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Non comprare casa con isolamento interno già fatto

12 risposte

Fino ad una ventina di anni fa comprare casa non implicava informarsi o documentarsi sui materiali per isolamento termico. Semplicemente le case in vendita non avevano nessun isolamento termico e men che meno un isolamento interno. Comprare casa era pressoché limitato al “vista e piaciuta”.

Attualmente succede sempre più spesso che un appartamento sia venduto con un isolamento interno già fatto, quindi c’è da fare attenzione 😐

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isolamento interno già fatto

Un isolamento interno esistente cosa può nascondere? che problemi può portare al nuovo proprietario? meglio che ci sia, o meglio che non sia già stato fatto?

A pensare male degli altri si fa peccato, ma spesso si indovina 🙁 è una frase celebre di Andreotti)

meglio che non sia già stato fatto nessun isolamento interno

Forse una quota parte del prezzo dell’immobile rappresenta proprio il particolare che non sia un edificio molto disperdente ma anzi un edificio isolato dall’interno, quindi stiamo pagando, di fatto, questo isolamento esistente di tasca nostra 🙁

Inoltre se l’isolamento interno c’è già ma non rispecchia le nostre preferenze… o ci adattiamo o dobbiamo mettere in preventivo una spesa per demolizione e smaltimento 😐

demolizione e smaltimento

Quantificare questa spesa in sede di trattativa per l’acquisto è senz’altro una buona idea 😉 anche perchè si aggira sui 30 e 40 €/mq… quindi ben 3-4000€ per un piccolo appartamento 😐

un isolamento interno esistente cosa può nascondere?

La maggior parte degli isolamenti interni già fatti non è frutto di una grande progettazione, semplicemente è stato fatto per risolvere un problema:

  • in un piano alto, il problema spesso era causato da condense sotto al lastrico solare o sotto ad un terrazzo di un’altra unità abitativa superiore (non è detto che sia stata fatta una corretta bonifica)
  • in un piano intermedio, il problema spesso era la presenza di muffa su alcune pareti esterne (anche qui non è detto che sia stata fatta una corretta bonifica)
  • in un piano terra, il problema spesso era sia umidità di risalita che presenza di muffa (anche qui non è detto che sia stata fatta una corretta bonifica)

isolamento interno in lana di roccia o lana di vetro coperto da cartongesso: i 3 problemi più comuni

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  1. la barriera al vapore posata per evitare le condense interstiziali tra isolante e parete fredda, non è detto che sia stata correttamente sigillata e non è detto che in qualche punto non sia stata bucata per l’attraversamento di qualche impianto, per esempio un corrugato elettrico, e non permette in nessun modo di asciugare durante l’estate eventuale umidità accumulata nello strato isolante.
  2. la lana minerale posata come isolamento interno senza un freno al vapore specifico, come ancora oggi spesso viene fatto, non solo non è capace di gestire le condense interstiziali che succedono dietro l’isolante tra lana e muratura fredda, mette anche a rischio l’ambiente dove possono volare pericolose fibre artificiali vetrose.
  3. la lana minerale viene solitamente prodotta utilizzando un legante (fino a circa il 7%) contenente formaldeide (resina fenolo-formaldeide): la percentuale di formaldeide nel legante è quasi del 30%. Trattandosi di un lavoro fatto anni prima, la lana minerale, non più tanto fresca di produzione, non conterrà più significative emissioni di formaldeide ma sicuramente possono essere percepibili nell’aria interna. Dal 2009 sono sul mercato anche materiali isolanti in lana minerale con legante senza formaldeide, questo almeno accadeva per la Francia.

rischi per la salute

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I rischi per la salute associati alle fibre artificiali vetrose FAV si conoscono dagli anni ’90. Nel ’95 i produttori hanno reagito proponendo una nuova generazione di fibre minerali: fibre respirabili che possono essere degradate molto più rapidamente nei polmoni.

questo vi tranquillizza? a me proprio per niente!

Il succo della faccenda, che non si racconta mai, è questo:

  • la lana di roccia vecchia si degrada e riduce della metà in 300 giorni nei nostri polmoni
  • mentre la lana di roccia nuova si degrada e riduce della metà in 60 giorni nei nostri polmoni

Tutte le fibre minerali prodotte prima del ’97 vennero classificate come sospettate di provocare il cancro e infatti dal 2000 sono vietati isolanti in lana minerale con fibre inferiori a tre micrometri: il marchio di qualità RAL della Mineral Wool Quality Association è obbligatorio dal 2001:

  • marchio di qualità RAL significa che questo prodotto in lana minerale è sicuro grazie alla sua biosolubilità: (assorbite ed espulse dall’organismo umano)

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Le lane minerali come la lana di roccia nella classificazione IARC sono messe all’interno del Gruppo 3, “non classificabili in quanto alla loro cancerogenicità per l’uomo” 😐

Resta sempre la preoccupazione che la lavorazione può rilasciare polvere di fibre minerali artificiali con rischi per la salute estremamente ridotti rispetto a 20anni fa, ma non completamente eliminati.

