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isolamento contro il caldo - Cosa è lo sfasamento? 1

Cosa è lo sfasamento?

110 risposte

Lo sfasamento è il tempo che impiega l’onda termica per fluire dall’esterno all’interno attraverso un materiale edile.

Dobbiamo cercare di garantire almeno le 12 ore, ma sono ancora poche e i risultati saranno mediocri!

sfasamento

  1. Più un materiale ha inerzia termica e maggiore sarà lo sfasamento.
  2. Più calore specifico offre un materiale e maggiore è lo sfasamento.
  3. Più il materiale riesce ad assorbire calore e più sarà capace di cederlo con lentezza.

I materiali isolanti artificiali in genere non hanno molta densità e dunque assorbono poco calore: si dice che hanno scarsa capacità termica volumica!

Capacità termica volumica  =  calore specifico  x  densità

 questi spessori garantiscono uno sfasamento di 8 ore

  1. Maggiore è lo sfasamento, più tempo impiegherà il caldo a passare all’interno dell’edificio!
  2. Più capacità termica massica ha un materiale, più è in grado di accumulare energia termica!
  3. Lo smorzamento è la capacità di accumulo di calore di un materiale.
  4. I materiali con più massa volumica kg/mc e più calore specifico offrono maggiore protezione estiva.

Un pannello in fibra di legno ha una capacità termica elevatissima. C’è fibra e fibra… quindi bisogna leggere con attenzione la scheda tecnica del materiale che ci stanno proponendo.

tabella comparativa materiali estate-inverno


federico sampaoli espertocasaclima

copywriter, content creator & web editor – Federico Sampaoli  consulente tecnico per l’isolamento termico dell’involucro edilizio

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110 risposte a “Cosa è lo sfasamento?”

  1. @ antonio

    chi trova un nipote trova un tesoro!
    un informatico sta sempre troppo seduto, possiamo scegliere il fai da lui!
    se però il foro presenta una diagonale di soli 60cm non possiamo portare in soffitta altro che sacchi di isolante sfuso

  2. Avatar Antonio
    Antonio

    Egr. dott. Sampaoli, grazie per l’accurata proposta.
    Rispondo qui a entrambi i Suoi messaggi.
    Botola da 78 x 48 cm. (masonite da 1 cm.) ma la scala retrattile non permette il passaggio di nulla più largo di 60 cm. (diagonalmente) in caso di assi e tavole, meno di 50 di diametro in caso di sacchi.
    Come detto, niente fai-da-te, purtroppo. Non mi metterò ad analizzare qui con Lei la mia cartella clinica, si fidi della mia parola.
    Trovo interessante l’uso della perlite, per il livellamento a secco delle asperità del sottotetto. Lo farò presente all’impresa con cui forse poseremo la fibra di legno, sperando siano malleabili anche verso questa possibile e intelligente soluzione integrativa a secco.
    Garanzie al momento non ne ho, credo sappia benissimo chiunque ci legge come ogni impresa edile sia affezionata alle soluzioni che ha fatto proprie e fargliele deviare (o peggio, abbandonare) è – perdoni il gioco di parole – un’impresa.
    La stratigrafia risultante dovrà comunque sostenere un valore di isolamento tale da rimanere al di sotto di 0,20 W/mqK, oltre all’importante sfasamento estivo offerto dalla fibra di legno. Ma niente telo impermeabile, lieto della Sua conferma ai miei dubbi.
    Trovo anch’io divertente ma soprattutto utile il Suo ascolto e la Sua pazienza.
    Approfitto infine per ringraziare mio nipote Fiorenzo, abile informatico, per l’aiuto senza il quale queste amabili conversazioni con Lei non sarebbero possibili.

  3. @ antonio

    il pavimento del sottotetto al grezzo con aree irregolari può essere riportato in piano in quelle zone con un Sottofondo a secco in scaglie di legno mineralizzato (Densità: ca. 360 kg/m3) e questo rimane stabile dopo la posa, è estremamente resistente e subito pedonabile – non necessita di compattazione. sono sacchi da 50l e per portare a livello 1mq con spessore 5cm spenderà circa 30€
    oppure usando perlite sfusa e spenderà circa la metà
    poi 2 strati di fibra di legno con densità almeno 110kg/mq e la protezione estiva è assicurata.
    di più è meglio ovviamente.
    il telo impermeabile non serve
    il pavimento deve decidere lei se le serve. sulla fibra di legno si può sempre camminare

  4. @ Antonio o Fiorenzo

    divertente tutto lo scambio! spero anche per lei.
    domani chiariamo bene cosa vuol dire a secco e cosa fare.
    non ricordo in effetti se abbiamo una botola di accesso e che misure abbia…
    ma la sua forza muscolare… fin dove possiamo spingerla?

