Fiumicino (RM) in un contesto rurale a circa 3 km dal mare in un edificio a struttura portante in mattoni del 1930, con moderati problemi di umidità di risalita e di muffa in prossimità del pavimento e con serramenti in pvc a doppio vetro. Avendo problemi di spazio interno e non potendo optare per il cappotto esterno, vorrei chiederle un consiglio nella scelta dei pannelli da utilizzare, max 3/4 cm, tra quelli in sughero, fibra di legno, calcio silicato, o silicato di calce, e calce canapa. Considerando che ho la necessità di appendere dei pensili in cucina, vorrei sapere quale sarebbe l’opzione migliore.
    La ringrazio infinitamente per la sua attenzione e mi scuso per la mia semplificazione ma le assicuro che sto studiando molto seguendo i suoi consigli ;-)).
    A presto e buona giornata.

  13. @ matteo

    anche a me sembra inadatto un collante-rasante cementizio… consiglierei solo calce oppure argilla

  14. Salve, nell’ambito della coibentazione interna di murature in mattoni pieni con l’uso di pannelli in fibra di legno, è corretto secondo lei, come propongono certi rivenditori dei pannelli stessi, impiegare un collante-rasante a base di cemento (percentuale di cemento tra il 25 e il 50% da scheda di sicurezza) e permeabilità al vapore mu=13? Esistono particolari controindicazioni rispetto ad un collante-rasante in argilla? Grazie.

  15. @ alessandro

    domanda intelligente. entrambi i metodi di lavorazione sono utilizzati e anche la tecnica doppia burro su burro.
    fondamentale è accostare spingere e far scivolare sulle righe di collante per una perfetta adesione

  16. Avatar alessandro
    alessandro

    salve, ho forse una domanda stupida, ma per applicare i pannelli di calcio silicato (o idrati) si mette prima la colla sul muro e niente sulle piastrelle, o l’opposto cioe solo sul pannello va la colla e niente sul muro? chiedo anche perche in alcune foto dell articolo si vedono entrambe i metodi di lavorazione…

  17. @ afro

    per poter comodamente inserire impianti e garantire comunque un taglio termico tra loro e muro freddo dobbiamo prevedere pannelli da 60mm di spessore

  18. Avatar AFRO GOTTI
    AFRO GOTTI

    Pertanto quale materiale è meglio utilizzare per un cappotto interno anche considerando gli impianti da installare ed eventuali mensole.
    Grazie

  19. @ giuseppe

    il migliore isolante contro il caldo è la fibra di legno ad alta densità… un po’ scomoda per la posa a soffitto.
    se c’è tanta altezza si può calcolare le ore di sfasamento termico ottenibile con fibra di legno flessibile che ha meno densità.

    il fatto è che nel tempo potrebbe succedere qualche infiltrazione se sopra c’è un terrazzo quindi conviene progettare con pannelli in idrati di silicato di calcio

  20. Avatar Giuseppe
    Giuseppe

    Buon pomeriggio, devo coibentare una casa al mare all’ultimo piano di un edificio, con terrazzo. Non potendo intervenire dall’esterno vorrei isolare la casa dal caldo con dei pannelli da applicare al soffitto e poi fare il cartongesso.
    Vorrei consigliato il prodotto più idoneo per questo intervento.
    Grazie

  21. Il lambda D lo trova nella Dop.

    Calcecanapa da 35 mm …cosa intende?

  22. @ franck

    i valori non sono male, anche se come detto prima manca la conducibilità D.
    ho letto in giro che costa sui 60€ quindi mi sembra poco interessante.
    io progetterei con calcecanapa, sicuro di portare dentro casa uno strato di buona salute al giusto prezzo e circa 35mm di spessore al finito 😉

  23. https://nobiliumthermalpanel.it/certificazioni/

    Qua trova anche la dop

    Mi sembrava interessante per la buona conducibilità, 180 kg di densità e 2000 di calore specifico che mi sembra una bella combinazione…. Poi sulla salubrità non saprei.

