Sembrava che fosse una cosa riguardante solo la Lombardia, Milano, ma anche il Veneto vuole occuparsi seriamente di concentrazione di PM10 quest’ anno termico 2018/2019 (inteso come il periodo 1 ottobre – 31 marzo).
Lo Stato vuole incentivare la sostituzione di apparecchi per riscaldamento obsoleti finanziando direttamente con bonifico, quasi immediato, chi installa apparecchi con basse emissioni in atmosfera ed alti rendimenti energetici. E’ proprio lo Stato che sostiene noi cittadini all’acquisto di prodotti con determinate caratteristiche finanziandoci una parte della spesa. Lo so, sembra incredibile – ma perchè vivere, se non per le belle sorprese?.
La lotta alle emissioni in Veneto parte dall’Arpav che emette settimanalmente 2 bollettini, e li trasmette al Comune il lunedì e il giovedì: comunica i livelli di concentrazione di PM10 facendo riferimento ai giorni antecedenti. Qui trovate il Bollettino aggiornato livelli di allerta PM10
Non è certo la legna che arde nella nostra bella cara vecchia stufa a far saltare le centraline della PM10, ma anche lei contribuisce ad inquinare l’aria! Ed ecco le regole in vigore quest’anno:
ALLERTA: VERDE
- divieto di utilizzo di generatori di calore domestici (caldaie, stufe, caminetti…) alimentati a biomassa legnosa (legna, cippato, pellet…) inferiori alla classe 2 stelle (classificazione ai sensi del Decreto n. 186 del 07/11/2017), in presenza di impianto di riscaldamento alternativo  su tutto il territorio cittadino.
ALLERTA: ARANCIO (> 50 µg/m3 di PM10)
- divieto di utilizzo di generatori di calore domestici (caldaie, stufe, caminetti…) alimentati a biomassa legnosa (legna, cippato, pellet…) inferiori alla classe 3 stelle.
LIVELLO: ROSSO (dopo 10 giorni > 50 µg/m3 di PM10)
- divieto di utilizzo di generatori di calore domestici (caldaie, stufe, caminetti…) alimentati a biomassa legnosa (legna, cippato, pellet…) inferiori alla classe 4 stelle.
Vogliamo essere cittadini modello? Vogliamo rispettare le nuove regole? Vogliamo rottamare la nostra vecchia stufa?
Pensate che in Italia ci sono oltre 10 milioni di stufe, inserti-camino e caldaie a legna e pellet:
- 1 milione ha meno di sette anni
- 5 milioni sono del periodo 2001- 2009
- 4 milioni sono dello scorso millennio.
Sono convinto anch’io che sarebbe necessario rottamare qualche milione di generatori a legna nei prossimi anni per arrivare ad emissioni più contenute e quindi benefici per l’ambiente, ma non sarà che gli unici forti benefici ricadranno sulle tasche dei progettisti, installatori, manutentori, costruttori, produttori di biomasse?
Il riscaldamento privato è certamente tra i principali imputati delle emergenze smog (oltre alla follia del modo di guidare le auto) e una visione a lungo termine di strategia energetica è proprio il Conto Termico 2.0. in vigore già da qualche anno ma ad oggi utilizzato solo per il 6% delle risorse!
E’ un gran bell’incentivo! Solo che è molto poco conosciuto.
Il CONTO TERMICO 2.0 è un sistema di incentivi statali a supporto degli interventi per l’incremento dell’efficienza energetica e della produzione di energia termica da fonti rinnovabili.
Qui stiamo parlando di biomasse legnose, e infatti il Conto Termico incentiva la sostituzione di generatori alimentati a gasolio, olio combustibile, carbone o biomassa, con moderni generatori a biomassa legnosa. L’Incentivo può arrivare a coprire fino al 65% dell’investimento affrontato e viene erogato attraverso bonifico bancario in un’unica rata per importi inferiori a 5.000 €, con pagamento entro 90 giorni dalla conferma da parte del GSE.
Avete capito bene! Vi arriverà il bonifico in conto corrente! quindi riguarda tutti i soggetti privati, indipendentemente dall’essere titolari di reddito o meno.