  5. Avatar Antonio

    Lo sfogo ci sta, dott. Sampaoli mio. Ma per questo tipo di fai-da-te ci vuole il fisico! Io al massimo posso fare collezione di francobolli, con il mio…
    Detto questo e visto che mi tocca ricorrere a maestranze specializzate, dato il volume di tasse che ancora alla mia età devo comunque pagare, almeno che lo Stato mi ritorni qualcosa per gli sforzi a me consentiti che compio: per fargli incassare le tasse che verserò al costruttore che farà i lavori, oltre aiutare il governo a raggiungere gli obiettivi che l’Italia ha sottoscritto con l’Europa…
    In quanto a sostenere il blog certamente sì, lo sto segnalando a tutti e se faccio ordini su Amazon li faccio, come promesso in un mio post precedente, tramite il Suo blog.
    Non essendo io un rappresentante della categoria edile ho ascoltato chi mi diceva di fare il magrone (cemento alleggerito) per livellare la superficie di posa.
    Avvessi le competenze giuste probabilmente dirigerei un’impresa edile o aprirei un blog, anche se non bello e utile come il Suo.
    Livellare a secco, per tornare al merito, che significa? Sono tutt’orecchi.
    Perché poi lo chiedo al proponente faticosamente scovato.
    Attendo lumi e auguro buona serata.

  6. @ antonio

    mi domando come mai lei non sia ancora tra i sostenitori del blog. o forse lo è?
    perchè portare umidità nel sottotetto con un cemento alleggerito quando si può lavorare a secco?
    perchè pagare cifre stratosferiche con il miraggio delle detrazioni fiscali quando si può far da sé?
    perdono per lo sfogo di fine aprile 🙂

  7. Avatar Antonio

    Egr. dott. Sampaoli buongiorno.
    Torno ad affrontare l’argomento dell’isolamento del sottotetto cui Lei ha così cortesemente risposto giorni fa. Ho cercato (e finalmente trovato, non è facile) una ditta della zona disposta ad ascoltare le mie richieste: utilizzo della fibra di legno, realizzando una stratigrafia che tenga conto di tutto, estate e inverno. Il titolare era già partito con la “solita” lana di roccia o qualche derivato dal petrolio ma l’ho subito riportato …in carreggiata citando lo sfasamento termico, come Lei m’insegna.
    Ricorderà che il pavimento del sottotetto è al grezzo e ha delle aree irregolari. Per risolvere alla radice il problema ho chiesto un livellamento in cemento alleggerito, quel tanto giusto per portare tutta la superficie in pari. Poi 30 cm. di pannelli di fibra di legno ad alta densità (140 kg. al metro cubo).
    Preoccupato del fatto che la fibra di legno – dice – non sia calpestabile, il proponente vuole aggiungere un livello di calpestio in OSB. Sarebbe necessario per mantenere utilizzabile il sottotetto come magazzino, per il transito di future ispezioni all’impianto d’antenna TV e – non ultimo – per uscire sul tetto dall’unico lucernario presente.
    Il tecnico della ditta interpellata proponeva poi, tra i pannelli di fibra di legno e il piano in OSB, anche un telo impermeabile. Memore dei Suoi insegnamenti ho ribattutto chiedendo sia almeno ad alta traspirabilità.
    Correttamente posato e nastrato, quel telo, ben diverso dalla plastica che mi era stata inizialmente proposta, costerebbe sui 4,00 euro + IVA al mq.
    Parliamo di 55 mq.: non credo siano i 220 euro di quel telo, se necessario, a impedirmi di accettare il preventivo. Ma mi rimane ugualmente qualche dubbio sulla presenza di ‘sto telo, non vorrei creasse problemi, anziché risolverne. Bisognerebbe, qui come in molti altri ambiti, saperne sempre una più del diavolo…
    Lei cosa ne pensa?

