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condensa esterna triplo vetro

Serramenti triplo vetro della nuova casa di Ruggero

6 risposte

Ho fatto installare serramenti tutti con triplo vetro. Il costruttore dichiara trasmittanza totale Uw=1W/mqK. Ora, al mattino ho condensa all’esterno. Non capisco questa cosa: il lato interno è ovviamente asciutto perché se avesse condensa significherebbe che è freddo e che quindi il vetro non isola. Ma che senso ha la condensa all’esterno? Preciso che ora la casa non è riscaldata.

condensa esterna triplo vetro

Dunque,

questo scherzetto è tipico dei tripli vetri e al mattino: la doppia camera disperde molto molto poco e la lastra esterna è veramente fredda… ecco che durante la notte, nelle ore più fredde, l’aria esterna condensa sulla superficie esterna, appannando il nostro risveglio, una sorta di protezione ai nostri occhi dal mondo esterno fino a chè non avremo fatto colazione 🙂

condensa esterna triplo vetro

Il doppio vetro invece, disperde un po’ di più, la lastra più esterna è scaldata dalla dispersione e non presenta quasi mai questo inconveniente.

Altra domanda. Abbiamo messo 14 cm di cappotto (eps, la lana di roccia costava troppo 🙁 ). Però mia sorella che vive già in casa ha due o tre punti con muffa e non me lo spiego. La casa è riscaldata ed il cappotto esterno dovrebbe farsi carico del salto termico maggiore mantenendo una temperatura della superficie del muro interno elevata. La temperatura dei termostati è sui 19° C, le pareti nelle zone senza muffa sono sui 17° C mentre dove ci sono le macchie siamo a 13° C misurati con termometro laser. Questa cosa è dovuta al fatto che le malte sono fresce e si stanno ancora asciugando? Ma cmq ha poco senso: se il muro è a 13 gradi non è abbastanza caldo?

Dunque,

la costruzione nuova di per sè chiede del tempo per asciugare (un tempo si consigliava di tinteggiare dopo due anni dalla costruzione), ma torniamo a parlare di temperature superficiali interne. Mantenere una temperatura interna di 19° C è già di 1 grado K inferiore ai canonici 20° C e di conseguenza anche le superfici dei muri sono meno calde dello stesso edificio mantenuto a 20° C.

E’ da tenere presente che il rischio muffa c’è sotto i 12,6° C quindi le temperature superficiali devono per forza essere mantenute più elevate per scongiurare il proliferare delle muffe.

Ma sempre e comunque è il tasso di umidità interna che porta ai problemi: le spore girano ovunque, se poi trovano zone dove la condensa si ripete spesso, allora mettono le tende.

Meglio governare la casa e l’arieggiare delle stanze tenendo più di un igrotermometro in casa per monitorare bene la situazione interna:

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Se sono stati rilevati quei 13° C sulla superficie interna di qualche punto può solo significare che quella zona è costruita in materiale diverso, cemento armato probabilmente e il ponte termico si manifesta in questo modo: disperdendo di più e facendo scendere la temperatura di quella zona.

Nel caso che sia proprio un ponte termico si potrebbe rivestire quella zona con un paio di centimetri di calcio silicato. Un piccolo isolamento dall’interno che risolve il problema per sempre. Ecco fatto e risolto.


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articolo ideato, scritto e diretto da Federico Sampaoli, impegnato a favore delle persone, del comfort e dell’open information, titolare e caporedattore di espertoCasaClima – blog di informazione e comunicazione

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copywriter, content creator & web editor – Federico Sampaoli  consulente tecnico per l’isolamento termico dell’involucro edilizio

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6 risposte a “Serramenti triplo vetro della nuova casa di Ruggero”

  1. isolare di più e isolare meglio va benissimo, specialmente è opportuno isolare non solo la zona fredda ma qualche decina di centimetri in più.

    la fibra di legno non è adatta se non riceve un fondo e un freno al vapore.

  2. grazie della risposta.
    Grazie per la risposta.
    Il fabbricato all’interno è ancora al grezzo.
    Poichè la tompagnatura di 35 cm traborda all’inteno oltre il filo di travi e pilastri di 5 cm, avevo pensato ad una coibentazione più consistente (5 cm) fatta con pannelli di fibra di legno o di calcio silicato e successivo intonaco a base di calce negli ambienti umidi (bagni e cucina) e a base di gesso negli altri. Mentre per l’intradosso dei solai avevo pensato a listelli di legno da 2 cm distanziati di 60-70 cm da riempire sempre con pannelli di fibra di legno o di calcio silicato, per una fascia perimetrale di 1-1.5 metri e successivo finitura con pannelli di cartongesso.
    Cosa ne pensi?

    Grazie

  3. se la costruzione ha la fortuna di essere ancora al grezzo indicherei con cura tutte le zone dove intervenire con la sostituzione dell’intonaco interno con un termointonaco.

  4. Ciao. Volevo un consiglio per attenuare dei ponti termici ad un fabbricato di nuova costruzione.
    La coibentazione è stata effettuata dall’esterno con sistema a cappotto, realizzato con polistirolo additivato con grafite, di 10 cm di spessore. La parete è realizzata con un termolaterizio da 35 cm. Il problema è l’attenuazione dei ponti termici delle solette dei balconi che non sono coibentati.
    Avevo pensato di coibentare la facciata interna di travi e pilastri e una fascia dell’intradosso del solaio (all’estradosso è previsto la realizzazione di un impianto a pannelli radianti).
    Zona climatica D
    Cosa ne pensi e quali materiali utilizzare?
    Ti ringrazio anticipatamente

  5. fatta la frittata!

    non resta che la ricetta del calcio silicato! salubre, igroscopico, capillare, e con pH elevato!

    recipe….
    ….receptum

  6. Wow, che onore!

    Il punto a 13°C ha la parete in muratura sottile e dall’altra parte c’è il monoblocco dei serramenti. Evidentemente lo strato di polistirolo del monoblocco è un po’ troppo sottile per cui lascia scendere la temperatura interna sotto i fatidici 12,6°C. La parete è quella nord per cui quella più sfortunata, e, per non farci mancare nulla, sopra c’è il terrazzo per cui l’esterno non vede mai il sole.