Ad Antonio hanno proposto questa stratigrafia per il tetto, abita in Sardegna zona C, gradi giorno 1232, altezza sul livello del mare 225 mt.
Deve realizzare una copertura in legno a vista, in quanto la sua casa si sviluppa su un solo piano, il punto più basso del solaio sarà di 2,70 mt ed il punto più alto 3,50 mt. Questa è la stratigrafia che gli hanno consigliato:
Già vedendo strati così sottili di coibentazione mi sorge il dubbio dell’effettivo valore di questa copertura.
Sì non pioverà dentro, mi aiuterà a contenere le dispersioni termiche invernali, ma d’estate? Come si comporterà una stratigrafia simile in regime estivo?
Fin da subito ho avuto la sensazione che chi ha progettato questi strati si sia preoccupato solamente di rispettare i limiti di trasmittanza termica U imposti per legge in riferimento alla zona climatica C di appartenenza.
Io ripeto sempre che
- la trasmittanza U è un valore interessante perchè mi posso ben orientare nella progettazione concentrata sul contenere le dispersioni termiche invernali: quello che mancherà ad un edificio con trasmittanza termica media pesata X lo fornirà il mio impianto di riscaldamento, o il mio impianto di VMC se a livello di casa passiva…
- progettare contro il caldo è una cosa ben diversa perchè devo scegliere materiali adatti a questo scopo e consigliare spessori che possano davvero garantire sfasamento e quindi possano davvero contribuire ad evitare il surriscaldamento.
sbagliare la progettazione contro il caldo significa scoprire a posteriori che c’è bisogno di un impianto di raffrescamento.
Ad Antonio hanno proposto questa stratigrafia, o hanno poco materiale in magazzino, o vogliono tenerselo tutto per loro, o vogliono consigliarlo male:
- lo sfasamento è insufficiente,
- l’attenuazione è insufficiente,
- la trasmittanza termica periodica è insufficiente,
- la capacità termica areica del lato interno offre poco comfort estivo (questa è colpa del tetto leggero, si dovrebbe appesantire la stratigrafia durante la progettazione).
Faccio queste affermazioni, non perchè sono fanatico della coibentazione o perchè voglio straffare: l’architetto dice 10cm. e io che faccio consulenza dico 12cm., l’architetto dice 20cm. e io che faccio consulenza dico 22cm. … nooo non è così.
La protezione estiva è un fattore importante, determinante e da prendere sul serio in quasi tutte le zone climatiche d’Italia, ma non perchè ce lo impone il legislatore, perchè ce lo impone il buon senso e potrebbe regalarci la soddisfazione di abitare un edificio senza essere costretti ad installare un impianto di raffrescamento. Vi pare poco?
Cosa dice la legge sul tema Protezione dal caldo – Prestazioni della copertura?
La normativa prescrive di verificare che in tutte le zone climatiche, ad esclusione della F, il valore della massa superficiale delle pareti opache verticali, orizzontali o inclinate, sia superiore a 230 kg/mq (D.Lgs. 311/2006, Allegato I, comma 9, lettera b). La stessa norma prevede, in alternativa, di ottenere gli stessi effetti positivi derivanti dal rispetto del suddetto valore di massa superficiale, mediante «l’utilizzo di tecniche e materiali, anche innovativi, che permettano di contenere le oscillazioni della temperatura degli ambienti in funzione dell’andamento dell’irraggiamento solare. In tal caso deve essere prodotta una adeguata documentazione e certificazione delle tecnologie e dei materiali che ne attesti l’equivalenza con le predette disposizioni» (Ibidem, Allegato I, comma 9, lettera c).
Il DPR 2/4/2009 n.59 a proposito di protezione estiva parla di
- Massa superficiale pareti > 230 kg/mq
- Trasmittanza termica periodica |Yie| U/dyn < 0,12 W/m2K per le pareti
- Trasmittanza termica periodica |Yie| U/dyn < 0,20 W/m2K per le coperture (assurdo ma è così… i valori dovrebbero essere invertiti imponendo i più bassi per le coperture!!)
il DM 26/6/09 a proposito di protezione estiva parla di
- Sfasamento > 12 ore
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copywriter, content creator & web editor – Federico Sampaoli consulente tecnico per l’isolamento termico dell’involucro edilizio
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