Adesso posso schiacciare un pisolino. A trentasei anni, l’ unico modo per affrontare un incontro serale, che può protrarsi oltre la mezzanotte, è dormire prima. Inoltre, adesso che più o meno so chi sono, voglio chiudere gli occhi di fronte a questa consapevolezza, come a nascondermi. Quando li riapro è passata un’ora. Dico a voce alta: E’ ora di andare. Non mi posso più nascondere. M’infilo di nuovo sotto la doccia, ma questa è diversa da quella della mattina. La doccia del pomeriggio è sempre più lunga – ventidue minuti, più o meno – e non serve a svegliarmi o a lavarmi. La doccia pomeridiana serve a farmi coraggio, a darmi istruzioni.
Il tennis è lo sport in cui parli da solo. Nessun atleta parla da solo come i tennisti. I lanciatori di baseball, i golfisti, i portieri borbottano tra sé, ovviamente, ma i tennisti parlano con se stessi – e si rispondono. Nella foga di un incontro, i tennisti sembrano dei pazzi per la strada, che farneticano, imprecano e dibattono accesamente con il proprio alter-ego. Perché? Perché il tennis è uno sport così maledettamente solitario. Soltanto i pugili possono capire la solitudine dei tennisti – anche se i pugili hanno i loro secondi e i manager. Perfino il suo avversario fornisce al pugile una sorta di compagnia, qualcuno a cui può avvinghiarsi e contro cui grugnire. Nel tennis sei faccia a faccia con il nemico, scambi colpi con lui, ma non lo tocchi mai, né parli a lui o a qualcun altro. Il regolamento vieta perfino che un tennista parli col proprio allenatore mentre è in campo. A volte c’è chi sostiene che i corridori siano altrettanto solitari, ma è un confronto ridicolo. Almeno il corridore può sentire e annusare gli avversari. Sono a pochi centimetri da lui. Nel tennis sei su un’ isola. Di tutti gli sport praticati da uomini e donne, il tennis è il più simile all’isolamento carcerario, il che porta inevitabilmente a parlare da soli, e io inizio a farlo qui, sotto la doccia pomeridiana. E’ il momento in cui prendo a dirmi delle cose, cose folli, ripetendomele fino a convincermene. Per esempio che un mezzo paralitico possa partecipare agli US Open. Che un uomo di trentasei anni possa bettere un avversario nel fiore degli anni. Ho vinto 869 match nella mia carriera, sono il quinto nella classifica di tutti i tempi, e molti li ho vinti sotto la doccia del pomeriggio.
Con l’acqua che mi romba nelle orecchie – un rumore non dissimile da quello prodotto da ventimila spettatori – rivivo alcune vittorie particolari. Non quelle ricordate dai tifosi, ma vittorie che ancora mi svegliano la notte. Squillari a Parigi. Blake a New York. Pete in Australia. Mi soffermo ad assaporarne i dettagli, poi passo a rivangare qualche sconfitta. Scuoto la testa ricordando quelle delusioni. Mi dico che stasera sosterrò un esame per il quale ho studiato ventinove anni. Qualunque cosa accada, ci sarò già passato almeno una volta. Che sia una prova fisica, o mentale, non è niente di nuovo.
Ti prego, fa’ che finisca presto. Non voglio che finisca. Mi metto a piangere. Mi appoggio alla parete della doccia e mi lascio andare.
tratto da:  Andre Agassi (2011) OPEN, la mia storia – Einaudi
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ventidue minuti sotto la doccia! Un sogno che non ricordo di aver mai vissuto.
Sì un po’ tutti quanti tendiamo ad allungare i tempi in albergo o a esagerare con la temperatura, tanto paga Pantalone. Una piccola rivincita sul prezzo della camera e per chi ha fatto tanta strada, un modo per lavare via il viaggio, il tempo e la stanchezza, e sù, anche per prendere un po’ di coraggio in un luogo che non è casa nostra – come direbbe Andre Agassi.
lo sapevate che…
Alt, un passo indietro; la mia personale passione per il risparmio energetico, che ho avuto la fortuna di trasformare in professione è data certamente dall’obiettivo di utilizzare poca energia aumentando contemporaneamente il comfort e riducendo gli impianti, ma il mio vero traguardo è la libertà , la non dipendenza, l’indipendenza!
l’indipendenza
Vivere in un castello con 10 caldaie da alimentare, manutenere, pagare, riparare può essere bello? può dare la sensazione di libertà ? mi sentirei più libero ad avere bisogno di nulla, o di quasi nulla.
una casa passiva rende liberi?
