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isolamento interno - L' impresa peggiora la stratigrafia della parete con uno strato di isolamento interno 1

L’ impresa peggiora la stratigrafia della parete con uno strato di isolamento interno

60 risposte

Non è la prima volta che leggo in un capitolato la stratigrafia della parete dove è proprio l’impresa a rovinare il progetto aggiungendo uno strato di isolamento interno per passaggio degli impianti:

Un lettore mi scrive che la ditta ha proposto le seguente stratigrafia della parete perimetrale:

  • Cappotto da 15cm
  • Poroton da 20cm
  • intercapedine da 6cm (ospitera’ impianti e canalizzazione vmc)
  • spazi vuoti con lana di roccia
  • lastra di cartongesso da 1,25cm
  • freno al vapore
  • lastra di cartongesso da 1,25cm

Secondo lei e’ un buon compromesso tenendoci al riparo dal caldo e dal freddo?

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note sulla stratigrafia della parete

Devo dire che la soluzione descritta nella stratigrafia della parete viene proposta spesso.

Non so perché, forse perché sembra all’avanguardia nascondere gli impianti dietro al cartongesso? Certamente non può essere molto economica visto il numero di strati da eseguire e le varie attenzioni ai particolari esecutivi da fare!

C’è un’altra cosa da sottolineare: spesso in questi casi l’intonaco interno non viene nemmeno fatto e non fare la tonaca al muro può essere una aspetto negativo per l’acustica della parete e per la tenuta all’aria.

isolamento interno - L' impresa peggiora la stratigrafia della parete con uno strato di isolamento interno 2

questa stratigrafia è un buon compromesso per ottenere comfort? al riparo dal caldo e dal freddo?

  • sul lato esterno la coibentazione è l’ideale, un cappotto da 14cm (15 con collante e rasanate) forse dovrebbe avere spessore maggiore, ma la soluzione è perfetta
  • un blocco in laterizio Poroton da 20cm di spessore potrebbe essere un po’ poco
  • sul lato interno, un intonaco di qualità sarebbe meglio…
  • l’intercapedine dedicata agli impianti e isolamento in lana di roccia interposto è sbagliato: può andar bene in un punto dove si concentrano molti impianti, ma come soluzione da adottare per tutta ala casa è sbagliato.

isolamento interno - L' impresa peggiora la stratigrafia della parete con uno strato di isolamento interno 3

Questa intercapedine con lana di roccia NON è ottimale in regime invernale e NON è ottimale in regime estivo: infatti l’ambiente non è più delimitato da tanta massa (intonaco e laterizio) ma da doppio cartongesso.

cartongesso e lana di roccia

Il costruttore che prevede un’intercapedine impianti con ulteriore isolamento e finitura a secco con lastre di cartongesso di fatto peggiora la stratigrafia proprio per questo rivestimento interno.

Meglio far passare gli impianti nelle tracce e dove i passaggi sono molteplici il blocco può essere più spesso o raddoppiato.

Anziché investire nell’intercapedine interna con finitura a secco si potrebbero scegliere laterizi portanti rettificati ad incastro che garantiscono anche ottima planarità della faccia.

ditta-peggiora-stratigrafia-parete

Questo tipo di blocco ha sul lato esterno una foratura più fitta per favorire l’applicazione dei tasselli del cappotto, mentre internamente presenta fori più larghi per facilitare la realizzazione delle tracce per gli impianti.

Non è di carattere economico la critica che muovo al costruttore, ma di un risultato termico scadente dopo una partenza eccellente!

l’errore progettuale

isolamento interno - L' impresa peggiora la stratigrafia della parete con uno strato di isolamento interno 4

L’isolamento interno  diminuisce sensibilmente la capacità della parete di assorbire / accumulare calore e quando in estate le temperature interne iniziano a salire sarebbe veramente utile disporre di una massa che possa farsi carico dell’energia in eccesso (quella da noi prodotta).


federico sampaoli espertocasaclima

copywriter, content creator & web editor – Federico Sampaoli  consulente tecnico per l’isolamento termico dell’involucro edilizio

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60 risposte a “L’ impresa peggiora la stratigrafia della parete con uno strato di isolamento interno”

  1. 4. siate frugali, anche negli impianti.

  2. Vorrei aggiungere qualcosa alla saggezza di Federico:
    1. EVITATE di mettere impianti nelle pareti esterne
    2. EVITATE di murare gli impianti (un giorno potreste pentirvene)
    3. RICORDATE che poi in casa ci dovete vivere ed in un cartongesso non ci potete appendere nulla.

  3. @ paolo

    si è dimenticato di dirmi se la villetta sarà costruita a Palermo o a Trento.
    ad ogni modo il blocco Poroton P800 semipieno da 25cm insieme ad un forato da 8cm sul lato interno garantisce d’estate le 12 ore.
    Il cappotto in EPS da 120mm di spessore non è un campione contro il caldo ma se è in grafite (quello grigio) riesce a garantire altre 3 ore di sfasamento estivo, quindi 15 ore.
    Per la trasmittanza siamo su un valore U di 0,19W/mqK che sarebbe la stessa prestazione di un blocco in laterizio rettificato da 45cm di spessore. Che però, con un’unica lavorazione di posa (il blocco) garantisce uno sfasamento termico estivo enorme.
    e il tetto?

  4. Buongiorno
    devo realizzare una villetta bifamiliare – il progettista mi propone una stratigrafia con EPS sp cm 12 – poroton P800 sp cm 25 – controtavolato da cm 8 – intonaco — il controtavolato per avere il passaggio di tutti gli impianti senza agire sul muto in poroton
    può essere una buona stratigrafia ??
    Ringrazio anticipatamente

  5. @ Noemi,
    non ho mai pensato di usare un pannello minerale in idrati di silicato di calcio in un’intercapedine muraria, che riempirei semplicemente di perlite sfusa.
    però invece che fare tutto questo lavoro e questi strati io ragionerei sulla posa di un laterizio rettificato visto che lo spessore disponibile è generoso.
    anche la condensa interstiziale scenderebbe sotto i 500 grammi / mq e sempre ben gestibile dal laterizio.

