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isolamento contro il caldo - Non uso lana di roccia, né lana di vetro 1

Non uso lana di roccia, né lana di vetro

41 risposte

Ho intitolato nè LANA DI ROCCIA nè LANA DI VETRO…  non per battagliare sulla salubrità in cantiere, semplicemente non sono isolanti adatti al nostro clima.

Eccetto la zona climatica F, tutti i comuni italiani soffrono di surriscaldamento estivo, e dunque la scelta del materiale isolante può risolvere o alleviare il problema del caldo. Dobbiamo progettare con materiali isolanti con elevato calore specifico 😉

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Lana di roccia e lana di vetro (ottimi isolanti termo-acustici) NON sono adatti al nostro clima mediterraneo, padano, pugliese, calabro, siciliano, sardo, appenninico, costiero, collinare.

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materiali isolanti con elevato calore specifico:

La protezione dal caldo estivo NON si può ottenere con la lana di roccia:

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Per evitare di crescere lo spessore dell’isolante all’inverosimile… meglio usare materiali isolanti con 2 qualità importanti:

  • un elevato calore specifico:
    Calore specifico (c) [J/kgK]
  •  una buona densità:
    Densità  [kg/m3]

Queste 2 importanti proprietà del materiale si leggono nelle schede tecniche: anche il committente può informarsi autonomamente: basta saper leggere.

lana di vetro

Può capitare che la lana di vetro ad alta densità non indichi il valore 🙁 (alta sì ma quanto alta? …questo introvabile dato kg/mc) ma non perdete tempo: date un’occhiata al suo valore di calore specifico:

  • appena 1030 J/kgK (il più basso calore specifico di tutti gli isolanti in commercio 😐 )

sostanze inquinanti come formaldeide e altri composti organici volatili

isolamento contro il caldo - Non uso lana di roccia, né lana di vetro 2

Leggendo la scheda tecnica di una comuna lana di vetro, troviamo la dicitura:

Prodotto in Italia con almeno l’80% di vetro riciclato e con una resina termoindurente di nuova generazione, che associa componenti organici e vegetali, minimizzando le emissioni nell’aria di sostanze inquinanti come formaldeide e altri composti organici volatili (VOC).

inquietante direi 😐

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lana di roccia

Un pannello rigido in lana di roccia a media densità è comunemente proposto per l’isolamento termico e acustico di pareti perimetrali 🙁 andiamo a controllare le 2 importanti proprietà del materiale:

  • calore specifico sempre 1030 J/kgK
  • densità 60 kg/mc

sfasamento estivo superiore alle 12 ore

Se con questo pannello volessimo ottenere uno sfasamento estivo superiore alle 12 ore come prescritto dalla normativa del buon senso

Ritardo fattore di decremento (sfasamento)   [h] sfasamento 12,45

dobbiamo impiegare 50cm di spessore per la lana di roccia. E’ chiaro che le doti di protezione estiva delle lane minerali sono scarse!

Non disperate, non ce n’è motivo

non-uso-lana-roccia-lanai-vetro-surriscaldamento-protezione-estiva-salubrità-03

Esistono isolanti con calore specifico anche doppio 🙂

  • la fibra di legno
  • i fiocchi di cellulosa
  • la paglia di riso
  • la canapa

Anche più del doppio, e con densità a piacere:

Calore specifico (c) [J/kgK]
 
2400

Le lane minerali, come prestazioni estive, non potranno mai competere con fibra di legno o fiocchi di cellulosa o paglia di riso o canapa.

Gli asini non saranno mai cavalli 😉

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breve pippone sulle lane minerali

Per chi vuole conoscere meglio lana di roccia e lana di vetro…

le lane minerali (comprese nel gruppo FAV, Fibre Vetrose Artificiali, e quindi anche nel più ampio gruppo delle MMMF, Man Made Mineral Fibres):

  • sono caratterizzate da concentrazioni superiori al 18% di ossidi alcalini ed alcalino-terrosi (Na2O, K2O, CaO, MgO, BaO e loro combinazioni).
  • sono ricavate da roccia e vetro: un fitto intreccio di fibre legate tra loro con resine termoindurenti che creano una struttura costituita da una moltitudine di celle aperte contenenti aria.

SALUTE E SICUREZZA

I produttori di lane minerali dicono che:

Il REACH (Regolamento Europeo concernente la registrazione, valutazione, autorizzazione e restrizione delle sostanze chimiche) classifica le lane minerali come non pericolose.

La IARC (International Agency for Research on Cancer, parte dell’ Organizzazione Mondiale della Sanità) ha stabilito che le lane minerali “non sono classificabili come cancerogeni per gli esseri umani”.

  • L’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) ha classificato fibre di vetro e fibre ceramiche in Gruppo 2B, possibili cancerogeni per l’uomo, e filamenti di vetro, lana di vetro, lana di roccia in Gruppo 3, non classificabile come cancerogeno per gli esseri umani. 

EUCEB, una certificazione indipendente, assicura la bio-solubilità di tutti i prodotti immessi sul mercato alle prescrizioni europee.

isolamento contro il caldo - Non uso lana di roccia, né lana di vetro 3

Il tutto è stato recentemente confermato dal Ministero della Salute con il documento “Le Fibre Artificiali Vetrose (FAV) – Linee guida per l’applicazione della normativa inerente ai rischi di esposizioni e le misure di prevenzione per la tutela della salute”, approvato dalla Conferenza Stato/Regioni in data 25 marzo 2015.

