Dopo essere andato a fuoco il grattacielo “Torre dei Moro” a Milano, la stranezza che non salti fuori uno straccio di documentazione sui pannelli isolanti impiegati è di per sé curiosa, ma il fatto che i 30 condomini presenti non sappia nemmeno raccontare in che isolante hanno abitato, la dice tutta sulla disinformazione generale.
E intanto nulla si sa del rivestimento del grattacielo “Torre dei Mori” di via Antonini.
l’incendio si è propagato da uno dei piani più alti
16 piani significano 60 metri d’altezza, un edificio da paura il grattacielo “Torre dei Moro” per il mio standard di quota, ma dei gusti degli altri non si discute.
I racconti confermano che l’incendio si è propagato da uno dei piani più alti estendendosi a tutta la facciata. Finalmente abbiamo la prova provata di come si accende il fuco: sono anni che predico di incendiare la legna nella stufa partendo dall’alto, ma tutti continuano a fare i falò partendo dal basso come ai tempi dei boy-scout, con il risultato di tanto fumo e tanto inquinamento inutile. Non c’è peggior sordo di chi non voglia sentire… Infatti il grattacielo è bruciato come una torcia.
l’ isolante che contiene le dispersioni termiche della tua casa
Come è possibile che un proprietario di casa non sappia che “casa” abbia acquistato? Un appartamento ha un prezzo ben più elevato di un auto o una moto o un computer o un cellulare eppure i proprietari saprebbero rispondere nel sonno che cellulare usano e che auto guidano. Mentre alla domanda che isolante contiene le dispersioni termiche della tua casa, lo sfortunato “senza tetto” risponde: “Ci avevano detto che i pannelli che ricoprivano il palazzo erano ignifughi, invece si sono sciolti come burro. Ricordo perfettamente, ci avevano assicurato che i pannelli fossero resistenti al fuoco”.
Come se uno scampato all’incidente stradale rispondesse “mi avevano detto che l’auto frenava bene in curva”, “non so che auto mi avevano venduto“.
Non c’è nulla da ridere sulla disgrazia, e per di più ricorda la tragedia della Grenfell Tower di Londra (giugno 2017), anche qui i pannelli isolanti avevano portato l’incendio fuori controllo. 72 vittime.
Ho fatto qualche ricerca online, ma ho trovato solo bla bla su Morgan e Mahmood. Si vede che per il giornalismo italiano questo è il punto focale… Solo una pagina parlava di un certo pannello, classificato EN13501-1, Classe B-s1,d0, costituito da due lamine di copertura in alluminio e un nucleo minerale.
Non faccio nomi perché sono arci-stufo delle tirate d’orecchi di certi produttori di isolanti nei miei confronti. La libertà di parola “esistucchia”…
Direi che i dubbi su tutto l’argomento del rogo del grattacielo “Torre dei Moro” e sui materiali isolanti impiegati regnano su tutto. Attendo anch’io curioso di saperne di più.
Resta il fatto incontestabile: nessuno sa in che razza di casa stia abitando. Ora, la colpa è anche nostra: informarci è un dovere! Punto e basta.
Non vuoi sapere nulla sui materiali che compongono l’edificio in cui abiti? Vuoi non sapere quanto siano salubri o insalubri? Benissimo, sei in buona compagnia.
le regole del “soldo”
L’indagine della Procura di Milano spero un giorno ci racconterà qualcosa del materiale del rivestimento. E se al tempo della costruzione vennero seguite le raccomandazioni dei Vigili del Fuoco o vennero seguite solo le regole del “soldo” 😉 Prendi i soldi & scappa!
Informatevi sempre sui materiali che costituiscono il vostro involucro edilizio, non tanto perché siano ignifughi, ma perché siano salubri. La salute vale più di ogni altra cosa.
AGGIORNAMENTO del 31 agosto 2021
grazie al lettore Fabrizio, abbiamo qualche informazione interessante per tutti quelli che vogliono saperne di più:
il link che ci ha inviato probabilmente non “resisterà” a lungo nel web (potrebbe cadere sotto le “mazzate” della disinformazione), dunque meglio salvare queste poche foto di cantiere della costruzione del grattacielo di Milano appena incendiato:
Il leader mondiale dell’isolamento sostenibile (sua autodefinizione) riporta nel suo sito aziendale alla pagina REFERENZE proprio l’edificio incendiato che si trova nella zona sud di Milano:
la stratigrafia della facciata del grattacielo incendiato a Milano
Nel sito aziendale è così descritta la stratigrafia della parte opaca della facciata del grattacielo incendiato:
- una doppia parete in laterizi forati con intercapedine vuota di spessore totale 300 mm
- uno strato leggero d’intonaco tradizionale (rinzaffo)
- un cappotto termico costituito da pannelli in lana di vetro ISOVER CAPP8 G3 sp.90 mm
- un intonaco sottile costituito da una rasatura armata
un materiale isolante incombustibile come la lana di vetro
Trattandosi di un edificio di notevole altezza con una particolare criticità nei riguardi della protezione da un incendio esterno alla facciata, per l’isolamento a cappotto è stato scelto un materiale isolante incombustibile come la lana di vetro al posto del materiale isolante plastico comunemente utilizzato in questa applicazione (EPS).
aggiungo io una nota utile agli esperti-lettori: l’isolante EPS non è un isolante comunemente utilizzato, è un materiale isolante, come la lana di vetro, comunemente utilizzato per risparmiare sui materiali edili (le regole del “soldo” 😉 Prendi i soldi & scappa!)