  8. Avatar Antonio

    Sentito il proponente: il tavolato avrebbe uno spessore di 18 mm. per complessivi 16 cm. (io ricordavo questo dato, fornito a voce nel corso del sopralluogo) quindi avremmo uno spazio sotto, per l’insufflaggio, di 16 – 1,8 = 14,2 cm. di fiocchi compressi. L’azienda però assicura la medesima densità, nei 30 cm. liberi come nei 14,2 compressi, pari a 9 kg. al metro quadrato o equivalenti. Lo sfasamento di tutto il sottotetto, garantisce, sarà pari a 16 ore, sia in estate che in inverno.
    Riportate queste dichiarazioni, che spero vicine alla realtà, so bene che il tavolato mi costa più del materiale insufflato. Però non posso rinunciare in toto alla disponibilità di spazi di stoccaggio che sto sfruttando attualmente (valigie, scarpe fuori stagione, imballi originali degli apparecchi elettronici ecc. ecc.).
    Poi – oltre alle certificazioni con le quali poter salire di Classe energetica e rivalutare il valore dell’immobile – qui potrò detrarre il 65% dalle tasse, portando il costo effettivo (allo scadere dei 10 anni) sull’importo di 24,5 euro/mq.
    Mettiamoci pure un’inflazione devastante, da qui al 2034, per cui ogni anno quella detrazione di 1 decimo diventi alla fine sempre meno consistente, rispetto al costo della vita. Sarebbe comunque un bel recupero di valore. Senza contare il risparmio immediato: IVA al 10% anziché al 22%.
    Trovassi un fornitore che mi offre le stesse opportunità di spesa detraibile, IVA ridotta, certificazioni a valere di norma e di Legge… posando 3 strati da 10 cm. di pannelli in fibra di legno lo chiamerei volentieri, sicuro di ottenere con assoluta, matematica certezza (grazie al Suo apprezzabilissimo contributo, ovviamente) le prestazioni migliori possibili e la fruibilità dell’intera superficie di stoccaggio, o quasi.
    Considerando sempre che i primi 10 cm. (e forse anche i secondi) dovrebbero essere di fibra di legno flessibile, meno performante dei pannelli rigidi, se non erro, onde assorbire le irregolarità del piano di calpestio dovute a corrugati elettrici annegati sotto cemento.

  9. @ antonio

    il calcolo termico che le ho fatto relativo alla voce sfasamento è proprio l’isolante in fiocchi insufflato nell’intercapedine, che rispetto alla posa libera, aumenta per forza di densità.
    avevo inteso 16cm di intercapedine e pensato 20mm di tavolato, quindi togliamo 1 oretta di sfasamento.
    il fatto è che lei sta pagando la costruzione dei questa intercapedine con tavolato in legno…
    questo è il nocciolo.
    mentre con 70€ si potrebbero acquistare 10+10+10cm di fibra di legno costosa

  10. Avatar Antonio

    Il foglio che il titolare della ditta mi ha lasciato dopo il sopralluogo di persona (unico tra gli interpellati) nel sottotetto non è molto… esteso. Si tratta di un prestampato dove sono inseriti alcuni dati sull’edificio e sul tipo di riscaldamento (caldaia a gas) la metratura totale (55 mq) e una crocetta tra 3 possibili scelte: 20, 30 oppure 40 cm. di spessore in aria libera di fibra cellulosa ricavata da materiale di recupero (vecchi giornali, ha detto), senza sali di boro. Questo pare assicuri una salubrità superiore. Non so quale metodo adotti per ottenere i valori di ininfiammabilità che permettano di rispettare le normative.
    La crocetta dello spessore in aria libera l’ha messa su 30 cm. Però il pedanato, indicato nella parte inferiore del modulo, sarà formato da un tavolato con 15 cm. di spazio, sotto il quale verrà insufflato un quantitativo di fibra a maggiore concentrazione, in modo da compensare e ottenere lo stesso risultato di isolamento, in maniera omogenea, assicura.
    Ma tabelle con valori di densità espliciti o altro non ce ne sono.
    Però posso contattare il titolare (mi ha lasciato il proprio cellulare diretto) e chiedere qualsiasi informazione. Lo farò senz’altro, alla luce dei Suoi suggerimenti.

  11. forse nell’offerta che ha ricevuto trova anche il calcolo termico con lo spessore previsto.

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  12. Avatar Antonio

    Buono a sapersi. Chiederò su quale valore di densità si attesta la loro fornitura. 14 ore di sfasamento non sarebbero male.
    Grazie ancora per la cortesia e la pazienza.
    Le saprò dire, eventualmente, la risposta dell’azienda.

