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Non consiglio materiali isolanti rischiosi per la salute

7 risposte

Non consiglio materiali isolanti rischiosi per la salute – e perchè mai dovrei? Non sono nemmeno performanti contro il caldo estivo.

Ricordiamo che siamo in Italia quando ragioniamo sull’isolamento termico di una casa: un obiettivo è contenere le dispersioni invernali ed avere bollette per riscaldamento contenute, ma il senso di tutto il progetto è avere una casa confortevole tutto l’anno, e che non diventi in un forno con l’arrivo dell’estate!

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25 marzo 2015: Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato-Regioni – vengono aggiornate e superate le vecchie linee guida emanate con la circolare del Ministero della Sanità n. 23 del 25.11.1991: tutte le fibre artificiali vetrose “per le quali non risultano valori limite o indicazioni tecniche sulla valutazione dell’esposizione, rientrano nella categoria dei materiali utilizzabili che presentano rischi per la salute”.

Mi occupo di involucro edilizio, perciò sono ogni giorno a scegliere e valutare i materiali per coibentazione. L’isolamento termico è più o meno garantito da ogni materiale isolante, ma, a parte le prestazioni, mi sento in dovere di preferire materiali che durante la fase di cantiere (di posa) e durante la vita mi portino bassi rischi. E perchè non lo dovrei fare? Perchè dovrei ignorare che quel tipo di pannelli isolanti mi comporta un rischio se facilmente ne posso scegliere uno differente o magari naturale?

Solo una questione di soldi? La salute vale oro – chiedete a chi non ce l’ha.

Le lane minerali o fibre artificiali vetrose (FAV) impongono una valutazione dei rischi. In primo luogo penso alla movimentazione in cantiere di questo tipo di isolanti, poi penso al momento del maneggio per la posa e al maneggio ripetuto quando si devono prendere misure o tagliare. Sono tutte occasioni in cui gli applicatori e i visitatori del cantiere vengono a contatto con queste sostanze – e poco mi importa che alla fine dell’opera sarà garantito all’edificio un notevole risparmio energetico. 

A tutela della salute di chi abiterà e dei lavoratori presenti in cantiere, evito fin dal momento della progettazione l’ esposizione a fibre artificiali vetrose – come?

 semplicemente non le propongo

Mi taglio fuori da una grande fetta di cantieri e progetti? La lana di roccia e la lana di vetro sono in effetti dei giganti in edilizia e le loro prestazioni di isolamento termico invernale sono eccellenti, ma per la protezione dal caldo non sono in prima fila e io valuto bene la prestazione estiva in fase progettuale.

Tornando ai rischi per la nostra salute relativi all’uso di lana di roccia e lana di vetro si deve ricordare che studi scientifici hanno messo in evidenza che non tutte le fibre artificiali vetrose presentino effetti cancerogeni e, per alcune tipologie, escludono la classificazione di cancerogeno.

Non consiglio materiali isolanti rischiosi salute-01

Comunque non giriamoci intorno, la lana di vetro contiene fibre lunghe e sottili che penetrano il tessuto polmonare per inalazione. La lana di vetro oggi in commercio, è considerata non cancerogena. Quella prima del 1996 è considerata cancerogena. Se si deve rimuovere vecchia lana di vetro meglio evitare l’inalazione delle fibre spruzzando  acqua e isolando bene l’ambiente dove si lavora dalle altre aree.

Dover lavorare con maschera, guanti e occhiali e muoversi lentamente mi dà già una chiara sensazione di rischio. Perchè mai dovrei suggerire di usare questi materiali? Non sono gli unici disponibili sul pianeta, e non sono nemmeno gratis: anche lana di vetro e lana di roccia hanno un prezzo.

Capita spesso a chi lavora e taglia di trovarsi con irritazioni della pelle, ovviamente un po’ di fibre si sono fissate alla cute: anzichè lavare strofinare o grattare tentate di rimuovere la lana di vetro con nastro adesivo:

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E’ suggerito di aerare la stanza dopo lavorazioni con lana di vetro (così anche in giardino ti ritrovi le fibre) e al termine buttare via guanti, tuta, occhiali e maschere per il viso. Mi sembra giusto, ma anche molto preoccupante.

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Ma quando è che un materiale non è cancerogeno? Quando si dimostra una di queste condizioni:

  • una prova di persistenza biologica a breve termine con inalazione dimostra che le fibre di lunghezza superiore a 20 micrometri (simbolo: µm, un milionesimo di metro, cioè millesimo di millimetro) presentano un tempo di dimezzamento ponderato inferiore a 10 giorni
  • una prova di persistenza biologica a breve termine mediante instillazione intratracheale dimostra che le fibre di lunghezza superiore a 20 µm presentano un tempo di dimezzamento ponderato inferiore a 40 giorni
  • una prova intraperitoneale non ha rivelato un’eccessiva cancerogenicità
  • una prova di inalazione a lungo termine porta alla conclusione che non ci sono effetti patogeni significativi o alterazioni neoplastiche.