    all’esterno pensare di risolvere la risalita dell’umidità con una guaina è sbagliato perchè non potrebbe impermeabilizzare tutto il piede della muratura. meglio progettare un drenaggio a ridosso della parete senza ghiaia e senza smaltimento del materiale di risulta.
    la parte bassa poi necessiterà di un ciclo di intonaci per risanamento.

    se il terreno non drena, l’occasione dello scavo permette di preparare un vespaio isolato contro terra in argilla espansa antirisalita di umidità

  6. Innanzitutto grazie, non posso intervenire esternamente per via di un vincolo e sto ipotizzando di realizzare, partendo dall’interno:
    intonaco base calce-laterizio blocco da 12-idrato di calcio silicato da 6-rinzaffo-esistente in muratura piena da 25 e intonaco in calce da 20
    Chiedo se potrebbero esserci problemi di condensa interstiziale.
    Non andrà fatto marciapiede esterno ma guaina con drenaggio e riempimento in ghiaia
    platea calda: xps da 10 – platea da 20 guaina – massetto 6 – finitura (no impianto pavimento)
    terreno: argilla e limo
    Saluti
    Noemi

  7. @ Noemi,

    il dubbio sulla bontà del progetto lana di roccia + barriera al vapore + cartongesso le ha salvato la casa!
    ci sono diversi motivi per decidere di evitare questa stratigrafia, da esperta lettrice quale lei è non devo spiegarli tutti: ma per riassumere: qualità materiale scadente, rischi di condense interstiziali se la barriera e i passaggi impiantistici presentano una minima non tenuta all’aria, inerzia termica bassissima, fibre pericolose in ambiente durante le lavorazioni.
    dalla sua descrizione non ho ben compreso il motivo che ci spinge a fare un isolamento interno, forse lo spazio disponibile? perchè se si potesse meglio sempre ragionare su un isolamento esterno.
    comunque sì,
    all’interno è molto meglio lavorare con pannelli minerali che, volendo, si possono anche intonacare in modo pesante per ristabilire una certa inerzia (che sempre si perde agendo all’interno).
    nella nostra zona climatica E bisogna sempre fare i conti anche con la protezione dal surriscaldamento estivo, quindi il progetto di ristrutturazione va visto globalmente.

    ricordo di non sottovalutare l’umidità del piede della muratura perchè potrebbe deteriorare i lavori di isolamento e quindi l’investimento nuovo.
    in base alla situazione (che io non ho visto e non conosco) si dovrà decidere se intervenire dall’esterno cercando di risolvere le cause o dall’interno con pannelli appositi.
    bisognerebbe conoscere la fondazione, il terreno, il marciapiede per giudicare meglio il problema.
    certamente non si può nasconderlo dietro ad un isolamento termico.

  8. Buongiorno,
    sono Noemi, ho letto molti articoli e post e dovendo iniziare un intervento di ristrutturazione su un edificio esistente sono combattuta su che stratigrafia scegliere
    per la muratura perimetrale.
    La struttura esistente è costituita da mattone pieno e intonaco a base cementizia.
    Il tecnico che mi segue mi ha consigliato rifodera interna con lana di roccia o di vetro e cartongesso con barriera vapore ma io non sono molto convinta.
    Non ne capisco molto……………..e vedendo i suoi post ho visto che si potrebbe optare per l’utilizzo di calcio silicato o idrato di calcio silicato come isolante
    (dato che è presente dell’umidità alla base dei muri) associato magari con un laterizio da 12 cm oppure optare solo per un laterizio porizzato.
    lo spazio interno a disposizione va sui 20-22 cm.
    Siamo in Veneto – Zero Branco.
    La ringrazio anticipatamente.
    Noemi

  9. una vmc decentralizzata o brevemente canalizzata potrebbe gestire il vapore del locale espellendo grandi quantità di vapore al costo di pochi Watt.

    circa l’isolamento interno direi che la soluzione più economica e semplice sia un nuovo isolamento interno con polistirene espanso estruso con pelle goffrata rivestito con piastrelle: incollaggio dei pannelli con collante a tutta superficie e rasatura per posa piastrelle.
    non serve cartongesso.
    non si tratta di una stratigrafia traspirante naturalmente! e d’altro canto nessuno degli strati si può chiamare traspirante.
    però lei teme un isolamento interno con rischio di condensa interstiziale o muffa, quindi questa soluzione è perfetta.
    non dimentichi che il vapore va gestito.
    posso progettare superfici con temperature superficiali elevate ma devo comunque gestire lo smaltimento del vapore e il riscaldamento in modo intelligente: accendere il riscaldamento per l’occasione e poi spegnerlo improvvisamente NON è intelligente.

  10. Buongiorno,
    sto realizzando un locale bagno seminterrato che sarà utilizzato saltuariamente nella stagione invernale per qualche ora alla settimana (riscaldamento con cronotermostato e vasca da bagno per i bambini – leggi alta temperatura e UR100%). La località è Aosta, 600 m slm.

    Devo realizzare una controparete interna per “coprire” il passaggio impianti (sp. variabile da 5 a 10 cm) e piastrellare. Vorrei sfruttare lo spazio vuoto nell’intercapedine per migliorare l’isolamento del locale, ma temo che potrei provocare la formazione di condensa interstiziale o muffe.

    Vorrei sapere se utilizzando un classico pannello in polistirene da 4 cm avrei dei problemi di condensa interstiziale/muffe. In alternativa materiale/soluzione tecnica mi consigliereste di utilizzare?

    La stratigrafia a progetto è:

    Esterno controterra/fuori terra
    Intonaco – sp. 1 cm
    Polistirene – sp. 8 cm
    Cemento armato – sp. 25 cm
    Intercapedine non ventilata – sp. da 5 a 10 cm
    Isolante (??) – sp. 4 cm
    Barriera a vapore
    Pannello in cartogesso fibrorinforzato
    Piastrelle in ceramica

    Vi ringrazio anticipatamente per l’assistenza,
    Cordiali saluti,
    Andrea

  11. le perline non si possono nastrare per garantire la tenuta all’aria, è il telo che deve essere nastrato appena risvolta verso il basso sulle pareti.
    queste decisioni vanno prese guardando il disegno della struttura lignea prevista per il tetto.

    la descrizione del progetto delle perline al primo capoverso non mi è chiara – mi dispiace.

    per i pannelli in idrati di silicato di calcio esiste un’infinità di soluzioni in fatto di ancoraggi.

    trattandosi di un solaio interpiano in legno (dunque caldo) non mi devo preoccupare di considerare questo elemento orizzontale come un ponte termico, ma mi devo preoccupare di non isolare le pareti sul lato interno lasciando fessure dove è attraversato dal solaio in legno (il solaio finisce nella muratura fredda e non deve essere interessato da condense interstiziali).
    per questi motivi sul perimetro del solaio in legno devo sempre nastrare o lavorare con nastri autespandenti.

    le pareti isolate a secco con isolante e freno al vapore tra isolante e perlina di rivestimento interno estetico devono salvaguardare l’integrità del freno al vapore: le viti per il fissaggio delle perline (solitamente a 45° e nascoste nell’angolo della maschiatura (a scomparsa) forano il telo ma nello stesso tempo lo tappano, è normale. e non crea problemi.