    Stesso discorso per il sughero… ovviamente con un mezzo cm di rasante base calce e pittura a calce o silicato.

    Riguardo il silicato di calcio bisogna sprecare un po’ più di spazio 3 cm per lato …. Sa se è possibile appenderci un quadro o una mensola?

  24. @ franck

    non conosco nobilium thermalpanel ho letto che si tratta di un pannello in lana minerale, e io mi tengo ben lontano dalle fibre minerali.
    vedo che manca un valore di conducibilità termica Dichiarata. non trovo la scheda di sicurezza.

    a meno che non abbia un prezzo tanto invogliante, io sprecherei 25mm di spessore scegliendo materiali che non portano fibre pericolose in ambiente.

  25. Buonasera. Un suo feedback sul nobilium thermalpanel da 9 mm per isolare (poco ovviamente ) dall’interno a basso spessore? Oppure un sughero supercompresso da 1 cm? (Naturalmente concordo con lei che è molto meglio il calcio silicato o silicato di calcio per la sua igroscopicità)
    A me interessa soltanto innalzare di qualche grado la temperatura superficiale in modo da uscire dalla “zona” temperatura di rugiada .
    Grazie

  26. @ loris

    se si riferisce ai sistemi costruttivi ad armatura diffusa (cassero in polistirolo e cemento armato gettato all’interno) penso che di peggio non possa esistere 😐
    costruire gettando cemento armato tra due lastre in polistirene espanso sinterizzato mi sembra una brutta prospettiva come involucro per viverci.

    l’alternativa sono i blocchi cassero in legno cemento, ma poco cambia:
    all’interno dei blocchi in legno cemento troviamo sempre EPS grafite 🙁

    leggi anche https://espertocasaclima.com/2017/06/14/casa-appartamento-nuovo-eps-calcestruzzo-cemeto-acciaio-armato-sistema-costruttivo-eps-cls/

  27. Buonasera,
    Volevo chiedere un parere su pareti realizzate con casseri di isolante (internamente getto in cls)
    Potendo scegliere quale isolante inserirebbe all’interno e all’esterno di tali pareti?
    Grazie

  28. @ graziano

    le finiture a base gesso hanno il problema che una parte dell’acqua d’impasto viene trattenuta quando il gesso si indurisce… Il gesso è infatti molto bravo ad assorbire l’umidità, ma non può rilasciarla di nuovo e trattiene l’acqua.

    anche per questo non possono essere usate come fondo per un isolamento interno.
    visto che lei è disposto a rimuovere l’intonaco, dopo potrà fare quel che vorrà: ottimo un isolamento sottile in calcecanapa.
    ormai però la stagione è troppo avanti per fare questi lavori.
    potrebbe fare bonifica della muffa e allontanare i mobili dalle pareti disperdenti e rimandare a marzo aprile

  29. Avatar Graziano
    Graziano

    Salve mi chiamo Graziano. Abitando al secondo piano in un condominio di 3 piani, ho recentemente fatto insuflare le pareti esterne con fiocchi di lana di vetro da una ditta specializzata. Nella camera da letto posizionata nell angolo nord/nordovest dell’edificio Spostando l’armadio appoggiata lato parete nord/ovest ho scoperto muffa nera molto estesa. La parete dei anni 70 e stata intonacata con gesso. la mia idea era di scrostare tutto il gesso e al nudo forato intonacarlo con calce o calce/canapa da 1/2 cm. Cosa ne pensate? il serramento (portabalcone) e di alluminio con taglio termico con vetrocamera e cassonetto coibentato con polistirolo (l’armadio lo spostato nella parete interna).Pitturare dopo i lavori nascondevano il problema senza risolverlo. cosa mi consigliate? Grazie

  30. @ paolo

    lei sta valutando un isolamento interno con sughero e rasatura armata e soffitto con xps?
    non siamo su scherzi a parte vero?

  31. Io che ho il cemento armato , una parete esterna è da isolare. Volendo fare il cappotto interno senza togliere troppo spazio alla parete laterale. Pensavo al sughero appositamente venduto e rasatura con rete annegata o cartongesso. Il soffitto con xps .