  13. @ antonio

    ammesso che riescano a raggiungere una densità di almeno 60kg/mc,
    con 16cm di isolante otteniamo appena 12ore di sfasamento estivo…
    contando anche il tavolato 14ore

  14. Avatar Antonio

    E questo non mi starebbe bene. Se il motivo principale è ovviamente migliorare il confort abitativo, rinunciare agli incentivi disponibili significa avere un delta di prezzo ridotto, tra polpa di cellulosa e fibra di legno, per posare la quale dovrei comunque pagare qualcuno per aiutarmi. Atteso che, come giustamente dice Lei, dovrei pure aumentare lo spessore (quindi il costo) oltre a pagare l’IVA al 22% anziché al 10%.
    Le certificazioni: mi servono per documentare il salto di Classe energetica, quindi rivalutare l’edificio dal punto di vista economico, dovessi venderlo, in futuro.
    Se mi conferma che con la proposta della ditta vicentina – costi alti assodati – il risultato sarà migliorativo non solo d’inverno ma anche d’estate, procedo con i fiocchi di cellulosa.
    E naturalmente La ringrazio per la cortesia e la consulenza, rinnovandoLe i miei complimenti per la preziosa opera divulgativa. Farò i miei prossimi acquisti Amazon utilizzando il Suo link.

  15. @ antonio

    la fibra di legno flessibile richiede spessori maggiori per ottimale sfasamento.
    sì 70€/mq sono tanti.
    con il fai da te ci sarà pero iva al 22% e non detrazioni

  16. Avatar Antonio

    Ci ho pensato, perché il costo complessivo (floccaggio + pedane) di circa 70,00 euro/mq è pesante, sebbene la ditta fornirebbe certificazioni e pratiche per ottenere gli incentivi del 65% da scontare in 10 anni dalle tasse. Pensavo a pannelli in fibra di legno flessibili da 50 kg/mc in quanto la superficie della pavimentazione è a tratti irregolare, con tubazioni dell’impianto elettrico e dei cavi dell’impianto d’antenna, coperti da Malta cementizia quale ancoraggio. Ritiene che con 20 cm di spessore otterrei di rimanere sotto 0,20 W/mqK?
    Con un programma apposito un termotecnico mi diceva che, utilizzando un pannello di Polistirene espanso sinterizzato (alla grafite) da 14 cm. Riuscirei a stare sotto quel valore, restando a 0,195 W/mqK, appena sufficiente, disse, per rientrare negli incentivi.
    Se usassi pannelli in fibra di legno flessibili a bassa densità, 50 kg/mc tipo i Betonwood Fibertherm flex 50 dovrei restare dentro quel parametro (0,038 contro 0,031 del polistirene) centrando anche l’obiettivo dello spostamento termico, perché il Fibertherm Flex 50 dichiara 2.100 J/kg K ma la bassa densità (rispetto ad altri pannelli in fibra di legno) mi trattiene. Altrimenti avrei – credo – fatto quadrare il cerchio

  17. @ antonio

    ma visto che è accessibile potrebbe lavorare in fai da te con pannelli rigidi e un po’ di materiale sfuso per evitare il taglio.
    sempre che il preventivo non sia interessante €/mq

  18. Avatar Antonio

    Egr. dott. Sanpaoli, anzitutto grazie per il grande lavoro divulgativo su un argomento così ostico ai più ma così importante per non sbagliare, se si è alla ricerca della soluzione per un corretto comfort abitativo, in questi anni terribili di surriscaldamento globale.
    Vengo al punto: porzione di villetta bifamiliare in Zona E (colli bolognesi) esposta su 3 lati: nord-est-ovest, riscaldamento a pavimento, pareti esterne in laterizio “poroton” da 30 cm. intonaco in malta cementizia da 2 cm sia dentro che fuori.
    Due piani fuori terra più sottotetto alto (245-90 cm.) lasciato al grezzo, superficie totale 55 mq e predisposizione per 4 ambienti. Tetto in latero-cemento (muretti e tavelloni) guaina catramata e coppi portoghesi. Diversi ponti termici dovuti all’infrastruttura in C.A. purtroppo.
    Compreso, grazie a Lei, che la coibentazione del pavimento del sottotetto può portarmi grandi benefici sia invernali (meno gas metano…) che estivi (meno condizionatore acceso), ho contattato una ditta che propone floccaggio con polpa di cellulosa (giornali vecchi senza boro) per uno spessore di 30 cm. Il sottotetto è utilizzato in buona parte come magazzino; mi sono accordato per realizzare una superficie calpestabile con assi di legno per complessivi 25 mq.
    In quel caso lo spessore sarà però ridotto a 16 cm. ma con sottostante insufflaggio a densità aumentata, per compensare il minore spessore (sebbene poi ci siano circa 2 cm. di assi di legno).
    La ditta vicentina in questo modo promette -3° in estate e +3°C in inverno.
    Sono tentato ma dopo aver visionato i Suoi video e i Suoi articoli qualche dubbio sui -3°C. in estate mi assale. Lo spessore del sottotetto è di circa 22 cm.: 20 di latero-cemento e 2 di intonaco dei soffitti delle camere. Può rincuorarmi?