Anche se sono sicuro che il Ministro della Salute abbia particolarmente a cuore la mia salute, preferisco applicare

  • il Principio della Cautela 😉

Il fatto che gli isolanti in lana di vetro e lana di roccia da diverse decine di anni siano i più utilizzati in molti Paesi nordeuropei, grazie alle loro proprietà termiche, acustiche e di incombustibilità, è un’ ulteriore prova del fatto che il nostro clima italiano non ha bisogno di materiali come questi.


federico sampaoli espertocasaclima

copywriter, content creator & web editor – Federico Sampaoli  consulente tecnico per l’isolamento termico dell’involucro edilizio

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41 risposte a “Non uso lana di roccia, né lana di vetro”

  1. @ alessandro

    in realtà il Calore specifico della lana di roccia (Cp) è il valore più scadente tra tutti gli isolanti in commercio: 1.030 J/kg K

    l’eps con grafite che puoi aver visto in giro gonfio o difettoso appartiene alla categoria “sistemi a cappotto posati da non applicatori professionisti”.
    ogni sistema certificato funziona, se i componenti del sistema sono rispettati e ben posati.
    detto questo, se la bifamiliare ha un buon marciapiede esterno esistente e la tua aspettativa di protezione dal surriscaldamento è alta possiamo fare delle simulazioni con un cappotto in blocchi di calcecanapa, dove non solo il prezzo è basso ma non dipendi più dalla “destrezza” di posa dell’applicare che ti ritrovi in cantiere… perchè è come costruire una muratura. ci basta un muratore di buona volontà 🙂

  2. Avatar Boato Alessandro
    Boato Alessandro

    ciao Federico,

    dovendo fare il cappotto alla mia bifamiliare in provincia di Venezia (zona climatica E), il mio geometra consigliava la lana di roccia anche per le caratteristiche di sfasamento termico, utile per l’estate. Leggendo le tue risposte mi rendo conto che non è la soluzione migliore e comunque nemmeno la più economica.
    Non mi rimane che rivolgermi all’EPS con grafite ma ho bisogno di due chiarimenti.
    1) Sono timoroso per la reazione al fuoco e ho bisogno di sapere cosa guardare sui data sheet del produttore al fine di essere certo di avere il prodotto più sicuro o meno pericoloso.
    2) mi preoccupa un poco la stabilità dimensionale, peggiorata dalla presenza della grafite che però ne migliora il lambda: mi darebbe fastidio vedere i muri esterni “a quadroni” , non so se mi comprendi.
    Ripongo molta fiducia nella tua risposta in quanto ti considero un valido professionista dotato di una buona dose di buon senso !

    grazie

    Alessandro Boato

  3. @ michele

    i pannelli di fibra di vetro o di roccia isolano più che bene! solo che non isolano dal caldo, quindi è un’informazione molto utile direi 😉
    i prodotti consigliabili?
    come scritto nell’articolo: “Esistono isolanti con calore specifico anche doppio :

    la fibra di legno
    i fiocchi di cellulosa
    la paglia di riso
    la canapa

    anche più del doppio!

    se deve isolare il tetto di una veranda chiusa che non so esattamente come sia stata costruita e che non so se verrà isolata dall’interno o dall’esterno, io escluderei l’estruso visto che ci troviamo a Palermo

  4. Buonasera. Mi scusi se i pannelli di fibra di vetro o di roccia non vanno bene sarebbe opportuno che evidenzia i prodotti consigliabile.devo isolare il tetto di una veranda chiusa. Precedente ho usato l’estruso per tetto a falda con copertura tegole in cotto e va benissimo. Dove… Palermo

  5. @ stefano

    non avevo capito che l’isolamento del tetto si farà dall esterno togliendo le tegole:
    purtroppo in questo caso non si riuscirà a risolvere il problema delle travi passanti da dentro a fuori e della perlina passante da dentro a fuori (parlo della tenuta all’aria e del freno al vapore).
    quindi resterà irrisolto il rischio di condensa interstiziale sul perimetro del tetto.

    cappottare per il momento solo le pareti esterne dall’interno (h circa 135 cm) si può ma se si lavora a secco come lei vorrebbe fare con struttura in cartongesso… è impossibile riuscire a sigillare il nodo parete-perlina e il nodo trave-parete…

    se vuole la mia assistenza per trovare una soluzione, sì dovrà fornirmi spessore e qualità parete perimetrale, planimetrie fotografie

    dovremo abbandonare l’ intelaiatura per cartongesso e la fibra di vetro per lavorare con pannelli igroscopici da incollare e rasare

  6. Grazie per la celerità della risposta, si certamente per altezza media che deve essere di 240 cm l. L isolamento del tetto cmq lo farei dall esterno cioè togliendo le tegole cappottare e ricoprire ma lo farei solo nel caso e quando sarà il momento di renderla abitabile per la legge , fino a quel momento per non aprite cila o scia e per non essere troppo invasivi nei lavori intendevo cappottare solo le pareti esterne che praticamente sono di h circa 135 cm nella parte bassa dello spiovente del tetto . Quindi da quanto scritto non mi sembra che a spanne si riesca a capire che spessori e che materiale usare ….
    Per capirlo che dati le posso fornire ?? Planimetrie fotografie ?
    La mia idea fino a che non ho sentito i suoi pareri sulle fibre era quello di creare una intelaiatura per cartongesso stando attenti a isolarla per non avere ponti termici chiuderla con cartongesso e all interno sentendo pareri vari usare fibra di vetro di 7 cm ….ma a quanto pare in estate andrei forse a peggiorare le cose .
    A questo punto la confusione mi annebbia i lavori e non saprei che strada percorrere.