  32. @ david

    in breve: certamente non le metterei in casa materiali come lana di roccia o di vetro anche se acusticamente si comportano bene.
    il, cartongesso è scarso di massa quindi anche lui è da evitare.
    per il rischio di condense interstiziali si deve lavorare con freni al vapore e nastrare perfette, ma bisogna anche capire come risolvere alcuni passaggi impiantistici che probabilmente ci sono e non possono vanificare il lavoro progettato.
    poi ci sono altri piccoli aspetti e dettagli che migliorano tutto il risultato finale…
    insomma non è proprio banale una stanza fonoisolata al meglio e salubre.
    se volesse progettarla con me io ci sarò.

  33. Buongiorno Federico,
    le chiedo gentilmente un parere. Sto valutando l’acquisto di un fondo commerciale che poi dovrei insonorizzare avendo una abitazione confinante, da dedicare a stanza per suonare.
    Ho già avuto una esperienza in un’altra abitazione a riguardo, fatta la famosa “stanza nelle stanza”, con materiali tradizionali, lana di roccia e cartongesso. Il risultato è stato notevole dal punto di vista acustico, ma poco salubre e poco sano alla respirazione, ricordo ancora ora di avere proprio fastidio al naso nel respirare.
    Ora, valutando questo nuovo fondo, costruito secondo metodi tradizionali, senza cappotto esterno, con blocchi in poroton, all’interno intonaco tradizionale, sto pensando se è possibile fare una insonorizzazione usando questa volta materiali naturali.
    Sto pensando a fibra di canapa, sughero, calce, lana di pecora, argilla ecc ecc.
    Secondo lei è possibile unire le due cose partendo da un immobile di questo tipo? C’ da una parte il problema di trovare un materiale che isoli realmente acusticamente come la lana di roccia, dall’altra il problema della gestione dell’umidità tra il sistema a secco e i muri preesistenti.
    Secondo lei potrebbe essere fattibile e su quali materiali si orienterebbe?
    Idealmente la stratigrafia interna a cui pensavo sarebbe:
    – listellature in legno a fare da telaio, al posto delle normali in metallo per cartongesso
    – pannelli doppi con diverse densità 5 cm + 5 cm di fibra di canapa o lana di pecora, o pannelli in calcecanapa
    – pannello in sughero
    – a chiudere 2 pannelli in gessofibra oppure un unico pannello in multistrato di faggio fenolico che rimarrebbe a vista (pensavo a queste due soluzioni perché poi all’interno devo trattare acusticamente l’ambiente con altri pannelli che vanno appesi alle pareti e al soffitto.
    grazie
    saluti
    David

  34. @ marco

    grazie

  35. Avatar Marco Pighetti
    Marco Pighetti

    Parlerò ancora con mia sorella.
    La ringrazio molto per la disponibilità e soprattutto per la velocità E LA CHIAREZZA nel rispondere.

    Saluti

  36. @ Marco

    ciao Marco! ogni tanto ti penso, ma ti avevo completamente perso tra i contatti.

    per sfruttare gli incentivi fiscali ci vuole uno spessore minimo di mm.140 di EPS?

    ovviamente il calcolo va fatto partendo dallo stato di fatto intonaci compresi, poi si parte a simulare un isolante interno.
    a parte il fatto che l’EPS non è certo un materiale da interni, quando verrà incollato qua e la alla parete fredda lascerà delle intercapedini d’aria dove il rischio condensa è assai elevato.
    è anche da tenere conto che se spingo molto sull’isolante interno, la parete esterna crolla a temperature bassissime 😉

    ma torniamo agli incentivi fiscali per un isolamento interno:

    Appendice B (Allegato 1, Capitolo 4)
    Deroghe : in caso di interventi di riqualificazione energetica dell’involucro opaco che prevedano l’isolamento termico dall’interno o l’isolamento termico in intercapedine, indipendentemente dall’entità della superficie coinvolta, i valori delle trasmittanze di cui alle tabelle da 1 a 4 dell’Appendice B, sono incrementati del 30%.