ISOVER CAPP8 G3 è prodotto con oltre l’80% di vetro riciclato.
Data realizzazione: settembre 2009 – febbraio 2010
Impresa esecutrice:
Moro Costruzioni S.p.A. – Milano (General Contractor); A.T.S. s.r.l. – Limido Comasco (CO) (Applicatore Cappotto)
i miei dubbi sul materiale isolante e sulla posa dei pannelli:
Queste appena descritte sono le informazioni disponibili ad oggi anche se nutro ancora dubbi sul materiale isolante e sulla posa dei pannelli:
- perché impiegare un pannello isolante minerale G3 ad alta densità (reazione al fuoco secondo norma EN 13501-1: Euroclasse A2-s1,d0;), trattato con resina termoindurente a base di componenti organici e vegetali e con altri componenti che conferiscono al pannello un elevato livello di idrorepellenza, per una facciata ventilata da rivestire con elementi estetici di facciata?
- la facciata ventilata è una sistema per pareti perimetrali che sfrutta un’intercapedine d’aria creando un effetto camino – si brutta parola da usare in questo caso di incendio – (inizio a pensare che sia stata proprio l’intercapedine d’aria a ravvivare le fiamme come il soffietto del fabbro aumenta la temperatura del fuoco). Dicevo che la facciata ventilata isolata termo-acusticamente con pannelli in lana di vetro ancorati con appositi tasselli avrebbe dovuto impiegare l’ isolante Isover X60 VN G3, incombustibile (Euroclasse A1) e rispettare la circolare dei vigili del fuoco sui requisiti di sicurezza antincendio delle facciate negli edifici. Il rivestimento esterno ancorato ad un’orditura di sostegno ha una funzione di protezione dagli agenti atmosferici ed estetica.
- farebbe molta differenza una reazione al fuoco Euroclasse A2 rispetto a una Euroclasse A1?
- ma è possibile che un materiale isolante incombustibile bruci? io non ci posso ancora credere…
dubbi sulla vera stratigrafia
Insomma, anche se sul sito aziendale questo leader mondiale dell’isolamento sostenibile (sua autodefinizione, lo ripeto) alla pagina REFERENZE descrive esattamente la stratigrafia dell’edificio incendiato a Milano io nutro ancora dubbi sulla vera stratigrafia e sull’effettivo pannello isolante in lana di vetro installato dietro alla facciata ventilata che ha invaghito tutti i neo proprietari con la sua tonalità chiara lucida & splendente.
la stratigrafia esecutiva del grattacielo incendiato
Sarebbe comunque interessante se qualche addetto ai lavori “del tempo” raccontasse la stratigrafia esecutiva del grattacielo incendiato. Sarebbe una testimonianza utile, ma capisco, molto scomoda e molto rischiosa. Non si morde la mano che ci sfama.
fortuna che a me nessuno mi sfama 😉
Chi vende materiale incombustibile o rappresenta i produttori di materiali incombustibili sbandiera continuamente l’aspetto reazione al fuoco… ma vuole veramente salvarci la pelle? o vuole solo venderci qualcosa?
Mettere paura è sempre una tecnica che funziona! Torniamo all’incendio, che ora tanto interessa tutti:
esiste la possibilità di un incendio in un edificio?
Pare proprio di sì. Dopo quel che abbiamo visto a Milano.
Eppure, nella realtà anche pannelli in fibra di legno hanno una ottima resistenza al fuoco, fino a un periodo di resistenza al fuoco di un’ora e mezza. Pensate! C’è pure il tempo di fare le valige 😉
il requisito dell’ininfiammabilità del materiale da costruzione è un requisito di tempo, quindi di resistenza
In Germania i materiali isolanti in fibra di legno sono classificati come “normalmente infiammabili”, e possono essere utilizzati per costruzioni fino a 3 piani.
Vi ripropongo il filmato delle palline da tennis che abitano delle casette isolate con lana di vetro, eps e fibra di legno, potete guardarlo qui sotto:
Due inverni fa, ho raccolto personalmente degli sfridi di pannelli in fibra di legno per bruciarli nella stufa, beh sì, alla fine sono riuscito a bruciarli, ma se pensate di usarli come accendi-fuoco, allora starete freschi (nel vero senso della parola).
Altro filmato interessante:
concludiamo con un simpatico Tweet:
Per chi volesse leggere il mio articolo “Sul tetto 30cm di lana di roccia si comportano come 20cm di fibra di legno”, ecco il link diretto.
