consulenza per efficienza energetica

isolamento interno - Isolamento interno: attenzione al caldo estivo 1

Isolamento interno: attenzione al caldo estivo

113 risposte

Se non riesci a convincere gli altri còndomini a isolare tutto l’edificio con un sistema a cappotto, devi pensare all’isolamento interno e fare grande attenzione al caldo estivo.

Se anche a te hanno proposto come isolamento interno la classica controparete con doppia lastra in cartongesso, barriera vapore e 10 cm di lana di roccia sappi che io non te la consiglierei mai 😉

Vuoi guardare l’articolo? vai al VIDEO

unknown.jpg

isolamento interno - Isolamento interno: attenzione al caldo estivo 2

3 aspetti su cui ragionare

Ci sono 3 aspetti su cui ragionare prima di scegliere questa soluzione per l’isolamento interno:

  1. la barriera al vapore meglio non usarla: se non è perfetta le condense interstiziali diventeranno un grande problema nel giro di un paio di inverni. Di fatto impedirà al materiale isolante di asciugare durante l’estate l’eventuale contenuto di vapore accumulato nei mesi più pericolosi di gennaio e febbraio.
  2. lo IARC non ha riconosciuto come cancerogena la lana di roccia: ha inserito le lane minerali nel gruppo 3 “non classificabile come cancerogeno per gli esseri umani”, quindi, solo per questa “chiamiamola incertezza”, mai e poi mai me la porterei in casa!
  3. se vivo la casa molte ore al giorno e non sono sempre via per lavoro o in vacanza da giugno a settembre, potrei avvertire un dis-comfort estivo: ci stiamo isolando dalle pareti esterne, quindi tutta la massa che prima era a contatto con l’ambiente interno ci mancherà.

manca l’inerzia

La parete e il suo intonaco interno garantivano una certa inerzia, piacevole d’inverno per uniformare le temperature e utile d’estate per scaricare eventuale troppa energia interna.

Naturalmente una muratura sottile, molto disperdente d’inverno e presto surriscaldata d’estate dall’onda di calore che la attraversa in poche ore… non è da rimpiangere 🙂

Una muratura esistente, più possente, è invece capace di gestire e accollarsi l’energia che produco nell’ambiente domestico durante i mesi estivi:

  • nella lana di roccia non posso scaricare energia: ha il calore specifico più basso di tutti gli isolanti in commercio 😐
  • nel cartongesso nemmeno posso scaricare energia 🙁

scelta dell’isolante interno e della finitura

Devi scegliere il materiale isolante e la finitura che assorbono più energia possibile! E se non lavori con strati di argilla, ti consiglio caldamente di scegliere un freno al vapore adatto!

scegliere un freno al vapore adatto

Sarà il freno al vapore a gestire il passaggio del vapore e a garantire l’asciugatura dell’isolamento interno dopo la stagione invernale.

isolamento e finitura che assorbono più energia possibile?

Ecco cosa vuol dire:

  • se alzo di 1°C la temperatura interna, 1 metro quadrato della mia parete in Mattoni pieni + 10 cm. lana di roccia + cartongesso riesce ad assorbire 0.015 kWh/m²K
  • se alzo di 1°C la temperatura interna, 1 metro quadrato della stessa parete, con soli 4 cm. fibra di legno + argilla riesce ad assorbire una quantità doppia di energia: 0.030 kWh/m²K

Ecco  lo stato di fatto:  30cm. di mattone pieno (1,5+1,5cm di intonaco)

stratigrafia-30cm-mattone-pieno

  • temperatura superficiale interna con -5° esterna: 13,2°C
  • trasmittanza U = 2,08 W/m²K)

Prima di realizzare l’isolamento interno, quando d’estate alzavo di 1°C la temperatura interna, 1 metro quadrato di mattone pieno riusciva ad assorbire 0.060 kWh/m²K.

l’umidità che spinge verso l’esterno tutto l’inverno

Il laterizio e l’intonaco erano capaci di gestire l’umidità che spinge verso l’esterno tutto l’inverno con le loro doti di assorbenza capillare che distribuisce su tutta la superficie il vapore.

Anche l’argilla e la fibra di legno sono materiali perfetti per questo continuo “assorbi” e “cedi”, “assorbi” e “cedi”.

Se crediamo che la nostra seconda pelle sia la struttura della nostra casa, allora dobbiamo convenire che argilla, fibra di legno e cotto sono da preferire a una barriera al vapore con lana di roccia.


federico sampaoli espertocasaclima

copywriter, content creator & web editor – Federico Sampaoli  consulente tecnico per l’isolamento termico dell’involucro edilizio

Qui sotto puoi lasciare un commento” – non devi registrarti e il tuo indirizzo email non sarà mai pubblicato, approfittane!  riceverai presto una risposta!

acquistando da QUI il prezzo per te non aumenterà, ma Amazon riconoscerà una piccola cifra a sostegno di espertocasaclima.com che intende rimanere libero da insopportabili Pop-up

oppure sostieni l’informazione libera e imparziale di espertocasaclima con un un Buono Regalo Amazon digitale (via e-mail o SMS)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Articoli correlati