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Per me è incomprensibile la scelta di usarli… sono isolanti che possono essere sostituiti facilmente con altri meno pericolosi e con prestazioni molto più adatte all’uso che ne stiamo facendo e anche al nostro clima 🙂

Ma costano meno… La nostra salute vale di più 😉

isolamento interno e ponti termici

Raramente gli interventi di isolamento termico già fatti tenevano conto dei ponti termici, quasi sempre si limitavano a rivestire la parete verticale verso l’esterno ignorando che il solaio del soffitto era in connessione con la parete fredda come l0 sono i divisori interni sempre in contatto con la muratura esterna.

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L’attenuazione del ponte termico è comunque fattibile in un secondo momento.

isolamento interno con cartongesso accoppiato all’isolante

Il cartongesso accoppiato all’isolante è la forma più brutta e diffusa di isolamento interno. Non è raro ascoltare le disavventure di chi lo ha demolito dopo essersi accorto di umidità e cattivi odori.

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Convengo che la colpa sia sempre dell’eccessiva umidità degli ambienti e della cattiva ventilazione delle stanze, ma inutile nascondere che il cartongesso accoppiato all’isolante sembra sì una soluzione comoda e veloce e che ruba poco spazio, ma tecnicamente non vale nulla: non offre un fondo igroscopico, non offre un materiale isolante adatto agli ambienti interni e non offre una finitura di qualità e nemmeno una superficie igroscopica.

Quasi sempre non è stato posato in aderenza e quindi l’intercapedine tra isolante e muro freddo è teatro di condense interstiziali:

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Anche se i più referenziati pittori suggeriscono che un po’ d’aria tra pannello e muro freddo non può che far del bene, ignorate questo cattivo consiglio! Succederà condensa:

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isolamento interno sconosciuto, no grazie

Abbastanza spesso chi vende un appartamento con un isolamento interno già fatto lo presenta come un aspetto molto interessante per il potenziale acquirente, ma il più delle volte non sa nemmeno descrivere il materiale isolante, il suo spessore, l’anno di realizzazione e non dispone di nessuna documentazione inerente all’intervento fatto.

Sarebbe offensivo, o quanto meno indelicato, presentarsi all’appuntamento con mazzetta e scalpello 🙂

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conclusione

State lontani dagli isolamenti già fatti 😉


federico sampaoli espertocasaclima

copywriter, content creator & web editor – Federico Sampaoli  consulente tecnico per l’isolamento termico dell’involucro edilizio

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12 risposte a “Non comprare casa con isolamento interno già fatto”

  1. @ achille

    questo rasante cementizio pubblicizza la sua Resistenza termica certificata 0,60 m2K/W con 3 mm di spessore
    quindi, se vogliamo scoprire la sua conducibilità termica dobbiamo calcolare: (1 / 0,60) * 0,003 = 0,005 W/mK.

    non esistono prodotti con marcatura CE per materiali isolanti con lambda dichiarati ?D inferiori a 0,015 W/mK.

    comunque meglio evitare miscele cementizie in ambiente interno 😉 per conoscere gli altri componenti del rasante si può leggere la SEZIONE 3: Composizione informazione sugli ingredienti https://nanocubo.it/wp-content/uploads/2022/03/Thermo-Cem-SC.pdf

  2. Avatar Achille giombanco
    Achille giombanco

    Buongiorno, signor Federico vorrei sapere se quello che afferma questa azienda è vero cosa vuol dire?
    nanocubo VANTAGGI

    • Resistenza termica certificata: 0,60m2K/W con 3mm di spessore. Per meglio interpretare il dato, la medesima prestazione si ottiene con 2,2 cm di isolante avente conducibilitàtermica0,036 w/mk
    • Massimo isolamento termico nel minimo spessore (3-5 mm)
    • Riduzione delle dispersioni termiche invernali
    • Protezione dal surriscaldamento estivo: 2,5 ore di sfasamento termico. Per meglio interpretare il dato, 10 cm di Eps forniscono uno sfasamento termico di circa ½-1 ora.
    • Miglior comfort abitativo: più caldo d’inverno e più fresco d’estate
    • Efficienza energetica e riduzione dei consumi energetici
    • Protezione dalla formazione di condensa e proliferazione di muffe e microorganismi
    • Leggero, minor peso applicato sui supporti
    • Traspirante
    • Resistente all’assorbimento d’acqua e umidità
    • Elastico, previene la formazione di crepe e fessure

    https://nanocubo.it/nanotecnologia-prodotti/nanotecnologie-isolamento-termico/thermo-cem/#dettagli

    Grazie

  3. @ framncesco

    il costo di un tetto comprende tante voci, solo una di queste è il pannello isolante.
    se non è ancora costruito, vale anche la pena analizzare il progetto della tenuta all’aria, a meno che il tetto non sia in zona climatica calda dove il problema delle condense è meno pericoloso.