  12. Dunque, la giunzione tra cordolo in cemento e banchine in legno di supporto tetto è stata insufflata con della malta dove c’erano irregolarità e poi è stato passato del silicone per giunti in facciata. Pensavo poi di nastrare tutte le giunzioni tra i vari pilastri in legno e il tamponamento esterno in perine con de nastro USB 1 PE per la tenuta all’aria. Al di là della scelta dell’isolante da utilizzare in queste parti di parete, è consigliabile proteggere dall’interno le perline di tamponamento esterno con uno strato di materiale idrorepellente/di tenuta all’aria?

    Ho guardato le schede del multipor, mi sembra un’alternativa valida e praticabile, devo capire se a superficie finita è possibile porre dei carichi sospesi (es. pensili).

    Per i punti dove l’isolante va risvoltato, esiste una soluzione ottimale? Attualmente il primo strato del solaio interpiano (perline sp 2cm) è già stato posato. Lungo tutto il perimetro è stato utilizzato uno strato di freno al vapore (quello del tetto) che avvolge il legno per circa 5 cm sopra e sotto per evitare il contatto diretto con il cemento.

    Riguardo al freno al vapore igrovariabile, verrà inevitabilmente forato dai gruppini di fissaggio delle perine sui listelli. Questo può costituire un problema?

    Grazie infinite,

    Mattia

  13. quando una casa in clima freddo è utilizzata in periodo estivo (di non riscaldamento) molti problemi legati alla fisica edile NON vengono a galla! diciamo così! (ho i pneumatici sgonfi ma evito di correre in autostrada, ecco).

    dunque:

    il freno al vapore nella stratigrafia tetto è corretto, ma come anticipavo nel commento precedente, è valido solo se riesce a svolgere la importante funzione di tenuta all’aria: se questo aspetto non è curato, appena all’esterno l’aria è più fredda la spinta del vapore verso l’esterno potrebbe innescare condense interstiziali.

    nella parte con rivestimento a perline sarebbe l’ideale fare un rinzaffo liscio in calce sul cemento, poi posare l’isolante protetto dal vapore con un freno al vapore igrovariabile (non quello del tetto) con la struttura lignea interposta (quella che poi servirà ad ancorare le perline.
    se si intende dare un colore alle perline, meglio un colore a calce.

    ancora non abbiamo deciso come attenuare i ponti termici dove l’isolamento andrebbe risvoltato!

    in cucina conviene utilizzare pannelli in idrati di silicato di calcio avendo cura di eseguire le tracce con precisione e gli attrezzi idonei. si potranno rivestire delle porzioni di superficie con piastrelle.

  14. Molte grazie per la risposta.

    In effetti visto lo spazio già esiguo degli spazi interni (circa 35mq a piano) l mia idea era di realizzare l’isolazione interna con uno spessore (parete finita) di max ulteriori 10cm.

    Se ho capito bene, nella parte con rivestimento a perline, il consiglio sarebbe quello di posare i pannelli di isolante (supponiamo fibra di legno) direttamente a contatto con la parete fredda, e rivestire internamente con freno al vapore più nastratura?
    Come freno al vapore sopra il perlinato a vista del tetto è stato posato l’USB Micro Strong della Riwega. Potrebbe funzionare bene anche per la parete?

    Per le pareti dove non utilizzerò perline avevo pensato di realizzare una tramezza in poroton sp 8cm direttamente addossata alla parete in cemento, quindi intonacare e rivestire parzialmente in gres porcellanato (sarebbe la zona adibita a cucina). In questo modo riesco a far passare tracce per impianti elettrico e idraulico senza troppi problemi. In questo caso dovrei interporre un freno al vapore tra poroton e cemento, o peggiorerei la stratigrafia? Questa soluzione può essere valida per aggiungere un minimo di comfort termico? La baita verrà comunque vissuta principalmente nel periodo estivo.

    Grazie infinite,

    Mattia

  15. in zona climatica F l’attenzione alla spinta del vapore deve essere ancora più importante.
    Trattandosi di una parete perimetrale verso l’esterno in cemento e sasso da 40cm penso che sia importante non crescere esageratamente con lo spessore evitando fori finestra con profondità imbotte esagerata.

    Gli interventi di isolamento interno che possono sposarsi bene con un rivestimento verticale in perline sono a secco con struttura lignea e GRANDE attenzione alla posa di un freno al vapore.
    Non è però così semplice perchè si devono progettare anche tutte le soluzioni ai ponti termici e dunque ai risvolti dell’isolante: pensiamo al solaio interpiano o ad un divisorio che è in aderenza alla parete esterna.

    Gli interventi di isolamento interno dove non è previsto il rivestimento verticale in perline posso prevedere pannelli isolanti minerali molto igroscopici posati ad umido e poi rasati (aspetto intonaco) che aiutano tutte le soluzioni per attenuare i ponti termici e a realizzare correttamente i contorni finestra.

    Per la copertura in legno, ancor prima della scelta del materiale per isolamento, è assolutamente indispensabile trovare la soluzione per realizzare la tenuta all’aria: questo il vero aspetto importante perchè ci protegge dal rischio di passaggi d’aria non voluti e quindi dal rischio di condense interstiziali che rovinano la struttura in legno.
    Questa progettazione è legata alla struttura lignea montata quindi di volta in volta, in base al disegno si deve individuare la soluzione e le relative sigillature

  16. Buongiorno Dott. Sanpaoli,

    Le chiedo consiglio per l’isolamento di una baita di nuova realizzazione, sita in zona climatica F, 3405 gradi giorno nel comune più vicino, altitudine circa 1400m.