Del Conto Termico 2.0 approfitteranno Lombardia e Veneto che hanno già adottato misure per la gestione degli sforamenti di PM10 ma tutti gli italiani possono rottamare qualcosa senza aspettare che scattino i divieti!
Il Conto Termico per stufe e termocamini a legna da ardere è un incentivo a sostituire vecchie stufe con moderne stufe e termocamini purché certificate secondo la norma UNI EN 13229 oppure UNI 13240 e siano rispettati gli altri requisiti richiesti dal Conto Termico e dalla normativa di settore.
Sostituire significa rottamare il vecchio e non rivenderlo su eBay o Subito.it, sia chiaro!
L’incentivo dipende dalla zona climatica del comune di installazione e dalle caratteristiche della stufa / termocamino.
Il Conto Termico 2.0 è un ottimo incentivo e visto che solo una minima parte dei 900 milioni di € stanziati è stata impiegata, resterà in vigore nei prossimi anni, fino al raggiungimento del limite massimo di spesa disponibile: questo è un buon motivo per fare le cose per bene e con calma:
- cosa acquistare
- con quali caratteristiche
- quali lavori accessori saranno indispensabili
- a chi affidare i lavori
- quali lavori di muratura o demolizioni saranno inevitabili
- chi incaricare per questi lavori
- a quanto ammonta il monte lavori inerenti all’intervento di sostituzione
- in quale periodo dell’anno possiamo permetterci di affrontare questi lavori e tutte le perdite tempo che fanno parte dell’intera operazione
- individuare esattamente la lista dei documenti che noi dobbiamo produrre e consegnare
Entro 60 giorni dalla fine dei lavori si deve presentare un’istanza di richiesta al GSE (Gestore dei Servizi Energetici) tramite il Portaltermico, questa è detta Pratica Conto Termico.
Non funziona come le detrazioni fiscali (fortunatamente): ogni istanza di richiesta del contributo è sottoposta ad una verifica del rispetto dei requisiti di ammissibilità al meccanismo.
La compilazione effettiva della pratica (descrizione dell’immobile e dell’intervento eseguito) va fatta dopo l’intervento, ma meglio interessarsi prima e scoprire tutta la documentazione e i requisiti necessari (per esempio le foto del vecchio impianto, o il certificato di smaltimento della vecchia stufa).
La documentazione che serve non è una cosetta di 2 fogli, fatture e copie dei bonifici… Per esempio bisogna inviare:
- certificazione del produttore degli elementi impiegati che attesti il rispetto dei requisiti minimi di cui al Decreto e alle relative Regole Applicative
- documentazione fotografica in PDF
e poi bisogna conservare:
- schede tecniche apparecchiature installate
- certificato del corretto smaltimento del generatore sostituito
- dichiarazione di conformità dell’impianto
- libretto di centrale/d’impianto, come da legislazione vigente
- certificati di manutenzione relativi al generatore di calore
- certificati di manutenzione relativi alla canna fumaria
- certificazione attestante i livelli di emissione, rilasciata da organismo accreditato
- certificazione di conformità alla normativa di prodotto per stufe e termocamini
- fatture di acquisto delle biomasse finalizzate all’alimentazione degli impianti incentivati, ad esclusione di quelle autoprodotte
- auto dichiarazione, per i casi di autoproduzione della biomassa, indicante la quantità di biomassa auto prodotta impiegata come combustibile e la tipologia
- auto fatturazione della quantità di biomassa
Se vi sentite persi, potete contattare http://www.ridopuntoenergia.it a supporto nella predisposizione della documentazione richiesta (in tutta Italia): il compenso è dovuto solo dopo che il GSE trasmette la lettera di conferma che l’incentivo sarà riconosciuto. Qui potete leggere la loro ottima guida.
Ma mi stavo domandando.. se allo Stato veramente preme che si possa respirare un’aria migliore, perchè non si occupa di vietare l’uso dei soffiatori?
copywriter, content creator & web editor – Federico Sampaoli consulente tecnico per l’isolamento termico dell’involucro edilizio
“Qui sotto puoi lasciare un commento” – non devi registrarti e il tuo indirizzo email non sarà mai pubblicato, approfittane! riceverai presto una risposta!
oppure sostieni l’informazione libera e imparziale di espertocasaclima con un un Buono Regalo Amazon digitale (via e-mail o SMS)
Lascia un commento