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Isolamento interno con o senza barriera al vapore

19 risposte

Chi si informa per fare un isolamento interno inizia a domandarsi se serva una barriera al vapore per evitare il rischio di condense tra muro freddo e isolante.

Teoricamente una barriera al vapore risolve ogni problema di condensa interstiziale. Perché non è così? Se il vapore non passa, come può succedere condensa?

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Senza tanti numeri e senza calcoli parliamo con grande semplicità di questa soluzione:

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il rischio di sbagliare un progetto di isolamento interno

Se posando un qualsiasi sistema a cappotto, di qualsiasi spessore e di qualsiasi materiale isolante non si sbaglia mai, l’isolamento interno richiede tanta attenzione.

Ma non solo perchè devo risvoltare l’isolante attenuando tutti i ponti termici strutturali della casa: devo fin da subito, ancora in fase di progettazione, ragionare per evitare la formazione di condensa sul lato freddo: dietro all’isolante! tra isolante e muro esterno.

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Con il risvolto dell’isolante ho già fatto un bel passo avanti perchè evito che si formi condensa superficiale e muffa lì dove termina l’isolamento della parete (lungo la linea del soffitto e lungo la linea del divisorio interno che di fatto interrompe l’isolante)

la barriera al vapore

Usare una barriera al vapore sembra una soluzione, ma in realtà questo strato porta con sé il problema di non permettere più all’isolante di asciugare.

Asciugare? Ma come può arrivare l’umidità fino all’isolante?

In inverno c’è una spinta di vapore considerevole dall’ambiente riscaldato verso l’esterno, quindi attenzione:

i 4 difetti più comuni:

  1. potrebbe esserci una zona non ben sigillata
  2. potrebbe esserci una scatoletta elettrica che permette il passaggio al vapore diretto fino all’isolante
  3. potrebbe esserci una scatoletta elettrica che poggia direttamente sul muro freddo perchè lo spessore non permetteva un taglio termico tra scatoletta e muro
  4. potrebbe esserci del vapore che arriva all’isolante per fiancheggiamento dagli intonaci adiacenti

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il freno al vapore

Usare un freno al vapore è senza dubbio una scelta migliore, ma in realtà porta con sé rischi più o meno simili a quelli elencati per la barriera al vapore 😐 con la differenza che il vapore non è proprio intrappolato per sempre… Con lentezza potrebbe anche riuscire ad asciugare 🙂

Se si usa un freno al vapore, sarà bene non limitarsi a prenderne uno che tanto uno vale l’altro. O posiamo un freno al vapore idoneo all’isolamento sul lato interno (e lo stesso discorso vale per un tetto isolato dall’interno) o lasciamo perdere.

Ogni freno al vapore nella scheda tecnica mostra le sue caratteristiche, ci dice come e quanto frena il vapore e ci racconta di cosa è fatto, quindi l’ultima cosa che dobbiamo guardare è il prezzo! anche perchè non costa poi molto… siamo sui 3-4€/mq e se non volete perdere tempo, lo troverete anche su Amazon 😉

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Ma oggi non vogliamo parlare di numeri quindi torniamo al solo ragionamento.

i pannelli isolanti molto igroscopici

Se usassi pannelli isolanti molto igroscopici sicuramente non dovrei nemmeno preoccuparmi di questa maledetta barriera al vapore, ma poniamo di esserci fissati sulla fibra di legno o sulla canapa, invece del calcio silicato e degli idrati di silicato di calcio.

Su questi isolanti ho scritto un bell’articolo: i 3 materiali migliori per l’isolamento interno

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fibra di legno o canapa o juta senza un fondo granché igroscopico

Quando la parete fredda è quella che è, non dobbiamo per forza abbandonare l’idea di usare materiali isolanti naturali che offrono elevata capacità termica e migliorano sensibilmente lo sfasamento estivo di una parete scarsa!

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Dobbiamo solo progettare bene evitando i 4 difetti più comuni elencati sopra.

come progettare un isolamento interno con materiali naturali

Per un isolamento interno con materiali naturali dovrei:

  1. rivestire la parete fredda con un pannello di fibra di legno rigida (1°strato) protetto da un idoneo freno al vapore per interni maniacalmente sigillato
  2. poi posare un 2° strato di isolante morbido interposto ai montanti in legno o metallici per la chiusura con fibrogesso: in questo 2° strato posso far passare tutti gli impianti che voglio senza forare il freno al vapore o interrompere l’isolante a ridosso del muro freddo 😉

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quindi il lavoro sarà fatto così:

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come progettare un isolamento interno con lana di roccia o lana di vetro

Premesso che mai e poi mai mi porterei in casa fibre artificiali vetrose come isolante interno, sì lo so anch’io che lo IARC non ha riconosciuto come cancerogena la lana di roccia (ha inserito le lane minerali nel gruppo 3 “non classificabile come cancerogeno per gli esseri umani”, quindi solo per questa “chiamiamola incertezza” mai e poi mai me la porterei in casa!).

