Se la casa si surriscalda, si punta subito il dito sullo sfasamento termico! Ma parliamo di sfasamento di calore o di sfasamento di temperatura? Non sono la stessa cosa 😉
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Siete pronti a scoprire cosa si nasconde davvero dietro il calcolo della protezione dal caldo delle vostre case? Grazie ad una scelta oculata dei materiali la casa si comporterà bene durante l’estate: tutto dipende dallo sfasamento termico.
lo sfasamento termico
La vera domanda è:
- come viene calcolato il tempo in cui il calore raggiunge l’interno delle nostre case?
Avete mai notato come, in molte brochure di soluzioni costruttive, i valori di sfasamento sembrano incredibilmente ottimisti? La spiegazione sta proprio nelle diverse interpretazioni di questo concetto cruciale.
diverse interpretazioni dello sfasamento
Facciamo chiarezza:
- quando parliamo di sfasamento del calore, ci riferiamo al tempo necessario perché il flusso termico attraversi la stratigrafia di un edificio e raggiunga lo strato interno (l’intonaco interno). Per esempio, se il calore impiega 8 ore per raggiungere l’interno, abbiamo uno sfasamento di calore di 8 ore.
- ma attenzione: esiste anche lo sfasamento di temperatura, che invece indica dopo quante ore la temperatura interna aumenta di 1° Kelvin. Quindi, quelle 8 ore di prima potrebbero diventare 12 ore di sfasamento!
Il punto è che, anche se gli strati e i materiali utilizzati sono identici, queste 2 interpretazioni possono offrire informazioni molto diverse, e a volte fuorvianti. Per evitare sorprese meglio chiedere sempre al proprio tecnico un calcolo preciso della stratigrafia, senza fidarsi ciecamente dei valori riportati nelle brochure 😉
strato di ventilazione e manto di copertura
E non finisce qui 🙁
Quando confrontate diverse soluzioni, ad esempio per il tetto, c’è un altro aspetto cruciale da considerare: la stratigrafia include o non tiene conto dello strato di ventilazione e del manto di copertura in tegole?
Anche questi elementi possono alterare significativamente il calcolo dello sfasamento, e molti fornitori tendono a chiudere un occhio su questo dettaglio.
La normativa UNI 6946 ci insegna che, per il calcolo della prestazione invernale, bisogna fermarsi allo strato prima della ventilazione. Perché dovremmo fare diversamente in estate?
Dobbiamo evitare che stratigrafie mediocri vengano spacciate per eccellenti solo grazie a un calcolo col trucchetto 😉
calcoli “ottimisti” o “pessimisti”
E ora una domanda che vi farà riflettere: anche i dati utilizzati per questi calcoli possono essere “ottimisti” o “pessimisti”?
In un prossimo articolo, esploreremo il concetto di “conduttività termica estiva di progetto” e vedremo come la corretta valutazione del lambda di progetto possa influenzare in modo significativo i risultati.
Evito sempre di proporre ai clienti soluzioni che siano “al limite” dell’accettabilità (a meno che non sia assolutamente necessario). Ma perché seguo questo approccio?
- in questo modo, garantisco una protezione efficace e duratura contro il caldo, senza compromessi. Non è solo una questione di numeri, ma di benessere quotidiano.
Curiosi di sapere come fare scelte davvero intelligenti per il comfort termico della vostra casa? Siete nel posto giusto 🙂
copywriter, content creator & web editor – Federico Sampaoli consulente tecnico per l’isolamento termico dell’involucro edilizio
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