  19. @ davide

    in previsione della prossima estate potrà ancora informarsi e affinare il progetto 😉

  20. Obiettivamente questa casa non ha mai avuto problemi di condensa sui muri e credo che d’estate sia un problema pressoché insesistente. D’inverno, la cucina che confina con l’esterno “freddo” su 2 muri e che è l’ambiente più “vaporoso” ha raramente fatto condense e le volte che l’ha fatto le goccioline sono comparse sui vetri singoli del serramento, non sul muro, che rimane ben asciutto. Quindi escludo che un controsoffitto possa creare tutti questi problemi. Informandomi sui prodotti ho trovato anche rotoli con caratteristiche di traspirabilità che possono mitigare la situazione. Quindi in previsione della prossima estate penso agirò in questo senso. Se poi dovessi accorgermi che sto coltivando muffe, mi cospargerò il capo di cenere. Per ora la vedo come unica soluzione da interno percorribile senza diventare matti e con qualche buon risultato nell’evitare di farmi soffocare d’estate. Per tutto il resto e potendo agire da esterno, certamente ci sono un’infinità di materiali e spessori con calcoli di sfasamento, lambda, mu, rho, phi e tutta la compagnia cantante dell’alfabeto greco con cui divertirsi.

  21. @ davide

    non è tanto per la traspirabilità (che ce ne importa se il solaio soffocherà) ma per l’abbassamento della temperatura della superficie interna del solaio (del soffitto).
    cosa succederà al vapore che raggiunge quella zona? anche per fiancheggiamento…
    condenserà 😐

  22. Grazie per la pronta risposta, il lastrico è sì accessibile, ma essendo quello di un condominio con zero voglia di spendere, è pressoché escluso un intervento dall’esterno almeno per ora. La stratigrafia delle mura perimetrali dovrebbe comprendere una camera d’aria di 8cm (palazzina fine anni 50). Del telo alluminato parlo per aver visionato diversi video di controsoffitti interni fatti proprio così; è vero che si riduce di molto la traspirabilità, ma rimane quella delle mura esterne, che sono una superficie maggiore del soffitto, quindi la casa credo proprio traspiri lo stesso. Grazie

  23. @ davide

    non ho esperienze dirette e personali con la soluzione miracolosa del telo alluminato, 2 cm di cuscinetto d’aria e controsoffittatura.
    si può intervenire sul lastrico solare? cioè all’estradosso? per evitare il surriscaldamento del solaio.

    l’insufflaggio protegge la muratura di tamponamento interna dal surriscaldamento, ma tutto dipende dal materiale e dallo spessore dell’intercapedine vuota 😉

  24. Scusate ma in tutto questo caos di materiali e tabelle non se ne esce per uno che non è proprio un tecnico. Ora io ho essenzialmente un problema di surriscaldamento estivo, quando fuori arrivano 35 gradi dopo un paio di giorni le temperature in casa salgono lentamente e costantemente superando i 32 gradi. Premetto che sopra di me ho un lastrico solare piano e forse il primo intervento sarebbe un controsoffitto. Seguito da un insufflaggio parete perimetrale. Ma quali materiali per questa condizione? Ho sentito parlare di teli isolanti di alluminio proprio per tenere “fuori” il caldo. Questi teli funzionano? Se così fosse non servirebbero 20 cm di controsoffitto isolato per sfasare di 8 ore. È corretto o sto dicendo castronerie? Potrei isolare dal caldo del lastrico con un telo alluminato, 2 cm di cuscinetto d’aria e controsoffittatura? O mi devo abbandonare all’idea che servono 20 o 30 cm per isolare dal caldo? Grazie.