  7. @ stefano

    abbiamo un sottotetto dove ci sono le falde a vista, e le falde del tetto hanno struttura in legno lamellare e perline fissate sulla struttura immagino.

    le Leggi regionali per il recupero dei sottotetti vogliono la verifica che il sottotetto rispetti l’altezza media e minima.
    per trasformare il sottotetto in mansarda abitabile il suo tecnico le avrà indicato di non abbassarsi troppo con lo spessore dell’isolamento interno (intradosso falde).

    in base a questo spessore disponibile dobbiamo
    – progettare l’isolamento termico
    – fare il calcolo termico per vedere lo sfasamento estivo che otteniamo (altrimenti la mansarda diventa un forno d’estate)
    – fare il calcolo termico per vedere se soddisfiamo i Requisiti minimi in base alla zona climatica E
    – progettare la posa e la sigillatura del freno al vapore a protezione dell’isolante e per evitare condense interstiziali

    Se presenti finestre a tetto, anche qui dobbiamo progettare la sigillatura del freno al vapore.

    Certamente NON useremo fibre minerali o eps.
    i fiocchi di cellulosa, oltre che richiedere l’insufflaggio, richiedono molto spessore perchè hanno bassa densità.

  8. Ciao , ne approfitto della tua competenza per porti un quesito : sto ristrutturando una mansarda con sottotetto in legno lamellare eseguito xirca 20 anni fa che non è isolato termicamente ma ventilato e basta , dimensioni della mansarda circa 150 m2 vorrei eseguire per il momento solo il Cappotto interno per poterla rendere in futuro abitabile . La zona della casa è collina di reggio emilia con un lato a sud e un lato a nord . Farò la struttura in metallo per poi tamponarla con cartongesso ma non saprei cosa usare come isolante visto i pareri contrastanti delle fibre e degli eps sarei interessato ai fiocchi di cellulosa ma che spessore devo considerare per fare la struttura per lasciare spazio sufficiente per poterla insufflare?? 8/10 cm posso considerarli sufficienti per poi avere la possibilità che fa sottotetto mi possa diventare abitabile? Considera che il termotecnico mi ha parlato che con le nuove normative dovrò isolare anche il tetto o da sopra o da sotto . Grazie per la risposta .

  9. @ gianfranco

    anche se con il fai da te lei riuscisse a ricostruire il tamponamento di mezza finestra in alluminio con materiale insensibile al calore e con un foro da 150 per far passare lo scarico dei fumi della sua nuova stufa, e magari riuscisse anche a sigillare il contorno del foro,
    io consiglierei di tamponare la metà del foro finestra con dei blocchi in calcestruzzo aerato autoclavato creando una buona battuta al restante serramento.
    tra i blocchi che acquisterà potrà prenderne uno di quelli forati sempre in calcestruzzo aerato autoclavato che si usano per l’incatenamento verticale e che hanno già un foro predisposto del diametro 15 o 20cm

  10. Avatar gianfranco
    gianfranco

    volendo mettere una piccola stufa a legna nel salone e non volendo ( non potendo)stravolgere l’arredamento esistente a ridosso delle pareti, ho intenzione di togliere, provvisoriamente, un’anta di finestra e sostituirla con cornice di alluminio e (nell’interno) con un materiale (lana di vetro o altro?) di cm. H 140 x L 55 – dove ritagliare un foro di cm.15 e far passare un tubo dei fumi proveniente dalla stufa. Non essendo pratico, ma sapendo che nel tubo si sviluppa un forte calore, che materiale devo adoperare per questo caso e di che spessore? Grazie

  11. @ Daniele

    i commenti non caricano immagini quindi lei dovrebbe caricare un link

  12. Ho inviato un paio di foto della fase di posa, adesso è tutto posato.
    In pratica in questa situazione cosa rischio?
    Dispersione di calore, umidità…
    Grazie mille

  13. @ Daniele

    è in effetti vero che la canapa resiste ad ogni tipo di stress, è uno dei suoi particolari vantaggi.
    pensi solo al fatto che i cavi di canapa sono usati per ormeggio e rimorchio di navi…
    detto ciò,
    non stiamo progettando un ambiente per mettere alla prova la canapa, stiamo progettando un ambiente riscaldato che confina con l’esterno o con un ambiente non riscaldato:
    tra questi ambienti, in periodo invernale succede una certa pressione che spinge verso l’esterno,
    dunque è importante garantire all’ambiente riscaldato la tenuta all’aria:
    cioè il calore e il vapore dell’ambiente che abitiamo non deve infiltrarsi attraverso i punti di non tenuta all’aria negli ambienti esterni o non riscaldati!
    se esiste questo errore progettuale,
    si potrebbe progettare un manto, con questa funzione, interposto tra l’isolante già posato e quello che possiamo posare sopra, e risolvere per sempre il problema.
    per fare questo però dovrei conoscere la situazione almeno attraverso foto o disegni esecutivi del momento del cantiere.

