Se state costruendo oppure avete isolato molto la vostra casa, il vostro termotecnico deve sconsigliarvi vivamente i sistemi radianti a pavimento tradizionali con massetti di circa 6 cm e progettare un Riscaldamento a pavimento a bassa inerzia:
Sempre che abbiate progettato l’isolamento termico così:
e non così:
Deve avere bassa inerzia!
La premessa è sempre quella di prevedere edifici a bassissimo consumo, nuovi o riqualificati non importa:
- il Carico termico deve essere < 15 W/mq
- deve esserci l’impianto di ventilazione meccanica VMC ad alta efficienza (alta efficienza significa che il rendimento elettrico è 0,4 Wh/mc e l’efficienza del recuperatore sia > 75 %)
- dev’esserci una buona tenuta all’aria: inferiore a n.50 < 1.
Con queste ottime premesse fornire il calore residuo necessario significa fabbisogni bassi e questi possono essere colmati con diverse fonti di energia: pompe di calore, caldaie, caldaie a legna etc.
Il riscaldamento a pavimento lavorerà a temperature relativamente basse di 22-24°C in inverno, e potrà essere ultilizzato anche d’estate come sistema di raffrescamento salubre, senza rumore e igienico.
Tralasciamo per il momento gli edifici più performanti che potrebbero anche prevedere il solo sistema di ventilazione come sistema di riscaldamento: affronteremo l’argomento nel prossimo articolo “Gli edifici con la ventilazione come sistema di riscaldamento“.
Restiamo sui sistemi di riscaldamento radianti a bassa inerzia:
I sistemi radianti di oggi sono disponibili con altezze di costruzione molto basse intorno ai 2-3 cm, sono detti a bassa inerzia, e sono adatti anche per la ristrutturazione.
Hanno temperatura di mandata del riscaldamento di 2, massimo 10°C sopra la temperatura ambiente desiderata.
Il rischio di surriscaldamento non c’è: non appena la temperatura di un ambiente aumenta, per esempio a causa dei raggi del sole, questo ambiente non viene più riscaldato e non c’è la grande inerzia di un massetto tradizionale da vincere.
Le piccole perdite di calore di una casa a bassissimo consumo non richiedono una riduzione notturna del riscaldamento: sarà la massa stessa dell’edificio a garantire una temperatura confortevole senza alcun apporto di riscaldamento.
Ovviamente risulta vantaggioso utilizzare sistemi a pompa di calore PdC.
Evitiamo i sistemi ibridi “caldaia + pompa di calore” per edifici piccoli! Questi impianti più complessi costringono il committente a mantenere 2 utenze (gas + elettricità ) e 2 manutenzioni, invalidando il grande sforzo fatto nell’ involucro edilizio.
Ricordiamo allora: riscaldamento radiante sì, ma a bassa inerzia.
il radiante tradizionale
Gli impianti di riscaldamento tradizionali prevedono sempre sopra la tubazione un massetto da 3-4-5 cm che sommati al diametro del tubo e allo spazio sottostante portano il massetto a diventare uno strato di circa 6-7 cm.
Un sistema di riscaldamento a pavimento ‘’tradizionale’’ reagisce molto lentamente, sia in fase di avviamento che in fase di spegnimento dando luogo anche a problemi di surriscaldamento invernale dovuto ai raggi del sole in presenza di ampie vetrature.
Il radiante tradizionale è anche impossibilitato a riscaldare rapidamente i vostri ambienti secondo le reali necessità : ha un tempo definito di inerzia tra le 3 e le 6 ore, ovviamente dipendente dalla temperatura di mandata, quella del fluido riscaldante che attraversa il sistema.
Gli apporti interni e gli apporti solari possono diventare ingestibili creando pendolamenti di temperatura ambiente (surriscaldamenti) e creando discomfort tanto maggiori quanto più ci si avvicina alla fase primaverile o autunnale. Anche la sonda esterna che dovrebbe compensare queste fluttuazioni di temperatura non riuscirebbe a prevedere le reazioni della massa dell’edificio.
I sistemi radianti a pavimento a bassa inerzia (con tubo che dista circa 5 mm dalla piastrella) offrono elevatissima dinamicità : il tempo di attivazione è intorno ai 20 minuti.
Il costo di un radiante dinamico a basso spessore? circa 80-110 €/mq sia in fibrogesso (a secco) che cementizio. Entrambi anche idonei al raffrescamento (abbinati a deumidificatori).
Agli artigiani risultano più difficili da posare, esclusivamente per la maggiore accortezza di posa.
autore – Marco De Pinto Â
copywriter, content creator & web editor – Federico Sampaoli consulente tecnico per l’isolamento termico dell’involucro edilizio
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