113 risposte a “Isolamento interno: attenzione al caldo estivo”

  1. @ maria rosa

    il solaio deve avere certe garanzie contro le infiltrazioni per immaginare di isolarlo dall’interno (intradosso) con fibra di legno e freno al vapore.
    le pareti possono essere isolate con calcecanapa a partire da circa 6cm di spessore

  2. Avatar Maria rosa barbon
    Maria rosa barbon

    buongiorno, ho un appartamento in puglia costruito con mattoni in tufo , caldissimo in estate e freddo in inverno come posso isolare ? da considerare che il lastrico solare di proprietà è calpestabile e usato come terrazzo quindi si può coibentare solo dentro cioè soffitti interni ?il materiale migliore da usare ? grazie

  3. @ antonio

    dobbiamo progettare una scatola dentro allo “scatolone” quindi per partire con un po’ di vantaggio sceglierei la porzione meno disperdente.
    poi dovrà pensare all’isolamento verso il basso dove poggiare la sua nuova scatolina calda.
    la nuova scatola va pensata in base al tipo di lavorio che preferisce fare…
    vogliamo lavorare a secco con freni al vapore ecc o in altro modo.
    io non so nulla del suo progetto quindi non posso esprimermi

  4. @ giuseppe

    se le risulta conveniente la fibra di legno per mq di superficie, può andare a posare tutti i pannelli interi possibili e il rimanente in isolante sfuso!
    metterci a tagliare tutti i pannelli… NO

  5. Avatar Antonio
    Antonio

    buongiorno,
    ho esigenza di trasformare una parte di un capannone prefabbricato in abitazione. Il capannone ha, per una porzione, i classici pannelli di tamponamento senza taglio termico (quindi solo CLS), da una parte invece ha i pannelli con taglio termico (dove c’erano gli uffici). Per quanto il taglio termico garantisca la trasmittanza termica minima mi fa venire molti dubbi che sia una soluzione che garantisca una buona qualità di vita interna. Posso indifferentemente scegliere se posizionare l’abitazione dove ci sono i pannelli senza taglio termico o nella porzione dove c’è gia isolante. Secondo lei come dovrei procedere? Indirizzarmi verso i pannelli “freddi” e lavorare con una stratigrafia più importante verso l’interno o posizionare l’abitazione dove c’è già il taglio termico e avere una qualche soluzione qualitativa minima interna? Ho solo il vincolo di non poter lavorare sull’esterno della parete ma per forza internamente ai pannelli esistenti.
    Secondo lei, per entrambe le possibili soluzioni, che stratigrafia si potrebbe mettere in atto per avere una performante soluzione finale che garantisca una buona qualità di vita interna? La zona climatica è E

    grazie mille per la disponibilità
    Antonio

  6. Avatar Giuseppe benzoni
    Giuseppe benzoni

    Sig. Sampaoli, rieccomi.

    Dopo i suoi preziosi consigli, mi ero convinto ad isolare il sottotetto non abitabile con pannelli di fibra di legno ad alta densità, acquistandoli presso il rivenditore che mi aveva suggerito.

    Ricevuto l’offerta, convinto la moglie (l’operazione più ardua! ?) ma quando sono tornato nel sottotetto ho fatto una spiacevole scoperta.

    Il tetto non è sorretto da pilastri (com’è fallace, la memoria!) bensì da 5 muricci in tavelloni, chiaramente disposti per il lungo e distanziati circa 90 cm uno dall’altro.

    Posarvi i suddetti pannelli sarebbe alquanto complicato, per non dire impossibile.
    Vuoi per la dimensione dei vari “corridoi” (che comporterebbe un continuo taglio delle lastre) nonché per la pressoché infattibilità dell’operazione nei corridoi piu bassi, quelli esterni, dove l’altezza scende a 30 cm circa.

    Ma io non demordo, sono un testardo.
    Ho letto altri suoi post e
    siccome non intendo metterci schiuma poliuretanica e/o similari e vorrei fare il lavoro da me, ho pensato al sughero in granuli;

    ho richiesto alcuni preventivi e ricevuto un’offerta interessante da un fornitore Abbruzzese.

    La conduttività non è ottimale (0,048) ma gli altri parametri sì: densità 135kg/MC e capacità termica 2100.
    Conto di posare 16/18 cm di granuli e così raggiungere 14/15 ore di sfasamento termico.

    Secondo lei ho scritto stupidaggini o il mio ragionamento è sensato?

    Per la detrazione fiscale del materiale comprato, però, il discorso è più complesso, perché tale intervento di efficientamento energetico non è indicato nella Cila aperta a suo tempo.
    Recupererò la spesa con la minore bolletta.

    Buona domenica.

  7. @ carlo

    la fibra di legno sarebbe ottima ma è pesante e difficile come lavoro, credo.
    inoltre spingendo ancora di più sull’isolamento aumentano i rischi condensa e ci vorrebbe un freno al vapore

  8. Avatar carlo alberto rocchini
    carlo alberto rocchini

    Mi scusi avevo lasciato un commento poco fa relativo alla mia casa dell’Aquila e erroneamente ho scritto “fibra di vetro” invece di fibra di legno di densita 160KG/mc.