  4. Avatar Francesco Festucci
    Francesco Festucci

    Buongiorno.
    Si, ne ho letto da lei, ma consideri che ho acquistato una casa con queste caratteristiche (ma con lana di roccia interna e sul tetto) e ora leggendo sulla sua possibile pericolosità l’ho fatta sostituire dal polistirene.
    Ogni cambiamento però mi viene osteggiato anche con importanti costi aggiuntivi.
    E’ così cortese da darmi un consiglio che migliori il tutto senza troppe modifiche rispetto al loro standard?

  5. @ francesco

    spero che lei sia informato che un tetto del genere offrirà pochissime ore di sfasamento estivo, quindi nessuna protezione dal caldo e nessuna protezione acustica.
    non oso immaginare il progetto della tenuta all’aria di questo tavolato 🙁

  6. Avatar Francesco Festucci
    Francesco Festucci

    Grazie della veloce risposta. Si, tavolato doppio incrociato in legno , un foglio impermeabilizzante, polistirolo 12cm guaina e tegole.

  7. @ francesco

    Il costruttore che spinge per fare la seguente stratigrafia: Cartongesso interno, polistirene 3 cm (al posto della prevista lana si roccia) e laterizio termico da 35cm di spessore + intonaco NON SI RENDE CONTO oppure le vuole male.
    poi abbiamo un tetto in legno con quale stratigrafia?

  8. Avatar Francesco Festucci
    Francesco Festucci

    Buon pomeriggio Architetto
    Leggo con estremo interesse i suoi articoli da quando ho deciso di farmi costruire una casa e mi complimento con lei per la loro utilità.
    Il mio caso: Sono in Umbria, sto acquistando una casa con progetto del costruttore che inizialmente prevedeva lana di roccia come isolamento interno
    Grazie a lei ho eliminato la lana di roccia.
    Il costruttore però spinge per farmi fare la seguente stratigrafia: Cartongesso interno, polistirene 3 cm (al posto della prevista lana si roccia) e laterizio termico da 35cm di spessore + intonaco.
    La mia richiesta (visto che mi ha scartato il laterizio rettificato e quello con l’isolamento interno) invece sarebbe intonaco interno, laterizio termico da 35cm e cappotto esterno da 10cm di polistirene.
    Per questa soluzione mi chiede 8.500 euro in più (quello che all’incirca prevede il prezziario regionale) ma insiste nel lasciare il cartongesso interno perché più lavorabile visto che il tetto in legno a vista complicherebbe il lavoro con l’intonaco.
    Mi dice lei che farebbe? L’intercapedine interna è proprio da evitare? Se non la toglie a questo punto perde valore anche il cappotto esterno?
    La ringrazio infinitamente in anticipo e la saluto

  9. @ marco

    grazie del contributo.

    l’ultimo in ordine cronologico (sentito oggi):
    ” buongiorno, il muratore che sta ristrutturando la mia villetta in Emilia Romagna mi ha proposto un cappotto interno realizzato con pannelli di EPS e grafite sui quali poi stendere uno strato di Mapelastic rinforzato con rete da intonaco per impermeabilizzare il tutto ed evitare formazione di muffe; a completare il cappotto un pannello di cartongesso avvitato ad una struttura metallica.”

  10. Avatar Marco Tinti
    Marco Tinti

    concordo su tutta la linea, sono stati fatti e ancora si stanno facendo molti errori in questo campo

  11. la barriera al vapore è senza dubbio stata posata alla perfezione, inoltre nei pannelli in XPS la presenza di umidità è assente, quindi il pacchetto stava asciutto tra barriera al vapore e impermeabilizzazione superiore 😉

  12. Avatar alessandro
    alessandro

    Parte del soffitto del mio bagno si trova sotto una terrazza e su di essa si formava sempre umidità e muffa.
    Circa 10 anni fa ho isolato quella porzione fredda di soffitto con XPS in struttura, chiuso da cartongesso con barriera al vapore. Curata molto bene.
    In questi giorni sto sostituendo tale isolazione con Idrati di silicato di calcio estendendola per estetica a tutto il soffitto.
    Ero certo di trovare muffa e ruggine, invece il soffitto è praticamente perfetto.
    Ero come voi molto scettico sulle barriere al vapore, ma questa esperienza mi fa un pò ricredere.