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ABC, esperto casaclima PER PRINCIPIANTI - esperto casaclima facile part #4: protezione dal caldo degli edifici, il tetto 1

esperto casaclima facile part #4: protezione dal caldo degli edifici, il tetto

24 risposte

1 – Esistono dei valori limite anche per lo sfasamento termico estivo? come quelli della trasmittanza termica U fissati da ogni EcoBonus?

2 – Sulla protezione dal caldo degli edifici c’è un’attenta regolamentazione?

3 – La casa isolata, come richiede la normativa, diventerà un forno d’estate?

Sono 3 domande precise – andiamo a scoprire se in materia di isolamento termico la normativa si occupa bene della “protezione dal caldo degli edifici”, anche per capire se chi guida il Paese se ne intende e sa dove sta andando e dove vuole arrivare.

Quindi, senza perdere altro tempo, cominciamo da zero.

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isolamento di pareti murarie e coperture

Ve lo devo dire subito: fin dal 1991 il Piano Energetico Nazionale, in fatto di risparmio energetico ha imposto di verificare l’isolamento di pareti murarie e coperture per contenere il consumo di energia mediante un buon isolamento termico e l’ottimizzazione del rendimento del riscaldamento. Insomma l’obiettivo del risparmio energetico si è concentrato sul minimizzare la dispersione (tenendo basso il valore di trasmittanza termica) invece che preoccuparsi seriamente del problema del surriscaldamento degli edifici 🙁

è però anche vero che nel ’91 nessuno parlava di surriscaldamento globale, e infatti Greta non era ancora nata 😉

Il legislatore che doveva dimostrarsi un esperto di uso razionale dell’energia si è dimenticato del concetto fondamentale che anche voi avete imparato nell’ articolo della settimana scorsa: esperto casaclima facile part #3: sfasamento termico

  • tutti i materiali isolanti isolano dal freddo, ma non tutti dal caldo 😉

Isolare pareti e coperture con materiali e spessori inadeguati significa condannare gli edifici ad installare impianti di raffrescamento per essere abitabili d’estate: questo ovviamente non può definirsi “uso razionale dell’energia”.

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bruciare metano d’inverno e kWh d’estate è forse un “Piano Energetico Nazionale”?

L’importanza dello sfasamento termico per proteggerci dal surriscaldamento estivo sembra sempre dimenticata 🙁

Se per accedere alle agevolazioni fiscali il legislatore si è inventato dei limiti di trasmittanza che dobbiamo per forza rispettare, e lo ha fatto scegliendo di avere una manica più larga nelle Zone climatiche calde e una manica stretta per quelle fredde, poteva tranquillamente imporre anche un certo numero di ore di sfasamento, magari anche solo le 12 ore! Invece no 🙁

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E’ il legislatore che ci capisce poco o nulla? e non si è reso conto che se permetto e addirittura offro agevolazioni fiscali a chi isola poco e male un tetto succederà che quell’edificio consumerà tanta energia d’estate 🙁 per far funzionare il raffrescamento? non se n’è reso conto?

Come diceva Andreotti: “a pensar male si fa peccato ma quasi sempre ci si indovina” 😉 e io penso male del legislatore, ma vi dico dopo perchè 🙂

andiamo a scoprire le scarse regole che ci sono sulla protezione dal caldo degli edifici!

Visto che c’è qualche distinzione tra tetto, parete e anche serramenti, io direi che oggi non possiamo andare lunghi come la scorsa volta: analizziamo il tetto. Poi le prossime volte daremo un’occhiata alla parete e al serramento.

Requisiti minimi in materia di prestazioni energetiche degli edifici – il tetto

Per limitare i fabbisogni energetici per la climatizzazione estiva e per contenere quindi la temperatura interna degli ambienti, la normativa prescrive:

  • di fare la verifica che il valore del modulo della trasmittanza termica periodica YIE del tetto sia inferiore a 0,18 W/m2K

cosa è la trasmittanza termica periodica?

Il valore della trasmittanza termica periodica YIE (W/m²K) ci dice se siamo capaci o meno di sfasare ed attenuare il flusso termico che la attraversa nell’arco delle 24 ore.

