consulenza per efficienza energetica

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esperto casaclima facile part #16: vapore e condense

4 risposte

Un tempo, di vapore e di condense non si parlava mai. Il fatto è, che le case, una volta, non erano costruite per raggiungere una certa efficienza energetica e la tenuta all’aria era un requisito sconosciuto.

Oggi vogliamo costruire o ristrutturare una casa per ottenere una alta efficienza energetica e questa impone non solo l’uso di tanto isolante ma una elevata tenuta all’aria.

In una parola: niente spifferi. E non pensiamo che lo spiffero sia solo la fessura che sta sotto la porta d’ingresso del 99,9% delle abitazioni italiane.

Come al solito, senza perdere altro tempo, cominciamo da zero:

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isolamento e tenuta all’aria

Idealmente, la casa efficiente è ben isolata ed ha una buona tenuta all’aria. La casa ben isolata di oggi NON respira attraverso gli spifferi: possiamo addirittura affermare che l’ambiente riscaldato sia sigillato.

Il concetto di ambiente sigillato non significa una costruzione NON permeabile al vapore, anzi, è sempre consigliabile una stratigrafia di parete o di tetto permeabile al vapore.

Ambiente sigillato significa che non ci sono difetti di tenuta dove l’aria calda e umida dell’ambiente possa trovare il modo di uscire incontrollata verso l’esterno.

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Ma facciamo un passo in dietro per diventare esperti di vapore:

il vapore

Sentirete spesso parlare di Coefficiente (o fattore) di resistenza al passaggio del vapore che è un numero dato dal rapporto tra la permeabilità dell’aria e quella del materiale edile e nelle schede tecniche dei materiali si legge ad esempio “mu” = 6 ( “mu” scritto come la dodicesima lettera dell’alfabeto greco, diffusa come mu in ambito scientifico e tecnico)

Quando parleremo di permeabilità al vapore parleremo dell’attitudine di quel materiale a trasmettere, per diffusione, il vapore d’acqua.

Quindi un materiale con coefficiente di resistenza al passaggio del vapore basso sarà molto permeabile al vapore, ma tutto dipende anche dal suo spessore:

  • infatti quando si sceglie un materiale per frenare il vapore si analizza il valore Sd (Spessore equivalente d’aria) che è il coefficiente di resistenza al passaggio del vapore moltiplicato per lo spessore in metri del materiale.

ma perchè mai dobbiamo preoccuparci della resistenza dei materiali al passaggio del vapore?

Proprio perché gli ambienti climatizzati (le nostre case moderne) innescano delle spinte di pressione. La faccio breve con 2 semplici esempi da fissare a mente e utili per sempre:

  1. l’ambiente riscaldato di una casa nella stagione invernale genera una spinta di vapore verso l’esterno: il vapore prende la direzione da dentro a fuori!
  2. l’ambiente climatizzato di una casa nella stagione estiva genera una spinta di vapore verso l’interno: il vapore prende la direzione da fuori a dentro 😉

come ottenere un ambiente sigillato

Se la costruzione è di tipo tradizionale, come per esempio una casa in blocchi di laterizio, la tenuta all’aria si ottiene con l’intonaco interno che si occupa di chiudere buchi e fessure e anche di regolare il passaggio del vapore verso l’esterno. Naturalmente anche l’intonaco esterno ha la sua importanza e non solo per proteggere la parete dalle intemperie, anche per proteggere noi dai rumori esterni.

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Se la costruzione è di tipo in legno, la tenuta all’aria si ottiene con l’uso di nastri e teli che si comportano “come una sorta di intonaco tecnologico” e frenano opportunamente il passaggio del vapore evitando le condense interstiziali che per il legno significherebbe vita breve.

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Naturalmente per ogni tipo di costruzione, che sia tradizionale o in legno, la sigillatura del telaio fisso della finestra alla parete è fondamentale.

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Restano gli impianti, cioè i punti di passaggio degli impianti. Queste zone restano ancora molto sottovalutate e la sigillatura degli impianti nei punti di passaggio è presa in seria considerazione solo dai costruttori in case in legno (bè, non proprio da tutti |) ) mentre è presa in scarsa considerazione dai costruttori tradizionali (bè, non proprio da tutti 🙂 )

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gestire la migrazione del vapore

Quel che voglio trasmettervi con questi pochi accenni è che ogni progetto deve gestire la migrazione del vapore nella scelta dei materiali da costruzione e dei materiali isolanti e dei materiali come teli, guaine e membrane nei tetti o nelle case in legno.