  14. Avatar Daniele Rognoni
    Daniele Rognoni

    Grazie per il riscontro,
    si esatto, si vedono le tegole agganciate, in realtà su travetti di cemento, è una struttura già esistente un po’ particolare.
    Avevo fatto presente all’architetto se servissero freni vapore ma mi è stato detto che con la canapa non ci sarebbero stati problemi di condensa, dell’aria nessun cenno.

  15. @ Daniele

    grazie.
    a parte lo strato di isolamento termico attuale del solaio del sottotetto costruito in perline, mi sembra che dalla descrizione manchi un manto tra perline e pannelli flessibili in fibra di canapa.
    questo manto non solo dovrebbe frenare il vapore, ma ancora più importante è la sua funzione di tenuta all’aria.

    poi, se ho capito bene, guardando dall’interno le falde vedo la struttura lignea e le tegole agganciate e appoggiate. corretto?

  16. Avatar Daniele Rognoni
    Daniele Rognoni

    Buongiorno Federico e complimenti per i suoi articoli sempre chiari ed utilissimi.
    Vorrei chiederle un consiglio per coibentazione estiva di un sottotetto che aatualmente si presenta in questo modo (tenga presente che la ristutturazione è appena terminata e non ho ancora potuto testare la stagione calda): zona pianura padana, locale abitabile 85mq, cappotto esterno fibra di canapa 12cm e solaio in perline da 4,5 cm, appoggiati alle perline 12cm (2×6) pannelli di canapa non rigidi con densità credo 60, tegole a vista su travi, travetti ecc. Il sottotetto non è calpestabile è l’altezza al colmo sarà 150cm circa.
    A me sembra pochino per un buon sfasamento estivo, vorrei aggiungere dei pannelli in fibra di legno di 4/5cm (?) con una buona densità.
    Che ne pensa?
    Grazie molte
    Daniele

  17. @ massimo

    un isolamento esterno eseguito con i componenti di un sistema certificato e con tutte le attenzioni per i dettagli esecutivi avrà una vita di almeno 30anni
    Il comportamento al fuoco?
    in classe A1: il pannello, incombustibile, in caso di incendio non genera né fumo né gocce e aiuta a prevenire la propagazione del fuoco e contribuisce ad incrementare le prestazioni di resistenza al fuoco dell’elemento costruttivo in cui e installato.

  18. HO LETTO CON INTERESSE L’ARTICOLO.MI RIFERISCO AD UN CAPPOTTO IN LANA DI ROCCIA, E’ POSSIBILE CONOSCERE IL GRADO DI RESISTENZA AGLI INCENDI? QUALE è LA SUA DURATA, CIOE’, PER QUANTI ANNI IL CAPPOTTO CONSERVA INALTERATE LE SUE CARATTERISTICHE?
    GRAZIE PER LA VOSTRA DISPONIBILITA’, E’ POSSIBILE AVERE UNA RISPOSTA PER VIA email?
    MASSIMO

  19. @ urbano

    grazie del contributo! penso interessantissimo per i lettori, futuri esperti-lettori.
    il comfort abitativo richiede prima di tutto temperature costanti. subito dopo bisogna parlare di umidità relativa, anzi, inutile negarlo, temperatura, umidità, e concentrazione di CO2 vanno a braccetto.

    Un solaio verso sottotetto che non si surriscalda grazie all’isolamento termico è importante proprio perchè
    – la temperatura media radiante influenza gli scambi termici radiativi e rappresenta la media ponderata delle temperature delle superfici interne che delimitano un ambiente e il corpo umano (quindi includo il solaio tra abitazione e sottotetto).
    – la asimmetria nella temperatura radiante (una differenza nella radiazione percepita) è un discomfort.

    Secondo me, un’abitazione che al piano più alto non garantisce nella stagione estiva una temperatura interna di 26°C non è un problema.
    Dipende poi sempre dalle attività svolte in casa perchè se leggo o monto una libreria posso avere aspettative e desideri molto diversi, e dalla umidità relativa.

    Direi che i 29°C sono un limite oltre i quali o grazie al cielo abbiamo un clima secco o molti cederanno alla tentazione del diavolo: la climatizzazione

