consulenza per efficienza energetica

preventivo cappotto

Finalmente ho il preventivo del cappotto

8 risposte

Hai raccolto preventivi per il cappotto della tua casa ma non sai valutarli?

Valutare un preventivo e confrontare varie offerte è complicato, spesso impossibile. Non tanto  per l’inesperienza di chi li legge ma per la poca chiarezza, o la scarsa descrizione delle voci di spesa.

preventivo cappotto

Ma da dove nasce questa indecifrabilità?

Forse dalla nostra stessa richiesta! o da come abbiamo formulato la richiesta. Abbiamo chiamato qualche applicatore e abbiamo manifestato la volontà di eseguire dei lavori sull’abitazione di proprietà, in questo caso un isolamento esterno a cappotto.

Non è raro inciampare in voci di capitolato come “fornitura e posa di pannelli isolanti per esterno spessore 12cm per applicazione cappotto, tassellatura e doppia rasatura con colla e rete” – diciture che dicono poco nulla di cosa succederà e si eseguirà.

Per prima cosa facciamo attenzione ai vocaboli: “applicazione cappotto” o “posa di sistema a cappotto” sono già 2 cose ben diverse. Il sistema a cappotto comprende componenti ben definiti. Dire “cappotto” significa che non sono definiti i vari componenti che si useranno per l’applicazione del cappotto:

  • collante, pannello, pannello per zoccolatura, eventuale pannello per zona architrave per anti incendio, profili di raccordo con guarnizioni per raccordi a serramenti e davanzali, tasselli ad espansione omologati secondo etag 014 con benestare tecnico europeo ETA, rondella isolante, rasatura armata con rete, strato di fondo, strato di finitura a spessore, colore con indice di riflessione > 25%, rasante impermeabilizzante elastico per zoccolatura ecc.

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E’ sempre corretto scrive di quale sistema si tratti, e se sia o no un sistema certificato:

Ci sono 2 tipi di cappotti (il secondo più frequente del primo):

  1. Cappotto di qualità = Sistema venduto come kit dal produttore XY e certificato ETA
  2. Cappotto di qualità incerta = Sistema inventato dall’applicatore in base alle sue esperienze, conoscenze, convenienze.

 Con un Sistema certificato secondo il Benestare Tecnico Europeo (ETA) siamo certi che i componenti del Sistema siano stati testati per potere essere utilizzati assieme e durare nel tempo.

Sapete come si ottiene una certificazione?

tutto il Sistema viene testato all’interno di una camera climatica e sottoposto a cicli che ne attestano la resistenza a freddo e caldo, al gelo e al disgelo, simulando un invecchiamento di 25 anni. Appaltare un Sistema certificato significa almeno che l’applicatore non andrà a comprare materiali di diverse aziende inventandosi il Sistema in cantiere

Forse chi vi segue è un progettista che non conosce a fondo il Sistema a Cappotto:  scegliere un Sistema certificato è importante perchè ci si potrà appoggiare ai consulenti tecnici del produttore! E a titolo gratuito! Qui è bene approfittare! A piene mani!

Imparare NON è vietato:

Anche il progettista coinvolto può rivolgersi al produttore di Sistemi a cappotto per ottenere una corretta consulenza

Ora che noi abbiamo le idee più chiare (almeno noi), possiamo essere certi che l’applicatore sia in grado di posare il Sistema a Cappotto a regola d’arte? Non possiamo! non esiste l’obbligo di  formazione per chi posa il Sistema a Cappotto.

Proviamo a chiedere se l’impresa o l’artigiano hanno seguito corsi di formazione oppure se sono associati Cortexa, oppure se hanno mai letto il manuale Cortexa. E’ già un inizio per non perdere tempo a prendere in considerazione offerte di chi forse non è poi così competente, pur avendo una buona mano o altre abilità.

Sperando che la lettura non sia stata noiosa, o inutile, vi invito a rispondere al mini sondaggio qui sotto: (vi rubo solo 3 secondi perchè non dovrete perdere tempo a registrarvi!) grazie


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articolo ideato, scritto e diretto da Federico Sampaoli, impegnato a favore delle persone, del comfort e dell’open information, titolare e caporedattore di espertoCasaClima – blog di informazione e comunicazione

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8 risposte a “Finalmente ho il preventivo del cappotto”

  1. un rivestimento estetico che sostituisce l’intonaco esterno non offre nessuna qualità di isolamento termico, quindi l’unico modo per evitare il cappotto è costruire con blocchi rettificati in laterizio oppure con altri blocchi di nuova generazione.
    una facciata ventilata invece può offrire una certa protezione dal surriscaldamento estivo, ma nessun isolamento termico.

