La costruzione in legno si sta ben diffondendo nel settore dell’edilizia italiana, nel nuovo, nella ricostruzione e nella sopraelevazione dell’esistente. Nel 2015 si è già arrivati ad un consumo di oltre di 650.000 m³ di travi lamellari. Naturalmente una bella fetta di queste travi è destinata al “tetto in legno ventilato” di costruzioni tradizionali.
tetto in legno ventilato
Chi si è deciso per un tetto in legno ventilato per una casa in muratura, cosa deve chiedere al suo progettista? Ci sono aspetti tecnici ancora più urgenti rispetto alla finitura interna?
i 4 punti fondamentali
La mia esperienza, in ordine di importanza, mi suggerisce di indicare alcuni punti fondamentali:
- assenza di spifferi, quindi tenuta all’aria
- corretta gestione della migrazione del vapore, quindi scelta delle guaine
- materiali isolanti e spessori idonei per la protezione dal caldo
- salubrità della finitura interna del legno
ordine di importanza
Ripensando all’ordine di importanza che ho dato sopra:
- può il committente essere soddisfatto di un tetto senza spifferi con dei teli che non gestiscono correttamente la migrazione del vapore?
- può esserlo con dei teli fantastici e pannelli isolanti completamente inadeguati e per qualità e per la zona climatica di riferimento?
Analizziamo un po’ più precisamente questi 4 punti, dato che a prima vista i tetti sembrano tutti ben progettati.
come trovare gli errori nel progetto del tetto ventilato
1. Assenza di spifferi:
La copertura deve garantire la tenuta all’aria: l’ambiente interno, riscaldato in periodo invernale, tende a spingere verso l’esterno (come una pentola sul fuoco) il vapore, quegli sbuffi di vapore della pentola succedono esattamente anche sul perimetro del vostro tetto in legno nel nodo tetto-parete. E proprio per il fatto che il materiale legno sarà in contatto con mattoni o blocchi in laterizio o calcestruzzo (materiali diversi per natura e comportamento) la progettazione del nodo tetto-parete deve essere fatta scrupolosamente.
Diceva un tale – non c’è arte e non c’è ingegno che faccia aderir la malta al legno.
Si sa che una trave passante nel muro darà presto o tardi problemi di spifferi, e si sa anche che le perline (il tavolato o l’assito come siete abituati a chiamarlo) sembrano aderire bene sulla testa del muro, ma anche l’intonaco non può per garantire la tenuta tra perline e parete.
Un paio di inverni, e saranno evidenti i passaggi d’aria e le condense, poi l’insorgere della muffa, e poi il deterioramento del legno.
Dunque evitiamo di accettare un disegno di massima o una sezione che non indichi esattamente la soluzione perfetta per un tetto in legno e i materiali idonei a garantire la tenuta all’aria dell’involucro.
2. Corretta scelta delle guaine:
Se avete già letto qualche articolo che tratta la migrazione del vapore attraverso le strutture edili conoscete il meccanismo per cui il vapore tende ad uscire verso l’esterno in periodo di riscaldamento e verso l’ambiente interno in periodo estivo (ora non pensate che d’estate vi troverete la
Già dai tempi dell’ora di geografia ricordate di quanto sono diverse e uniche le regioni italiane. Il clima è stato suddiviso in zone e per semplicità non abbiamo riempito l’alfabeto intero: la zona climatica più calda è la zona climatica A (Ah che caldo!) e quella più fredda è la F (Freddo!) – quindi le zone climatiche italiane sono A B C D E F.
Inutile dire che in ogni microclima di una certa zona e di un certo edificio ci sia un determinato uso del riscaldamento, un periodo di riscaldamento più o meno breve. Pensate che in zona F il periodo di riscaldamento può essere 12 mesi l’anno (vedi figura):
In condizioni simili il pacchetto tetto sarà quasi perennemente interessato da una migrazione del vapore verso l’esterno! Sarà corretto un buon freno al vapore sul lato caldo e un ottimo telo impermeabilizzante e traspirante sul lato freddo. Ma nei paesi più caldi della Sicilia dove forse l’impianto di riscaldamento viene utilizzato qualche settimana all’anno si possono posare le guaine con le stesse proprietà di resistenza al passaggio del vapore? Assolutamente no.
Nei climi più caldi devo progettare ricordando la grande tendenza del vapore che migra verso l’interno! e non mi devo opporre a questa naturale tendenza altrimenti posso, semplicemente sbagliando telo, provocare una condensa all’interno del pacchetto isolante perché il vapore non è aiutato a sfogare in ambiente asciugando completamente il coibente.
Meglio fare grande attenzione ai valori Sd indicati sulle schede tecniche dei manti traspiranti.
3. Isolanti e spessori idonei per la protezione dal caldo:
Ho già scritto diversi articoli sul tema, scegliere il materiale migliore per coibentare il tetto e proteggere l’ambiente dal surriscaldamento è non solo un obbligo di legge, è un dovere verso il committente che desidera ottenere un ambiente confortevole anche senza l’uso continuato degli impianti di raffrescamento. La protezione dal caldo è un diritto: fatelo valere!
4. Salubrità della finitura interna del legno:
Non dilunghiamoci nel pessimismo dei veleni nascosti in tutto ciò che ci circonda, e ricordiamo solo che le strutture lignee grezze verranno trattate.
I prodotti impregnanti servono a proteggere il legno da attacchi biologici e a volte a modificarne l’aspetto. Cerchiamo di evitare prodotti contenenti principi attivi tossici (ad es. composti metallorganici). Di solito se la finitura è estetica ma anche preservante è inevitabile che contenga biocidi.
Le superfici in legno interne sono caratterizzate da un’umidità del materiale in equilibrio con ambienti a una temperatura di 20°C e un’umidità relativa dell’aria circostante che non superi il
Le vernici all’acqua presentano emissioni di composti organici volatili (VOC) molto esigue. Ma spesso sono vernici acriliche emulsionate in acqua, quindi sono presenti tutti i componenti tipici delle resine acriliche.
Vernici ed impregnanti di cat. 1/e per finiture interne ed esterne rispettano il valore limite UE della categoria A/e di 130 grammi per litro di VOC (Composti Organici Volatili in italiano). Un’ etichetta di cosa ci vuole avvisare?
1) che ci sono componenti chimici di sintesi :
- alcuni componenti sono indicati in etichetta
- altri componenti compariranno scritti nella scheda di sicurezza SDS (se è stata allegata)
2) che produce emissioni di VOC (quindi contiene sicuramente anche solventi)
E’ un prodotto nocivo : « nocivo » tra virgolette perché la normativa lo accetta in tutti i paesi della UE.
Avete mai letto una Scheda di Sicurezza? La SDS deve essere fornita gratuitamente entro la data della prima fornitura della sostanza o della miscela. Può essere fornita su carta o in forma elettronica. In ogni caso è obbligo del fornitore consegnare la SDS al destinatario.
Per il principio della cautela meglio preferire prodotti di origine vegetale, senza elementi di sintesi o elementi pericolosi per l’uomo e l’ambiente, che utilizzano resine vegetali ricavate da piante, veicolate in olio. Prodotti che non contengono pericolosità o emissioni di composti organici volatili (VOC) dannosi per l’uomo e l’ambiente.
copywriter, content creator & web editor – Federico Sampaoli consulente tecnico per l’isolamento termico dell’involucro edilizio
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