    Mi scusi e grazie di nuovo

  9. Avatar carlo alberto rocchini
    carlo alberto rocchini

    Ho una casa bifamiliare all’ Aquila su due piani ognuno di circa 50 mq. Al piano superiore non vi è il sottotetto ma è molto alto (min 3metri max 4,5 metri).
    Ho realizzato un controsoffitto piano di 2,80metri di altezza con 15 cm di polistirolo. D’inverno isola molto bene ma d’estate fa caldo come prima. Dalle sue lezioni ho capito che ho usato il materiale sbagliato ma non vorrei sfasciare tutto per cui ho pensato di ventilare l’intercapedine che si è venuta a creare con un estrattore d’aria (tipo quelli della VORTICE) aspirando (o spingendo verso l’ambiente esterno) l’aria all’interno dell’intercapedine e facendo entrare aria fresca durante le ore serali e notturne (quando all’Aquila la temperatura scende sempre molto). Vorrei sapere se secondo il suo parere una soluzione del genere può funzionare.
    Nel caso di risposta negativa poichè la struttura per cartongesso già realizzata può sopportare al massimo il peso di 8 max 10 cm di fibra di vetro, può aver senso aprire il controsoffitto e sostituire il polistirolo con 8 cm di fibra di vetro o ritiene che sia uno spessore troppo piccolo?

    Grazie infinite

  10. @ giuseppe

    bonifico parlante e indicazione cila aperta

  11. Avatar Giuseppe Benzoni
    Giuseppe Benzoni

    Peccato per l’iva al 22, ma tant’é.
    L’ultimo dubbio riguarda la possibilità di detrarre il 50% della fattura di acquisto del materiale, sfruttando la cila aperta a nome di un’impresa edile che ha effettuato i lavori.
    Lavori che, in questo caso, intendo fare in economia.
    Mi conferma che posso sfruttare tale agevolazione?

    Saluto.

  12. @ giuseppe

    il committente che si compera da solo il materiale dovrà sopportare l’iva al 22% ma forza e coraggio!
    senza perdere tempo prezioso in ricerca può acquistare da casa https://www.steacom.it/bioedilizia/331-pannello-isolante-in-fibra-di-legno-naturatherm.html#/spessore-100_mm
    ed evitando di mettersi a fare tagli in scomodità usi materiale sfuso dove il pannello non cade giusto: https://www.steacom.it/bioedilizia/409-granulato-di-sughero-per-isolamento-termico-ed-acustico-sacco.html?search_query=sughero&results=14

  13. Avatar Giuseppe

    Buona domenica Federico, grazie per la risposta al mio quesito.
    ?

    Sono orientato a fare l’isolamento con tale prodotto anche se ho difficoltà a trovare pannelli rigidi.
    Ho rintracciato pannelli flessibili, densità 160kg, 2100 valore termico, ad un prezzo un po’ più alto di quello che lei indica: siamo sui 41€/mq per 8+6 cm.
    Ma con 14 cm di fibra + 24 in laterocemento dovrei raggiungere uno sfasamento soddisfacente.

    Per le detrazioni fiscali l’iter richiesto è davvero lungo e dispendioso ma mi sono ricordato di aver tuttora aperta una cila per i lavori di ristrutturazione della casa fatti tempo fa: potrei utilizzare quella per usufruire di Iva al 10% invece del 22 e portare in detrazione il 50% della spesa nei prossimi 10 anni.

    Saluti e complimenti ancora per il suo blog.

  14. @ giuseppe

    grazie! isolare dunque l’estradosso del solaio del sottotetto, cioè poggiare l’isolante sul pavimento del sottotetto.
    se è planare è importante posare pannelli rigidi in fibra di legno ad alta densità per ottenere il più alto sfasamento estivo possibile e non acquistare pannelli flessibili.
    la spesa si aggira sui 20€/mq per fibra di legno ad alta densità spessore 10cm.
    per fare il calcolo termico si deve inserire anche lo strato di solaio e intonaco interno e relativi spessori.

    Per usufruire delle detrazioni fiscali deve essere attestato che l’intervento di isolamento ha ridotto la trasmittanza dell’edificio sotto la soglia minima richiesta per usufruire dell’agevolazione. L’attestazione viene rilasciata da un tecnico abilitato.
    Il documento riporta il valore iniziale di trasmittanza dell’edificio e quello finale dopo l’intervento.
    Le fatture dei pagamenti sostenuti per l’intervento di isolamento.
    I bonifici devono riportare il riferimento alla legge relativa alla detrazione fiscale di cui si vuole usufruire, la data, i riferimenti dell’emittente e del beneficiario del bonifico (ditta che esegue i lavori).
    Ricevuta di invio all’Enea: una volta inviata tutta la documentazione all’Enea, l’ente rilascia una ricevuta che attesta la ricezione dei documenti. Questa ricevuta deve essere conservata.