Sfasamento, attenuazione e trasmittanza termica periodica Yie, sono parametri collegati all’onda termica esterna che viene attenuata e sfasata nel tempo e quindi riduce il carico termico entrante attraverso la struttura opaca.

La copertura di un edificio è l’elemento maggiormente sollecitato dall’insolazione quindi è meglio stare ben sotto ai 0,18 W/m2K che non garantiscono in nessun modo la protezione dal surriscaldamento estivo.

una stratigrafia di un tetto in legno

Per comprendere più facilmente quanto questo valore ( 0,18 W/m2K) sia inutile ora faremo l’analisi di una stratigrafia di un tetto in legno, anche da profani, non importa! stando bene attenti a rispettare tutti i valori limite che la normativa vuole.   Avremo un buon risultato?

esempio: un tetto in legno in Zona climatica E:

per non perdere gli EcoBonus devo rispettare il valore di trasmittanza U (3a colonna) paria a 0,24:

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presto fatto!

lana di roccia ad alta densità

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ecco qui sotto la stratigrafia di un tetto in legno dove sulle perline abbiamo posato 14cm di isolante lana di roccia ad alta densità:

Descrizione degli strati Spessore (s) [m] Conduttività termica (l) [W/mK] Resistenza termica [mqK/W] Calore specifico (c) [J/kgK] Densità (?) [kg/m3]
Rsi Aria Strato laminare interno 1 2 3 4
1 tavolato perlina 0,025 0,130 2100 600
2 freno al vapore 0,0007 0,180 1000 307
3 lana di roccia alta dens 0,140 0,035 1030 150
4 manto impermab traspir 0,0005 0,180 1000 730

e adesso andiamo a vedere se abbiamo soddisfatto i requisiti richiesti dalla normativa:

non male! non male:

  • la trasmittanza U richiesta dice 0,23 W/mqK (quindi < 0,24 W/mqK 😉 )
  • la trasmittanza termica periodica dice 0,165 W/mqK (quindi < 0,18 W/mqK 😉 )

sembra che ci siamo! abbiamo fatto un ottimo tetto 🙂

  • che però non garantisce nemmeno 6 ore di sfasamento termico estivo 🙁
  • e che trasformerà la casa in un forno ogni estate 🙁
Chiusura orizzontale (flusso ascendente) spessore totale cm. 16,62
             
Fattore di decremento (attenuazione) Fd [-] 0,717
Ritardo fattore di decremento (sfasamento) ? ? [h] 5,7
Trasmittanza termica periodica |Yie| [W/m2K] 0,165
Capacità termica periodica lato interno ? k1 [kJ/m2K] 33,4
Massa superficiale Ms [kg/m2] 37
Resistenza termica totale Rt [m2K/W] 4,34
Trasmittanza U [W/m2K] 0,23

l’analisi della Prestazione Energetica Estiva

Molto meglio affidarsi ad un’altra analisi, che io faccio sempre:

  • l’analisi della Prestazione Energetica Estiva secondo il Metodo dei parametri qualitativi secondo Linee Guida Nazionali sulla Certificazione Energetica degli Edifici.

una specie di pagella della qualità termica estiva dell’involucro edilizio

Questa “saggia” tabella non è la Tavola dei Comandamenti, purtroppo 🙁  ma ci aiuta veramente a capire se abbiamo fatto un tetto ciofeca o un buon tetto (al contrario di quello stupido valore di trasmittanza termica periodica):

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Smorzamento o attenuazione o decremento:

Da dove viene fuori quel valore chiamato Smorzamento (2a colonna della tabella)?

Smorzare, affievolire, attenuare, attutire, mitigare, spegnere 😉 capito? Lo smorzamento o fattore di attenuazione o fattore di decremento è semplicemente il rapporto tra “trasmittanza termica dinamica” e la trasmittanza U in condizioni stazionarie.

