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solaio verso terreno - Demolizione e riscotruzione, platea calda o fondazione tradizionale? 1

Demolizione e riscotruzione, platea calda o fondazione tradizionale?

6 risposte

Una demolizione in favore di una ricostruzione è l’occasione per rivedere ogni aspetto progettuale. Non sono sempre e comunque favorevole alla demolizione, ma di fronte a murature in mattone pieno bagnate e fondazioni inesistenti, inutile sforzarsi troppo e affrontare un cantiere con grosse incognite di spesa e interventi forse risolutivi e forse no.

Iniziamo la ricostruzione, con 2383 Gradi Giorno siamo in zona climatica E:

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nuovi limiti di trasmittanza

essendo in vigore il DM 26.6.2015 già dal 1° ottobre scorso dobbiamo per forza riferirci ai nuovi limiti di trasmittanza previsti quando ragioniamo sul solaio verso terra.

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Per contenere le dispersioni verso il basso dobbiamo garantire una trasmittanza U inferiore a 0,30 W/mqK

Naturalmente sarebbe possibile partire con la fondazione, e successivamente posare lo strato di coibentazione idoneo. In progetto c’era la realizzazione di un getto armato su igloo.

una platea calda

Ma perchè non cambiare radicalmente strategia e progettare una platea di fondazione su isolante? Una platea calda quali aspetti positivi porta all’edificio nuovo? Molteplici, ma ne voglio evidenziare alcuni:

  • solaio verso terra già isolato termicamente (una massa enorme di circa 800 kg /mq a temperatura quasi ambiente)
  • solaio verso terra distaccato dal terreno che allontana il rischio di umidità di risalita
  • piede della muratura caldo con conseguente ponte termico già attenuato
  • passaggi impiantistici affogati nello spessore alleggerito con temperature molto stabili
  • poco sbancamento del terreno e minor quota di scavo

spessori dell’isolamento verso terreno

I nuovi limiti di trasmittanza impongono a questa scelta costruttiva enormi spessori di coibentazione? Di fatto no. Sono sempre favorevole a forti spessori di isolamento termico – non vedo intelligenza nel rispettare unicamente i limiti imposti dal legislatore – meglio far meglio 😉 Ma torniamo al punto: il solaio verso terra avrà in sostanza due (si potrebbe dire 3) strati dedicati alla coibentazione:

  1. il pannello isolante sottofondazione che verrà sistemato sopra al magrone armato sopra lo stabilizzato di base
  2. il getto in calcestruzzo cellulare leggero o sottofondo alleggerito termoisolante premiscelato che equivale allo spessore necessario agli impianti e alle loro pendenze
  3. l’eventuale spessore dedicato all’anticalpestio che permette al massetto di finitura di essere galleggiante, quindi desolarizzato.

Se tutti gli altri strati sono molto conducenti e dispersivi, questi 3 strati sono quelli che permettono alla stratigrafia di fondazione di rispettare i limiti di trasmittanza termica.

Vediamoli tutti insieme in stratigrafia:

Descrizione degli strati Spessore (s) [m] Conduttività termica (l) [W/mK] Resistenza termica [mqK/W] Calore specifico (c) [J/kgK] Densità (?) [kg/m3]
Rsi Aria Strato laminare interno 1 2 3 4
1 Piastrella 0,010 1,300 840 2300
2 collante x piastrella 0,003 0,510   1111 1700
3 massetto 0,050 1,600 1000 2300
4 anticalpestio 0,010 0,037 1400 30
5 alleggerito 0,100 0,098 1000 400
6 cls armato 0,250 2,500 880 2400
7 foglio in PE polietilene 0,002 0,040   1400 92
8 isolante 0,080 0,035 1450 35
9 magrone armato
10 stabilizzato di base

Guardando lo strato n.8, il primo strato isolante che incontriamo partendo dall’esterno, sembra che già 8cm siano sufficienti a mettere in regola il pacchetto verso terra: si tratta di un pannello battentato sui 4 lati in schiuma in polistirene espanso estruso XPS esente da HCFC, HFA e HFC che offre resistenza alla compressione a lungo termine > 250 kPa.

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L’intera stratigrafia, inserendo i valori di lambda Dichiarato, garantisce dispersioni termiche verso il basso pari a soli 0,254 W/mqK

Trasmittanza   U [W/m2K] 0,254

Tutti sanno che il terreno offre una enorme inerzia e avere il terreno come strato più esterno è una garanzia maggiore contro gli sbalzi termici e le rigide temperature invernali di alcune settimane dell’anno. Possiamo dire che la platea di fondazione gode di un clima ben più favorevole rispetto alla copertura o alle pareti esterne – la platea è più protetta.