  20. Buongiorno, sono un edile nel settore isolamenti e di cuore vi faccio i complimenti per la precisione dei vostri articoli e la semplicità con cui li esponete. Nell’estate 19 su suggerimenti di un paio di certificatori con cui collaboro abbiamo fatto un esperimento per capire come si muove nella realtà la temperatura all’interno di un sottotetto misurando le reali temperature rilevate .La prova è stata effettuata su un locale non climatizzato con una soletta laterocemento 16 + 4 cartella con un sottotetto muricci e tavelloni , una parte senza isolamento, un’altra con un isolamento cm 25 fiocchi cellulosa CLIMACELL, la terza con un isolamento in fiocchi lana vetro INSULSAFE 33.Le temperature giornaliere ( in un muro in ombra ) di martedì 29.8.19 variavano da 26 a 32 gradi,le temperature all’aperto esposte al sole da 26 a 43 gradi, le temperature nel sottotetto da 26 a 51 gradi . Intradosso solaio senza isolamento aveva una temperatura compresa fra i 31 e 39 gradi, con una permanenza sopra i 35 gradi di circa 12 ore dalle ore 15,30 alle 3 di mattina .Isolando con 25 cm fibra cellulosa CLIMACELL da insufflaggio la temperatura intradosso solaio variava da 29 a 31 gradi. Isolando con cm 25 fibra vetro da insufflaggio INSULSAFE 33( senza resine aggiunte ) la temperatura intradosso solaio variava da 28 a 33 gradi. La temperatura intradosso solaio è stata rilevata non in superficie ma 1 cm dentro il solaio per evitare errata misura per ventilazione superficiale. la densità applicazione era 35 kgmc fibra cellulosa e 16 kgmc per lana vetro .Cosa ci ha stupito ? Le temperature folli di un sottotetto chiuso, il comportamento molto simile fra materiali fibra cellulosa e lana vetro avendo massa e capacità termica il primo doppio dell’altra se applicati su una superficie molto massiva come un solaio laterocemento , la temperatura intradosso solaio laterocemento non isolato che si comporta come un termosifone di una superficie pari alla tua abitazione che mantiene una temperatura superficiale compresa fra 35 e 40 gradi per oltre 12 ore giornaliere. Per non creare confusione, va detto che non otterremo gli stessi risultati con un solaio di massa inferiore come travetti e perline, dove la massa dell’isolante conterebbe molto di più.
    Con questo resoconto non intendo ne contestare altri articoli ne scelte progettuali diverse , ma solo riportare un esperimento che con tutti i suoi limiti empirici a noi ha dato grandi indicazioni .

  21. @ Alex

    il comfort aumenterà enormemente dopo la posa del sistema a cappotto. proprio perchè le temperature superficiali interne saliranno senza smanettare sul riscaldamento (che probabilmente nelle camere da letto, o in ambienti con guadagni solari più favorevoli, nemmeno accenderà più).

    la lana di roccia ha il pregio di offrire un miglioramento acustico (rumori esterni) che l’EPS non potrà mai offrire.

    circa la traspirabilità non c’è di che preoccuparsi, quel poco di vapore che attraversa tutta la stratigrafia fino ad uscire all’esterno lo farà anche se si applicherà EPS e specialmente evitando una economica finitura esterna acrilica. anche se pure questa fa parte di un sistema certificato.

    i componenti del sistema a cappotto in EPS con grafite presentano un costo di circa 21€/mq
    i componenti del sistema a cappotto in lana di roccia presentano un costo di circa 25€/mq

    il pannello in EPS con grafite ha un costo di circa 15€/mq spessore 140mm
    il pannello in lana di roccia ha un costo di circa 27€/mq spessore 140mm

    dunque, se il rumore esterno non è un problema, semaforo verde al cappotto in EPS grigio, ma senza lesinare sullo spessore.

    con la stessa spesa di un cappotto in lana di roccia da 140mm possiamo posare oltre 220mm di EPS grigio, e con conduttività termica 0,031 W/mK!!!

    questo è certamente un punto di arrivo molto più soddisfacente.
    poi naturalmente ci sono tutti i dettagli esecutivi che fanno dell’intervento un buon intervento! dunque non solo la sigla del pannello

  22. Buonasera Federico, ho deciso di isolare l’involucro per ottenere un miglior comfort, eliminare i ponti termici ma soprattutto per risparmiare fabbisogno termico “durante la stagione fredda” e quindi risparmiare sul riscaldamento.
    In estate con il fotovoltaico che mi offre eccedenza energetica, il raffrescamento non è un problema.
    L’immobile è in pianura padana, per ottenere il risultato che mi aspetto, da calcoli indicativi avevo individuato un pannello in lana di roccia, coefficiente 0,035 spessore 14cm.Volevo evitare una soluzione EPS anche se risparmierei spessore, perchè ho forti dubbi sulla traspirabilità. La ringrazio per le sue eventuali preziose considerazioni e consigli.

  23. @ Gennaro

    tutti stiamo cercando una soluzione ai nostri problemi 😉

    si vorrebbe “tappare” il foro del lucernario per tutto il periodo invernale e riaprirlo in estate. se ho capito bene.
    immagino dunque che esista un altra finestra per arieggiare l’ambiente e dare luce.
    il problema che nasce nel momento in cui si decida di isolare e tappare il lucernario è la spinta del vapore dall’ambiente verso la lastra di vetro fredda (o verso l’esterno addirittura, nel caso esistano degli spifferi tra telaio fisso e falsotelaio)
    quindi, per decidere un dettaglio di posa e sigillatura si dovrebbe per prima cosa distinguere tra una falda in altero cemento e una falda in perline nel caso di un tetto in legno

  24. Avatar Gennaro

    Buonasera, sto cercando una soluzione al mio problema.
    Nella stanza da letto matrimoniale c’è un lucernaio (86cm x 60cm). Ho notato che l’infisso non è isolato termicamente e compromette il riscaldamento della stanza . Vorrei inserire del materiale isolante tra il vetro del lucernaio e il soffitto, così da isolare l’infisso. La soluzione deve essere semplice da rimuovere, così da poter sfruttare il lucernaio nel periodo estivo.
    Tra il soffitto e l’infisso, la profondità è di circa 50 cm.
    Quale materiale suggerisce?
    L’idea è di utilizzare un “blocco” e di applicare un pannello di compensato con delle staffe.
    Spero di aver esposto chiaramente la situazione. Grazie mille

