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La differenza tra un pannello in lana di legno e uno in fibra di legno

8 risposte

Disabituati, o affatto abituati, al vocabolario edile si può confondere la lana di legno con la fibra di legno. Ci si può lasciare trasportare dalla parola legno verso il mondo degli isolanti termici che non sono figli del petrolio, ma comunque si cade in errore.

pannello celenit

In commercio i pannelli in lana di legno sono di solito abete rosso, mineralizzato e legato con cemento Portland, sono rigidi e pesanti – versatili soprattutto:

  • possono essere utili in una stratigrafia di un tetto in legno perché portano un po’ di massa in più e allo stesso tempo isolano anche termicamente.
  • possono essere posati per correggere un forte ponte termico e nascosti sotto l’intonaco.
  • possono essere utili per migliorare la prestazione acustica di un muro divisorio
  • possono essere anche ordinati colorati in colori standard o colori biologici “suggellati” NaturePlus

pannello celenit colori nature plus

  • oppure anche fotocatalitici, perfetti per chi capisce l’arte moderna (e chi la capisce?)

pannello celenit colori

Ma torniamo al tema di questo articolo: Non è da confondere un pannello coibente in fibra di legno con un pannello in lana di legno di abete rosso, mineralizzata e legata con cemento Portland.

Tanto per non fare nomi parliamo dei famosissimi pannelli Celenit:

  • non nego che anche un pannello in lana di legno e cemento abbia una certa resistenza termica… ma non è proprio un isolante termico, quindi non confondiamoci! se vogliamo un pannello Celenit, bene, ordiniamolo – ma non ordiniamolo per errore credendo di ordinare un pannello coibente in fibra di legno (nota che anche Celenit ha a catalogo alcuni pannelli in fibra di legno).

Ogni cosa serve per qualcosa ed è specifica per qualcosa: occhi aperti e attenzione ai nomi ed ai significati di ogni parola.

Ma quale è la prestazione di un pannello in lana di legno mineralizzato come isolante termico?

  • Resistenza termica 0,60 m2 K/W (riferito a 4cm di spessore)
  • sempre inferiore ad un vero e proprio pannello coibente: Resistenza termica 1,05 m2 K/W (riferito a 4cm di spessore).

 

vale sempre il motto:

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8 risposte a “La differenza tra un pannello in lana di legno e uno in fibra di legno”

  1. sì, un progetto completo.
    coibentare il soffitto dall’interno è solo possibile se le altezze lo permettono altrimenti si rischia di perdere l’abitabilità.
    i materiali ultrasottili hanno scarsa prestazione estiva purtroppo.
    la attenuazione dei ponti termici si può realizzare utilizzando calcio silicato invece che aerogel.
    la coibentazione interna si può progettare in tanti modi sia a secco che a umido.
    l’insufflaggio è valido ed economico ma non garantisce nessuna continuità dell’isolamento purtroppo.

  2. Avatar Gabriella Moretti
    Gabriella Moretti

    Un caso comune con valenza generale: ho a Genova, al penultimo piano di un condominio fine anni ’50, un appart. che ha le pareti (sud, est e nord) dotate di intercapedini ed è in gran parte coperto dal terrazzo di pertinenza del piano superiore, e vorrei intervenire sulla coibentazione durante la ristrutturazione, per una protezione dal freddo ma soprattutto dal caldo estivo. Purtroppo, intervenendo su una singola unità abitativa, non mi è possibile adottare la tecnica del cappotto esterno né per le pareti né per il soffitto. Essendo dunque costretta a intervenire dall’interno, quale tecnica e materiale è meglio utilizzare? L’insufflazione nelle intercapedini p. es. di cellulosa, cercando di risolvere i ponti termici con l’uso nei punti critici come pilastri ecc. di un materiale come l’aerogel? o rompere le contropareti e incollare pannelli p. es.in Multipor, cercando di risolvere i ponti termici con cunei dello stesso materiale o con l’aerogel? Sul soffitto fibra di legno (ma tutto quello che ho trovato in rete mi sembra piuttosto lana di legno!) e cartongesso? Ma quale spessore di fibra di legno? Vorrei perdere meno altezza possibile: sono consigliabili anche materiali ultra sottili? È come posso intervenire a coibentare le numerose travi di cemento armato? Grazie di cuore per una risposta!