    Se perderà la voglia di rincorrere le detrazioni fiscali, conservi comunque le fatture e le schede tecniche dei materiali isolanti utilizzati…
    non si sa mai: un giorno vorrebbe un Attestato di Prestazione energetica aggiornato e potrà mostrare l’elemento del sottotetto reale “efficientato”

  15. Avatar Giuseppe benzoni
    Giuseppe benzoni

    Buongiorno sig. Sampaoli.

    Navigando nella rete alla ricerca di informazioni e testimonianze circa l’isolamento termico mi sono imbattuto nel suo sito, certamente uno dei migliori per completezza, chiarezza espositiva di quelli in rete.

    Fatta questa doverosa premessa, le descrivo il mio caso.
    Villetta bifamiliare del 1998, circa 100 mq su 2 piani, classe energetica E.
    Abito nella pianura padana -provincia di Lodi – e vorrei migliorare l’isolamento termico sia per l’inverno (quando la fonte principale di calore sfruttata è una stufa a legna, 4 stelle, da 6kw) ma soprattutto per l’estate quando la zona notte raggiunge i 30 gradi e dormire è piuttosto difficoltoso.

    Leggendo i suoi interventi mi sto convincendo a piazzare la fibra di legno, date le sue rilevanti capacità nell’immagazzinare il caldo, la bassa trasmittanza termica e via dicendo, nonché la sua provenienza naturale.

    Ma a tal proposito vorrei capire, in primis, di quale spessore avrei bisogno per uno sfasamento termico ottimale. Io pensavo a circa 20 cm > così conto di recuperare una decina di ore di sfasamento che, aggiunte a quelle del solaio, dovrebbero raggiungere le 13/14.
    Ho trovato un commerciante della zona che, per 50mq, mi fornirebbe pannelli di fibra (per 3 strati > 8cm + 6cm + 6cm) di legno flessibile per circa 3.000€ > avrebbe senso un tale investimento?

    E poi le chiedo: una volta pulita la superficie del sottotetto su cui appoggiare i pannelli, è necessario posare una barriera al vapore o si possono posare così come sono?

    Un altro commerciante mi ha proposto lana di vetro.
    Se volessi posarne 50cm di spessore mi verrebbe a costare circa 1.750 ma non sono certo che il risultato sarebbe soddisfacente.
    (Oltre a tutto quello che lei ha scritto inerente tale materiale, per la salute, le polveri sottili…)

    Ultima domanda: in sede di dichiarazione dei redditi potrei detrarre la fattura di acquisto del materiale isolante, senza la posa, che farei io?

    Ho terminato, per ora, saluto cordialmente.

  16. @ francesco

    è corretto isolare solo le pareti disperdenti, ma l’isolante va anche risvoltato sul soffitto e sui divisori in contatto con la parete disperdente.
    non ritengo il sughero una buona soluzione per un isolamento interno perchè isola sì, ma non è igroscopico.
    in questo articolo ho parlato di 3 ottime soluzioni, però è un po’ tardi ora per fare il lavoro: forse bisognerebbe progettare una soluzione a secco.

  17. Avatar Francesco
    Francesco

    Buongiorno,

    Dovremmo isolare due pareti interne di una stanza esposta a nord e a ovest (le altre due pareti confinano con stanze interne) per ridurre le dispersioni verso l’esterno (muratura costruita con mattoni forati).
    Intanto, è una buona idea isolare solo due pareti su quattro?

    In secondo luogo, per proteggere la stanza dagli sbalzi climatici estivi e invernali, il sughero è un buon materiale? Richiede un freno al vapore?
    Le pareti sono già intonacate e verniciate da qualche anno.

    Grazie per l’aiuto.

  18. @ gabriele

    isolamento interno e soluzioni TOP

  19. Avatar Gabriele

    Feci un’isolamento fai da te interno di una stanza d’angolo con 2 pareti esterne su una muratura di cloccgi di cls forati così:

    – picchiettatura con scalpellina della “colletta” (strato di finitura dell’intonaco esistente;
    – intonaco in argilla 1.5-2 cm;
    – pannelli in fibra di legno da 4 cm;
    – intonaco a base d’argilla;
    – rasatura finale con prodotto a base di calce;
    – tempera a base di calce.
    – coibentazione solaio del sottoterto dalla soffitta e di calpestio dall’intradosso del garage.

    Cambiò la situazione notevolmente ed il riscaldamento in quella stanza rimaneva diverse ore spento.

  20. @ simone

    il suo blocco da 35 in calcestruzzo aerato autoclavato garantisce comunque oltre 14 ore di sfasamento.
    quindi io cancellerei quel “purtroppo”.
    l’opzione durante la costruzione della casa sarebbe stata quella di decidere come intonaco interno la terra cruda, l’argilla, dando all’ambiente una bella “iniezione” di massa.
    questa inerzia aggiunta avrebbe migliorato sia l’inverno che l’estate

  21. Avatar Simone Xaxa
    Simone Xaxa

    Purtroppo in Gasbeton Evolution, abbiamo costruito nel pieno della bolla causata da pandemia->Superbonus->Guerra e con uno spessore non utilizzato normalmente da noi (35), ci siamo dovuti adattare alle disponibilità e costi (era uno stock a magazzino) anche per questione di tempi. Abbiamo lavorato su isolamento delle coperture e ombreggiamenti e devo dire che a parte le due settimane infernali di luglio non abbiamo praticamente fatto ricorso al raffrescamento.