Vediamo se è vero:

0,165/0,23 = 0,717 …che ci sta dicendo che

  • il fattore di attenuazione è appena superiore a 0,60
  • e lo sfasamento è 6 ore scarse
  • quindi il tetto fa schifo (d’estate 😉 )

il tetto in legno con buon sfasamento e buon isolante

Ricordando quello che avevamo imparato nel precedente articolo, e cioè che gli isolanti con buone capacità di protezione dal caldo ( fibra di legno, fibra di canapa, fibra di cellulosa, sughero ), devono essere scelti con lo spessore giusto e la densità necessaria possiamo concludere così:

  • se vogliamo per forza usare un materiale isolante non adatto alla protezione dal caldo 🙁 non ci resta che fare un pacchetto isolante di enorme spessore! spesso senza ottenere comunque un forte sfasamento 🙁
  • ma comunque, meglio prevedere già a priori strati isolanti importanti… con i tempi che corrono e i prezzi dell’energia alle stelle 😉

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a pensar male si fa peccato ma quasi sempre ci si indovina” 😉 

Avevo promesso di raccontarvi perchè penso male del legislatore:

Veramente il legislatore non si è reso conto che se permetto e addirittura offro agevolazioni fiscali a chi isola poco e male un tetto succederà che quell’edificio consumerà tanta energia d’estate per far funzionare il raffrescamento? veramente lo credete?

Amico caro, vieni un po’ qua che te lo spiego: se io domani cambio la normativa e scrivo che lo sfasamento estivo deve essere di 12 o anche 20 ore come piace a te, dove vanno a finire tutti i produttori dei materiali isolanti che non vendono fibra di legno? 😉 Amico caro, preferisco che tutti gli italiani finiscano arrostiti sotto il loro tetto piuttosto che quei produttori di isolanti che non funzionano mi tirino le orecchi fino a strapparmele 😉 Amico caro, preferisco che il Piano energetico nazionale vada a ramengo piuttosto che quei produttori di isolanti che non funzionano mi tirino le orecchi fino a strapparmele.

Presto parlaremo di isolamento dal caldo della parete che come il tetto anche lei è in parte responsabile del surriscaldamento estivo della casa. Sarà l’argomento della part #5, “protezione dal caldo degli edifici, la parete


Chi volesse incoraggiare questa mia iniziativa, lo faccia lasciandomi un commento 😉


federico sampaoli espertocasaclima

copywriter, content creator & web editor – Federico Sampaoli  consulente tecnico per l’isolamento termico dell’involucro edilizio

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24 risposte a “esperto casaclima facile part #4: protezione dal caldo degli edifici, il tetto”

  1. @ enrica

    in quel caso proprio per una stabilità garantita i tacchi erano da 20mm così che il pannello da 20mm è stato usato sia come taglio termico inferiore e sia all’estradosso.
    poi bisogna progettare il legno, i tacchi e l’isolante in modo da avere al massimo 2 spessori e meno sfridi.
    con 10+10+2 si potrebbero anche fare tacchi da 10 nel senso che il morale da 10 interposto nel 1° strato di isolante, faccia anche da tacco 😉

  2. Avatar Enrica Baldini
    Enrica Baldini

    Intanto grazie per la risposta a velocità supersonica 🙂
    Bella l’idea dei “tacchi”.
    Mi stavo proprio domandando se fosse fattibile mettere un primo pannello da 12 cm di fibra di legno (180 kg/mc) e sopra il secondo strato di isolante col passafuori da 12 cm, con viti lunghe per fissarlo al travetto principale, ma l’ho escluso perché ho seri dubbi sulla stabilità del primo pannello compresso dal tiraggio delle viti.
    Grazie ancora

  3. @ enrica

    sì, anche il legno è un ponte termico.
    però dipende tutto dallo spessore del pacchetto tetto.
    anche se il passafuori fosse di quasi pari spessore isolante, all’estradosso dell’elemento in legno ci sarebbe comunque un pannello in fibra di legno da 19-20mm per compensare lo spessore delle perline sullo sporto del tetto 🙂
    in altri casi ho proposto il passafuori con i “tacchi” per avere solo 2 veri ponti termici 😉

  4. Avatar Enrica Baldini
    Enrica Baldini

    Buongiorno, visti gli spessori di fibra di legno necessari per isolare un tetto in legno è assodata la presenza dei “passafuori” ma tali elementi in lamellare, prendendo il posto dell’isolante, non provocano tanti piccoli ponti termici? (o forse non tanto piccoli…conducibilità 0.130 anziché 0.043). Grazie per la sua disponibilità