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Esistono membrane non porose che trasportano l’umidità attivamente verso l’esterno riducendo la resistenza alla diffusione del vapore. Per attivare questo trasporto serve solo un gradiente minimo di pressione del vapore. Ancora una volta si dimostra che la scelta ottimale dei materiali  non mette solo un tetto in sicurezza dalla pioggia battente, ma riesce a garantire che lo strato isolante sia perennemente asciutto e in grado di svolgere la sua fondamentale funzione:

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Sottovalutare questi argomenti significa fare i conti con danni diversi che ora non mi fermo ad elencare ma che sono tutti riconducibili alle condense interstiziali che possono formarsi. Addirittura condense estive, che son quelle che succedono nei tetti in legno dove il progettista ha immaginato di risolvere il problema con una barriera al vapore sotto l’isolante 🙁

temperatura di rugiada, umidità assoluta, umidità relativa e umidità di saturazione

I concetti di temperatura di rugiada, umidità assoluta, umidità relativa e umidità di saturazione sono concetti che non tutti masticano bene e soprattutto sono sottovalutati.

Si investono più ore nella scelta di finitura del pavimento che nell’analisi di una stratigrafia tetto.

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Giusto per arricchirci di un’oncia di sapere, ecco 4 definizioni:

  1. la temperatura di rugiada è quella dove l’aria diventa satura di vapore acqueo, (l’igrometro indicherebbe un’umidità relativa, relativa alla temperatura!, del 100%). Ecco perchè confrontare il valore di un igrometro esterno con un igrometro in casa per capire se fuori è più o meno umido che in casa è stupido 😉 Solo alcuni e rari termigrometri ci dicono anche il valore della temperatura di rugiada, e bisognerebbe averne uno fuori sul davanzale e uno in casa: 
  2. l’umidità assoluta è la quantità di vapore acqueo (in grammi) contenuta in un kg di aria secca.
  3. l’umidità relativa ci indica il contenuto di vapore (in %) nell’aria ad una certa temperatura: quasi ogni termoigrometro indica questo dato insieme alla temperatura in C°. Ecco perchè se sale o scende la temperatura, anche la percentuale di umidità scende o sale (rispettivamente!)
  4. l’umidità di saturazione ci indica quanti grammi di acqua possono rimanere sospesi nell’aria sotto forma di vapore a una data temperatura, dopo di che, condensa (piove). Ecco perchè nelle zone più fredde, interessate da qualche ponte termico, l’umidità dell’ambiente incontra una temperatura superficiale talmente bassa che il vapore condensa, offrendo una zona ottimale per la proliferazione della muffa.


federico sampaoli espertocasaclima

copywriter, content creator & web editor – Federico Sampaoli  consulente tecnico per l’isolamento termico dell’involucro edilizio

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4 risposte a “esperto casaclima facile part #16: vapore e condense”

  1. @ alberto

    non va messa guaina bituminosa sul tavolato, va messa una guaina antirombo, anti rugiada e drenante.
    il tavolato in legno di abete grezzo dovrebbe avere spessore minimo 23mm e larghezza tavole 8-14cm con interspazi 5-9mm

  2. Avatar Alberto Gasparella
    Alberto Gasparella

    le chiedo un’ultima cosa , e riguarda la condensa che si forma sotto la lamiera :
    meglio lasciare uno spazio tra le tavole del tavolato e mettere membrana antirombo/anticondensa favorendo ventilazione e quindi asciugatura della stessa
    oppure (qualcuno lo fa) mettere una guaina bituminosa sopra il tavolato isolandolo completamente quindi dalla lamiera ?
    E’ corretto usare tnt poliestere al posto della membrana antirombo/anticondensa ?

  3. @ matteo

    con la posa di un sistema a cappotto esterno il suo appartamento già isolato sul lato interno con 5 cm di lana di roccia chiuso da una lastra di cartongesso non corre alcun rischio.
    anzi si potrebbe affermare che i ponti termici che probabilmente non erano stati attenuati saranno finalmente corretti dallo strato isolante aggiunto esternamente con il 110%.
    anche il rischio di condensa dietro alla lana di roccia non ci sarà più.

  4. Salve, alcuni anni fa ho eseguito una ristrutturazione totale di un appartamento situato in zona climatica D.
    Non potendo eseguire un cappotto esterno per divergenze tra condomini, mi è stato proposto dal termotecnico un cappotto interno, con 5 cm di lana di roccia chiuso da una lastra di cartongesso. Adesso con il 110 i condomini si sono improvvisamente aperti a tutti gli scenari che tutti noi conosciamo e voglio rendere più efficiente il proprio appartamento.
    La mia domanda è :” io che ho un cappottino interno posso istallare anche uno esterno ? con quale rischi?
    grazie….( avessi solo letto prima i suoi articoli……)