  22. @ simone

    infatti il sistema LSF Light Steel Frame può essere molto performante e veloce ma resta leggero.
    non lo sceglierei nel clima italiano o forse non lo sceglierei per me stesso.
    anche tutto quel ferro zincato non mi riesce così simpatico da volerlo usare, poi non profuma di legno.

    a Cagliari come si è costruito? in laterizio?

  23. Avatar simone xaxa
    simone xaxa

    Appena finito di costruire a Cagliari per ora sto a posto così 🙂 ma seguo con interesse il campo e sono molto incuriosito dal crescente utilizzo del LSF (principalmente sviluppato da 3 società che immagino conoscerà meglio di me), dal punto di vista di semplicità, velocità e flessibilità lo trovo un ottimo sistema, ma che mal si sposa (salvo l’utilizzo di isolanti e pannelli che probabilmente andrebbero a renderlo non competitivo rispetto al laterizio) con il nostro clima. Forse si può lavorare su ventilazione pareti e coperture ma resta critico per la capacità di accumulo interna.

  24. @ simone

    in effetti una costruzione in acciaio leggero, quindi il sistema LSF Light Steel Frame, sembra facile come costruire un divisorio in cartongesso.
    lavorare a secco piace molto anche a me, mi piace meno l’idea che quasi sempre per la controventatura arrivi in cantiere il pannello OSB che è bello ma è pieno di collante.
    ci si potrebbe, anzi ci si può consolare con la scelta degli isolanti solo naturali ma se in fretta raggiungo trasmittanze ottime, più difficilmente ottengo grande sfasamento.
    ovviamente posso progettare ogni dettaglio per la felicità dei miei gusti e delle mie preferenze… ma perchè?

    nella mia giornata lavorativa giocare con gli strati dei vari materiali con le loro caratteristiche è uno spasso ed è veramente interessante, compreso l’onere di progettare la tenuta all’aria 😉
    ma tutto questo sbattimento per evitare ad una fornace l’ordine di 60 metri cubi di blocchi in laterizio per la mia futura casa?
    o per evitare ad un produttore di calcecanapa l’ordine di 60 metri cubi di blocchi?

    comunque ci rifletterò

    dove la costruiremo la sua futura LSFhouse?

  25. Avatar Simone Xaxa
    Simone Xaxa

    Sarebbe interessante un articolo su un trend in crescita negli anni, ovvero la prefabbricazione in legno o LSF (soprattutto quest’ultimo) e le relative criticità sull’utilizzo di queste tecnologie in zone climatiche calde.

  26. @ gaetano

    La lana di roccia accoppiata o rivestita con film in alluminio ha una funzione isolante ma anche di barriera al vapore.

    Se si utilizza bisogna quindi dedicare una attenzione maniacale alle nastrature sui giunti e sul perimetro per evitare che ci siano passaggi di vapore dal volume riscaldato allo strato di lana di roccia in contatto con il solaio freddo.

    Anche il solaio può contenere una certa umidità, anche le pareti potrebbero trasmettere allo spessore dell’isolamento un po’ di vapore per fiancheggiamento, e in estate, la spinta di vapore inversa non riuscirebbe a sfogare oltre l’alluminio.

    Meglio non fidarsi di una barriera al vapore e scegliere un freno al vapore

  27. Avatar Gaetano

    Lana di roccia con alluminio attaccata al soffitto ultimo piano poi chiuso in controsoffitta in cartongesso puo creare problemi? Grazie

  28. mi pare che lei abbia optato per questo tipo di costruzione con estrema attenzione alla scelta dei materiali, dunque mi appare strano che proprio sul lato interno della stratigrafia lei stia forse accettando il consiglio di posare lana di roccia.
    è vero che la maggior parte delle fibre pericolose le respireranno i posatori durante il lavoro di taglio e installazione, ma sarebbe anche sciocco usare questo materiale che aiuta poco poco alla protezione dal surriscaldamento estivo.
    in regime invernale invece sarebbe efficace.
    le consiglio di valutare solo materiali con calore specifico elevato (fibra di legno flessibile o fiocchi di cellulosa), saranno 8-9 €/mq ben spesi.

    non capisco perchè si realizzi un nuovo tavolato tra celenit e calce canapa.

    il tavolato su cui viene fissato il manto di copertura metallico dovrebbe avere uno strato dedicato alla ventilazione del pacchetto traspirante.
    se il celenit chiude il pacchetto isolante si deve prevedere un manto impermeabile traspirante e resistente ai raggi UV con funzione di tenuta al vento pioggia condensa ecc.

    NB: le ricordo che se non è stato eseguito il progetto di tenuta all’aria del volume riscaldato sottostante con accorgimenti esecutivi per ottenere una chiusura ermetica dell’ambiente interno, si può ancora correggere questo delicato aspetto nell’occasione della posa degli 80mm di isolamento interno.

    se possibile posare fibrogesso e non cartongesso.