  25. @ marco

    senza scomodare stratigrafie complicate con materiali difficilmente reperibili e manti per gestione del vapore da posare con personale qualificato,
    direi che con 18 ore di sfasamento il lavoro vale quel che promette, ma restano i dettagli esecutivi, non proprio banali.

  26. Un’altra alternativa potrebbe essere utilizzare un qualche materiale con facilità di posa simile all’EPS ma con densità e calore specifico più alto, per esempio lastre di perlite (densità 190, calore specifico 835) o pannelli di sughero o lana di roccia a doppia densità. Non so se queste tipologie però abbiano effettivamente facilità di posa o difficoltà come pannelli di fibre di legno.

  27. @ marco

    si deve progettare una sponda di contenimento sul perimetro, sempre senza dimenticare gli scarichi.
    niente è facile 🙁

  28. Se raddoppiassi lo spessore dei pannelli Stiferite o EPS?
    Potrei fare:
    – Solaio
    – Massetto pendenza
    – Guaina
    – Isolante EPS 30 cm
    – Massetto ulteriore
    – Guaina
    – Piastrelle / Decking

    Non mi viene altro in mente che sia relativamente semplice da realizzare, purtroppo pannelli in fibra di legno richiedono qualcuno che sia esperto nella loro posa.

  29. @ marco

    per i tuoi ragionamenti, tieni presente che, se sopra al massetto delle pendenze posi
    160mm di Stiferite ottieni 13-14ore di sfasamento
    160mm di XPS ottieni 12-13ore di sfasamento

    quindi vedi che lo sfasamento è scarso mentre la trasmittanza è molto buona

    aggiungendo un nuovo massetto alleggerito da 10cm per posare la piastrella posso arrivare a 17-18ore.

    se mi invento un decking in tavolato fai da te potrei riempire il vuoto sottostante con argilla espansa sfusa per ottenere lo stesso o poco più sfasamento termico estivo

  30. L’alternativa al decking sarebbero le mattonelle in gres (al momento ci sono mattonelle in cotto), che sono comunque belle (ma forse meno belle del decking per i miei gusti e poi perderei il vantaggio dell’ombreggiamento, che per un lastrico al sud italia costantemente esposto al sole è fondamentale). Valuterò anche in base ai costi, non ho ancora comparato i costi decking vs mattonelle. Tavolato in abete anche potrebbe essere interessante, grazie per l’idea.

    L’usufruibilità del terrazzo è importante, quindi quella non la sacrificherei, però vorrei avere qualcosa che abbia performance estive buone.

    Gli spessori degli strati non dovrebbero essere un problema per accesso e parapetto. L’accesso è una scala che parte da un lastrico ad un livello inferiore, quindi al massimo si aggiunge un altro scalino. Il parapetto è una ringhiera ancorata sul lastrico stesso, quindi andrà ancorata al cemento (senza forare lo strato di isolamento). Quindi in fin dei conti dovrei essere libero sugli spessori.

  31. @ marco

    sai che il decking è un costo aggiuntivo non da poco. certo che se vuoi un tetto piano abitabile e bello e sfruttabile, vale l’investimento.
    l’alternativa è un tavolato in abete, che durerà quel che durerà.

    se si riparte dal solaio dovresti subito fare il massetto con le pendenze corrette e poi l’impermeabilizzazione primaria.
    a questo punto decidere gli strati successivi che immagino saranno dettati dalla soglia di accesso e dalla quota del parapetto.

  32. Sì forse è proprio questo il problema, potresti sfoltirle un po’ e magari aggiungere una pagina “Altro…” per vederle tutte. Un’altra opzione è avere delle pagine esplicative che ti portano direttamente all’articolo più importante di una determinata categoria. Per esempio adesso se clicco su “isolamento acustico” c’è una lista di vari articoli ordinata per data di pubblicazione, magari invece se la pagina spiegasse un po’ in generale il problema e poi desse dei link a degli articoli specifici, potrebbe aiutare la navigazione.