  5. @ roberto

    grazie per leggermi.
    almeno chi si informa non cade nella trappola della lana di roccia o lana di vetro, che saranno anche buoni isolanti se chiudiamo un’occhio sulle fibre artificiali vetrose e la loro pericolosità, ma sono isolanti ottimi per il polo Nord e non per il nostro clima con estati sempre più invivibili.
    l’insufflaggio lo consiglio quando il sottotetto è angusto o presenta tante zone irraggiungibili o l’accesso è piccolo e difficoltoso.
    in questo caso la densità raggiungibile è bassa e bisogna insistere su spessori maggiori per garantire sfasamento sufficiente.
    se l’accesso è facile e si può entrare nel sottotetto senza difficoltà, meglio pensare subito alla posa di pannelli ad alta densità oppure se troppo pesante pannelli flessibili.
    ovviamente parlo di fibra di legno o canapa, ottimi per la protezione estiva.
    appena scelto il materiale si deve calcolare la stratigrafia per conoscere esattamente lo sfasamento che si ottiene 😉

  6. Avatar Roberto
    Roberto

    Buongiorno e complimenti per la competenze, per la sua passione e la sua semplicità espositiva con cui snocciola le tematiche presenti sul suo apprezzatissimo sito.
    Zona climatica E. Il mio appartamento è caldissimo d’estate e freddo d’inverno.
    Tetto con Doppio strato di Guaina Elastometrica armata con TNT di poliestere e con scaglie di ardesia. SOTTOTETTO completamente chiuso e NON arieggiato.
    Soluzione che ho in mente, non da tecnico:
    1) Ventilare il sottotetto con 6 buchi: 2 x lato (Nord/Ovest/Sud) da 10/12cm. (basteranno ?)
    2) Insufflaggio sul sottotetto non abitabile di 40 cm di Fibra di cellulosa.
    Il mio dubbio viene perchè quasi tutte le aziende interpellate, tranne una, mi spingono “fortemente” ad utilizzare la lana di vetro, invece della fibra di cellulosa, sostenendo che la fibra di cellulosa ha una durata limitata nel tempo e se bagnata perde le sue capacità.
    Nel ringraziarLa, la saluto cordialmente.

  7. @ andrea

    Tetto ventilato e strati di ventilazione :
    secondo la UNI 6946 il calcolo della prestazione invernale della stratigrafia tetto, in presenza di intercapedini ventilate, considera gli strati fino alla ventilazione.
    Per le prestazioni estive io utilizzo lo stesso principio, cautelativo, del calcolo invernale.

    Quindi tutte le mie stratigrafie tengono conto dei materiali fino allo strato di ventilazione.

  8. il celenit l’ho messo per disperazione visto che leggevo che va d’accordo con Stifferite ma senza considerare che fosse un elemento per climi meno rigidi.. in ogni caso il valore di trasmittanza c’era.
    piuttosto, non è possibile che il mio errore si presentasse perchè nella stratigrafia ho considerato anche l’intercapedine tutto ciò che si trova sopra fino alla lamiera? in effetti Masterclima indica l’intercapedine come non ventilata e non pone nessun elemento intercapedine ventilata e di conseguenza credo che il SW veda l’errore lì e me lo trasli fino tra isolante e membrana traspirante. ho tolto gli strati soprastanti e magicamente la condensa è sparita, sinceramente pensavo non fosse necessario porre tutti gli strati e non che fosse assolutamente sconsigliato! ci arrivo da solo che dall’intercapedine aerata in su non ho potere isolante..
    magari può essere utile anche per qualcun’altro.

  9. @ andrea

    in zona climatica F non capisco cosa ci mettiamo il celenit a fare.
    inoltre parlare di stiferite è un po’ troppo vago, bisognerebbe individuare il tipo di pannello per analizzare il comportamento della stratigrafia

  10. buondì, leggendo gli altri interventi mi sono imbattuto sull’articolo della stiferite combinata con il celenit. ho impostato la igrovariabile interna e la USB classic come membrana traspirante (o almeno ne ho replicato i dati). non ne vengo a capo comunque se non impostando l’umidità relativa interna da 65 a 45 mentre la critica lasciandola all’80% non mi tange. in questo caso il programma dice che a fine stagione la copertura è pronta nuovamente per una nuova pucciata. non credo sia la soluzione corretta però quella di ridurre così l’umidità..
    aggiungo inoltre che la condensa inizia a formarsi tra i due strati di isolante e prosegue tra tutti gli strati superiori.
    soluzioni?