Le avveniristiche e ancora troppo rare PassivHaus significano indipendenza? In un certo senso direi di sì. Quando voglio rappresentare una casa passiva con un esempio felice dico “barca a vela”. Una barca a vela ci fa sentire liberi? In barca a vela ci sentiamo indipendenti? Direi di sì. Ci spinge il vento, e non il gasolio da comperare.
eccoci al punto: non utilizzo acqua calda sanitaria, quindi è gratis 🙂
Per patto con me stesso, non utilizzo acqua calda sanitaria dal luglio 2013? Era estate – luglio cade ogni anno d’estate! – e mi godevo più volte al giorno una breve doccia fredda. Che tanto fredda poi non era viste le temperature record stabili oltre i 35° C – almeno qui in città . Ogni volta che mettevo la testa sotto l’acqua fresca ripensavo – e lo faccio ancora oggi, sempre – ad una vecchia intervista a Reinhold Messner che a un certo punto svela alla giornalista di utilizzare solo acqua fredda per lavarsi, che sia estate o che sia inverno. Sapete tutti quanto può essere fredda l’acqua che scorre. Seduto sul divano ad ascoltare le bizzarrie e le filosofie e le avventure di Messner pensavo tra me – figuriamoci, doccia fredda, d’inverno, e lui abita in montagna poi! Che spaccone!
Luglio finiva, agosto passava e a settembre mi sono trovato davanti alla scelta se continuare o meno a non miscelare acqua calda. Ho un miscelatore monocomando a croce, fino a metà è fredda, oltre comincia a diventare calda.
Non ho mai più girato il miscelatore fino in fondo: Messner aveva ragione!
Si può fare. Basta volerlo!
Non descrivo la sensazione del corpo e della pelle quando la doccia finisce perché questo articolo non so più dove andrebbe a parare. Ma vi assicuro che ne vale la pena! Costo energia zero, sensazioni 1000.
Mi sono liberato di quella dannata caldaia istantanea, appesa lì a creare dipendenza.
Io voglio essere un uomo libero.
Non è per il risparmio economico sulla bolletta, i costi fissi restano, è per la libertà . E a distanza di tanti mesi devo ammettere che una doccia calda appare come benessere, ma è un brodo insopportabile che rammollisce e non esalta il risveglio del corpo.
capire il costo medio di questo lusso che è l’acqua calda
Ma se mi avete seguito fin qui, magari solo per scoprire come si fa ad avere acqua calda sanitaria a costo zero (facendo la doccia fredda!) e siete delusi, vi aiuto almeno a capire il costo medio di questo lusso che è l’acqua calda. Quasi un diritto per le ultime generazioni, in realtà un lusso – e uno spreco.
Conoscere i propri consumi è il primo passo verso l’efficienza energetica
Ecco qualche calcolo preparato da Marco De Pinto:
Il fabbisogno di acqua calda sanitaria – ACS – per 2 persone ovviamente è indipendente dalla superficie calpestabile dell’edificio ed è pari a circa 80 litri giorno di acqua calda a persona a 42 °C.
Quindi 80 litri/persona giorno x 2 persone = 160 litri/giorno
- Temperatura acqua fredda sanitaria: 10 °C
- Temperatura acqua calda sanitaria di utilizzo: 42 °C
- Salto termico: 32 °C
Energia necessaria per la produzione di acqua calda sanitaria al netto delle perdite degli accumuli, delle tubazioni di adduzione e ricircolo ACS:
- Energia giornaliera consumata: 6.000 Wh
- Giorni di consumo ACS: 365 giorni
- Consumo energetico annuo: 2.190 kWh/anno
Il costo economico per la produzione di energia per ACS dipende sempre dalla fonte energetica:
- Caldaia a gasolio (rendimento 85%): 330 €/anno (costo gasolio 1.325€/litro compresa IVA)
- Caldaia Caldaia a metano (rendimento 95%): 250 €/anno (costo metano 1.05 €/m3 con IVA)
- Caldaia a GPL (rendimento 95%): 420 €/anno (costo GPL 4.6 €/m3 compresa IVA)
In soldoni, la doccia fredda vale circa 3.000€ ogni 10 anni di spese energetiche vive.
Legionella
Ricordate che i tubi in rame per l’acqua potabile sono un’ottima misura di prevenzione della legionella.
Il rame è l’unico tra i materiali per tubazioni ad avere proprietà antibatteriche.
copywriter, content creator & web editor – Federico Sampaoli consulente tecnico per l’isolamento termico dell’involucro edilizio
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