La classificazione “cancerogeno” non si applica alle fibre il cui diametro geometrico medio ponderato rispetto alla lunghezza meno 2 errori standard risulti maggiore di 6 µm.

Il 31° Adeguamento al Progresso Tecnico della Direttiva, nel 2009 ha eliminato la frase di rischio R 38 (Irritante) dalle indicazioni di pericolo delle fibre artificiali vetrose (FAV), lasciando solo i Consigli di Prudenza S 2 (tenere lontano dalla portata dei bambini, se il prodotto è venduto al dettaglio) e S 36/37 (usare indumenti protettivi e guanti adatti).

Qualche lettore, amante del fai da te, ha acquistato lana di vetro o lana di roccia e lasciato giocare i bambini a salto in alto sui pannelli? Questo sarebbe stato poco poco poco prudente!

La Commissione Europea ha emanato il Regolamento (CE) n.1272/2008 (CLP) che sta sostituendo dal 1° dicembre 2010 (con un periodo di transizione) le Direttive 67/548/CEE Dangerous Substances Directive e 1999/45/CE Dangerous Preparation Directive sulla classificazione, l’etichettatura e l’imballaggio delle sostanze e delle miscele pericolose.


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copywriter, content creator & web editor – Federico Sampaoli  consulente tecnico per l’isolamento termico dell’involucro edilizio

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7 risposte a “Non consiglio materiali isolanti rischiosi per la salute”

  1. nessun difetto,
    l’ isolamento termico a base di idrati di silicato di calcio è un cappotto massiccio, quindi più simile ad una seconda muratura.
    non si deforma, e non è poco per un sistema a cappotto!
    naturalmente è un sistema certificato.
    direi che è tra i miei preferiti.
    il suo architetto può decidere qualsiasi spessore fino ai 30cm.

  2. Buongiorno Federico,

    ho discusso con l’architetto che mi segue e che controlla i calcoli dep PHPP ai fini della certificazione PassivHaus.
    In realtà, mi ha detto che nel caso delle ristrutturazioni esegue sempre calcoli prudenti per evitare sorprese; per questo motivo nel nostro caso i 24 cm di lana di roccia sono sovradimensionati ai fini del PHPP.
    Di conseguenza, lui è disponibile e favorevole a sosituire la lana di roccia con materiali preferibili dal pdv della biocompatibilità. Tuttavia, sconsiglia la fibra di legno (anche se non la esclude) per le nostre zone molto umide.
    Mi ha indirizzato verso il prodotto RÖFIX MINOPOR® 045 Sistema di isolamento termico a base di idrati di silicato di calcio. Leggendo la scheda tecnica mi pare che sia un materiale ecologico e non fibroso.

    Lei conosce questo prodotto? Come valuta la biocompatibilità di questo sistema cappotto? E’ possibile applicare come finitura e rasatura solo materiali naturali a base di calce idraulica? Infine, ha qualche svantaggio o difetto?
    Le sono grato per la cortese attenzione
    Cordiali Saluti

  3. si dovrebbe analizzare la documentazione per scoprire se si tratta di un sistema a cappotto certificato oppure no.

  4. Gentile Federico, le sono grato per il riscontro e per le indicazioni tecniche.
    In effetti, la fibra di legno era stata valutata inizialmente dall’architetto che generalmente opera
    nel territorio dell’AltoAdige (zone asciutte). Confrontandosi con gli altri tecnici della mia zona è stato deciso di trovare alternative alla fibra di legno perchè poco adatta alle zone molto umide come la pianura padana (sia nel periodo estivo, sia nel periodo autunnale e primo periodo primaverile). Inoltre gli spessori richiesti dal phpp come anche lei ha notato sono importanti, e panelli in fibra di legno con lamba superiori alla lana di roccia richiederebbero ancora maggiori spessori. Chiedo, cmq, all’architetto cosa ne pensa. Ho trovato dei prodotti di Homatherm adatti anche edifici in muratura ed intonacabili. La fibra di legno come si comporta con gli insetti, nel tempo è attaccabile?

    Il consulente della FLUMROC mi ha fatto notare che le fibre di lana di roccia presenti nei loro prodotti sono di ultima generazione del tipo HT (high temperature – low silica), molto diverse per composizione da quelle utilizzate negli anni 80′ – 2000.

    Volevo chiederle se secondo lei la rasatura e finitura brevettata da Flumroc che utilizza solo calce idraulica naturale protegge nel tempo i pannelli di lana di roccia impedendo l’aggressione degli agenti atmosferici.