  11. @ andrea

    “ho visto diverse stratigrafie più o meno disposte come la mia appena citata”…
    lei non ha idea di quanti tetti siano sbagliati, eppure pagati dai committenti ignari :!

    può benissimo seguire stratigrafie di ditte anche blasonate, ma lei deve capire il principio di funzionamento di una stratigrafia tetto traspirante, almeno per scegliere quella giusta.
    e poi le stratigrafie in generale non indicano i dettagli esecutivi che servono ad un tetto per funzionare correttamente ed evitare le condense interstiziali.

    decidere gli strati e scegliere i materiali e poi gli spessori è il 1° lavoro
    il 2° lavoro è decidere come posarli e che particolari indicare in cantiere.

  12. Grazie della risposta pressoché immediata!! Davvero! Ma quindi? In pratica dovrei mettere un traspirante impermeabile che in definitiva dovrebbe avere quale valore di resistenza al vapore approssimativamente? No, perché così ad occhio il problema a questo punto è lì anche se ho visto diverse stratigrafie più o meno disposte come la mia appena citata. Inoltre ho seguito oggi quasi alla lettera una stratigrafia di naturatherm per copertura in legno con lamiera superficiale e i problemi risultano i medesimi anzi, qui ho proprio tra ogni strato dei tre differenti isolanti formazione di condensa. Sicuramente sbaglio io perché sono abbastanza un novizio ma appunto per questo seguo stratigrafie di ditte anche abbastanza blasonate. Boh….
    Grazie ancora!

  13. @ andrea

    lei non può progettare un freno al vapore sul lato caldo e una barriera al vapore sul lato freddo.
    ovviamente la spinta del vapore che tende verso l’esterno, pur frenata, deve poter raggiungere lo strato ventilato.
    altrimenti lo strato ventilato a cosa serve?

  14. Buonasera, mi sono imbattuto per caso su questo post dopo giorni e giorni che provo a variare stratigrafie. mi trovo in zona F, alto bellunese e dovrei realizzare un intervento di rifacimento di copertura in legno con manto in lamiera a doppia aggraffatura. il fatto è che continuo ad avere problematiche di condensa interstiziale sia tra la lamiera e il tavolato anche mettendo un micoroventilato ma questo non lo ritengo un problema in quanto ho previsto una camera di ventilazione da 4 cm subito lì.
    il mio problema sorge subito sotto e non capisco perchè: mi da condensa tra la barriera al vapore e l’isolante nonostante ci sia la camera di ventilazione che il programma definisce come intercap non ventilata. il problema potrebbe sorgere qui? ho provato anche a eliminare l’intercapedine e niente.
    stratigrafia:
    lamiera
    tavolato
    intercapedine 4/5cm
    barriera
    isolante (nell’ultima soluzione ho l’hardrock energy plus di rockwool da 18 ma ne ho provati svariati o meglio ho inserito i dati di svariati su MasterClima e Termus).
    freno
    tavolato

    grazie se qualcuno avesse una soluzione o un consiglio, adesso dopo aver letto l’articolo provo ad inserire canapa o altri naturali.
    saluti
    Andrea

  15. @ riccardo

    sì, in questo caso lei deve costruire una scatola dentro la mansarda.
    ovviamente il rischio di condense interstiziali dietro all’isolante è elevato 😐
    quindi deve progettare anche la posa di un freno al vapore perfettamente e maniacalmente nastrato e sigillato e ovviamente sigillato al telaio delle finestre o dei velux.
    in base alle altezze interne forse riuscirà ad isolare a sufficienza anche la falda sul lato interno.
    se la falda non può caricare pesi permanenti maggiori dovrà realizzare un telaio in legno autoportante

