E’ sempre più importante parlare del comportamento estivo dell’edificio piuttosto che delle dispersioni termiche invernali, tanto… quelle, le conteniamo di certo se abbiamo progettato molte ore di sfasamento termico estivo. Ecco perché voglio parlare dei CAM, i Criteri Ambientali Minimi imposti dal legislatore 😉
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Criteri Ambientali Minimi: i CAM e il comfort
Per colpa del dannato Superbonus 110% avete già sentito parlare dei Criteri Ambientali Minimi (CAM), oppure avrete sentito dire “materiali che rispettano i CAM…”
L’intento dei requisiti ambientali definiti dal Ministero dell’Ambiente era “imporre” l’uso di materiali migliori sotto il profilo ambientale, poi è finita a tarallucci e vino perché, se date un’occhiata in giro, scoprirete che è diventato difficile trovare un materiale isolante NON CAM: nel giro di qualche mese, tutti i materiali isolanti sono diventati “certificati CAM”. Infatti anche la benzina un bel giorno diventò VERDE 😉
Ho perso il filo… ah sì, ci tenevo a dire che tra i Criteri Ambientali Minimi (CAM) del DM 11 ottobre 2017 c’è il criterio 2.3.2 che riguarda la prestazione energetica per il comfort estivo.
perché è così importante il criterio 2.3.2 ? per due tre motivi, anzi due 😉 :
1, per il comfort estivo
Un buon valore di sfasamento termico non basta, o meglio, non è tutto. Una bassa capacità termica interna (strutture con bassa capacità di accumulo di energia) non permette ad un ambiente che sta salendo di temperatura di scaricare l’energia in eccesso proprio nelle strutture (proprio perché sono “leggere”).
2, per rispettare le normative vigenti
Che si tratti di nuova costruzione, di demolizione e ricostruzione, di ampliamento di edifici esistenti con volume lordo climatizzato superiore al 15% di quello esistente o cubatura superiore a 500 mc, o di ristrutturazione importante di 1° livello, i Criteri Ambientali Minimi, i CAM, impongono di rispettare adeguate condizioni di comfort termico negli ambienti interni.
Finalmente il legislatore impone al progettista di verificare che le stratigrafie della parete o del tetto garantiscano una capacità termica areica interna periodica (Cip) di almeno 40 kJ/m2K.
l’essenza di questa capacità termica areica interna
Voglio darmi un po’ di arie 😉 sono più di 10 anni che progetto stratigrafie tenendo ben in considerazione il valore della capacità termica areica interna periodica, è un valore importantissimo non per l’isolamento termico, ma per il comportamento di tutto l’edificio isolato e specialmente nel periodo estivo.
Ma senza diventare esperti di fisica edile
- come si può capire l’essenza di questa capacità termica areica interna periodica?
- in quali progetti il valore potrebbe indicare una mancanza?
- dove si rischia che il valore di capacità termica areica interna sia inferiore ai 40 kJ/m2K?
in quali casi la capacità termica areica interna può essere inferiore ai 40 kJ/m2K?
E’ abbastanza facile che questo valore sia molto scarso, e quindi garantisca poco comfort in estate, nelle seguenti situazioni:
in copertura:
- isolamento del tetto sul lato interno con rivestimento in cartongesso
- tetto in legno con perline di scarso spessore (struttura leggera)
- controsoffitto con rivestimento in cartongesso
in parete:
- isolamento delle pareti perimetrali sul lato interno con rivestimento in cartongesso
- rifodera interna delle pareti con rivestimento in cartongesso
- isolamento interno delle pareti perimetrali con pannelli isolanti finiti internamente con strato sottile di rasante
- pareti in legno (case in legno, strutture leggere)
- pareti perimetrali con blocco cassero in EPS e armatura diffusa con cemento armato e con rivestimento in cartongesso
copywriter, content creator & web editor – Federico Sampaoli consulente tecnico per l’isolamento termico dell’involucro edilizio
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