    La baita per esigenze di urbanistica è stata realizzata con una parete in sassi a vista con strato di c.a. Posteriore, di spessore 40cm. Questa parete arriva in altezza fino a 30cm oltre il solaio del primo piano dove, la struttura portante per il tetto è realizzata in travi di larice, coperti esternamente da un tamponamento in perline di larice. Ora volevo realizzare un isolamento interno realizzando delle contropareti, parzialmente in poroton e parzialmente con un rivestimento in perline interno con pannelli d’isolante in intercapedine. Il dubbio principale che ho riguarda il punto tra parete calda e fredda. Qual’è il metodo migliore per gestire correttamente la migrazione del vapore ed evitare condense interstiziali. La parete in poroton ad esempio, può essere addossata a quella in cemento senza interporre nessun altro strato?

    Grazie fin d’ora per la cortese risposta

  17. le sembro un consulente che potrebbe consigliare la resina ureica?
    può leggere anche https://espertocasaclima.com/category/parete/isolamento-intercapedine/

  18. grazie, utilissimo!
    e per il materiale con cui realizzare l’insufflaggio…ce n’è uno che consiglia nella mia situazione? Cellulosa, resina ureica…

    Fabio

  19. grazie per leggere!
    nel suo caso specifico (e ovviamente bisognerebbe calcolare la stratigrafia completa di tutti gli strati che la compongono e la comporranno quando fatto l’intervento) l’isolamento in intercapedine e sul lato interno dovrebbero essere fatti uno per compensare l’altro:
    l’isolamento interno servirà a garantire la omogeneità dell’intervento e ad evitare di lasciare ponti termici strutturali e geometrici non attenuati.
    l’isolamento in intercapedine servirà a garantire un buon livello di sfasamento estivo oltre ad aumentare lo spessore dell’isolamento.

    non conosco la posizione del telaio fisso dei nuovi serramenti ma questa deve collaborare con l’isolamento interno.

    l’idea della finitura in legno interna suggerisce un isolamento a secco per esempio con pannelli in canapa o fibra di legno protetti da un freno al vapore igro variabile che deve garantire la tenuta all’aria con corrette nastrature.
    altrimenti penserei agli economici ma validi idrati di silicato di calcio, utili anche per i risvolti sulle strutture in contatto con la parete fredda esterna.

    i lavori saranno l’ultima occasione per installare una o più macchine VMC decentralizzate. di cui può leggere qui https://espertocasaclima.com/category/impianti/vmc-decentralizzata/

  20. Buongiorno, i contenuti dei suoi post sempre ricchi, comprensibili e dettagliati. Grazie!
    Vorrei chiedere un consiglio per appartamento, quindi nessuna possibilità di agire all’esterno della struttura. Zona Sardegna, città di mare, edificio anni ’90 con intercapedine (circa 8/10cm) e due pareti di altrettanto spessore di mattoni (forato sicuramente all’interno…fuori non sono certo). Non vedo ad oggi problemi di muffe. Serramenti nuovi di zecca in PVC molto efficienti.

    Se volessi fare un duplice intervento con insufflaggio e isolamento dall’interno (max 4-5 cm) che cosa mi consiglierebbe? Mi piacerebbe lasciare l’ultimo cm per un rivestimento decorativo in legno un pò rustico e fai-da-te.

    Saluti e ancora complimenti
    Fabio

  21. meglio il fibrogesso sempre (non per il portafogli)
    i pannelli in idrati di silicato di calcio sono sempre ottimi e non costosissimi, ma non posso prevedere di distruggerli per farci passare tutti gli impianti 😉

  22. Ok grazie! la struttura a secco immagino che non sia con il cartongesso: da quello che leggo spesso nel suo blog è un materiale che è meglio evitare se si può.
    Un altro materiale abbastanza salubre potrebbe essere il pannello tipo YTONG intonacato con intonaco d’argilla: con solo uno strato faccio isolamento interno e alloggiamento per impianti: che ne pensa?
    Grazie
    Paolo

  23. il piede della muratura va almeno misurato sull’intonaco nel contenuto % di umidità, tanto per chiarire che strada prendere. nel caso di umidità presente sarà meglio cambiare qualità di isolante per l’intercapedine.
    invece.., la struttura a secco con isolante prevede uno strato più interno proprio dedicato al passaggio degli impianti: immagini, muro + isolante + freno al vapore + intercapedine impianti + rivestimento per finitura. molto affidabile dal punto di vista della gestione del vapore e del rischio condense interstiziali.
    il normale intonaco non dice ancora nulla sulle qualità igroscopiche di questo strato interno, meglio verificare.
    se il sottotetto presenta una superficie disomogenea è meglio ripiegare su un isolante sfuso ed evitare difficoltà di posa.

  24. Mille grazie per la risposta, mi ha dato spunti molto interessanti! Per quanto riguarda l’umidità di risalita ci troviamo in mezzo alla laguna quindi anche se apparentemente non ci sono segni molto forti temo che il rischio sia dietro l’angolo, il problema è che non conosco alternative salubri alla fibra di legno che non siano figlie del petrolio (a parte il sughero che costa ed il legno mineralizzato) Inoltre la chiusura a secco del pannello in fibra di legno non mi permette di alloggiare gli impianti (ameno di non ritagliare il pannello dove passano gli stessi). Sul sottotetto potrei fare come dice lei la stesa del pannello all’estradosso del solaio quindi sul pavimento della soffitta e lo copro eventualmente con un tavolato a secco per camminarci sopra in quelle rare volte che serve. Quando dice che servirebbe un fondo igroscopico sul lato freddo cosa intende? Ora c’è un normale intonaco, posso lasciarlo?
    grazie ancora e buon lavoro
    Paolo