    Requisiti minimi, nel caso di interventi di isolamento in intercapedine su edifici esistenti (tendenzialmente in casi di ristrutturazione importante di 2° livello o riqualificazione energetica). Trasmittanze limite comprensive di ponti termici.

    in caso di accesso ad ECOBONUS, per il BONUS CASA è richiesto il rispetto dei soli limiti di legge come da DM 26/06/2015.

    I valori di trasmittanza termica finali (U), fermo restando il rispetto del decreto 26.06.2015 “requisiti minimi”, devono essere:
    • inferiori o uguali anche ai valori limite riportati nella tabella 1 dell’Allegato E al DM 6 agosto 2020 per interventi con data di inizio lavori a partire dal 6 ottobre 2020.

    situazione ante (valore medio anche stimato) e post intervento (valori certificati o calcolati)

    Nota : ai sensi delle norme UNI EN ISO 6946, il calcolo della trasmittanza delle strutture opache non include il contributo dei ponti termici.
    Tali trasmittanze possono però essere incrementate del 30% nel caso di isolamento dall’interno o in intercapedine.

    morale della favola:
    tua sorella deve scegliere tra_

    Limite di trasmittanza U in caso di accesso ad ECOBONUS 0,23 – 0,299 [W/m2K] (+30%)
    Limite di trasmittanza U in caso di accesso ad BONUS CASA 0,28 – 0,36 [W/m2K] (+30%)

  37. Avatar Marco Pighetti
    Marco Pighetti

    Buongiorno.
    Sono Pighetti Marco, serramentista a Chiavenna. Ci siamo già sentiti un paio di volte perché le avevo chiesto alcuni consigli sulla posa di alcuni falsi telai.
    Leggo spesso i suoi articoli che sono sempre molto interessanti. Non sempre riesco a memorizzare e capire bene tutto, in quanto sono ormai 32 anni che non apro libri di scuola (ho fatto perito meccanico all’ITIS di Sondrio), ma già allora avevo molta più dimestichezza con i Newton e i momenti, piuttosto che con i watt e tutta la termodinamica.
    Veniamo a noi.
    Mia sorella sta ristrutturando un appartamento al primo piano di una casa a due piani. Il piano terra (acquistato da un mio amico) è in fase finale di ristrutturazione ed è stato fatto un isolamento interno in EPS. l’ingegnere progettista è un amico di mia sorella e mio cognato. Non sono stati messi freni al vapore e per riuscire a sfruttare gli incentivi fiscali ha detto che ci voleva uno spessore minimo di mm.140 (a me sembra esagerato, Chiavenna è in zona climatica E) a parte i costi, “ruba” anche un bel po’ di spazio.
    La casa è dei primi anni 70 e ha un muro perimetrale in mattoni dello spessore di mm. 400, senza isolanti.
    Ho detto più di una volta a mia sorella prima di partire anche lei con i lavori, di informarsi bene, ma lei si fida ciecamente dell’ingegnere.
    Secondo lei devo insistere per convincerla a cambiare tipo di materiale?
    Se però riesco a convincerla (o almeno a interpellare anche un altro tecnico) usando il calcio silicato andrebbero ancora aumentati (e non di poco) gli spessori. Giusto? (mi sembra che la conduttività termica sia molto superiore, quasi doppia, di quella dell’EPS).
    Inoltre lei scrive che il calcio silicato è costoso, ma percentualmente, quanto costa in più rispetto all’EPS a parità di isolamento e quindi con spessore quasi doppio?
    Se per motivi di spazio e di costi (mia sorella è come me e non naviga nell’oro) non la convinco a cambiare isolante, rimanere sull’ EPS e aggiungere il freno al vapore è molto rischioso?.
    Attendo sua risposta.