    Grazie

  5. eps come lana di roccia sono materiali non eccezionali per la protezione estiva.
    è anche vero che gli spessori eccezionali richiesti dal phpp garantiscono una protezione dal surriscaldamento.

    non si può dimenticare che questi materiali, per le loro caratteristiche, non saranno mai validi come una fibra di legno (più costosa).
    una Capacità termica specifica c pari a 1030 J/(kg.K) cosa mai potrà fare contro il surriscaldamento rispetto a materiali che possono offrire ben 2400 J/(kg.K) ????
    sono solo numeri, ma se ben torturati dicono sempre la verità!

    legga le ore di sfasamento offerte da 24cm di eps e da 24 cm di lana di roccia. poi confrontiamo con fibra di legno!
    così sì che si leggono correttamente le prestazioni dell’elemento edile che stiamo progettando.

    circa la salubrità della lana di roccia o altri materiali isolanti:
    ogni produttore porta l’acqua al suo mulino
    e la legislazione ha sufficiente manica larga per non togliere il lavoro a nessuno…
    detto questo, non resta che il principio della cautela, applicabile da chiunque, ogni giorno, anche facendo la spesa per preparare la cena!

    circa i rischi della salute ho scritto altri articoli, frutto di altre letture.
    ricordo anche un aspetto spesso dimenticato: il vero rischio per la salute è per gli addetti ai lavori, per gli applicatori, per chi è in cantiere durante il taglio e la posa.

  6. Buongiorno Sig. Federico,

    complimenti per il blog, punto di riferimento anche per chi non ha una preparazione tecnica.

    Stiamo ristrutturando un edificio per destinarlo ad uso ufficio con l’intenzione di richiedere la certificazione Passivhaus. L’architetto che segue il progetto aveva previsto per la coibentazione esterna l’utilizzo di panelli isolanti di 24 cm in materiale EPS. Tuttavia, l’edificio si trova in pianura padana e si pone il problema del comfort estivo. Per questo motivo, si è deciso di sostituire EPS con la lana di roccia. Generalmente sono attento ad adottare soluzioni ecocompatibili e non nocive per la salute. Per questo motivo, mi hanno proposto il prodotto FLUMROC Compact pro (il coefficiente lamba di 0,034 è simile ad EPS) che utilizza per la rasatura e finitura solo calce idraulica e materiali naturali. Il prodotto è stato utilizzato già per la realizzazione delle prime CasaClima Gold Nature certificate in Italia.
    In questi ultimi giorni, mi sono preoccupato dopo aver letto gli articoli che mettono in guardia riguardo il rischio potenziale di causare il cancro attribuiti alle lane minerali. La ditta Flumroc sostiene e dichiara che i loro prodotti non sono cancerogeni e non producono effetti nocivi per la salute:

    “I prodotti in lana di roccia della Flumroc soddisfano tutti i criteri delle fibre non biopersistenti e quindi non sono assoggettati né all’obbligo di notifica né a quello di comunicazione. L’uso della nostra lana di roccia è dunque privo di rischi per la salute.”
    “Grazie alla loro elevata biosolubilità, i tipi di fibre dei materiali isolanti in lana di roccia FLUMROC
    (fibre di lana di roccia HT) sono da considerarsi privi di rischi cancerogeni ai sensi delle TRGS 905,
    sezione 2.3. Il tempo di dimezzamento dopo instillazione intratracheale (introduzione artificiale delle
    fibre nei polmoni dei ratti tramite iniezione nella trachea) è inferiore a 40 giorni sia per le fibre WHO
    (L > 5 ?m, D 3 : 1) che per le fibre di lunghezza > 20 ?m.”
    I prodotti Flumroc hanno ottenuto la certificazione/marchio RAL http://www.ral-mineralwolle.de/home-en.html

    Vorrei ora però avere rassicurazioni anche da parti terze.

    Lei conosce il prodotto pannello Flumroc Compact? Ritiene che nonostante le garanzie del produttore, comunque si tratti di un prodotto a base di lana di roccia e pone gli stessi rischi per la salute di tutte le lane minerali?

    Se non ho le garanzie della salubrità del prodotto Flumroc, quale altra soluzione potrei adottare oltre ad EPS (che ha lo svantaggio, nelle zone della pianura padana, dello scarso confort estivo e pone il rischio degli attacchi da parte di formiche e altri insetti) considerando che dovrei ottenere le stesse prestazioni fornite da 24 cm di EPS per rispettare i calcoli del PHPP ai fini della certificazione PassivHaus?

    Le sono grato per l’attenzione

  7. Bellissimo articolo che offre lo spunto di meditare seriamente sull’uso dei materiali di isolamento.
    Grazie mille per l’ottimo spunto.
    Federico