Sembra che l’alta pressione nord africana abbia raggiunto il suo massimo e oggi si toccherà il culmine del caldo. I picchi anche superiori ai 40°C mettono gli edifici a dura prova, specialmente quelli che sorgono in una cosiddetta isola di calore dove manca il verde e il normale raffreddamento notturno.
Quando la ventilazione notturna è impossibile la casa continua a caricarsi di energia e anche il migliore isolamento termico non aiuta più.
Naturalmente sto parlando di protezione passiva dal caldo, quindi mi riferisco solo alla forza di resistenza dell’involucro edilizio. Non considero nessun impianto di raffrescamento. La casa è gestita con l’ombreggiatura (manuale o del verde esterno) e con la ventilazione notturna: in condizioni estive più normali queste 2 soluzioni ben gestite permettono agli ambienti interni di non superare
- i 29°C al piano più alto,
- che traduciamo in 27°C se si tratta di un piano intermedio
- e in addirittura soli 25° se si tratta di un piano terra con dispersioni verso il basso (solaio verso terreno non isolato).
Aggiungiamoci una grande attenzione ai carichi interni, evitare di accendere il forno per esempio! usiamo la testa e un po’ di tattica.
Detta così sembra veramente possibile concentrarsi sull’isolamento del tetto, delle pareti e sulla corretta ombreggiatura per ottenere un involucro edilizio con ottima resistenza al caldo estivo: una specie di trullo per affrontare il 2020!
Ma ci si può riuscire?
Dipende dalle ore di presenza e dal numero di persone che ci abitano: il ricambio d’aria ad un certo punto si rende necessario! E per un ricambio d’aria completo rischiamo di portare in ambiente aria calda esterna e relativo contenuto di umidità . Approfondisci questo argomento se vuoi capire meglio cosa sono umidità relativa, assoluta e temperatura di rugiada.
Allora, si può riuscire ad affrontare il ferragosto senza impianti? Purtroppo quest’anno il culmine del caldo è accompagnato da un elevato tasso di umidità . L’afa fa soffrire e ci fa percepire le temperature in modo ancora più straordinario. In questo caso non ci resta che una via d’uscita: la calma! che è la virtù dei forti. Se avete pazienza avrete vinto! e presto o tardi un provvidenziale crollo della temperatura ci sarà .
Il grande caldo africano con elevato tasso di umidità non durerà a lungo, le notti tropicali, che anche quest’anno ho potuto contare sulle dita di una mano, saranno solo un ricordo.
Appena arriverà l’aria più mite di origine atlantica, il giorno di Ferragosto ci confermerà che l’isolamento passivo è più che sufficiente a gestire la nostra casa in clima mediterraneo e a contenere in modo corretto il surriscaldamento delle strutture.
Siamo alle prove di sopravvivenza? chiederà qualche esperto-lettore.
Sì, direi di sì: le foreste della Siberia sono in fiamme, in Lapponia le renne fanno il bagno coi finlandesi, il Polo è in disciogliendo e i ghiacciai delle Alpi un ricordo.
Mi sembra il momento giusto per studiare un involucro edilizio all’altezza dei tempi e dei cambiamenti climatici in corso: un isolamento potente e non sottodimensionato che permetta di avere basse dispersioni invernali e allo stesso tempo fortissima protezione dal caldo. E’ tutto un gioco di spessori e di scelta dei materiali, ma proprio quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare.
Isolare la propria casa, è un po’ fare la propria parte per il pianeta! Isoliamo a dovere!
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revisione – Federico Sampaoli Â
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copywriter, content creator & web editor – Federico Sampaoli consulente tecnico per l’isolamento termico dell’involucro edilizio
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