  16. Avatar riccardo
    riccardo

    Grazie per la risposta, la situazione é un pò più complessa, ZONA E-Trieste altipiano carsico, casetta con tetto a falda in laterocemento di cui non sono certo dello spessore 100 mm probabilmente con coppi esterni. Pensavo ad un isolamento interno a soffitto costituito da un’intelaiatura di correnti in legno dove incastrare pannelli da 50 mm e coprire con madieri-perline da 20 mm. il vano é la mansarda della casa che per dimensioni é più che vivibile. Ci abbiamo già passato un’ estate ed un inverno, e al contrario di ciò che pensavo il periodo più critico é l’inverno. Ho tentato anche di ricavarmi dei diagrammi di GLASER con dei tools disponibili online giusto per valutare il rischio condense interstiziali, ma non ho risultati certi affidabili. Ero partito con l’dea dei pannelli in fibradilegno ma forse al massimo potrei trovare qualcosa con 110kg m3 di densità, ma non sono certo che valga la pena rispetto a lana di roccia la max che ho trovato disponibile ha una densita di 70 kg. oppure usare polistirene, che come praticità d’uso installazione é il più semplice. I lavori li faccio in autonomia.
    Isolerei comunque anche le pareti.
    Grazie Riccardo

  17. @ riccardo

    quindi devo intuire che sia un tetto in legno dove si potrebbe isolare tra le travi con isolante spessore 70mm?
    e in che zona climatica siamo?

  18. Avatar RICCARDO
    RICCARDO

    Grazie, leggendo il suo blog il discorso dello sfasamento termico mi era chiaro, come anche la scelta del materiale, siccome il mio spessore interno é comunque esiguo max 7 cm e sapendo che ben poco posso fare per lo sfasamento termico, utile in estate, il mio grande dubbio é …si miglioro sicuramente d’inverno ma d’estate c’è il rischio di peggiorare la situazione o al più non migliora e pazienza….?
    Grazie nuovamente

  19. @ riccardo

    bella domanda!

    per il comfort invernale
    anche 1 cm di isolamento termico del tetto è meglio di nulla, infatti posso ottenere una piccola riduzione delle dispersioni e contemporaneamente un piccolo innalzamento della temperatura superficiale interna (che è quella temperatura che spesso mette a rischio di condense e poi muffe sulle superfici fredde)

    per il comfort estivo
    isolare a casaccio è un po’ stupido (ma non è cosa molto nota). provo a spiegarlo alla buona:

    se isolo con materiali che non proteggono dal surriscaldamento (lana di roccia, di vetro, eps ecc), posso anche applicare generosi spessori ma le ore di sfasamento termico restano poche, perciò dopo TOT ore l’onda termica entra in casa, semplifichiamola così.

    se isolo con materiali che proteggono meglio dal caldo (canapa, fibra di legno, sughero, cellulosa, e stiferite dai..) devo calcolare bene lo spessore per capire quante ore di sfasamento termico riuscirò ad ottenere. questo per decidere con saggezza.
    se sbaglio e poso il materiale isolante ideale ma di spessore insufficiente, dopo TOT ore l’onda termica entra in casa.

    ma qui c’è un’altra cosa da chiarire: se l’isolante è interno, l’errore sarà meno fatale 🙂

  20. Avatar RICCARDO
    RICCARDO

    Buongiorno, ma isolando dall’ interno con spessori minimi un tetto, potrei avere un minimo beneficio d’inverno e mantenere stazionarie le condizioni estive o quelle estive peggiorano?
    Mi scusi se a tale domanda lei ha già dato risposta in altri post.
    Grazie
    Riccardo

  21. @ davide

    abbiate “fede” 🙂

  22. Aspettiamo entusiasti la parte #5, 😉

  23. @ davide

    il valore di trasmittanza raggiunto dal solaio del sottotetto isolato con fiocchi di cellulosa è ottimo.
    la densità dello strato di cellulosa aggiunto dipende dal tipo di posa, se in un intercapedine o se in posa libera.
    se la cellulosa è in posa libera non supera solitamente la densità di 35kg/mc, ma comunque offre uno sfasamento di quasi 20 ore 🙂
    per fare il calcolo esatto bisognerebbe leggere i valori della scheda tecnica 😉

    sono certo che sarà molto soddisfatto del comportamento del solaio, sia in estate che d’inverno

  24. Dopo intervento su sottotetto in laterocemento, zona climatica E, con posa di fibra di cellulosa avente spessore di 40cm,la trasmittanza complessiva tetto,mi risulta di ; 0,08 W/m2K. Valori buoni?