Ormai abbiamo tutti capito che un isolamento interno raffredda considerevolmente la muratura esterna, e questo è un bel rischio: andiamo a scoprire i 3 trucchi per salvare il solaio in legno dalle condense interstiziali.
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1° trucco: scegliere un isolamento interno con pannelli igroscopici
La raccomandazione di scegliere un isolamento interno con pannelli igroscopici 😉 senza dover contare sul freno al vapore e nastrature varie, l’abbiamo ormai capita e recepita, spero 😐
Se non vogliamo utilizzare pannelli isolanti minerali in calcestruzzo aerato autoclavato perchè contengono un 5-15% di cemento 🙁 ma anche l’80% di aria 🙂 possiamo optare per il più costoso e meraviglioso calcio silicato, che isola un po’ meno, non offre grandi spessori, ma si fa carico di enormi quantità di vapore senza battere ciglio ed ha anche pH elevato (odiato dalle muffe):
Se non vogliamo compromessi in quanto a ingredienti naturali possiamo progettare con pannelli isolanti in fibra di legno. Abbiamo un buon isolamento termico estivo ed invernale ed acustico con poco spessore. La cosa fondamentale è che anche i materiali naturali altamente igroscopici e capillari riescono a gestire le condense e mantenere asciutta la coibentazione. È indispensabile prevedere 2 strati in argilla, quello per l’incollaggio e quello per la rasatura che permette la più alta capacità di asciugatura (anche accostata al legno, l’argilla tira via l’acqua dal legno 😉 ):
Posso infine aggiungere a queste soluzioni di isolamento interno anche la calcecanapa, ma partirei con il mio pippone infinito, quindi fermi tutti… Parleremo di calce canapa in un nuovo articolo tutto dedicato a lei 🙂
2° trucco per salvare il solaio dalle condense interstiziali: strato disaccoppiante isolamento – solaio in legno
Quando sono io che faccio la proposta di isolamento termico e devo fare attenzione a non danneggiare il solaio in legno perchè sto facendo un isolamento sul lato interno, non mi resta che ricorrere al materiale più conosciuto 🙂 ma anche il meno usato 🙁 in edilizia: la canapa!
perchè la canapa?
Perché la canapa mi serve come strato disaccoppiante isolamento parete – solaio in legno:
- non solo mi fa da riempimento e da sigillatura sia sopra al solaio che sotto, dove devo rigirare e seguire la forma delle travi
- è un prodotto naturale ed ecologico che non mi porta in casa sostanze inquinanti
- ha alta resistenza meccanica perchè la canapa viene agugliata o infeltrita
- e siccome la canapa è anche isolante, queste strisce contribuiscono all’isolamento termico (Conduttività termica 0,047 W/(mK) con densità 160-180 kg/mc) e alla riduzione della trasmissione del suono dal pavimento alla parete
- la canapa è stabile e resistente ai parassiti e alle muffe quindi è a suo agio in una zona così problematica come il nodo solaio in legno – parete
Se ci venisse voglia di rifare anche il pavimento possiamo ancora una volta ricorrere al feltro anticalpestio in fibre naturali di canapa migliorando l’isolamento acustico del solaio come anticalpestio sotto parquet/pavimenti in legno.
Quello che avanzerà lo useremo come feltro per pacciamatura nell’orto 😉 addio erbe infestanti 🙂
3° trucco: installare insieme all’isolamento anche una VMC
Lo so che un impianto di ventilazione meccanica centralizzato è difficilmente applicabile in una casa esistente, ma una o due VMC a doppio flusso con breve canalizzazione per servire ad esempio camera-bagno o camere-bagni, non è impossibile! e permette di smaltire molta umidità all’esterno garantendo un minimo ricambio d’aria continuo 🙂
A parte il fatto che la VMC sia sempre consigliabile…
guidereste un’ auto senza bocchette dell’aria? Sarebbe impossibile giusto? D’inverno poi, non si potrebbe nemmeno vedere la strada da quanta condensa ci sarebbe sui vetri 😉
Stiamo cercando di evitare il problema della muratura fredda che accoglie la testa della trave che sostiene il solaio, e cioè vogliamo evitare le condense interstiziali che possono mettere in pericolo la longevità del legno.
Le infiltrazioni d’aria calda e umida tra le fessure fino dentro alla muratura fredda sono il problema difficilmente risolvibile, quindi:
- meno umidità in ambiente avremo
- meno grammi di vapore saranno spinti verso le teste delle travi in legno
La più bassa concentrazione di umidità assoluta nell’ambiente riscaldato permette addirittura che eventuale vapore accumulato nella zona fredda inverta il suo cammino per asciugare il legno:
concentrazione di umidità
Perché ho parlato di umidità assoluta? Perché ci sono ancora molte persone che, ad esempio, utilizzando una stufa (quindi surriscaldamento dell’ambiente dove si trova il focolare) pensano di asciugare la stanza carica di umidità:
in realtà, se non facciamo una corrente d’aria, il contenuto di umidità assoluta non cambia:
- il vapore resta sospeso nell’aria fino a che non troverà una zona fredda dove condensare o fino a che la stufa scalda
- la spinta di vapore è ancora più forte di prima a causa del momentaneo surriscaldamento dell’ambiente
Quindi la stufa accesa fa salire la temperatura della stanza e abbassa l’umidità relativa (sul vostro igrometro di casa leggerete UR, umidità relativa! relativa a cosa? alla temperatura! che si è alzata perchè la stufa è stata accesa 😉 ma l’umidità assoluta è sempre quella 🙁
Nei commenti potete raccontare le vostre personali esperienze 😉 forse utili ad altri lettori in procinto di…
copywriter, content creator & web editor – Federico Sampaoli consulente tecnico per l’isolamento termico dell’involucro edilizio
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