  25. tra isolamento e nuova rifodera interna in laterizio si perderanno circa 18cm. non è poco. poi sarà indispensabile prevedere le zone dove l’isolamento interno andrà risvoltato per attenuare il ponte termico (per esempio quel muro di spina in contatto con le pareti esterne, ma anche a soffitto dove il solaio interpiano arriva alla parete esterna. sono tanti dettagli da disegnare per capire bene gli ingombri interni.
    l’idea di isolare internamente e ristabilire la massa interna con la rifodera è corretta ma se si prende questa via solo per il problema delle tracce per impianti, io ripenserei ad un sistema a cappotto sul lato esterno e un progetto di impianti più pulito o rivisto o con alcuni compromessi (< < le tubature a vista renderebbero giustizia ad un sottomarino >> Le Corbusier) .
    in ogni caso, la fibra di legno avrebbe bisogno di un fondo igroscopico sul lato freddo (attuale lato interno muratura esistente) e un freno al vapore igrovariabile sul lato caldo. per cui, se si prendesse questa strada forse conviene usare la fibra di legno e poi progettare una stratigrafia a secco di qualità (evitando il cartongesso intendo).
    e sempre che le murature esistenti siano perfettamente asciutte… il piede della muratura ha qualche segno di umidità risalita?
    dopo tutte queste previsioni si deve anche tenere conto della soluzione per il foro finestra che deve accordarsi con la tipologia di intervento.
    nel caso di una rifodera interna e muri esistenti non perfettamente asciutti valuterei di cambiare il tipo di isolante (naturalmente salubre).

    circa il sottotetto, progetterei di isolare il solaio del sottotetto all’estradosso. ottima soluzione per il portafogli e anche contro il surriscaldamento estivo.
    sempre che le falde garantiscano una perfetta impermeabilizzazione.

    (devo ancora finire di leggere Architettura e felicità 😉 )

  26. Salve, in una ristrutturazione di una piccola casa di un piano in provincia di Venezia vicino alla laguna ho pensato di fare l’isolamento dall’interno invece del cappotto esterno in quanto la casa ha i muri perimetrali portanti da soli 20 cm con muro di spina sempre da 20; questo per non distruggere le già sottili pareti con le tracce degli impianti, pensavo quindi di fare come stratigrafia: muro da 20 esistente, pannello isolante interno da 8 cm e tramezza da 8 cm intonacata, si preferiva stare entro questi spessori per non mangiare ulteriore spazio interno . Pensavo inoltre di proporre la fibra di legno che sarebbe più performante per il surriscaldamento estivo ; cosa ne pensa del tutto? Posso avere problemi con condensa e umidità sulla fibra di legno? Inoltre sulla soffitta (che non è abitabile e difficilmente accessibile, altezza da 200cm a 0) è meglio isolare a pavimento, sotto la copertura (in laterocemento con travi varese) o sopra ?
    Grazie mille
    Arch. Paolo Nardin

  27. come descritto a grandi linee nel post dedicato all’insufflaggio i ponti termici non sono attenuati.
    non le ho consigliato la cellulosa proprio per lo stato di fatto che comprende un vecchio isolamento con uno strato di alluminio: nel caso di condense, la perlite non presenta problemi.

  28. Avatar Andrea
    Andrea

    L’intercapedine c’è perché abbiamo fatto una piccola ispezione. Mi consiglia la perlite piuttosto che i fiocchi di cellulosa? Perché?
    I serramenti interni non sono da cambiare, così come non è da tinteggiare internamente (già fatto un anno fa, purtroppo).
    La cosa negativa dell’insufflaggio è costituita dai numerosi fori da fare e dell’incertezza del risultato. Oltre al fatto che non elimino i ponti termici delle colonne in cemento, dei solai…

  29. se lei è sicuro di avere un’intercapedine vuota ancora disponibile potrebbe riempirla insufflando perlite che potrebbe ben riempire ogni cavità.
    capisco i pensieri per un intervento esterno che per riuscire bene andrebbe più che ben progettato.
    se gli interni avessero bisogno di un rinnovamento, o se i serramenti andrebbero sostituiti, si potrebbe progettare un intervento sul lato interno con sufficienti soddisfazioni e dispersioni dimezzate.
    legga anche https://espertocasaclima.com/2018/03/02/insufflaggio-problemi-ponti-termici/

  30. Avatar Andrea
    Andrea

    Buonasera dott. Sampaoli,
    sto leggendo con molto interesse il suo sito.
    Le chiedo un’opinione su questa stratigrafia: intonaco, bimattone 175, isolamento in rotolo di lana di roccia (suppongo sia roccia, è giallognola e sofficissima) con carta alluminata verso l’interno 50, aria 50, tramezza interna 80, intonaco.
    Si tratta di una casa singola costruita a fine anni ’90, acquistata da me un anno fa e nella quale ora abito.
    Zona climatica E, fabbisogno 2468 gradi-giorno. Esposzione est-nord-ovest (il lato sud è protetto dall’altra casa confinante).
    Vorrei isolarla sia dal freddo che (soprattutto) dal caldo. La superficie esterna per un ipotetico cappotto è circa di 330mq su due piani.
    Non abbiamo in programma di ridipingere esternamente a breve. Il cappotto mi spaventa un poco per l’entità del lavoro perchè abbiamo 23 finestre con gli scuri, oltre alle tende da sole e le lampade da esterno attaccate ai muri esterni.
    Potrebbe essere una buona idea il riempimento dell’intercapedine lasciata vuota? Se si, con che materiale?

    Grazie,
    Andrea

  31. si può dire che un radiatore, o termosifone, lavora in due modi quando è acceso l’impianto di riscaldamento:
    – per convezione (per il 40-80% a seconda delle sue caratteristiche e dimensioni)
    – per irraggiamento.
    mettere un materiale termoriflettente tra muro disperdente e calorifero equivale a migliorare verso il lato interno l’irraggiamento e ad ottenere un piccolo isolamento sul lato interno della nicchia del radiatore perchè il materiale è di solito accoppiato con della schiuma.
    non so se esistano dei calcoli o prove di laboratorio che diano dei valori a questi benefici.

    il materiale riflettente è comunque economicissimo e richiede un tempo di posa irrisorio, si può fare senza tanti grattacapi.
    magari non si può chiamare efficienza energetica…, ma 7€uro non saranno la nostra rovina.

    attenzione invece al taglio del pannello termoriflettente flessibile: produce schegge e sfridi di alluminio insidiosi per la pelle delle mani “non incallite”.