  2. Avatar Emanuele
    Emanuele

    Salve Federico, ho un quesito, se si volesse rivestire la parete esterna con del gres (ventilato o meno) o pietra, il cappotto va comunque previsto o lo stesso rivestimento ha qualità di isolamento?
    Grazie

  3. stiamo parlando del migliore e del più lussuoso dei cappotti in circolazione.
    sì è una remora abbastanza comune, ma l’insidia per un isolante non è tanto il clima secco o umido quanto la migrazione del vapore attraverso la stratigrafia che se non ostacolata con errori progettuali funziona correttamente.
    se il dubbio persiste e l’anima non trova pace i pannelli a base di idrati di silicato di calcio posati con collante a tutta superficie sono certamente il calmante da prescrivere al paziente.
    buone decisioni e buon 2017

  4. Avatar Marco Redaelli
    Marco Redaelli

    Buongiorno Federico e buon anno,
    sto confrontando due tipi di cappotti certificati ETA: quello della ROFIX con pannelli a base di idrati di silicato di calcio e il NATURAWALL di NaturaliaBau con pannelli di fibra di legno.
    A parità di prestazioni invernali (e anche di costi) quello della NatauraliaBau (con 2cm in meno di spessore.: 16cm per ROFIX e 14cm per NaturaliaBau di pannelli isolanti per raggiungere una trasmittanza intorno a 0,15) offre prestazioni estive migliori, anche se non così drasticamente diverse dato che lo applicheremmo su una muratura portante in laterizio che contribuisce già ad ottenere buone prestazioni estive.
    Mi chiedevo se avesse avuto esperienze in merito al cappotto NaturaliaBau.
    Le mie perplessità sono dovute al fatto che la nostra casa sarà in pianura padana, con i tassi di umidità che ne conseguono… è vero che la certificazione ETA “garantisce” una durata di 25 anni… ma fibra di legno e umidità persistente…
    Grazie mille per un consiglio!
    Marco Redaelli

  5. sbandierare grossi paroloni fa sempre un effetto sui clienti…:

    la ETAG 004 è la Guida Tecnica (approvata dalla Commissione Europea) per il rilascio degli ETA (European Technical Approval) agli ETICS (External Thermal Insulation Composite Systems), cioè ai “sistemi a cappotto”.

    quindi un ETA (l’”Europea Tecnica Approvazione”, o meglio il Benestare Tecnico Europeo, l’ETA) è una valutazione tecnica positiva di idoneità all’impiego per l’utilizzo di un prodotto da costruzione di uno specifico produttore per un determinato utilizzo previsto.

    Ogni kit di sistema composito di isolamento termico esterno avrà la propria “specificazione”, quindi, supposti 100 kit di ETICS, cioè 100 sistemi a cappotto, si avranno (a regime) 100 ETA (Benestare Tecnico Europeo), sostanzialmente diversi.

    Un produttore di lastre isolanti per esempio non produce magari collanti, rasanti, tasselli ecc quindi se vuole certificare il proprio “sistema a cappotto” dovrà presentare una serie di prodotti non suoi ben determinati nella documentazione di questo ETICS ed ottenere la benedizione tecnica europea.
    Chi utilizza tutti i prodotti elencati nel documento può stare tranquillo che qualcuno li ha testati e funzionano.

  6. Vedo produttori di singoli componenti, come lastre in eps o colle, che parlano di certificazione dei loro prodotti secondo le norme ETAG 004.
    Ma se tali prodotti non fanno parte di un sistema, come possono rientrare nella norma ETAG 004 che è specifica per i sistemi cappotti?
    Significa che tali prodotti sono anche stati testati all’interno di specifici sistemi di cappotti oppure mi sfugge qualcosa?

  7. proprio nei sistemi a cappotto sintetici (come il cappotto in eps) è intelligente garantire maggiormente contro i principi di incendio.
    A questo servono le cosiddette traverse antincendio che sono delle righe orizzontali nelle facciate a quota architrave finestra.
    Una traversa antincendio (quando si usano isolanti con reazione al fuoco Euroclasse C, D o E) nella zona architrave di portefinestre
    e finestre è un elemento antincendio: di solito si posa una striscia orizzontale in lana minerale MW-PT (Euroclasse A1 incombustibile).
    Quando questa barriera al fuoco non è continua, deve avere una sporgenza laterale dal foro finestra di 30 cm e un’altezza di min. 20 cm.
    I pannelli in lana minerale devono essere incollati su tutta la superficie e tassellati.
    Questo in alternativa delle fasce antincendio.

  8. Avatar Rolando
    Rolando

    Salve , stavo leggendo della protezione antincendio per gli architravi, in che cosa consiste? Eventualmente che materiali si usano e vanno bene di metterli con EPS?