Oggi, la maggior parte degli interventi che prevedono la posa di un sistema a cappotto ha nel mirino l’ottenimento dei bonus fiscali, Superbonus 110%, Ecobonus o altri Bonus. E’ logico che sia così, il tam tam del risparmio energetico è entrato nelle teste di tutti ormai, ma avventurarsi nel mondo dei sistemi di isolamento termico per edifici equivale a spingersi in mare aperto senza carte nautiche, e poi bisognerebbe saperle leggere. Per la navigazione io non vi posso proprio aiutare, ma posso indicarvi la strada giusta nel labirinto dei materiali per l’isolamento di una parete disperdente.
2 cose sono imposte dall’alto, e sono indiscutibili:
- la normativa vigente
- i requisiti e le prescrizioni che sottendono all’ottenimento dei bonus fiscali a cui miriamo
ma una scelta l’abbiamo: il sistema! e per scegliere tra i tanti sistemi a cappotto certificati devo decidere che materiale isolante utilizzare (ogni isolante chiede il suo sistema, anzi, per essere precisi, i suoi componenti)
La normativa e le prescrizioni per ottenere le agevolazioni fiscali sono molto concentrate sui valori di trasmittanza termica U (leggi: sono molto concentrate sul contenimento delle dispersioni termiche invernali), ma noi dobbiamo concentrarci per ottenere anche un miglior comfort estivo e perciò un’adeguata protezione dal veloce surriscaldamento delle pareti: è fondamentale la scelta dell’isolante: del materiale!
Tutti gli isolanti isolano dal freddo ma non tutti proteggono dal caldo 😉
la normativa vigente
Nel gennaio 1991 venne emanata la Legge 10/1991, che andava a sostituire la vecchia 373/1976. Nel 2005 esce il D.Lgs. 192/2005, a fine 2006 il D.Lgs. 311/2006 e da qui in avanti sono arrivati altri aggiornamenti della legislazione nazionale sull’efficienza energetica degli edifici. Tutto bene, tutto utile, l’edilizia aveva bisogno di seguire una strada più efficiente. Gli anni ’70, dove si poteva fare qualsiasi cosa, sono finiti.
i requisiti e le prescrizioni che sottendono all’ottenimento dei bonus fiscali
Gli interventi che prevedono la posa di un cappotto per ottenere il bonus fiscale chiaramente dovranno rispettare i requisiti e le prescrizioni indicati nel BONUS. Tutto bene, tutto utile, basta seguire gli allegati (per il 110% l’Allegato E) e le varie indicazioni in base alla zona climatica di appartenenza.
la progettazione del sistema a cappotto finisce qui?
Beh, bisogna distinguere intanto le 2 fasi della progettazione:
- la proposta del materiale e quindi della stratigrafia che si aggiungerà a quella esistente (muratura esistente compresa di intonaco esterno ed interno), indicazione del sistema e dei suoi componenti specifici rispettosi dei CAM
- la progettazione dei dettagli esecutivi (il collegamento alla base del cappotto, il collegamento con il tetto secondo la tipologia di tetto, il raccordo del cappotto ai davanzali, ai balconi e finestre secondo la loro posizione nella muratura e tanti altri dettagli di raccordo minori ma non meno importanti)
Oggi non parleremo affatto dei dettagli esecutivi del cappotto, che poi seguono ogni fabbricato a seconda delle sue peculiarità, ma del materiale isolante del cappotto!
l’edificio prima dell’intervento: scoprire la muratura esistente
Qui nasce l’esigenza di valutare per bene le caratteristiche termiche dell’edificio prima dell’intervento per definire al meglio quali soluzioni tecniche adottare. Come già detto, qualsiasi materiale isolante contiene le dispersioni invernali (isola!), ma non tutti i materiali proteggono dal veloce surriscaldamento delle pareti.
Proprio per questo motivo si devono capire le caratteristiche termiche dell’edificio prima dell’intervento e scoprire se la muratura esistente garantisce già un sufficiente sfasamento termico (calcolato in ore).