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Premesso questo, dicevo, usare la lana di roccia o la lana di vetro per un isolamento interno richiede le stesse attenzioni descritte per gli isolanti naturali perché le lane minerali sono materiali fibrosi molto aperti al passaggio del vapore! devo assolutamente gestire il vapore per evitare condense interstiziali.

Nel Nord Europa è una soluzione molto utilizzata: infatti sono isolanti con bassa capacità termica e non offrono sfasamento estivo!

la fibra di legno e l’ argilla

Cosa dire? Bei materiali… ma

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  • dobbiamo prevedere un fondo molto igroscopico, l’ideale sarebbe argilla, ma se siete così fortunati da avere un vecchio intonaco in calce senza cattive pitture che lo rivestono, anche lui farebbe al caso nostro.

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La combinazione di pannelli isolanti in fibra di legno e argilla o calce in un isolamento interno è la certezza che la condensa, che non può essere evitata, sarà ben gestita da questa stratigrafia:

  • una parte del vapore sarà assorbito dall’isolamento e distribuito su tutta la sua superficie e spessore
  • una parte del vapore sarà assorbito dall’ intonaco di fondo e da quello di finitura

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La garanzia del sistema è che

  • potrà asciugare d’estate
  • potrà asciugare ogni volta che le condizioni dell’umidità assoluta interna lo permettono
  • i grammi di vapore accumulati dall’isolamento interno saranno ben distribuiti evitando quindi condensa in solo qualche punto

materiali capillarmente attivi

Quando scegliamo materiali attivi capillarmente, possiamo stare tranquilli che il carico di umidità sarà assorbito e anche ben distribuito 😉

cartongesso accoppiato con isolante

Dopo tutto quello che ci siamo detti e ho condiviso con voi, vi sembra ancora una buona soluzione usare per un isolamento interno il cartongesso accoppiato con isolante? Ne parleremo la prossima volta 😉

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i mobili in aderenza

Capiti questi concetti avrete intuito che una libreria o un armadio su misura non vanno MAI appiccicati su una parete isolata dall’interno.

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E questa regola vale anche per una parete fredda, che con un mobile in aderenza diventa ancora più fredda e porta certamente a condense superficiali e all’insorgere delle muffe 😐

ma quanta condensa si formerà?

  • più aumento lo spessore dell’isolamento interno e più bassa sarà la temperatura superficiale del muro isolato
  • più fredda è la zona climatica e più forte sarà la spinta di vapore verso la muratura fredda.

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Un’ultima cosetta: è molto diffuso dire, ma anche scrivere nei documenti, “barriera vapore” 🙁 oppure “freno vapore” 🙁

Quando entriamo in un bar, chiediamo un panino AL formaggio e non “panino formaggio”.

Quando sediamo in trattoria, chiediamo piselli cotti AL vapore e non “piselli vapore”.

Quindi si dice “barriera AL vapore” 🙂 oppure “freno AL vapore” 🙂

ho finito 😉


federico sampaoli espertocasaclima

copywriter, content creator & web editor – Federico Sampaoli  consulente tecnico per l’isolamento termico dell’involucro edilizio

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19 risposte a “Isolamento interno con o senza barriera al vapore”

  1. @ constantino

    dipende
    dallo spessore dell’isolante
    dal materiale isolante
    dal collante
    dalla zona climatica

  2. Avatar Constantino
    Constantino

    in relazione alla seconda immagine, se l’isolante è incollato sulla parete fredda, c’è comunque formazione di condensa?

  3. @ carmine

    il tetto in legno: facile. è già stato progettato? qui l’eventuale problema è la tenuta all’aria, quindi bisogna vedere il tipo di struttura prevista.
    per la parete… la pratica edilizia che tipo di agevolazioni fiscali permette? da qui dobbiamo rispettare i Requisiti minimi e quindi progettare di conseguenza.
    il solaio interpiano anche lui in legno?
    gli igloo perchè sono previsti? la legge regionale impone il vuoto sanitario? a volte impongono il vuoto sanitario per creare una camera ventilata tra il terreno ed il piano abitativo… però questo strato NON isola.
    per ragionare a tutto tondo bisognerebbe vedere la fondazione e le strutture in cemento armate previste dallo strutturista

