Fino ad una ventina di anni fa comprare casa non implicava informarsi o documentarsi sui materiali per isolamento termico. Semplicemente le case in vendita non avevano nessun isolamento termico e men che meno un isolamento interno. Comprare casa era pressoché limitato al “vista e piaciuta”.
Attualmente succede sempre più spesso che un appartamento sia venduto con un isolamento interno già fatto, quindi c’è da fare attenzione 😐
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isolamento interno già fatto
Un isolamento interno esistente cosa può nascondere? che problemi può portare al nuovo proprietario? meglio che ci sia, o meglio che non sia già stato fatto?
A pensare male degli altri si fa peccato, ma spesso si indovina 🙁 è una frase celebre di Andreotti)
meglio che non sia già stato fatto nessun isolamento interno
Forse una quota parte del prezzo dell’immobile rappresenta proprio il particolare che non sia un edificio molto disperdente ma anzi un edificio isolato dall’interno, quindi stiamo pagando, di fatto, questo isolamento esistente di tasca nostra 🙁
Inoltre se l’isolamento interno c’è già ma non rispecchia le nostre preferenze… o ci adattiamo o dobbiamo mettere in preventivo una spesa per demolizione e smaltimento 😐
demolizione e smaltimento
Quantificare questa spesa in sede di trattativa per l’acquisto è senz’altro una buona idea 😉 anche perchè si aggira sui 30 e 40 €/mq… quindi ben 3-4000€ per un piccolo appartamento 😐
un isolamento interno esistente cosa può nascondere?
La maggior parte degli isolamenti interni già fatti non è frutto di una grande progettazione, semplicemente è stato fatto per risolvere un problema:
- in un piano alto, il problema spesso era causato da condense sotto al lastrico solare o sotto ad un terrazzo di un’altra unità abitativa superiore (non è detto che sia stata fatta una corretta bonifica)
- in un piano intermedio, il problema spesso era la presenza di muffa su alcune pareti esterne (anche qui non è detto che sia stata fatta una corretta bonifica)
- in un piano terra, il problema spesso era sia umidità di risalita che presenza di muffa (anche qui non è detto che sia stata fatta una corretta bonifica)
isolamento interno in lana di roccia o lana di vetro coperto da cartongesso: i 3 problemi più comuni
- la barriera al vapore posata per evitare le condense interstiziali tra isolante e parete fredda, non è detto che sia stata correttamente sigillata e non è detto che in qualche punto non sia stata bucata per l’attraversamento di qualche impianto, per esempio un corrugato elettrico, e non permette in nessun modo di asciugare durante l’estate eventuale umidità accumulata nello strato isolante.
- la lana minerale posata come isolamento interno senza un freno al vapore specifico, come ancora oggi spesso viene fatto, non solo non è capace di gestire le condense interstiziali che succedono dietro l’isolante tra lana e muratura fredda, mette anche a rischio l’ambiente dove possono volare pericolose fibre artificiali vetrose.
- la lana minerale viene solitamente prodotta utilizzando un legante (fino a circa il 7%) contenente formaldeide (resina fenolo-formaldeide): la percentuale di formaldeide nel legante è quasi del 30%. Trattandosi di un lavoro fatto anni prima, la lana minerale, non più tanto fresca di produzione, non conterrà più significative emissioni di formaldeide ma sicuramente possono essere percepibili nell’aria interna. Dal 2009 sono sul mercato anche materiali isolanti in lana minerale con legante senza formaldeide, questo almeno accadeva per la Francia.
rischi per la salute
I rischi per la salute associati alle fibre artificiali vetrose FAV si conoscono dagli anni ’90. Nel ’95 i produttori hanno reagito proponendo una nuova generazione di fibre minerali: fibre respirabili che possono essere degradate molto più rapidamente nei polmoni.
questo vi tranquillizza? a me proprio per niente!
Il succo della faccenda, che non si racconta mai, è questo:
- la lana di roccia vecchia si degrada e riduce della metà in 300 giorni nei nostri polmoni
- mentre la lana di roccia nuova si degrada e riduce della metà in 60 giorni nei nostri polmoni
Tutte le fibre minerali prodotte prima del ’97 vennero classificate come sospettate di provocare il cancro e infatti dal 2000 sono vietati isolanti in lana minerale con fibre inferiori a tre micrometri: il marchio di qualità RAL della Mineral Wool Quality Association è obbligatorio dal 2001:
- marchio di qualità RAL significa che questo prodotto in lana minerale è sicuro grazie alla sua biosolubilità: (assorbite ed espulse dall’organismo umano)
Le lane minerali come la lana di roccia nella classificazione IARC sono messe all’interno del Gruppo 3, “non classificabili in quanto alla loro cancerogenicità per l’uomo” 😐
Resta sempre la preoccupazione che la lavorazione può rilasciare polvere di fibre minerali artificiali con rischi per la salute estremamente ridotti rispetto a 20anni fa, ma non completamente eliminati.
Per me è incomprensibile la scelta di usarli… sono isolanti che possono essere sostituiti facilmente con altri meno pericolosi e con prestazioni molto più adatte all’uso che ne stiamo facendo e anche al nostro clima 🙂
Ma costano meno… La nostra salute vale di più 😉
isolamento interno e ponti termici
Raramente gli interventi di isolamento termico già fatti tenevano conto dei ponti termici, quasi sempre si limitavano a rivestire la parete verticale verso l’esterno ignorando che il solaio del soffitto era in connessione con la parete fredda come l0 sono i divisori interni sempre in contatto con la muratura esterna.
L’attenuazione del ponte termico è comunque fattibile in un secondo momento.
isolamento interno con cartongesso accoppiato all’isolante
Il cartongesso accoppiato all’isolante è la forma più brutta e diffusa di isolamento interno. Non è raro ascoltare le disavventure di chi lo ha demolito dopo essersi accorto di umidità e cattivi odori.
Convengo che la colpa sia sempre dell’eccessiva umidità degli ambienti e della cattiva ventilazione delle stanze, ma inutile nascondere che il cartongesso accoppiato all’isolante sembra sì una soluzione comoda e veloce e che ruba poco spazio, ma tecnicamente non vale nulla: non offre un fondo igroscopico, non offre un materiale isolante adatto agli ambienti interni e non offre una finitura di qualità e nemmeno una superficie igroscopica.
Quasi sempre non è stato posato in aderenza e quindi l’intercapedine tra isolante e muro freddo è teatro di condense interstiziali:
Anche se i più referenziati pittori suggeriscono che un po’ d’aria tra pannello e muro freddo non può che far del bene, ignorate questo cattivo consiglio! Succederà condensa:
isolamento interno sconosciuto, no grazie
Abbastanza spesso chi vende un appartamento con un isolamento interno già fatto lo presenta come un aspetto molto interessante per il potenziale acquirente, ma il più delle volte non sa nemmeno descrivere il materiale isolante, il suo spessore, l’anno di realizzazione e non dispone di nessuna documentazione inerente all’intervento fatto.
Sarebbe offensivo, o quanto meno indelicato, presentarsi all’appuntamento con mazzetta e scalpello 🙂
conclusione
State lontani dagli isolamenti già fatti 😉
copywriter, content creator & web editor – Federico Sampaoli consulente tecnico per l’isolamento termico dell’involucro edilizio
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