Prima di questo momento è inutile analizzare le caratteristiche dell’isolante – inutile… prematuro! ecco.
- determinare la trasmittanza termica di una muratura esistente è importante per progettare lo spessore del cappotto
- determinare lo sfasamento termico di una muratura esistente è importante per progettare il materiale isolante del cappotto
Se la muratura esistente non garantisce già di per sé uno sfasamento termico accettabile è veramente fondamentale la scelta dell’isolante per correggere questa mancanza ed evitare una delusione nella stagione estiva.
lo stato di fatto era già un frigo d’inverno e un forno d’estate? non cadiamo dalla padella alla brace!
Dunque? come determinare la qualità di una muratura esistente?
Intanto misuriamo lo spessore, ma in ogni caso è il tipo di materiale costruttivo che fa la differenza.
Se speriamo di avere già una trasmittanza decente senza spessori enormi dobbiamo sperare che la parete sia in laterizio forato, solo che fino agli anni ’80 si costruiva solo con blocchi lisci e quindi c’è il ponte termico non solo della malta di allettamento orizzontale, anche quello del giunto di malta verticale. Nelle costruzioni anni ’80 è possibile che ci siano murature migliori con blocchi ad incastro.
Negli edifici post 2005 possiamo essere ancora più fortunati e trovare blocchi di maggiore spessore se non addirittura ad alte prestazioni termiche (per allora), con forometrie ottimizzate geometricamente e più file di fori.
Non è facile raccapezzarsi tra le infinite variabili del muro già costruito, che magari prevede anche materiali misti o con intercapedini vuote (o mal coibentate), le opzioni sono veramente tante e anch’io preferirei riuscire ad individuare bene il blocco di costruzione o uno simile o il materiale utilizzato al tempo, solo che non sempre ci si riesce e poi ricordate che è appena dal 2006 che è diventato cogente l’obbligo di marcatura CE dei prodotti di laterizio (UNI EN 771-1).
in mancanza di specifiche informazioni
Cosa fare quando manca ogni tipo di informazione o riferimento sul materiale da costruzione impiegato per murature esistenti? Come suggerisce l’ENEA non ci resta che fare riferimento alla norma UNI/TR 11552:2014 “Abaco delle strutture costituenti l’involucro opaco degli edifici – Parametri termofisici”.
Lì troviamo buone informazioni per buttare giù una stratigrafia dello stato di fatto meglio dettagliata sui materiali che compongono la struttura esistente e finalmente iniziare a ragionare sull’intervento che si andrà a proporre.
ragionare sull’intervento
E dunque? quale cappotto sarà più adatto alla nostra vecchia casa?
- un semplicissimo pannello isolante in polistirene espanso bianco con conduttività termica 0,036 W/mK?
- un pannello isolante (grigio) in polistirene espanso che garantisce una conduttività termica 0,031 W/mK?
- un pannello isolante in schiuma polyiso espansa (PIR) rivestito in velo-vetro saturato e conduttività termica 0,025 – 0,027 W/mK?
- un pannello isolante incombustibile in lana di roccia a doppia densità con conduttività termica 0,035 W/mK e reazione al fuoco Euroclasse A1?
- un bel pannello isolante a base di idrati di silicato di calcio che è un isolante minerale, senza fibre, incombustibile con conduttività termica 0,045 W/mK, reazione al fuoco Euroclasse A1 e peso specifico di 115 kg/m3? non male il comportamento estivo…
- un pannello isolante in sughero naturale espanso con conduttività termica 0,040 W/mK e peso specifico di 120 kg/m3? anche con spessore 360 mm, se volete strafare. ottimo comportamento estivo…
- un pannello isolante in fibra di legno, intonacabile, e conduttività termica 0,037 W/mK? peso specifico 110 kg/m3 e ottimo comportamento estivo…
dipende!
dipende dalla qualità della muratura esistente, dalla zona climatica, dallo spessore applicabile, dal portafogli.
Andrà tutto bene?
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autore – Federico Sampaoli
copywriter, content creator & web editor – Federico Sampaoli consulente tecnico per l’isolamento termico dell’involucro edilizio
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