AGGIORNAMENTO del 1 settembre 2021
grazie al commento di Claudio, abbiamo solo qualche dubbio in più:
Intanto la notizia di oggi è il sequestro di tutta la documentazione relativa al progetto della torre. Ma come avevo scritto più in alto, sarebbero utili le testimonianze di chi ha lavorato nel cantiere: una cosa è il momento “progettuale”, un’altra il momento “esecutivo”. Spesso non sono proprio la stessa identica cosa.
AGGIORNAMENTO del 1 settembre 2021
grazie al commento di Gianpaolo, sembra che i pannelli di rivestimento estetico fossero un prodotto per l’esecuzione di facciate architettoniche formato da due lamiere di alluminio in lega 5005-H22 unite con un nucleo di resine termoplastiche (PE) o con un nucleo minerale (FR)
Nucleo minerale FR? cosa vuol dire?
un nucleo interno rivoluzionario che garantisce una resistenza al fuoco superiore.
Insomma, ancora nulla di chiaro e niente di chiarito.
AGGIORNAMENTO del 3 settembre 2021
Grazie a nuovi link inviati dagli esperti-lettori ho letto ancora qualcosa del rivestimento
- non è ancora stato esattamente identificato 🙁
- il motivo di questo è la mancanza di alcuni documenti tecnici 🙁
- ora si parla di scioglimento (infatti mi pareva improbabile che una lana minerale potesse incendiarsi, e sciogliersi 🙁
- si cercherà (notare il tono speranzoso) di comprendere se i pannelli dichiarati nella pratica edilizia presentata in Comune corrispondano poi a quelli utilizzati (come avevo scritto più in alto, sarebbero utili le testimonianze di chi ha lavorato nel cantiere: infatti, una cosa è il momento “progettuale”, un’altra il momento “esecutivo”. Spesso NON sono proprio la stessa identica cosa.
Il sito Casa & Clima che ogni tanto leggo riporta questo commento:
“Cortexa nasce con la missione di garantire a tutta la filiera una corretta informazione sul Sistema a Cappotto. Desideriamo tranquillizzare quindi professionisti e privati con un messaggio inconfutabile: un Sistema a Cappotto certificato, ben progettato e posato a regola d’arte non brucia né propaga un incendio, rappresenta invece un’eccellente protezione dell’involucro degli edifici, anche dal fuoco”.
aggiungo io: sembra quasi di leggere <<un cappotto non certificato, mal progettato e posato senza seguire la regola dell’arte brucia e propaga un incendio>> 🙁
cosa si intende per involucro edilizio?
e chiarisco io ai lettori: si definisce involucro edilizio la stratigrafia che contiene l’edificio. Io non conto niente quindi sentiamo Wikipedia:
- L’involucro edilizio è un elemento architettonico che delimita e conclude perimetralmente l’organismo costruttivo e strutturale (è perciò detto “di frontiera”)…. il limite tra l’ambiente interno e l’ambiente esterno.
Quindi Cortexa avrebbe dovuto esprimersi un po’ meglio che così << il Cappotto è un’eccellente protezione dell’involucro edilizio….>>? IL CAPPOTTO è L’INVOLUCRO EDILIZIO !!!
e nessuno potrà mai proteggerlo dal fuoco se non lo farà lui stesso.
Infine, Cortexa esprime la propria vicinanza agli abitanti di “Torre dei Moro” e mette le proprie conoscenze sul Sistema a Cappotto a disposizione degli attori ufficialmente coinvolti e di tutti coloro che, pur non operando nel mondo dell’edilizia, desiderano approfondire la tematica. Sigh!
AGGIORNAMENTO del 4 settembre 2021
La società Saint Gobain ha precisato di essersi occupata solo di rivestimenti sulla struttura di cemento e non «della parte esterna puramente estetica».
Come dicevo nei primi giorni, molto strano sarebbe stato scoprire che una lana minerale fiammeggiasse in quel modo.
Purtroppo non ci sono immagini che documentino il rivestimento in lana minerale della struttura in cemento “post incendio”. Anche se è facile immaginare che un “cappottino” da 8cm 🙁 poco nulla può fare davanti alla forza di un incendio come quello accaduto al grattacielo di Milano…
AGGIORNAMENTO del 12 settembre 2021
Ho letto che il materiale per la facciata utilizzato nella Torre dei Moro è stato “molto probabilmente” un composito con nucleo in PE (polietilene) in classe D-E secondo la EN 13501-1.
aggiungo io: a me e agli esperti lettori interessa veramente poco ciò che è stato “molto probabilmente” utilizzato. Sarebbe bello sapere per davvero come è stata costruita questa Torre dei Moro…
Senza dubbio invece, il sistema a cappotto con pannelli in lana di vetro (Isover), è classificato come incombustibile e non infiammabile.
una proprietà da oltre 8.000€ a metro quadro
aggiungo io: certo che una proprietà da oltre 8.000€ a metro quadro, isolata con 80 mm di lana minerale è proprio un’infamia…
Ma si vede che ai proprietari del grattacielo, andava più che bene così 🙂
copywriter, content creator & web editor – Federico Sampaoli consulente tecnico per l’isolamento termico dell’involucro edilizio
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