  4. Avatar Carmine

    Grazie mille per la risposta, la zona climatica è di tipo F l’immobile è situato in Trentino. Il sasso è parte della struttura finito con rete elettrosaldata + sasso + cemento è di circa 50/55 cm. La casa sarà così composta, piano terra(con igloo) + primo piano con tetto in legno. Quale soluzione adotteresti tu? Grazie

  5. @ carmine

    tra il dire e il fare… un freno al vapore correttamente nastrato e mai bucato in un cantiere dove poi si costruisce ancora laterizio interno… non mi lascerebbe tranquillo.
    e la fibra di legno è delicata, quindi andrebbe sostituita con la canapa.
    ma tutti i ponti termici?
    non c’è scritto in che zona climatica stiamo ricostruendo quindi il rischio condensa non si sa se sia alto o basso…
    se ho capito bene abbiamo 2 piani costruiti in cemento armato fino al cordolo del tetto, e il cemento probabilmente da 25cm è rivestito esteticamente in sasso originale?
    progetto molto delicato

  6. Avatar Carmine

    Ciao Federico,
    devo scegliere con cosa isolare la mia casa di nuova costruzione (abbattimento della struttura precedente), disposta su 2 livelli. Ha un vincolo paesaggistico, devo per forza usare i sassi in granito all’esterno (spessore circe 30/35 cm. Leggendo in giro avevo pensato alla seguenti stratigrafia, sasso + parete in cemento armato + fibra di legno 6cm + freno vapore + forato da 8 cm e intonaco finale. Ti sembra una soluzione corretto, nel caso contrario come la faresti tu. Grazie mille

  7. @ carmine

    il problema non è far respirare la parete… questo è un modo di dire poco esatto.

    il nocciolo è che non devo permettere al vapore di arrivare troppo in fretta e magari tutto insieme fino alla superficie fredda in cemento, quindi bisogna senza dubbio inserire e nastrare un fenomeno al vapore prima di coprire con la perlina.

    rinunciando alle perline, ai nastri e ai freni al vapore e alle lane minerali che durante le lavorazioni perdono sempre fibre pericolose si può progettare l’isolamento interno con pannelli igroscopici.
    saranno loro a occuparsi di tutto e ad evitare muffe e condense. vedi questi articoli dedicati (https://espertocasaclima.com/?s=isolamento+interno+igroscopico) e i prossimi di novembre in arrivo 😉

  8. Avatar Carmine

    La ringrazio per aver risposto alla mia “richiesta di aiuto”.
    Per rispondere alle sue domande

    La lana di vetro è nuova. Quella precedente aveva uno spessore di 2cm e presentava segnii di muffa nei punti dove la plastica era stata bucata durante il fissaggio a muro

    La parte esterna della parete e libera ma in zona d’ombra quasi perenne per via di un bosco sul fianco. La casa è chiusa per 45 settimane l’anno circa.
    Non sono presenti divisori sulla parete e si tratta di un primo piano con riscaldamento a pavimento
    Il muro è stato recentemente trattato prima con antimuffa e successivamente pitturato con vernice traspirante.

    Credo che il primo proprietario abbia installato la plastica per ovviare al problema della condensa che dal muro avrebbe poi intaccato la lana di vetro.
    Non sono state lasciate vie di fuga per far respirare la parete con un cornice di legno a chiudere l’installazione di perline. Il risultato è stata condensa che è scivolata dal muro direttamente sotto al parquet. Da qui la scoperta dell’acqua prima e la muffa dopo.

    Dopo aver letto il suo articolo ho pensato all’utilizzo di un freno al vapore tra muro e lana di vetro ma non credo sia sufficiente a prevenire l’umidità sul muro e la conseguente muffa sulla parete.
    Ammetto che sto anche riconsiderando l’utilizzo della lana di vetro. Immagino che il muro debba poter respirare e come conseguenza potrei aver polveri di lana nella circolazione dell’aria

    Cosa mi consiglia?

    Grazie

    Carmine

  9. @ carmine

    sì la condensa avviene nello strato improvvisamente più freddo! quindi la perlina (al caldo) sta in posizione più “al sicuro”.

    il cattivo consiglio che le hanno regalato di isolare nuovamente lasciando la lana di vetro da 4.5 cm a contatto con la parete e coprire con perline da 2cm. non è da seguire!