Il flusso termico è naturalmente discendente e posso applicare il “fattore correzione terreno” pari a 0,45: dunque il valore di trasmittanza U * 0,45.

Nel calcolo inserirò come Resistenza termica esterna il valore zero:

Resistenza termica sup esterna Rse     [m2K/W] 0,00

 Avrei affrontato un costo minore se avessi posato gli igloo e avessi previsto una fondazione di forma diversa? Avrei un edificio con prestazioni termiche migliori? Non credo proprio 🙂


federico sampaoli espertocasaclima

copywriter, content creator & web editor – Federico Sampaoli  consulente tecnico per l’isolamento termico dell’involucro edilizio

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6 risposte a “Demolizione e riscotruzione, platea calda o fondazione tradizionale?”

  1. non si può procedere con ulteriori strati orizzontali o verticali di finitura prima di terminare le nastrature o la posa dei teli per garantire la tenuta all’aria del volume riscaldato (freno al vapore e tenuta all’aria).
    E’ poi da prevedere un telo di Carta antipolvere per realizzare lo strato di separazione per la posa di massetti umidi.

  2. Avatar Vincenzo
    Vincenzo

    Salve, vi contatto perché sto costruendo una soprelevazione in X lam nel Comune di Capaci (PA). La struttura è montata e domani gli operai poseranno il massetto per gli impianti. L’architetto suggerisce di posare un foglio in PE polietilene per non mettere a contatto cemento con la parete xlam, 3 cm di xps per coibentare il piano superiore rispetto al piano inferiore, il cassetto alleggerito per gli impianti e le piastrelle sopra.
    Rispetto alla stratigrafia riportata sopra ci sono alcune differenze. Può offrirmi dei suggerimenti?

    Inoltre ho dubbi sulla mancata nastratura delle pareti nella parte inferiore che sarà ricoperta dal massetto dove il telo non è stato nastrato.

  3. il magrone già realizzato in precedenza sarà asciutto e pronto per la posa dell’isolamento per sottofondazione.
    il foglio in PE polietilene che si posa a protezione dei pannelli in XPS non è obbligatorio, ma è meglio usarlo! Come suggerisce il costruttore Mirko Taglietti, il telo in PE evita la corrosione superficiale del materiale da parte degli agenti chimici presenti nel cls.
    Di solito i pannelli hanno la pelle sulla superficie integra e non tagliata a misura, questa pelle dovrebbe garantire da sola la protezione, ma è sempre bene separare i due strati, anche per le future deformazioni disomogenee tra i 2 materiali.

  4. Avatar Valter

    Salve, una domanda?
    Perché il foglio in PE polietilene va posato sopra l’XPS e non sotto?

    Quindi perché : MAGRONE – XPS – FOGLIO POLIETILENE

    e non : MAGRONE – FOGLIO POLIETILENE – XPS

    E’ solo il fatto che il cemento rischia di andare in eventuali fessurazioni dei pannelli al momento del getto?
    Grazie.

  5. termicamente parlando è molto corretto avere una platea calda che tiene la massa all’interno dell’involucro (il volume riscaldato) ed è anche un aspetto positivo per il comfort estivo.
    pensi che oltre le alpi si usa preparare la platea di fondazione con già predisposto il tubo per l’impianto radiante a pavimento e il collettore “volante” in attesa della costruzione.
    nei nostri climi, una casa isolata ha però più bisogno di un impianto dinamico che un impianto con enorme inerzia: il radiante sottile o a secco è dinamico e veloce.
    il vespaio aerato è sempre proposto come soluzione ai problemi legati all’umidità ma io sono molto più favorevole a prevedere un progetto di drenaggio perimetrale e una quota più favorevole del solaio contro terra dell’edificio.
    naturalmente la coibentazione della fondazione ha poca scelta per quanto riguarda i materiali idonei: xps per fondazioni o vetro cellulare.

  6. Salve,
    innanzitutto complimenti per il suo lavoro e grazie per la sua disponibilità…
    Mi trovo a costruire un’abitazione in zona E, con la falda a circa 2,50 metri di profondità, con struttura portante in pilastri di cemento armato.
    Leggendo i suoi articoli mi è parsa molto interessante la soluzione di progettare una platea calda, soprattutto perchè è l’unico modo per risolvere il ponte termico dei pilastri. Mi sorge un dubbio però, in caso di riscaldamento a pavimento, come nel mio caso, non si disperderebbe il calore verso il basso? O sarebbe opportuno isolare anche al di sotto del massetto radiante, oltre che sotto platea?
    L’ingegnere che svolge il calcolo strutturale, vista la vicinanza della falda, propenderebbe per un vespaio aerato (igloo o solaio armato) e fondazioni continue a trave rovescia.
    Mi saprebbe consigliare una stratigrafia in questo caso per ottenere una buona coibentazione?
    Grazie