Dopo decenni di poco comfort, sono tantissimi i committenti che sognano di avere sotto i piedi un tiepido pavimento radiante! Peccato che i tempi intanto siano cambiati! I pannelli radianti a pavimento tradizionali NON sono adatti a garantire il benessere nei nuovi edifici in classe A. Per assurdo, in classe A, i ventilconvettori a bassa temperatura si comportano meglio e permettono anche un risparmio energetico.
Ma perchè il sistema radiante non è più la panacea a tutti i mali? Come mai i ventilconvettori o i normali radiatori sono da riprendere in considerazione?
Possiamo definire una stortura progettuale un radiante tradizionale (quello con molto massetto) in un edificio efficiente, eppure, si stanno vendendo Case a Consumo Zero con massetto tradizionale.
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Ma torniamo ai concetti principali:
- per capire il livello di benessere degli occupanti di un ambiente si deve guardare la Temperatura operante, definita come la media matematica tra la temperatura dell’aria e la temperatura media radiante di tutte le superfici dell’ambiente.
La temperatura media radiante è tanto più bassa quanto minore è l’isolamento termico, maggiore il numero delle pareti e delle finestre rivolte verso l’esterno e minore è la temperatura dell’aria esterna.
La buona fama dei pannelli radianti proviene proprio dal fatto che aiutano a migliorare la temperatura media radiante perché portano il pavimento a una temperatura superiore a quella dell’aria ambiente, e questa, dev’essere tanto più alta quanto meno è coibentato l’edificio.
I sistemi tradizionali a pavimento danno una risposta troppo lenta, la lentezza è data dalla loro inerzia termica elevata: le tubazioni sono immerse nel massetto che pur offrendo una elevata conducibilità, magari pari a 2 W/mK, ogni cm di spessore conferisce al pavimento un’inerzia di circa 5.9 Wh/m2°C.
Facciamo un esempio:
un massetto tradizionale prevede un massetto di spessore circa 6 cm e pertanto incamera 35 Wh/m2°C
cosa significa?
significa che per alzare di 5°C un metro quadrato di pavimento radiante si devono fornire 175 Wh.
L’inerzia termica interviene negativamente
- sul tempo di messa a regime dell’impianto
- sul tempo di reazione dell’impianto alla variazione del carico con accensioni e spegnimenti dovuti soprattutto alla presenza e all’assenza delle persone e anche degli stessi apporti gratuiti del sole.
Se la stanza o la zona è soggetta a carichi solari è possibile un surriscaldamento imprevisto (leggi.. si surriscalderà per bene) (tipica situazione di un moderno edificio con porzioni vetrate generose, magari a ovest).
Certo il sistema radiante si spegne grazie al termostato ambiente ma resta la grande inerzia termica da smaltire e che va sommata agli apporti gratuiti del sole o delle persone (surriscaldamenti non più gestibili).
E’ anche vero che vi sono sistemi di regolazione modulanti ma non fanno altro che rallentare ancora di più la messa a regime e smorzamento del periodo invernale.
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E il raffrescamento?
Ogni cliente ha richieste di comfort diverse, dovute anche al paese di provenienza, e il sistema radiante mal si adatta alle richieste particolari. Il turista tedesco preferisce una temperatura molto bassa in estate mentre l’italiano no, ma gli aspetti cambiano anche dalla tipologia dei vestiti indossati, dall’attività svolta prima di rientrare a casa e tanto altro.
Fortuna vuole che esistano anche sistemi radianti a bassa inerzia termica che meglio regolano questi aspetti (il loro costo si duplica: dai 40 €/mq fornito e posato, si arriva ai circa 80 €/mq). Un impianto radiante dinamico può essere una soluzione perfetta.
Ricordiamoci che in un sistema di raffrescamento a pavimento (utilizzando la linea DIN EN 1264-5-2008) la potenza in raffrescamento, utilizzando una piastrella, riesce a emettere circa 35 W/mq, pertanto in una stanza di 20 mq il sistema di emissione riesce a conferire 700 Watt.
Attenzione, senza considerare che a monte deve esserci un sistema di deumidificazione.
autore: Marco De Pinto
revisione: Federico Sampaoli
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copywriter, content creator & web editor – Federico Sampaoli consulente tecnico per l’isolamento termico dell’involucro edilizio
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