consulenza per efficienza energetica

smorzamento e sfasamento

Meglio uno sfasamento di 23,5 ore rispetto ad uno di 12 ore?

30 risposte

 Pareti con elevata capacità termica consentono di ridurre il carico termico per raffrescamento estivo: una qualità molto importante per gli edifici nel nostro il clima mediterraneo.

Attenzione: per buona capacità termica [ (Wh/m3K)  pari a calore specifico c (J/kgK) * massa (densità)(kg/m3) ] intendo sicuramente una struttura edile massiva, ma intendo anche proteggerla con una coibentazione termica esterna.

pareti con capacità termica

smorzare e sfasare il flusso di calore

Una parete con alta capacità termica riesce a smorzare e sfasare il flusso di calore, quindi la quantità di calore che attraversa un muro,

  • prima di tutto viene ridotta d’intensità (smorzamento o attenuazione),
  • e poi arriva nell’ambiente con un ritardo di alcune ore (sfasamento).

sfasamento

Uno sfasamento ottimale si aggira intorno alle 12-16 ore: il flusso termico di picco del dopo pranzo giunge all’ambiente interno tra le 2:00 e le 6:00 del mattino, le ore più fresche, dove si può anche contare sulla ventilazione naturale, molto efficace e gratuita quando all’esterno ci sono temperature più basse che in casa.

smorzamento e sfasamento
Ae/Ai = smorzamento
r = ore di sfasamento

Raggiungere uno sfasamento di 24 o 48 ore significa che l’ambiente interno è quasi insensibile a quello esterno – nel breve periodo naturalmente!

Una lunga estate calda non risparmia nessuno: nel lungo periodo tutti gli elementi tendono a raggiungere la stessa temperatura di equilibrio! anche l’acqua del mare, il suolo e, più in fretta, la nostra casa.


federico sampaoli espertocasaclima

copywriter, content creator & web editor – Federico Sampaoli  consulente tecnico per l’isolamento termico dell’involucro edilizio

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30 risposte a “Meglio uno sfasamento di 23,5 ore rispetto ad uno di 12 ore?”

  1. @ antonio

    grazie di essere lettore.

    ha pienamente ragione: la preoccupazione per la qualità della posa del cappotto è fondata.
    valutare alternative è molto facile nel caso di nuova costruzione,
    ma meno facile nel caso di isolamento di un fabbricato esistente.

    l’idea di nascondere l’isolante dietro ad una parete di facciata in laterizio forato da 8cm può apparire come una buona soluzione per ovviare a difetti di posa del sistema a cappotto, ma in realtà presenta altre e nuove insidie nascoste nei dettagli esecutivi di questa parete esterna.
    ovviamente se l’edificio è monopiano, il problema è solo nell’attacco a terra, ma se abbiamo due o tre piani il problema si ingrandisce.

    circa le prestazioni della stratigrafia io sono fermamente convinto che vadano confrontate tutte le strade e tanti spessori per trovare il punto di “soddisfazione” prima di decidere defintivamente. il cappotto si fa una sola volta nella vita.

    per fare diversi confronti di stratigrafie bisognerebbe anche partire da uno stato di fatto il più reale possibile, quindi inserendo il blocco in laterizio da 30 più simile allo stato di fatto possibile.

    anche la forma e la caratteristica dell’edificio esistente possono suggerire idee e soluzioni non convenzionali forse perfettamente adattabili alla sua casa

  2. Avatar Antonio
    Antonio

    Buongiorno prima di tutto grazie per la disponibilità che dimostra.

    Sto per affrontare una ristrutturazione a casa e verrà realizzato un cappotto termico.
    Vista l’attuale situazione nel campo dell’edilizia e soprattutto l’impiego nelle mie zone di maestranze non sempre qualificate, per la mia abitazione sto ipotizzando questo tipo di cappotto:
    – tamponatura esistente è costituita da laterizio forato da 30 cm + 2 cm di intonaco per parte.
    – Polistirene espanso sinterizzato (alla grafite) da 10 cm
    – forato da 8 cm
    – intonaco esterno.