  32. salve
    Io so che Lei ha la passione per il suo lavoro quindi certo di una sua valutazione le volevo chiedere una cosa semplicissima di cui si hanno pareri discordanti:
    Senza andare in formule ma come si suol dire “a sensazione” I pannelli termoriflettenti da installare dietro ai termosifoni danno un beneficio reale?… o è una cosa soggettiva cioè ci si accontenta di aver fatto qualcosa per migliorare il comfort indipendentemente dal fatto che il corpo umano forse non è in grado di percepire

  33. utilizzare un materiale più salubre è un passo nella direzione giusta circa la salubrità degli ambienti e del cantiere.
    termicamente invece è corretto spingere forte sull’isolamento esterno e mantenere tutta la massa disponibile sul lato interno.
    se la massa è isolata tra due isolanti la stratigrafia perde di prestazione.

  34. Capisco,ma in alternativa cambiando l’isolamento interno con una fibra naturale si può migliorare il confort estivo come la fibra di canapa che il costruttore sta valutando

  35. certamente non vorrei utilizzare lana di vetro o lana di roccia in ambienti interni che poi dovrei bonificare dalle fibre che sono volate ovunque. anche nel rispetto del lavoro degli artigiani che sono i più esposti alle fibre durante la posa e il taglio.
    a parte la salubrità o meno dei materiali, mi domando invece perchè si stia valutando di isolare la parete perimetrale, un po’ dall’esterno e un po’ dall’interno: molte spese di lavorazione e in conclusione una stratigrafia poco valida per un clima freddo d’inverno e caldo d’estate.

    io ripenserei al progetto per evitare la doppia lavorazione e per evitare isolamenti sul lato interno dove mantenere tanta massa è molto importante per il comfort estivo.

  36. Buon giorno Dott.Sanpaoli,chiedo un suo parere su questa stratigrafia:
    MURATURA PERIMETRALE: tamponamento in blocco forato di laterizio (sp. cm. 20/25),
    cappotto esterno in pannelli di EPS 100 addittivato con grafite (tipo sistema Baumit Open – sp. cm.
    10) con rete di armatura e rinforzi sempre in rete in prossimità degli spigoli delle finestre, annegati
    in doppia mano di rasante, successiva applicazione di primer (fissativo) e finitura ad intonachino
    Controparete interna costituita da orditura metallica scollegata
    dagli elementi strutturali attraverso giunti silenti, con saturazione delle intercapedini in lana di
    vetro (sp. cm. 5) abbinata a carta Kraft con funzione di barriera al vapore e rivestimento con lastra in
    fibro-gesso sp. cm. 1,25.
    Vi è presente la VMC e e secondo lei per migliorar il confort sopratutto quello estivo sarebbe meglio sostituire l’intercapedine interna di lana di vetro con per es fibra di canapa?l’appartamento è in fase di costruzione e si trova in zona climatica E

  37. avere una parete omogenea in poroton 700 è un aspetto positivo, resteranno altri dettagli da curare con attenzione, gli spessori dei solai, dei balconi ecc.
    il tecnico non può presentare un progetto senza isolamento nel 2017. credo. (nel senso che credo di vivere nel 2017)(non che tutto sia meglio di una volta… ma.)
    fibra di legno o sughero espanso, la cosa importante è che si scelga un sistema certificato dove tutti i componenti del sistema sono certificati e non messi insieme dall’applicatore in base alle sue convenienze.
    la prestazione estiva del sughero è vicina a quella della fibra di legno.
    l’EPS in zona climatica C è inutilmente performante e solo nella stagione invernale. (questo non lo spieghi al suo tecnico! ssssh)

  38. Avatar micaela
    micaela

    Grazie dr sampaoli per la cortese celere ed esaustiva risposta. Intanto non sono previsti pilastri e la parete è portante perché siamo in zona 4 a bassa sismicità. A dirla tutta il tecnico non aveva previsto alcun cappotto. Ho insistito io e in origine avevo chiesto la fibra di legno ma il tecnico sostiene che non sia sufficientemente performante e avrebbe preferito Epson. Perciò colgo l’occasione per chiederle anche che materiale consiglierebbe per un cappotto in una fattispecie come la mia. Grazie ancora. Saluti

  39. I blocchi forati POROTON 700 da porre in opera a fori verticali necessitano di un sistema a cappotto per rispettare i limiti di trasmittanza attuali.
    sicuramente il suo tecnico le avrà fatto vedere la verifica delle prestazione della parete secondo il nuovo DM 26.6.2015: in questo documento potrà leggere la prestazione invernale (trasmittanza parete) e la prestazione estiva (sfasamento in ore).
    in zona climatica C la sua parete deve rispettare oggi la trasmittanza 0,38 W/mqK (dal 2019 0,34 quindi meglio puntare a questo valore come minimo minimo minimo).

    non comprendo la soluzione del suo tecnico che prevede la posa di un sistema a cappotto in sughero NON sufficiente ad ottenere prestazioni rispettose della norma attuale per poi ricorrere ad uno strato di termointonaco.
    devo aggiungere che un termointonaco di elevata qualità nella miscela (senza palline di polistirolo per capirci) è costoso.

    dunque: cantierizzare un sistema a cappotto in sughero su una muratura in poroton con tutte le sue fasi di lavorazione e progettazione e finitura per applicare solo 4cm di isolante è insensato.

    si fidi pure del suo naso e insista per posare almeno 8cm di sughero. purtroppo questo spessore garantirà una trasmittanza parete di 0,346 W/mqK che chiudendo mezzo occhio potrebbero rispettare il limite attuale.
    in realtà, se la parete è di tamponamento, la struttura in cemento armato presenta forti ponti termici da studiare ed attenuare, peggiorando ancora la trasmittanza vera della parete.
    consiglio vivamente di applicare almeno 12 cm di sughero per avere prestazioni invernali migliori ed ottenere finalmente almeno 12 ore di sfasamento estivo.
    sarebbe poco intelligente isolare poco e rischiare il veloce surriscaldamento degli ambienti in estate.
    + involucro e – impianti!