  29. buongiorno,
    ho letto con molta attenzione i suoi articoli ma mi servirebbe una opinioni riguarda alla coibentazione del tetto in legno della mia nuova abitazione sita in provincia di Treviso zona climatica E.
    -struttura in legno e calce-canapa-
    All’interno le travi non saranno a vista ma tutto rivestito con il cartongesso.
    Mi hanno consigliato di utilizzare l’intercapedine tra travi e cartongesso ( circa 8 cm di spessore ) per posare della lana di roccia in modo da aumentare le caratteristiche della stratigrafia ( dall’esterno: lamiera , tavolato 2.5 cm di abete, celenit 5 cm, tavolato 2.5 cm, calce/canapa 16 cm ed ancora tavolato ).
    Sono un pò indecisa al riguardo.
    Complimenti
    grazie
    Lisa

  30. Avatar Alessandro LM.
    Alessandro LM.

    Buongiorno Dott. Sampaoli,
    la presente per ringraziarLa della Sua puntuale risposta.
    Le auguro buon lavoro e buona giornata.

  31. in estate il surriscaldamento dell’ultimo solaio fa aumentare la temperatura interna.
    in inverno la struttura portante del solaio disegna le strisce scure che sono le linee più disperdenti rispetto all’intera superficie del soffitto: le zone più disperdenti tendono a raggiungere il momento della condensa superficiale interna più spesso del resto della superficie interna.

    una controsoffittatura con ribassamento nasconderebbe la situazione di fatto, ma per ottenere un beneficio estivo si dovrebbe progettare una coibentazione del solaio sul lato interno:
    stabilito lo spessore possibile del pacchetto interno si può calcolare la stratigrafia comprensiva dello spessore solaio + il coibente interposto magari in una struttura in legno.
    sicuramente si deve anche prevedere un freno al vapore a protezione del pacchetto isolante che permetterà comunque un’ottimale asciugatura della stratigrafia in periodo estivo.
    infine il pannello di finitura interna dovrebbe essere fibrogesso che rispetto al cartongesso porterà più massa sul lato interno della stratigrafia a vantaggio del comfort tutto l’anno.
    l’intervento ovviamente funzionerà egregiamente anche in periodo di riscaldamento

  32. Avatar Alessandro LM.
    Alessandro LM.

    Gentile Dott. Sampaoli,
    ho letto con estremo interesse il Suo articolo e le svariate risposte per i lettori ma anch’io avrei necessità di un Suo prezioso consiglio.
    Ho acquistato un immobile ubicato all’ultimo piano di un edificio del 1960, sito a Foggia (Puglia).
    Nonostante l’anzianità dello stabile, durante i primi sopralluoghi, sono rimasto colpito dal particolare comfort invernale e senza riflettere molto ho acquistato l’immobile (grave errore)
    La struttura è in C.A. costituita da pareti perimetrali in tufo dello spessore di circa 35 cm, intonacate internamente e piastrellate esternamente mediante un mosaico.
    I solai sono di ridotto spessore, credo gettati in opera, rompendo la pavimentazione e asportando un massetto molto esiguo (5 cm) si intravede una specie di tavella.
    Nella fattispecie il mio solaio corrisponde al lastrico solare dell’edificio; questo non presenta alcuna coibentazione se non per la presenza di una guaina bituminosa e la vernice riflettente che determinano il piano di calpestio.
    Il soffitto è caratterizzato da lunghe strisce scure che vanno dalla parete perimetrale alla trave centrale, in modo perpendicolare, con un interasse fisso di circa 50 cm.
    Gli infissi sono in PVC (recentissimi, 15 mesi) rinforzato, 6 camere riempite da una schiuma, doppio vetro con canalina calda ma non contengono gas.
    Giungo alla domanda, dovendo eseguire dei lavori di abbassamento mediante pannelli in cartongesso e cartongesso idrofilo per i bagni come posso “riempire” questa pseudo intercapedine con il soffitto per non soffrire il caldo in modo eccessivo nei mesi estivi? La temperatura interna dell’abitazione, nonostante le finestre completamente aperte, era ed è di circa 35 gradi!!!!
    Quasi stiamo pensando di vendere perché preferiamo rimanere fuori casa che starci dentro.
    La ringrazio per il tempo che vorrà dedicare alla mia domanda, e complimenti per il Suo Blog.
    Buon lavoro.

    P.S. non sono un tecnico quindi mi perdoni per eventuali termini inesatti

  33. questa stratigrafia sarebbe complicata e lo strato più esterno in cls molto freddo e poco traspirante sarebbe rischioso.
    meglio ragionare sulla tipologia di blocco e sulle prestazioni raggiungibili.

  34. Avatar giovanni
    giovanni

    quindi, per le pareti verticali, una stratigrafia con un’intercapedine piena con fibra di legno (6-8cm), forato da 8 cm e intonaco in argilla potrebbe andare bene?