    Quali possono essere i contro per questo tipo di soluzione con forato esterno?
    Con il caldo attuale sto pensando che potrebbe anche essere utile allo sfasamento, cosa ne pensa?

    Grazie

  3. per le pareti avevamo confrontato 2 materiali diversi per cappotto su bimattone con i relativi spessori minimi consigliabili.
    naturalmente spingendosi fino a trasmittanze intorno a 0,15 il cappotto minerale (più performante dell’eps in estivo) fa volare lo sfasamento a 23 ore abbondanti.

    in copertura le avevo suggerito di spingersi di più del 14+2cm che consideravo il minimo e per ottimizzazione della cantierizzazione avevo previsto un doppio strato da 10cm che agevola il trasporto del materiale e del taglio e dello sfrido e del prezzo d’acquisto.
    nessuno ci impedisce di acquistare un pannello da 10cm di spessore, poi uno da 12cm e poi uno da 2cm..

    nb: accetto sempre le critiche.

  4. Nel riprendere la sua risposta, mi sorge un altro dubbio. Perche’ allora mi consiglia un isolamento sul tetto con sfasamento fino a 19 h e nel cappotto arriva anche alle 23/24 h? Esagera nelle pareti o nel tetto si potrebbe fare ancora meglio? Non voglio criticare il suo lavoro, ma solo chiarire questa incongruenza delle cose! Grazie 1000!

  5. poter contare su 16 ore di sfasamento è già un aspetto soddisfacente. ma meglio far meglio, se possibile.

    Le ore di sfasamento ci stanno ad indicare il ritardo, espresso in ore, della quantità di calore che attraversa una struttura per giungere all’interno.
    Più aumenta il valore di sfasamento e più diminuisce il fattore di attenuazione che indica la riduzione di intensità della quantità di calore che attraversa una struttura!

    Forse i commerciali di fibra di legno che la stanno consigliando hanno pochi pannelli da vendere, oppure pensano che il calore di un ambiente in regime estivo possa essere smaltito attraverso i pannelli isolanti invece che con la ventilazione notturna o tecnologica attraverso gli impianti di raffrescamento.

  6. la copertura è sempre la più esposta all’irraggiamento, quindi per proteggere dal surriscaldamento gli ambienti sottostanti si deve progettare il più alto numero di ore di sfasamento possibile.
    le pareti possono essere anche più scarse sotto l’aspetto sfasamento ma devono tenere conto dell’esposizione e dell’ombreggiatura dei fori serramenti.

  7. Non ho capito dott. Sampaoli, uno sfasamento ottimale è di 16 ore, o 20? Alcuni commerciali di fibra di legno mi hanno sconsigliato 20 ore di sfasamento perchè mi dicono che in questo modo il caldo non viene smaltito mai..Cosa ne pensa?

  8. Salve, nel progettare l’isolamento della propria casa gia’ in uso, volevo chiederle se bisogna usare limiti diversi di sfasamento tra il tetto e le pareti perimetrali o meglio mantenerli uguali? Grazie

  9. si potrebbe ragionare su una possibile ombreggiatura verde della parte più soleggiata per mettere la struttura meno alla prova e internamente si potrebbe progettare un rivestimento interno sufficiente a sfasare l’onda termica finito sul lato interno con una nuova lastra in fibrogesso.
    a parte lo spazio perso non mi sembra irrealizzabile.

  10. Buongiorno, spero di proporre questa domanda nella sezione corretta. Da circa 2 anni vivo in una nuova casa in legno prefabbricata (Telaio). Purtroppo per un errore dell’azienda che purtroppo ora non esiste più, la stratigrafia della parete non corrisponde a quanto a progetto. A progetto la parete era (dall’esterno): -intonaco,
    -6 cm isolante fibra di legno;
    – lastra in truciolare da 20/25mm (non ricordo bene);
    -12 cm isolante fibra di legno;
    – 7 cm lana di roccia
    – lastra in truciolare da 20/25mm (non ricordo bene);
    – cartongesso interno di finitura.