  3. non ho imposto un cappotto esterno irrealizzabile.
    ho suggerito di portare all’interno una unica muratura di tamponamento lasciando esternamente alcuni cm per un isolamento esterno.
    che sia termointonaco, fibra di legno, eps grigio non centra… è il progetto da decidere.
    la struttura in cls va coibentata sul lato possibile: interno e laterale. che tra l’altro è una soluzione antisismica migliorativa.

    ripiegare sull’isolamento interno significa perdere comfort estivo. per sempre

  4. Premesso che la soluzione che proponi ha indubbi benefici, se ho capito bene prevede un cappotto esterno che ad oggi non posso realizzare perchè andrebbe estesa a tutto l’involucro della casa; a meno che tu non lo abbia inserito come fase successiva di isolamento, cioè realizzare oggi la tamponatura e la coibentazione dei punti critici (pilastri cls) in modo da “accogliere” in futuro il cappotto esterno. In quest’ultimo caso non sarebbe necessario prevedere almeno un minimo di cappotto interno? Magari evitando la coibentazione in interercapedine si potrebbe optare per una stratigrafia tipo (int-est.): pittura base calce su intonaco base calce – pannelli calcio silicato (2,5 cm) per tamponare zone con ponti termici e contrastare event. muffa- unica muratura in laterizio porizzato (30 cm) – intonaco est. termoisolante base calce. Da un bruto calcolo con software da apprendisti (pertanto con tutte le approssimazioni che ne derivano) tale stratigrafia porterebbe a buoni (credo) valori di trasmittanza termica (circa 0.18) e di sfasamento (12,7 h).

  5. per ringraziare, prego tutti di sostenere questo blog!

    se potessi evitare di realizzare un tamponamento con intercapedine isolata farei il nuovo tamponamento arretrato verso l’interno tanto quanto voglio coibentare esternamente: una sola muratura con intonaco interno di elevata qualità e salubrità + un solo isolamento esterno a cappotto.
    con un sicuro risparmio di spesa e tempo. e una qualità migliore!

    per riassumere il problema dei ponti termici strutturali segui questo schema:
    immaginando che |X| sia un pilastro in cls da coibentare sul lato interno e ai lati
    ___________|X|_____________|X|______________

  6. Effettivamente la situazione è quella descritta: per la correzione dei ponti termici delle nuove tamponature e per ovviare al problema condensa/muffa che ne potrebbe conseguire l’idea era quella di coibentare dall’interno tali pareti con i pannelli in calcio silicato e tamponare con intonaco e pittura base calce. Rimaneva poi il dubbio, ecco la domanda, su come realizzare la muratura di tamponamento (muratura+coibente), cioè se realizzarvi comunque un’intercapedine e coibentarla e con quale materiale. Tutto ciò perchè la realizzazione di un cappotto esterno (risolutivo) dovrebbe “abbracciare” l’involucro di tutta l’abitazione, almeno per ora non affrontabile. Grazie ancora Federico.

  7. purtroppo credo di non aver compreso bene lo stato di fatto:
    si devono demolire due tamponamenti di pareti esterne per ricostruirle MA esternamente non è possibile intervenire per coibentare la struttura portante dell’edificio?

    se è così, i due tamponamenti ricostruiti (con qualsiasi stratigrafia) si riporteranno i vecchi problemi dovuti ai ponti termici strutturali… a meno che non si intervenga per una correzione di tali ponti termici strutturali sui 3 lati interni senza toccare il lato esterno.

    sarebbe ovviamente tutto più chiaro disponendo dei disegni e dello stato di fatto.

    le stratigrafie proposte mi sembrano nobili dal punto di vista della scelta materiali ma assai complicate e costose anche per il fatto di utilizzare diversi materiali in piccole quantità, ognuno con i suoi particolari di posa.

    dunque 1a cosa: progettare la coibentazione della struttura.
    2a cosa: stabilire lo spessore totale disponibile e confrontare le prestazioni di tre o quattro stratigrafie con materiali diversi ma non complicando il progetto.

  8. Salve,
    devo demolire e rifare due pareti esterne di una casa unifamiliare (zona clim. E, 2400 gradigiorno) attualmente composte da due strati di forati con intercapedine di lana di roccia; avendo ad oggi riscontrato un eccesso di condensa interna/muffa, e dovendo intervenire su alcuni ponti termici irrisolti, l’impresa ritiene di realizzare una muratura con la seguente stratigrafia (dall’esterno all’interno): intonaco-poroton (o altro laterizio alveolato equivalente) sp.10-intercapedine con eps sp.5-poroton sp.15-intonaco int. Dopo aver studiato varie considerazioni sulla coibentazione (proprietà materiali, trasmittanza termica, permeabilità al vapore, traspirabilità, ecc.) ritenevo di proporre invece una stratigrafia del tipo (est.-int.): intonaco termoisolante base calce idraluica/perlite (tipo sanawarme), laterizio alveolato (tipo poroton) sp. 12- pannello fibra di legno con regolaz.vapore (tipo pavadentro) in intercapedine con sp.4-poroton sp.15-pannello calcio silicato sp.2,5 max-intonaco base calce. Questo non potendo intervenire dall’esterno, curando i ponti termici, ed evitando insufflaggio in intercapedine. Potrebbe essere una soluzione valida per scongiurare rischi di umidità in eccesso e garantendo valide prestazioni sia inverno che estate? grazie