  25. se nel sottotetto condominiale si può accedere solo attraverso una botola probabilmente non sono libero di scegliere l’intervento di isolamento del solaio sottotetto. per esempio non posso lavorare con pannelli rigidi e devo per forza indirizzarmi su materiale sfuso in fiocchi o granuli.
    con il rischio di sporadiche infiltrazioni io consiglio di usare perlite in granuli che non soffrirebbe se succedesse nuovamente la rottura di una tegola.
    ovviamente si potrebbe coprire l’isolamento con un manto traspirante e impermeabile, però nessuno si accorgerebbe più di eventuali danni al tetto e si accumulerebbe dell’acqua piovana chi sa dove.
    circa lo spessore del materiale isolante sopra al solaio sottotetto tutto dipende:
    1) dal materiale (scelto il materiale si fa un calcolo della stratigrafia completa di solaio)
    2) dal calcolo strutturale in considerazione del DGR relativo agli I.P.R.I.P.I. (interventi privi di rilevanza per la pubblica incolumità ai fini sismici) per il nuovo carico aggiunto permanente: il carico aggiunto al solaio esistente non deve eccedere una percentuale del peso del solaio stesso pre intervento, senza che sia necessario un rinforzo strutturale.

  26. Avatar Michele Fadini
    Michele Fadini

    Buonasera, vivo in un alloggio all’ultimo piano di un edificio, dotato di sottotetto condominiale accessibile tramite botola.
    Il sottotetto non è utilizzato da nessuno e vi accedono solo il manutentore dell’ascensore e l’antennista all’occorrenza.
    Il resto è un ambiente vuoto percorribile in piedi nella parte centrale, con le falde laterali di tegole poggiate sulla struttura in legno.
    Il pavimento è la classica soletta con travetti in ca interposti a pignatte, e colata di calcestruzzo.
    D’state l’alloggio è un forno, per cui ho deciso realizzare un cappotto del solaio nel sottotetto.
    Leggendo l’articolo ho capito che per isolarmi dal caldo mi serve massa (pensavo il contrario….) e elevato calore specifico del materiale che andro’ ad utilizzare.
    Al riguardo, mi piacerebbe ottenere la migliore prestazione possibile contro il caldo, ma evitando di ridurre eccessivamente l’altezza del camminamento dovuta all’elevato spessore e mantenere la calpestabilità del sottotetto
    Venendo alle domande, Le chiedo se, oltre ai citati fibra di legno /fiocchi di cellulosa / paglia di riso / canapa, sono oggi disponibili sul mercato prodotti che permettano di raggiungere alte prestazioni con basso spessore, e pedonabilità.
    Per ultimo, vorrei approfittare dell’occasione per impermeabilizzare la soletta prima di coibentarla ( la scorsa primavera a causa della rottura di alcune tegole durante un temporale, si è infiltrata dell’acqua in casa)
    Grazie per i consigli che potrà darmi.
    Michele Fadini
    Torino

  27. circa gli spessori si deve calcolare la stratigrafia compresa del solaio esistente e il materiale scelto

  28. Buongiorno,
    Volevo chiedere, dopo lana di roccia mi hanno proposto 30 cm di fiocchi di vetro, quello che non volevo, avvertendo su possibili rischi surriscaldamento/infiammabilita’ e/o insetti per materiali naturali.Non so se sia veramente un problema per cellulosa o fibra di legno, o altro(granulato di sughero?), eventualmente andrebbero dello stesso spessore?
    Grazie

  29. se il sottotetto è difficilmente accessibile consiglio di insufflare fiocchi di cellulosa, ma non è un lavoro fai da te. si possono insufflare grossi strati di materiale raggiungendo una densità di circa 30kg/mc senza una enorme spesa.
    con il fai da te non resta che andare nel sottotetto con dei pannelli e rivestire tutto il solaio del sottotetto.
    lana di roccia e lana di vetro non proteggono dal surriscaldamento estivo quindi devo consigliare di usare fibra di legno, fibra di canapa, o balle in paglia di riso.
    il solaio, se ha passaggi impiantistici, richiede la sigillatura dei fori o delle fessure per evitare passaggi di vapore incontrollati dall’ambiente riscaldato sottostante.
    circa gli spessori si deve calcolare la stratigrafia compresa del solaio esistente e il materiale scelto.

  30. Avatar Pietro

    Buongiorno, articolo molto interessante. Sto valutando l’isolamento del sottotetto, parecchio basso e mi hanno proposto rotoli di lana di roccia. Alla mia titubanza hanno allora proposto lana di roccia in Sacchi di plastica. Mi viene da pensare che manca traspirabilità. Io sapevo di materiali come lana di pecora, di canapa o fibra di legno. Cosa mi consigliate? Grazie

  31. è la verità: un morale in legno interposto agli strati di isolante è un ponte termico.
    ogni cambiamento di materiale è un ponte termico per definizione.
    sì, oggi le viti disponibili permettono ancoraggi arditi che attraversano il pacchetto isolante.
    la fattibilità dipende dalla densità dei pannelli utilizzati nel pacchetto tetto.
    il rischio di mancare le travi c’è. non manchiamole!

    per gli ancoraggi del fotovoltaico meglio prevedere nella zona dei morali interposti all’isolante.