    GRAZIE

  38. @ luca

    il lavoro che sta affrontando è molto complesso.
    il pian terreno con murature molto spesse soffre, anche quando non esiste umidità di risalita, del problema delle condense superficiali anche estive.
    in 2 parole la muratura stenta a salire di temperatura e dunque l’umidità ambiente è sempre tentata dal condensare sulle superfici più “fresche”.
    abbiamo inoltre il problema dell’umidità di risalita che è tanta…
    dovrei almeno vedere le foto della situazione interna, e delle zone esterne rispettive per frami un’idea più reale.
    altro aspetto da capire è la causa della risalita di umidità: può anche essere conseguenza di terreno esterno o di marciapiede esterno.
    insomma tutto molto complesso: c’è da isolare (per avere superfici calde) e c’è da risanare (per gestire l’umidità della muratura).
    tanta carne al fuoco… attenzione

  39. Buonasera a tutti e complimenti per l’articolo.
    Dovrei ristrutturare una vecchia abitazione al pian terreno di un edificio di 3 piani.
    I muri sono molto spessi, 50 cm, vecchi muri di pietre di fiume. Verrà tolto il vecchio intonaco ammalorato e tutti i muri interni verranno “nascosti” da una paretina che mi permetterà di tagliare ed annegarci l’impianto elettrico.
    L’umidità di risalita è tanta ed oltre a quello che mi proporrà la ditta che si occuperà della ristrutturazione, vorrei sapere quale sarebbe la soluzione migliore per non far entrare l’umidità dalle vecchie pareti.
    Grazie.

  40. @ marco

    in questo caso sarebbe bene procedere già con un intonaco di fondo termoisolante continuo per facciate (Cemento, Calce aerea, Inerte leggero tipo EPS, inerte minerale leggero tipo perlite) ottenendo uno strato isolante di 3-4cm con Conducibilità termica ? 0,063 W/mK. spendendo meno di 20€/mq
    poi un rivestimento ai silicati o ai silossani.

  41. L’involucro del condominio è di cemento armato. La mia domanda è relativa alla tipologia di intonaco ( a calce ?) da posare sulle pareti esterne considerando che ho balconi che corrono su tutto il perimetro dell’appartamento sito al terzo piano di un condominio di tre piani e vorrei ripristinare le facciate dei muri perimetrali sui balconi che si affacciano tutto intorno all’appartamento (est-nord-ovest) con un intonaco adeguato a proteggere il cemento armato e finire con vernice coating termica da esterno. Grazie

  42. @ marco

    un intonaco a calce su pareti di cemento?
    dipende.
    è un piano interrato?
    un seminterrato?
    un piano terra?
    è isolato all’esterno?

  43. Ho letto con attenzione questo articolo.
    In caso di involucro in cemento armato l’intonaco a calce è sempre consigliabile?
    Grazie

  44. @ renzo

    i confronti tra gli isolanti sono la mia passione.
    cosa intendi per materiali isolanti classici?

  45. Avatar Renzo Rivetti
    Renzo Rivetti

    È interessante e veritiero ciò che affermi sul silicati di calcio tuttavia meritevole di approfondimento e confronto su più livelli con i materiali isolanti classici sopra citati.
    Hai una pagina Facebook sulla quale poter commentare?

  46. @ gavino

    in realtà non è proprio un intonaco ma una “rasata”.
    ma non deve dimenticare che questo strato ha la sua funzione igroscopica anche lei, quindi ha una certa importanza.
    se qualcuno li proponesse prefiniti, andrebbe a “pre” finire che rifilerebbe un cartongesso 😐

    aggiungo che chi volesse un risultato superlativo dovrebbe evitare la sola rasatura, preferendo uno strato più grosso di intonaco, possibilmente argilla.
    questo strato andrebbe a migliorare la capacità areica interna della stratigrafia portando in dote un po’ di massa (che manca).

  47. Avatar Gavino

    Sarebbero interessante il montaggio di pannelli prefiniti senza ulteriori finitura intonaco.