  40. Avatar micaela
    micaela

    Buongiorno dr sampaoli. Premesso che sto per costruire in zona climatica c, cosa ne pensa di parete in poroton 700 da 30 cm più cappotto esterno in sughero da 4 cm? È sufficiente? Io lo avrei voluto da 8 cm ma per risparmiare spazio dato che la casa è piccola il tecnico ritiene più che sufficiente il minor spessore. Il tutto abbinato ad un intonaco termo isolante. Grazie per l’interessamento e la risposta che vorrà darmi. Saluti

  41. non a tutti piace il cioccolato. è una affermazione!

    lei riconosce e, soprattutto, conosce la massa (e la qualità della massa) di un laterizio.
    ora che deve fare casa sua, lei butta tutto questo know how nel mare per andare ad acquistare:
    – calcestruzzo cellulare
    – lana di roccia
    – e un pannello prefabbricato composto da gesso ceramico fibrorinforzato ? con densità 960kg/mc?

    ma siamo impazziti? e la tanta massa, molto importante sia in estate che inverno? ce la darà il gesso?

    i cappotti non piacciono nemmeno a me, la cioccolata sì.

    torniamo in careggiata! stiamo andando fuori strada.
    lei è un costruttore, può accedere ai migliori materiali in commercio, al migliore dei prezzi, e va ad acquistare materiali sbagliati per lei, per la sua casa, per il nostro clima…
    facciamola insieme la sua casa! deve diventare un successo.

  42. Avatar Andrea boschetti
    Andrea boschetti

    Bn giorno, sono un costruttore, e fino ad ora ho sempre usato il sistema a cappotto con blocco di tipo poroton
    Questo sistema credo sia il migliore in rapporto qualità prezzo, riduce proprio al minimo i ponti termici, e posizionando direttamente il blocco all’interno, da tanta massa, molto importante sia in estate che inverno
    Ora è arrivato il momento di fare casa mia…..
    Non mi piacciono i cappotti, non a tutti piace il cioccolato,
    Vorrei fare una statrigafia così composta
    Intanto, struttura portante in in travi e pilastri in lamellare, con solette in xlam
    Muro perimetrale ytong clima 30cm
    20 cm lana di roccia , freno vapore, e lastra di gesso puro tecnoboard da 3 cm
    Cosa ne pensate, accetto tutti i consigli del mondo

  43. per rispondere con correttezza si dovrebbe calcolare la stratigrafia completa confrontando il riempimento di cellulosa con il riempimento di schiuma.
    naturalmente io a priori deciderei di evitare materiali come la schiuma poliuretanica, a prescindere dai numeri del calcolo.
    se ci fosse qualche dubbio sul contenuto di umidità della muratura esistente si può scegliere un materiale da insufflare più adatto della cellulosa in fiocchi.

  44. Buonasera
    Desideravo sapere su uno spessore di 8,5 cm di intercapedine se è conveniente l’insufflaggio di cellulosa, o sarebbe meglio optare x la schiuma polierutanica.
    Grazie

  45. certo che si può se in tempo utile.
    anche forse preparare il progetto della tenuta all’aria del tetto se è mancante e se non si è ancora a quello stadio di cantierizzazione.

  46. zona climatica E,si può migliorare la stratigrafia esistente in qualche modo?

  47. sarebbe intelligente criticare una stratigrafia anche in virtù della zona climatica di appartenenza.

    12 cm di lana di vetro per una copertura con struttura in legno sono pochissimo efficaci specialmente per il periodo estivo
    spero che esista un progetto per la tenuta all’aria della struttura.

    il cappotto da 8cm in eps bianco potrebbe essere valido se il blocco in laterizio fosse un porizzato rettificato ad alte prestazioni, meglio decidere per un eps con grafite

    le zone in calcestruzzo necessitano di isolamento più spinto a miglior attenuazione del ponte termico strutturale

  48. Buongiorno dr Sampaoli,che ne pensa di questa stratigrafia?
    Parete esterna 30 POR+8 CAP
    N Descrizione dall’interno verso l’esterno
    1 Intonaco [0.58 W/mK]1.5cm 2 Porotherm serie 22.5 [300]30cm
    3 Rasante collante per cappotto [0.033 W/mK]1cm 4 Cappotto EPS 100 [0.036 W/mK]8cm
    5 Rasante collante per cappotto [0.033 W/mK] 1.0cmSpessore tot 41.5cm
    Perete esterna con pilastro
    N Descrizione dall’interno verso l’esterno
    1 Intonaco [0.58 W/mK]1,5cm
    2 Calcestruzzo per setti strutturali [1.30 W/mK] 30cm 3 Rasante collante per cappotto [0.033 W/mK]1,0cm 4 Cappotto EPS 100 [0.036 W/mK]8,0cm
    5 Rasante collante per cappotto [0.033 W/mK] 1,0cmSpessore totale41,5cm
    Caratteristiche termiche e igrometriche: Pavimento su interrato
    N Descrizione dall’alto verso il basso
    1 Piastrelle in ceramica [1.30 W/mK]1,5cm 2 Caldana sabbia e cemento [0.93 W/mK] 6,5cm3 Pannello isolante pan. rad. [0.035 W/mK] 3,0cm4 Isocal 500 [0.13 W/mK]9,0cm
    5 Solaio tipo predalles spessore 24cm(pavimento) Spessore totale 44cm
    Falda di copertura in legno
    N Descrizione dall’alto verso il basso
    1 Pannello fibra di vetro 30 [0.040 W/mK]6.0cm 2 Pannello fibra di vetro 100 [0.038 W/mK]6.0cm 3 Abete (flusso perpendicolare) [0.12 W/mK]2,0cm Spessore totale14cm

  49. la decisione di sostituire gli infissi adesso con il sistema a cappotto da 5cm posato potrebbe essere l’occasione di progettare la posa del nuovo serramento in luce ed in posizione termicamente favorevole senza l’acquisto del controtelaio coibentato che oltre ad essere una spesa in più costringe ad accontentarsi di un serramento con ancora meno superficie vetrata.

  50. Avatar valeria
    valeria

    Io ho una situazione di un muro perimetrale in pooroton portante da 25 e cappotto esterno in sughero da 5 cm.; siccome voglio inserire un controtelaio coibentato per alloggiare dei frangisole, zanzariera e infisso; lo stesso mi sporge all’interno di circa 8 cm. che debbo controparetare all’interno. Come posso fare e quali materiali usare migliorando la posizione estiva e invernale: abito sul mare a Pescara (65100-centroitalia).