  32. Per la realizzazione di un tetto in legno non ventilato ho chiesto un preventivo con un isolante di 14 di lana di roccia. Tutte le ditte interpellate hanno proposto morali sopra il perlinato e tra l’isolante e superiormente pannello OSB. Una sola ditta ha detto che 1 – i morali costituirebbero un inutile ponte termico 2 – che sono inutili, loro fisseranno il pannello OSB sopra la lana di roccia con viti ancorate alle travi in legno. Mi chiedo se sia una cosa fattibile: non c’è rischio di “mancare le travi” e forare il perlinato? In termini di resistenza ci sono problemi con questo tipo di fissaggio (per esempio quando installerò il fotovoltaico)?

  33. Buonasera, dovrei isolare l’ interno di una cappa di un caminetto cosa mi consigliate lana i roccia accoppiata con alluminio, o fibroceramica anch’ essa accoppiata con alluminio?

    Denis.

  34. Buongiorno,

    riporto la mia esperienza con la lana di roccia.

    Dopo una consulenza del dott. Sampaoli mi sono deciso a mettere la cellulosa nel sottotetto tramite insufflaggio (tra lo scetticismo e lo scherno dell’impresa di costruzione che si occuperà della ristrutturazione). Un paio di rapidi preventivi via internet (secondo le stratigrafie e materiali indicati) senza nemmeno troppo impegno e si scopre che è più economica della lana di roccia che l’impresa mi avrebbe messo … “perché si è sempre fatto così”.

    Ma il vero problema nascosto sarebbe lo smaltimento della vecchia lana di roccia presente nel sottotetto da una 20ina di anni.
    Ho chiamato un po’ in giro, ma tutti dicono che devono rivolgersi ad aziende specializzate perché va rimossa con strumenti adeguati, non è che puoi andare tu a rimuoverla dal sottotetto (con tutti i problemi di mascherine e guanti vari) e loro passano a prenderti i sacchi!!!!

    L’impresa che mi fa i lavori mi ha detto che con loro possono chiudere un occhio, visto che loro hanno già diversi contatti con le ditte di smaltimento che comunque dovrebbero già usare per tutti i materiali di cantiere,
    Quindi l’impresa edile si occuperebbe di toglierla dal sottotetto e metterla in contenitori idonei (forniti dalla azienda specializzata in smaltimento) e poi l’azienda dello smaltimento passa a ritirare il tutto.

    Il costo dello smaltimento della lana di roccia andrebbe a peso, quindi difficile andare a metri quadri, ma sono migliaia di €uro solo di smaltimento … e considerate che tanto lavoro manuale lo farebbe l’impresa.
    Che poi tanto lo so già che finisce in discarica nell’indifferenziato (già visto con altri rifiuti speciali … è solo un trucco per estorcerti soldi)

    QUINDI L’ASSURDO È CHE MI FAREBBERO PAGARE PER TOGLIERE LA LANA DI ROCCIA COME RIFIUTO SPECIALE E DOPO MI RIMETTEREBBERO NUOVA LANA DI ROCCIA.

    Sentiti i parere del dott. Sampaoli e delle ditte che fanno l’isufflaggio abbiamo deciso di lasciare la lana di roccia dov’è e di mettere la cellulosa sopra la lana.

    Saluti
    Michele

  35. Avatar Antonio barbieri
    Antonio barbieri

    grazie del consiglio ,
    farò così ; aggiungerò alle mie protezioni gli occhiali ermetici e la tuta usa e getta.
    Io ho sempre usato la mascherina con filtro P3 ( quello per bonificare l’ amianto)
    Ceto è che non potendo usare l’ aspirapolvere in certi angoli , se trovassi in qualche colorificio
    una “lacca” ( vada il termine ) da spruzzare sui punti non raggiungibili , che fermi tutto a terra le microfibre sarei ancora più sereno , anche per il futuro e in caso di vendita .
    ( sa una cosa : eppure dai rivenditori edili si vedono molte quantità di lane di roccia in pannelli che partono per i cantieri )
    Saluti
    Barbieri Antonio

  36. ottimo argomento.
    in onore del principio della cautela evito sempre di consigliare lana di roccia o lana di vetro, che poi di fatto non istallerei io di persona, ma se sono chiamato a fare una consulenza penso che si meglio evitare di proporre materiali “scomodi per la salute” a chi lavora in cantiere.

    Se ne discute da anni, ma come si farà mai ad individuare i casi di cancro direttamente imputabili alle lane minerali?
    Nel suo caso l’invecchiamento della colla porta al rilascio di più fibre libere (rispetto allo stesso prodotto incapsulato) che in effetti saranno depositate in soffitta dopo il lavoro.