  35. penso che con queste premesse io andrei ad analizzare una stratigrafia che prevede un blocco in laterizio per le porzioni verticali.
    naturalmente la scelta del blocco in laterizio e della qualità dell’intonaco interno sarà a decidere la prestazione dell’involucro.
    la decisione delle travi lamellari come struttura portante del solaio in legno deve per forza prevedere (e collaborare con esso) un progetto per ottenere la tenuta all’aria del solaio con gli elementi verticali.
    dopo il progetto esecutivo di tenuta all’aria è da calcolare la prestazione termoisolante dell’ultimo solaio.

    in vista del comfort interno (siamo in zona climatica E) non si dovranno dimenticare le dispersioni verso il basso.

  36. Avatar giovanni
    giovanni

    si esatto, una scatola nella scatola.

    La copertura del capannone avverrà con i normali tegoli prefabbricati con all’estradosso lamiera gracata; sopra la parte abitativa vi sarà una soletta costituita da travi in lamellare-tavolato-isolante, come se fosse una ultima soletta con un sottotetto superiore non abitabile. Le travi lamellari saranno fissate alle pareti in cls con delle staffe a scomparsa mentre l’isolamento superiore…o pannelli di xps o altro (non è ancora stato “pensato”).

    Per quanto riguarda le finestre e le portefinestre sono ricavate nel pannello prefabbricato: saranno in pvc e andranno attentamente posizionate (verso l’esterno o verso l’interno del pacchetto murario? mi pare di aver capito che, avendo l’isolamento interno, dovranno essere più verso il filo interno della parete piuttosto che verso il filo esterno).

    Un domani non verrà demolito il capannone , solo che la parte abitativa non verrà più utilizzata: potrà, eventualmente, essere mantenuta e utilizzata come “alloggio temporaneo per ospiti” oppure parzialmente demolita per allargare la parte di magazzino/deposito.

    grazie per il supporto e la velocità di risposta
    Giovanni

  37. non conosco bene la situazione di partenza “non sufficientemente isolata”:
    ho capito che abbiamo pannelli prefabbricati verticali in cls da 16cm
    i fori finestra?
    la copertura?

    in teoria non sarebbe difficile costruire una casa nel capannone industriale, una scatola nella scatola, se questo è il progetto in previsione.

    bisogna anche capire se al termine di questa provvisorietà, tutto verrà smontato o demolito e questo per ben mettere a fuoco la tipologia costruttiva!

  38. Avatar giovanni
    giovanni

    buongiorno,
    vorrei sottoporle la mia situazione: sto per avviare una attività agricola e per vari ragionamenti (sopratutto di carattere economico) verrà previsto un capannone industriale prefabbricato con una parte adibita ad abitazione: è una situazione temporanea (non l’abitazione della vita) ma che comunque deve poter rispettare i lavori minimi di trasmittanza (0,26 W/mqK) assendo in provincia di Milano. Le strade sono due: o prevedere per tutto il capannone i pannelli prefabbricati con taglio termico (che certificano il rispetto dei valori minimi di trasmittanza) ma con il risultato che verrebbe “isolata” anche tutta la parte di magazzino/deposito per la quale non serve e non potrei posare impianti lungo il perimetro esterno; utilizzare pannelli cls da 16 cm e prevedere un’isolamento dall’interno per l’abitazione (dall’interno poichè in tal modo ho modo di posare gli impianti -che non potrebbe essere fatto sul pannello in cls- e per mascherare la giunzione dei pannelli stessi).
    Visto che sia l’impresa edile sia l’architetto mi propongono soluzioni le più disparate, che stratigrafia potrei applicare per avere una parete che, comunque, permetta il rispetto dei valori minimi di trasmittanza? Ripeto, è una soluzione provvisoria e quindi non avere soluzioni superperformanti ma nemmeno…che non facciamo dormire la notte dal caldo in estate (poi, essendo in campagna la notte l’aria è molto più fresca che in città)…

    grazie e complimenti per l’ottimo servizio e la competenza che fornite…..
    Giovanni

  39. 30cm di muratura in calcestruzzo cellulare (sabbia, calce, cemento con microbolle d’aria che restano imprigionate nella miscela è già un buon isolante.
    inserire una lastra in sughero è certamente un intervento che migliora la trasmittanza ma non è adatto all’isolamento interno.
    l’intervento più corretto è posare un pannello isolante in idrati di silicato di calcio autoclavato e possibilmente finirlo internamente con intonaco d’argilla ricchissimo di massa

  40. Avatar Massimiliano
    Massimiliano

    Buonasera dr. Sampaoli, abito in un appartamento sito all’ultimo piano in zona climatica C con 1258 gradi giorno, la costruzione ha i muti esterni in cemento cellulare autoclavato spessore 300 mm, esternamente, oltre all’intonaco c’è una pittura al quarzo come finitura, l’immobile ha l’esposizione delle facciate una a nord e l’altra a sud, vorrei rendere il lato esposto a nord più efficiente dal puntto di vista energetico ma non mi è possibile farlo attraverso un cappotto esterno, da profano avevo pensato al rivestimento interno delle pareti e forse anche del soffitto con pannelli di sughero biondo spessi 4 cm o in fibra di legno dello stesso spessore e finire le superfici con pannelli in cartongesso dello spessore di 1 cm. La scelta del materiale è stata dettata unicamente dal fatto che il sughero è un materiale naturale e una delle stanze dovrebbe essere quella di mio figlio. I miei dubbi però riguardano le condense e il cambiamento del comportamento della muratura con la nuova stratigrafia. Ritiene che questa mi a idea sia controproducente o possa apportare benefici sia nei periodi estivi che invernali? Servirebbe una barriera al vapore, una igroregolatrice oppure nessuna? La ringrazio anticipatamente per qualunque consiglio potrà fornirmi, come spesso lei spiega, i fattori da tenere in considerazione sono molteplici.
    Cordiali saluti.