  48. @ Michele

    una soluzione adeguata a un costo ragionevole…
    un’auto adeguata ad un costo ragionevole…
    quando le cose stanno così, meglio porsi un limite €/mq perchè altrimenti in ottobre siamo ancora allo stesso punto 🙂

    per l’isolamento del sottotetto non abitabile, ovviamente NON lana di roccia se non si desidera un forno d’estate… a parte la “dubbia” salubrità delle fibre artificiali vetrose.

    lo IARC non ha riconosciuto come cancerogena la lana di roccia: ha inserito le lane minerali nel gruppo 3 “non classificabile come cancerogeno per gli esseri umani” , quindi solo per questa “chiamiamola incertezza” mai e poi mai me la porterei in casa!

    per la sostituzione infissi, puntare al triplo vetro 😉

  49. Avatar Michele
    Michele

    Guardi,

    il tutto dipende sia dai costi che dai risultati. Se non avessimo avuto da fare una paesaggistica per il cappotto esterno, chiedendo di passare da mattoni facciavista a intonaco, probabilmente questa sarebbe stata la nostra scelta. Purtroppo però sia per i tempi che costi, stiamo valutando una soluzione dall’interno, sperando che magari in futuro si apra qualche scenario di detrazioni interessante e procedere anche sull’esterno.

    Demolire internamente non è necessario, anche se rifaremo impianti elettrici e termici, considerando che è intonacato a gesso. Diciamo che siamo alla ricerca di una soluzione adeguata a un costo ragionevole, a cui ovviamente considerare anche isolamento del sottotetto non abitabile (tappeto di lana di roccia?) e sostituzione infissi.

    Grazie ancora!

  50. @ michele

    insufflare fiocchi di cellulosa permetterebbe di isolare internamente con pannelli anche sottili: quindi tutti i ponti termici “lasciati” dall’insufflaggio sarebbero attenuati.
    gli stessi pannelli sottili serviranno ai risvolti.
    e l’intervento potrebbe essere valido.

    se si decide per demolire il forato da 8 interno si apre tutto uno scenario nuovo, e qui, dopo alcune simulazioni si potrebbe decidere qualche altra ottima soluzione.

    dipende anche dalle aspettative personali sue

  51. Avatar Michele
    Michele

    Grazie mille Federico per la printa e precisa risposta!

    La stratigrafia è stata fatta perché ho già fatto fare una video-ispezione poiché stavamo valutando le insufflazioni, che però non risolverebbero i ponti termici dove ci sono i pilatri e altre rientranze nel muro.

    Lo spessore totale è di 30cm circa, di cui 8 forato interno, intercapedine vuota di 7-8 cm, 2cm di stifterite “attaccata” (dove ha resistito) alla parte interna del mattone facciavista esterno, da 8cm.

    Le dico solo che, tra muri colabrodo e infissi pessimi, quest’inverno in casa abbiamo avuto anche 10°…

    Grazie comunque per il feedback!

  52. @ michele

    esistono altri 999 esperti??? 🙂 🙂 🙂

    abbiamo una intercapedine vuota di 75mm, laterizio esterno e forato interno probabilmente da 6cm.
    questi 2c di stiferite li avete trovati nell’intercapedine?

    a prescindere dalla precisa identificazione della stratigrafia esistente, NON dia retta al muratore:
    è una bella idea rimuovere il forato interno, ma certamente non possiamo sostituirlo con lana di roccia e cartongesso:
    1. sul laterizio esterno succederebbero condense
    2. la lana di roccia isola dal freddo e non dal caldo
    3. manca il risvolto dell’isolante per attenuare il ponte termico del soffitto e dei divisori esistenti
    4. il cartongesso non ha lo stesso “valore” del fibrogesso
    5. l’ambiente interno in cartongesso non possiede inerzia: male in inverno e male in estate

    consiglio di identificare gli spessori esistenti degli strati che compongono la parete, fare il calcolo termico dello stato di fatto, fare almeno 3 simulazioni con soluzioni diverse di intervento.
    dobbiamo capire in anticipo le prestazioni ottenibili e non una volta abitata la casa 😉

  53. Avatar Michele
    Michele

    Gentilissimo, complimenti per l’articolo. Tuttavia sono ancora confuso, perché tra mille esperti (!) e pareri, mi trovo ancora in difficoltà a decidere.