    Mi trovo però in difficoltà a dare indicazioni corrette sulla bonifica dell’ambiente. E me ne dispiace.
    Continuerò a frugare nel mio buon senso per offrirle qualche utile spunto!

    alcune asl indicano di
    -imbibire con acqua fibre minerali a vista
    -proteggersi con maschere respiratorie a pieno facciale o maschera (P2) + occhiali a tenuta, tute in tyvek, guanti in gomma
    -imbustare immadiatamente la lana minerale rimossa
    -pulire con aspirapolvere l’ambiente

  37. Avatar Antonio barbieri
    Antonio barbieri

    Buongiorno Gentile Federico ;
    in questi giorni da angoli della mia soffitta sto togliendo della “lana di roccia ” posata negli anni 2004/2005 ;
    per insacchetarla sto usando guanti e mascherina filtro FFp3 usa e getta ;
    Al posto di questa , poserò fibra di legno naturale e/o alcuni pannelli di sughero ;
    per questo lavoro di insacchettamento,secondo lei Mi devo preoccupare ?
    poi naturalmente sul solaio restano a terra delle microfibre che io non vedo … cosa mi consiglia ?
    ci sono in commercio dei prodotti tipo “lacca” che fissano a terra i piccoli ciuffi invisibile ?

    ho letto anche questo appunto sotto , ma no mi sono chiarito le ideee
    L’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) ha classificato fibre di vetro e fibre ceramiche in Gruppo 2B, possibili cancerogeni per l’uomo, e filamenti di vetro, lana di vetro, lana di roccia in Gruppo 3, non classificabile come cancerogeno per gli esseri umani.

    La ringrazio cordialmente della sua gentile risposta
    Ancora io … Antonio Barbieri

  38. si deve ben comprendere un aspetto che interessa principalmente il periodo estivo:
    posso impiegare il più adatto materiale isolante con uno spessore esagerato ottenendo una magnifica protezione dal caldo.
    questo eviterà il surriscaldamento veloce che hanno gli edifici poco ben progettati.

    non stiamo però raffrescando l’ambiente! lo stiamo proteggendo! come se ci fosse il fuoco fuori: dopo tot minuti bisogna scappare!

    questa fantastica protezione dal surriscaldamento è un alleato ideale per il mio comfort interno durante il periodo estivo, ma l’estate non dura un paio di settimane!
    stiamo assistendo a periodi di parecchie settimane roventi senza nemmeno la pausa di un temporale…
    a lungo andare il nostro ambiente iper-protetto e iper-progettato raggiunge temperature sempre più elevate (tutto si uniforma nel tempo!) e ad aggravare la situazione ci sono i carichi interni e cioè ogni cosa che in ambiente produce calore (noi, ma anche la lampadina accesa o la televisione) + forse uno scarso ombreggiamento e alla fine dobbiamo anche fare i conti con qualche apertura di finestre per ventilazione manuale o normale attività di chi abita.

    i 36°C esterni non li avremo in casa… ma anche il terreno, piano piano, durante l’estate si carica di calore.
    un ambiente iper-isolato, ma vissuto, tende a salire di temperatura verso i 28°C, che forse per molte persone sono già troppi, ma sono ancora confortevoli tenendo conto del fatto che sono ottenuti senza impianto di raffrescamento!
    è sotto inteso che la ventilazione notturna deve essere fatta! per mantenere a lungo temperature accettabili.
    e il buon effetto della ventilazione notturna è possibile proprio grazie all’isolamento che evita di avere le conseguenze tipiche delle strutture surriscaldate (che cedono calore all’ambiente interno durante la notte)

    come tutti, lei vorrebbe creare un sottotetto adiabatico, che di fatto è impossibile: ne faremo almeno un sottotetto molto poco diatermico!

  39. Avatar Antonio barbieri
    Antonio barbieri

    Buongiorno dott. Federico Sampaoli ;
    ho letto molto dei suoi articoli , soprattutto sull’ isolamento dal caldo estivo ; ecco su questo tema vorrei chiederle una delucidazione a livello teorico :
    se,mi creo un muro di 40/50 cm di sola fibra di legno
    ( densità 150 kg/mq ) senza usare cacestruzzo e latterizi ; come si comporta in caso di giornate molto calde estive ? ( e anche fredde.. ma il mio problema è il caldo..)
    ho letto che creando un sfasamento di 24/36 ore
    l’ ambiente interno è insensibile alle variazioni di quello esterno ; cosa mi manca di capire per
    dire che il ragionamento è corretto o errato?
    se fosse ..potrei isolarmi un sottotetto aumentando lo spessore interno di 30/40 cm con fibra di legno alta densità in modo da bloccare totalmente il caldo estivo …??( non ho possibilità alzare le tegole e isolare al di sopra ..)
    Capisco anche che l’ energia trasmessa ad un tetto è molto differente (maggiorre) di quella trasmessa ad un muro , a parità di giornata estiva.
    la ringrazio cordialmente della sua risposta .
    Antonio Barbieri ,
    San Donà di piave (VE)

  40. la trasmittanza ci informa sulla capacità di un materiale di contenere le dispersioni invernali, ma ci dice poco sulla capacità di sfasare l’onda termica.
    eps e lane minerali sono tutti scarsi come protezione dal caldo.

  41. Scusi l’ignoranza ma se due pannelli hanno la stessa trasmittanza non hanno prestazioni equivalenti?
    Cosa rende, a parità di trasmittanza (e quindi con adeguato spessore) l’eps piu’ idoneo della lana di roccia per la protezione dal calso?

    Grazie