  41. Avatar Antonio barbieri
    Antonio barbieri

    Buonasera sig Federico
    Qui , nel suo blog , c’ è molto da leggere e molto da imparare .
    Saluti.
    Antonio Barbieri .

  42. se esiste un’apertura nel sottotetto, possibilmente sul lato più fresco che possa creare con il vecchio camino un effetto camino e ricambio d’aria, ben venga questa soluzione.
    però noterà che l’aria molto surriscaldata dell’estate non permetterà al camino di tirare fin che nel sottotetto la temperatura risulterà inferiore a quella misurabile esternamente.
    il sottotetto può cedere calore solo attraverso la ventilazione notturna.

  43. Avatar Antonio barbieri
    Antonio barbieri

    Grazie della risposta , riguardo il confort estivo .
    Con i concetti tecnici di cui mi sono arricchito in questi ultimi mesi , documentandomi e leggendo,
    se tornassi indietro , credo che farei fare il cappotto esterno con 5 cm di sugherro molto compresso
    , invece di usare l’ eps ; poi esternamente penso di mettere delle tende per l’ ombreggiamento ,
    lunghe in modo da coprire piu’ superfice/parete possibile.
    il sole d’ estate picchia forte ; poi ho pensato che nel sottotetto ( che non è vivibile ,ma può essere utile come magazzino o ripostiglio ) avendo li un camino centale di una vecchia stufa non piu’ usufruito , potrei pensare di creare una circolazione d’ aria forzata facendo uno o due fori da 12mm in fondo ai lati e applicare un aspiratore potente al camino , collegato magari ad un Timer/termostato ; per aspellere il calore eccessivo. questi fori li aprirei in estate e li chiuderei in autunno.
    La ringrazio delle risposte e considerazioni.
    Contribuirò a sostenere il Blog.
    Cordiali saluti
    Barbieri Antonio
    San Donà di Piave ( Ve)

  44. il comfort estivo è una miscela complicata ma le spiego in tre parole:

    ci vorrebbe la massa sul lato interno (perchè lei si accolla energia in eccesso)
    ma questa massa non può essere già surriscaldata perchè non protetta sul lato esterno.
    se è surriscaldata non riesce a farsi carico di ulteriore energia che non voglio avere all’interno.

    l’eps da 50mm non riesce a proteggere dal surriscaldamemto. ma ha migliorato la situazione invernale.

    la lana di roccia interna poco fa d’estate, aiuta d’inverno a scaldare in fretta l’ambiente.
    forse, invece che demolire tutto si potrebbe arricchirla di massa: fibrogesso sopra al cartongesso + finitura.

    bisognerebbe calcolare la stratigrafia correttamente e poi decidere (non così a casaccio)

  45. Avatar Antonio barbieri
    Antonio barbieri

    buongiorno Dott. Federico Sampaoli Le chiedo un alto chiarimento oltre al precedente del sottotetto ( che ringrazio) :
    nel mio appartamento ristrutturato anni fa , mi trovo che in 4 stanze mi hanno insolato dall’ interno mettendo lastra di cartongesso e un sottile cuscino di lana di roccia tra muro e lastra .
    devo dire che l’ ambiente si scalda velocemente d’ inverno , e pure d’ estate si scalda abbastanza presto .
    Essendo una vecchia abitazione i muri esterni e portanti sono da 25 cm ( doppia pietra piena) e quelli divisori in pietra singola ( ci sarebbe molta massa potenziale ..penso….)
    dopo , nel tempo ,esternamente è stato fatto un cappotto in polistirolo da 5 cm ( piu’ di cosi non era possibile )
    Vorrei migliorare il confort estivo ; cosa mi consiglia ?
    Togliere l’ isolamento interno dove ci sono le pareti in cartongesso , in modo da liberare e far lavorare la massa della pietra ?
    oppure , smontare le lastre di cartongesso , togliere la lana di roccia , inserire al loro posto dei pannelli di sughero(o fibra legno) e richiudere tutto con il cartongesso .. ?
    oppure tugliere tutto e rifare un intonaco di tipo argilla ?
    ho poco chiaro questo concetto …
    ( tutto questo verrebbe fatto da me con l aiuto di un pittore esperto..)
    devo dire anche che nelle 4 stanze , solo su due lati dei 4 è stato fatto l’ isolamento interno … praticamente dove si ritenava piu’ fredde le pareti.
    Anticipatamente la Ringrazie della sua Risposta .
    Barbieri Antonio
    San donà di Piave (VE)

  46. Avatar Federico Sampaoli