    Mi hanno consigliato un pannelino in aerogel come cappotto interno; non mi convince tante, cosa si può usare tra materiali in argilla e intonaco.
    Cordiali saluti

  51. Avatar Marco

    Buongiorno
    Nel suo post “La ditta che peggiora la stratigrafia della parete” fa riferimento ad un blocco molto particolare che ha lo strato interno adatto per gli impianti ed esterno uno strato adatto per tassellare il cappotto. Ho cercato in rete ma non ho trovato tale blocco di cui lei ha inserito anche l’immagine. E’ possibile sapere dove posso trovarlo?

    La ringrazio molto
    Saluti

  52. Avatar Flavio Polloni
    Flavio Polloni

    Buongiorno,
    mi accingo a una ristrutturazione completa di un’abitazione unifamiliare in casa passiva (circa 260 mq su due livelli: piano rialzato e sottotetto mentre la taverna-cantina seminterrata non sarà in passivhaus). Mi sono rivolto a un passivhaus designer certificato vicino alla mia zona (Milano) che sta predisponendo il progetto.
    L’edificio sarà isolato con cappotto esterno di 26 cm (lana di roccia) fino a terra, tetto in fibra di legno, solaio del piano rialzato isolato da sopra. Pareti perimetrali e centrali di spina in mattone pieno, quindi con massa e capacità termica.
    C’è una soluzione che mi sta proponendo che, leggendo quanto scrive sul suo blog, mi ha fatto sorgere una domanda perché non mi sembra in accordo con quanto ho letto sul Suo blog.
    In merito vorrei perciò sottoporre la questione per un parere.

    In una prima versione si proponeva isolamento estradosso e intradosso del solaio del piano rialzato. Avanzando nelle valutazioni, il progettista propone isolamento solaio solo in estradosso (interno alla zona calda) e isolamento interno in silicato di calcio dei muri portanti di spina che scendono fino nella cantina seminterrata.
    Avendo letto su questo blog che l’isolamento interno è preferibile non effettuarlo, perdendo così capacità termica areica interna dei muri di spina ovvero confort per accumulo calore in inverno e per dissipare calore interno in estate, ho posto la domanda al mio progettista.
    Lui mi risponde che “isolare i muri di spina con silicato di calcio serve solo ed esclusivamente ad avere temperature ottimali in quel punto; La massa non cambia assolutamente in quanto si aggiunge massa alla massa”. Non so se la soluzione è per una miglior risoluzione dei ponti termici. Mi chiedo se l’isolamento interno impatta e quanto sulla capacità termica areica interna e quindi sul comfort ottenibile dato l’edificio.
    Vorrei perciò chiederLe un Suo cortese parere in proposito circa l’isolamento interno in silicato di calcio. Molte grazie.

  53. l’isolamento interno è già di per sè un intervento delicatissimo.
    un pannello in fibra di legno qualunque non ha un freno al vapore al suo interno, quindi la migrazione avviene facilmente, e non frenata, dall’interno all’esterno.
    il collante a base calce in contatto con l’intonaco a base calce potrebbe essere in grado di farsi carico di tutta l’umidità in arrivo omogeneamente.
    utilizzando la tecnica del cordolo perimetrale il vapore che attraversa il pannello trova un’intercapedine con un lato caldo e un lato molto freddo dove il vapore inevitabilmente condenserà.
    si deve ricordare che la parete fredda, non più investita dalla dispersione termica ante intervento, risulterà molto più fredda di prima.

  54. Buonasera,
    Complimenti per i suoi articoli, le faccio una domanda abbastanza specifica.
    Isolamento interno con fibra di legno (spess 6 cm) su intonaco traspirante rifatto, su una muratura in mattoni pieni.
    Per incollare i pannelli di fibra di legno, uso biocalce cappotto: i tecniic kerakoll consigliano di incollarlo no a letto pieno ( si creerebbe effetto ventosa che impedisce di registrare i pannelli) ma a cordolo perimetrale continuo, più un punto centrale. Le chiedo se in questo caso l’aria rimanente all’interno potrebbe causare condense interstiziali (loro dicono di no perchè non c’è circolazione d’aria all’interno della parete, grazie ai cordoli perimetrali continui di colla su ogni pannello).
    Grazie, saluti e buon lavoro

  55. per confrontare le prestazioni è sufficiente confrontare l’intonaco previsto con la lastra in fibrogesso.

    evitare di intonacare le murature perimetrali non garantisce un’ottimale tenuta all’aria e acustica dell’involucro.

    i divisori possono essere in cartongesso con intercapedine riempita di isolante flessibile (meglio se salubre).

  56. sicuramente lei deve tirare l’acqua al suo mulino, quindi scegliere un blocco porizzato. e poi pensare all’isolamento.
    poi tra i blocchi porizzati bisogna scegliere il blocco che fa per lei, e qui l’analisi è più delicata.

  57. Gentile Sign. Sampaoli,
    a parita’ di spessore, tra intonaco di buona qualita e lastra prefabbricata in fibrogesso, quest’ultima applicata in aderenza al poroton, va a vanificare le proprieta’ di assorbimento del calore del poroton. Inoltre lei come farebbe le tramezzature interne?
    La ditta mi aveva a suo tempo proposto le tramezzature in cartongesso.
    Grazie

  58. Avatar raffaele

    salve dott. Sampaoli, per tamponature esterne è meglio usare blocchi poroton o quelli in calcestruzzo cellullare tipo ytong? io sarei per la tradizione cioè il blocco porizzato ma leggo sul sito ytong che i loro blocchi, a parità di spessore , hanno caratteristiche , sia per isolamento dal freddo che dal caldo, superiori. mah….tutti cercano di tirare l’ acqua al proprio mulino. chi ci capisce è bravo. perciò chiedo a lei. saluti Raffaele

  59. per confrontare le prestazioni è sufficiente confrontare l’intonaco previsto con la lastra in fibrogesso di tot spessore in stratigrafia

  60. Grazie per le info, sicuramente sará oggetto di confronto con la ditta. Sicuramente opterò per un cappotto esterno in Eps da 20cm e Xps per la parte contro terra, poi poroton del 25/30 ove verranno fatte le tracce x il passaggio di impianti compreso vmc e poi magari riempiti con Malta termica.
    Le chiedo inoltre, qualora volessi la finitura effetto cartongesso internamente, posso semplicemente applicare sul poroton una lastra di fibrogesso, sicuramente meglio del cartongesso, senza vanificare la massa e la capacità di assorbimento del poroton?
    Grazie