    Tornando al lastrico solare, lo stato di fatto non lo conosco bene perché è stato fatto dal vecchio proprietario. Si tratta di un appartamento di tipologia simile a quella di Giovanni (con muratura in tufo). Il solaio sicuramente è in laterocemento, ed è presente uno strato di perlite per l’isolamento (non so in che forma), poi massetto e pavimentazione in gres. Dato che si è presentata un’infiltrazione e quindi la guaina è danneggiata, devo fare dei lavori di ripristino. Pensavo di rimuovere tutto fino al solaio, rifare guaina impermeabilizzante, poi inserire strato di isolante, poi gettata di calcestruzzo, ulteriore guaina e poi pavimentazione decking in legno/wpc che mi da anche un minimo di ombreggiamento sul lastrico (non posso realizzare pergola). Altra alternativa potrebbe essere isolante con lamiera riflettente, e poi decking montato su lamiera. Dai calcoli con Termus il calcestruzzo abbinato all’isolante dovrebbe offrire un adeguato sfasamento, ma non so se lo sto utilizzando correttamente!

  33. @ marco

    mmmmm, è che negli anni le categorie sono diventate troppe troppe

    tornando al tuo lastrico solare, qual’è lo stato di fatto o dopo la demolizione che vuoi fare?

  34. Leggo da PC. Ci sono le categorie a destra, ma risulta comunque difficile la navigazione nel sito.

  35. @ marco

    leggi i post da mobile o da pc?

  36. Sì in realtà ci sarebbe rete in fibra con mapelastic sotto piastrelle per impermeabilizzazione ulteriore.

    Perlite espansa era già presente, forse converrebbe EPS che ha caratteristiche migliori di isolamento ed è più economico.

    Sto assumendo che il calcestruzzo dia abbastanza massa per aumentare lo sfasamento, ma a questo punto non ne sono sicuro dato che 10cm dovrebbero dare solo 2 ore.
    Quindi il mio calcolo con Termus è sbagliato?

    Grazie Federico, il tuo blog è veramente informativo! Un consiglio: migliorerei l’organizzazione dei post, magari con delle pagine riassuntive che puntano ai vari post, oppure un “tag cloud” così chi è interessato per esempio a un dato materiale può facilmente arrivare a tutti i post a riguardo.

  37. @ marco

    sotto la piastrella ci andrà una impermeabilizzazione secondaria…
    perlite espansa da 30cm?

  38. Sto provando ad utilizzare il software Termus per calcolare lo sfasamento.
    Per questa stratigrafia mi calcola 21 ore di sfasamento:
    Piastrelle 10 mm
    Massetto ordinario 120 mm
    Bitume 4 mm
    Calcestruzzo armato 40 mm
    Lastre a base di perlite espansa. 300 mm
    Blocco laterizio da 24-3 240 mm
    Intonaco di calce e gesso. 20 mm

    Forse sto sbagliando io qualcosa 🙂

  39. @ marco

    per scegliere la soluzione e relativi spessori meglio fare il calcolo termico della stratigrafia intera.
    una gettata di cls armato di spessore 10cm riesce a garantire un paio d’ore di sfasamento termico

  40. @Giovanni come hai risolto alla fine per il terrazzo di copertura?

    Mi chiedevo: la gettata di calcestruzzo che si fa spesso per i solai (al di sopra di pannelli isolanti), non è abbastanza per garantire un certo numero di ore di sfasamento? Il calcestruzzo ha calore specifico che è metà della fibra di legno, ma ha densità altissima, quasi 20 volte maggiore della fibra di legno.

  41. @ giovanni

    premesso che la vedrò presto tra i sostenitori del blog, grazie per la conferma che leggendo ha imparato più di qualcosa…

    per un tetto piano, un lastrico solare ecc il problema non sta nel materiale isolante che assorbe o non assorbe acqua ma nella garanzia che lo strato isolante resti asciutto e che la scelta delle guaine dei teli dei manti e delle sigillature garantisca che il pacchetto funzioni.
    nel suo caso si vuole anche una finitura calpestatile e questo complica ancora di più la stratigrafia perchè dopo il pacchetto tetto si dovrà progettare un massetto desolidarizzato dove incollare le piastrelle contando sulla resistenza alla compressione dell’isolante.
    anche lo strato pendenzato sotto l’isolante e lo strato sopra l’isolante danno un contributo allo sfasamento quindi, come detto, prima si deve calcolare lo stato di fatto, poi aggiungere gli strati necessari minimi massimi sopra e sotto l’isolante, poi scegliere il pannello isolante per ottenere i valori desiderati o richiesti dal decreto dei minimi.

  42. Avatar Giovanni