    Le chiedo quindi un consiglio: casa indipendente anni’90, muro di 33 con intercapedine vuota da 7/8 cm e pannellino di 2cm di stifterite. Il muratore suggeriva di rimuovere il forato interno e procedere a rifare le pareti con lana di roccia e cartongesso.

    Solo che, dopo aver letto il suo articolo, qualche dubbio sulla soluzione proposta mi sorge.

    Ha qualche suggerimento da darmi in questi casi?

    Grazie!

  54. @Federico Sampaoli
    Io uso i prodotti Brebey, piccola azienda sarda, alla quale chiesi anche di realizzare un prodotto apposito da rasare, quindi ad alta densità.
    Ci sono state altre aziende che fornivano prodotti simili, soffici, ma non ne trovo più almeno in Italia.

    Saluti

  55. @ arcangelo guastafierro

    grazie, non ho esperienze personali con l’isolante in lana di pecora pur avendolo appena consigliato per sostituire canapa e fibra di legno in un isolamento acustico di un ambiente realizzato a secco.

    il fatto è che questo articolo parlava di pannelli igroscopici rigidi da incollare e rasare, mentre la sua proposta è per una stratigrafia a secco…

    mi sa che dovrò impostare un nuovo articolo “i 3 materiali migliori per l’isolamento interno a secco”.

    anche se è brutto far nomi,
    perchè poi i produttori oppure le associazioni di “certi produttori di isolanti” sanno essere “minacciosi” o come minimo “fastidiosi” (penso a quelli delle lane minerali, ma non sono gli unici con la coda di paglia purtroppo),
    a quali pannelli si riferisce esattamente?

  56. Complimenti, raramente trovo articoli ben strutturati e che consiglino veramente una strategia prima che un materiale.
    Mi permetto di aggiungere un tipo di pannello molto utile perché ottimo per gestire temperatura, suono ed umidità donando anche un ottimo comfort abitativo: la lana di pecora.
    Esistono sul mercato pannelli di varia densità e con l’aggiunta di canapa resistono perfetta anche ai parassiti.
    Per completare un articolo ben fatto.

  57. @ antonio

    dovrei scendere ancora di più nei dettagli e nelle varie dritte di progettazione e di posa, ma poi, io? che lavoro andrò a fare? 🙂
    scherzi a parte, grazie per leggermi!

  58. Avatar Antonio
    Antonio

    Eccellente articolo.veramente molto dettagliato.complimenti.

  59. @ valerio
    in realtà tutta questa tipologia di pannelli, e ne esistono anche in perlite, va incollata sull’esistente con il proprio collante specifico steso a spatola dentata su tutta la superficie.
    poi il pannello va fatto “scivolare” in posizione sulle strisce di collante che si “spalmano” ad ottenere sul lato freddo del pannello isolante un letto di collante senza vuoti e dunque senza aria.
    questo strato igroscopico garantisce al pannello di gestire nel suo insieme tutto il vapore della stagione invernale.
    l’intonaco esistente va un po’ “picchettato” per una migliore aderenza.
    comunque questi isolanti interni non si tassellano

  60. Avatar Valerio
    Valerio

    In fondo all’articolo scrive che l’intonaco cementizio non è capace di gestire la condensa superficiale.
    Quindi se applico i pannelli minerali direttamente a un intonaco tipico di sabbia e cemento, che secondo molte schede tecniche che ho visto, ha un mu di circa 15 avrei quindi dei sicuri problemi di condensa interstiziale, dato che la temperatura superficiale di tale intonaco si abbasserebbe a causa del pannello.
    Se mi occupo dei valori Sd dei vari strati della parete se considero esterno-interno e avessi intonaco cem-laterizio semipieno-intonaco int.cementizio-colla-pannello minerale-rasante a calce avrei comunque un Sd decrescente che sulla carta permetterebbe il passaggio del vapore.
    Se così non fosse l’unica soluzione sarebbe tirar via l’intonaco cementizio interno?
    Saluti e buon lavoro
    Valerio