Terminato il periodo di riscaldamento, la casa deve affrontare un nuovo problema prima del tormentone “estate bollente”.
A seconda della zona climatica di appartenenza, e a seconda dei capricci stagionali, tra la fine di marzo e la metà di aprile gli impianti di riscaldamento vanno spenti. Per tutti quelli che utilizzano una semplice a metano è il momento di girare la manopolina su estate lasciando che la caldaietta continui a lavorare solo se è richiesta acqua calda sanitaria ACS.
Il bollino blu certifica il buon funzionamento e ce lo rilascia chi fa la revisione alla caldaia. La Pubblica Amministrazione fa dei controlli a campione e vuole vedere questo bollino blu che riporta un codice: questo codice identifica per sempre la nostra caldaia.
Ci vorrebbe una striscia scaldante che posata di fianco al fermavetro alzasse la temperatura di quella linea di quei pochi gradi utili ad evitare la condensa
l’ impianto di riscaldamento a pavimento non deve subire alcuna variante o modifica per ricevere una pompa di calore. Nel caso l’ abitazione presentasse un impianto di riscaldamento con radiatori
nella progettazione della stratigrafia è bene evitare strati di sbarramento al passaggio del vapore verso l’esterno è bene evitare l’isolamento dall’interno perchè la temperatura nella stratigrafia scende rapidamente e quindi raggiungiamo con alta probabilità la temperatura di rugiada e perciò si formerà condensa dietro la coibentazione
Ma se abbiamo un impianto con termosifoni, dotato di valvole termostatiche, come possiamo “aiutare” la nostra nuova caldaia a lavorare meglio risparmiando molto?
Sappiamo che il contorno finestra è un punto critico: lì la temperatura superficiale resta così bassa che visto il falso telaio del serramento in ferro, e visto il tipo di telaio fisso (alluminio, con taglio termico per fortuna) certamente succederà la condensa.
La muffa in casa è spesso un problema che non trova soluzione perchè le abitudini di chi abita sono sbagliate, e non cambiano. Brevemente posso riassumere così i comportamenti critici: non faccio un corretto ricambio d’aria (e sono ancora rare le case con VMC installata), non faccio entrare il sole mantenendo tende chiuse e tapparelle mezze abbassate, non imposto bene il riscaldamento, non tengo conto della distanza minima dei mobili dalle pareti fredde, non stendo i panni e gli asciugamani bagnati all’esterno, non apro la finestra dopo aver cucinato, tengo troppe piante da interno.
Oltre a cambiare le abitudini controproducenti, io consiglio sempre (dopo la bonifica) di
Sì, anche la normativa si è occupata del problema della muffa e l’Agenzia CasaClima ha dato indicazioni chiare e facili da seguire
cosa dice la normativa
Tanto perchè lo sappiate anche voi, la normativa italiana ammette la presenza di ponti termici – purché se ne tenga conto nel calcolo delle dispersioni termiche e purché non determinino la formazione di muffa. Tutti i progetti devono attenersi a questa norma.
“appena richiudo le finestre l’umidità torna a salire fino oltre il 70 %. Cos’altro posso fare? Le finestre sono nuove, sono appena cambiate 🙂 No, non ho fatto isolamento e sono senza VMC 🙁
Vi siete mai chiesti perchè nel passato anche architetture così poco efficienti dal punto di vista del contenimento delle dispersioni invernali riuscissero a funzionare senza massicce dosi di anti-muffa?
Sì, erano altri tempi, tutte le fessure e gli spifferi dei serramenti, delle porte, dei camini e delle stufe garantivano un vero e proprio ricambio d’aria continuo. In aiuto venivano poi i generatori di calore che certo non andavano a bassa temperatura. Ricordate i baffi neri intorno ai radiatori no? erano sempre bollenti nelle giornate fredde… Erano altri tempi, di architetture magnifiche… Siamo a Parigi:Leggi tutto »Eliminare la muffa in casa senza isolamento e senza VMC
Ecco cosa succede quando la pressione di vapore cambia: inizia una migrazione del vapore attraverso gli strati del tetto (senza una barriera al vapore).
La causa che innesca la spinta è sempre la differenza tra temperatura esterna ed interna:
Quando l’acqua allo stato gassoso incontra una superficie fredda (alla temperatura di rugiada) condensa:
Può entrare umidità in casa? è una convinzione molto diffusa che d’inverno la nebbia (proprio perchè è vapore visibile) o semplicemente l’umidità esterna, siano un problema per la casa, o per il tipo di materiale isolante del cappotto… Chi da un lato preferirebbe usare materiali naturali, dall’altro teme che proprio il clima esterno li possa danneggiare.
Altri sono convinti che l’umidità, sotto forma di vapore acqueo, entri in casa! cioè penetri nell’edificio! Quindi dall’esterno verso l’interno!
Se imposti bene la caldaia e magari la tua è a condensazione, consumerai meno gas per il riscaldamento e non dovrai combattere contro la muffa, quindi Stop alla muffa 😉
La prima causa della comparsa della muffa è sempre l’eccessiva percentuale di umidità, che infatti in alcuni punti, più freddi degli altri, condensa (e nutre le spore).
La seconda causa della comparsa della muffa è la bassa temperatura superficiale dei muri e dei soffitti! Mancando un buon isolamento le strutture dell’edificio disperdono allegramente 🙁
C’è un unico modo per mantenere alta, o almeno più alta possibile la temperatura superficiale delle pareti e dei soffitti. E oggi parliamo proprio di questo 🙂
Visto che il mio pane quotidiano è progettare l’isolamento termico, sono spesso alle prese con edifici che soffrono di condense interne dove le muffe proliferano felicemente. Devo dire che le cattive abitudini del committente sono fondamentalmente la base del problema, ma anche i difetti e le mancanze dell’edificio (ponti termici e mancanza di impianto di ventilazione) rendono la battaglia veramente dura.
Quando il committente è restio ad intervenire in modo completo oppure non può permettersi di affrontare una spesa consistente (intendo “isolamento corretto, + attenuazione dei ponti termici, + ricambio d’aria meccanico…”) non resta che