    1 se lana di vetro ha una certa età può risalire ai tempi in cui il contenuto di formaldeide era elevato
    2 se nascondiamo la lana di vetro dietro alla perlina non risolviamo il rischio di condensa sul muro freddo di cemento armato perchè la spinta di vapore del periodo invernale andrà certamente a bagnare la parete

    poi un isolamento così eseguito non attenua i ponti termici del solaio e degli eventuali divisori connessi direttamente alla parete in cemento armato.
    c’è anche il rischio che la parete non sia perfettamente asciutta? contro terra? o piano terreno?

  10. Avatar Carmine

    Buongiorno Federico,
    Mi sono imbattuto sul tuo canale YouTube mentre cercavo informazioni su come isolare una parete molto fredda in inverno col fai da te ed ho approfondito sul sito. Complimenti. Leggendo il tuo articolo mi son reso conto che ho sottovalutato tutto. Ti chiedo quindi un parere riguardo la soluzione su cui stavo lavorando. Si tratta isolare internamente una parete in cemento armato di una vecchia costruzione che era precedentemente isolata con uno strato di carta da parati, un telo di plastica trasparente, lana di vetro da 2cm e perline di legno da 1 cm. La parete era completamente ricoperta da muffa in quanto la carta da parati aveva assorbito l’umidità tra muro e plastica. Lana di vetro e perline erano in ottimo stato. Mi è stato consigliato di isolare nuovamente dopo apposito trattamento antimuffa ma omettendo carta da parati e plastica lasciando la lana di vetro da 4.5 cm a contatto con la parete e coprire con perline da 2cm. Dopo aver letto il tuo articolo non sono più sicuro di voler eseguire i lavori come mi era stato consigliato. Potresti gentilmente darmi qualche suggerimento?

  11. @ nicola

    questa del Velux montato correttamente è un eccellente notizia (e anche rara 😉 )
    ci resta l’unico problema della tenuta all’aria del tetto e cioè della linea di appoggio del tetto alla parete: questo punto non è (probabilmente) sigillato e va progettato.
    altrimenti le condense interstiziali diventeranno il problema della soffitta riscaldata per tutti gli inverni a venire, specialmente nella sua zona climatica quasi F.

  12. Si barriera al vapore sul collare VELUX unita al freno vapore tetto, confermo.

  13. @ Nicola

    barriera al vapore come collare dei Velux e poi unito al freno al vapore del tetto?
    o barriera al vapore sotto la lana di roccia?

  14. Confermo che è stata messa la barriera vapore, spero sia stata messa bene, questo non lo so?. L’impresa che ha lavorato ha lavorato sicuramente bene. Sulle tre falde le perline sono parallele, sul lato lungo ortogonali.

  15. @ nicola

    prima di sognare di trasformare il sottotetto in ambiente riscaldato deve assicurarsi che l’installazione dei Velux abbia previsto la sigillatura (maniacale) del Velux al freno al vapore (sotto la lana di roccia) con la Barriera al vapore BBX.
    controllare nella fattura Velux se è menzionata… oppure controllare le foto di cantiere.

    poi per l’isolamento delle pareti e le sigillature tetto-parete da eseguire per evitare condense interstiziali e danni futuri al tetto bisogna vedere esattamente come il tavolato (le perline) incontra la parete… Ortogonalmente o parallelamente?
    questo è un aspetto complicato

  16. Eccomi, tetto a padiglione con legno lamellare, pacchetto isolamento chiuso con 16 cm di lana di roccia )8+8), 3 falde con 3 velux 94×118. Esposizione sud-ovest, sulla stanza a nord non c’è velux, solo finestra. Confermo che gran parte della superfice disperdente sono le falde. Grazie

  17. @ nicola
    i muri in sasso sono veramente adatti all’isolamento interno perchè si ottiene un comfort molto superiore rispetto all’intonaco.
    non conosco la tipologia di tetto… immagino che gran parte delle superfici disperdenti siano le falde.
    e poi gli eventuali Velux…

  18. Scusi, aggiungo anche che verrà realizzato riscaldamento pavimento.

  19. Buongiorno Federico, intanto tanti complimenti per il blog e la capacità di spiegare concetti non sempre facili in modo chiaro e conciso.
    Le chiedo un consiglio/dritta, io abito a Borgo Valbelluna, Trichiana per l’esattezza ex zona climatica E adesso F. Ho rifatto completamente il tetto da pochissimo, vorrei rendere abitabile la soffitta. La casa è con costruita con muri a sassi perimetrati a anche interni portanti 50/60cm. Esiste la possibilità di fare un lavoro discreto isolando dall’interno? Lei consiglierebbe i materiali sopra citati? Per il momento troppo oneroso isolare dall’esterno, forse più avanti. La casa viene abitata tutto l’anno. Grazie