    Nella realtà la parete ha solo la fibra di legno come rivestimento esterno (6cm), internamente è stata invece inserita solo lana di roccia. Durante il period freddo sono soddisfatto, I costi di riscaldamento sono contenuti, l’isolamento sembra buono. Il problema sussiste d’estate, dove lo sfasamento della parete è basso.

    Vorrei quindi sapere se esiste un modo per aumentare lo sfasamento di una parete in essere.

    Grazie

  11. la qualità interna della stratigrafia si dovrebbe calcolare in base alle caratteristiche dei materiali e al loro spessore

  12. Avatar giorgio

    io sto progettando partendo da una stratigrafia simile:
    sughero 16 cm
    xlam 10 cm

    lana di roccia + doppia lastra di cartongesso.

    la casa si trova in centro italia. d’estate fa caldo e volevo sapere con cosa sarebbe meglio sostituire la parte interna per avere più fresco d’estate.
    prima di iniziare i lavori vorrei trovare un buon compromesso che mi garantisca caldo invernale e fresco estivo. è possibile? grazie.

  13. non capita spesso di ristrutturare una blockhaus!
    l’unico errore penso sia stato nel sottovalutare le finiture interne (la lana di roccia spero sia stata già l’ dov’è e non una scelta ex novo).
    con un involucro interno in cartongesso abbiamo scarsa massa e scarsa capacità di accumulare energia, (quella che lei desidererebbe scaricare quando i gradi interni cominciano a salire!).
    perciò, con un involucro così, non le resta che puntare tutto sul raffrescamento notturno grazie al clima esterno più fresco

  14. Avatar raffaele
    raffaele

    dimenticavo….
    zona climatica E
    gradi giorno 2 488
    Irradianza 254
    Gemona del Friuli (UD)

  15. Avatar raffaele
    raffaele

    gentile federico,ho da poco finito personalmente di ristrutturare una casa in legno,si tratta di una rubner blockhouse costruita nel lontano 1978…è stata una ristrutturazione totale:tetto,cappotto,impianti,serramenti etc…avendo ereditato l’abitazione e lavorando in edilizia mi son cimentato in questo lavoro enorme..durato piu di due anni…finalmente a febbraio del 2013 ci siamo trasferiti.Durante i mesi freddi(febbraio-marzo) termicamente l’involucro secondo me si è comportato discretamente bene..con temperature minime esterne anche sotto 0 ho riscontato un basso consumo di metano.adesso invece stiamo affrontando il caldo,in casa non si sta male,certo speravo di avere un po piu fresco..durante il giorno si passa dai 25 a 27 gradi,durante la notte laciando le finestre in vasistas abbasso di qualche grado…circa vado sui 23.5…la massima giornaliera esterna è sui 32,mentre la minima purtroppo non va sotto i 21 gradi.
    la stratigrafia della parete dall’esterno:

    cappotto in sughero da 14cm
    osb 18mm
    parete legno esistente 9cm
    lana di roccia 7cm
    doppia lastra cartongesso

    tetto isolato-ventilato con 20cm fibra di legno

    ho gia letto in altri suoi post che è piuttosto scettico sul’uso come nel mio caso di un “cappotto interno” sopratutto se in lana di roccia….ops!!!
    ma a parte tutto secondo lei casa mia come si sta comportando???vorrei un grado di confort superiore e penso che l’unica soluzione che mi attende è installare un condizionatore….
    onestamente pesavo di passare un’estate piu fresca…:)ero troppo ottimista???o i miei sono parametri normali??
    grazie per la pazienza…

  16. stiferite? eps? xps? dentro casa?

    un termointonaco non tende a cedere, piuttosto l’applicatore cede alla tentazione di non leggere la scheda tecnica e di posa.

  17. Il termo intonaco ci ispira molto perché sarebbe naturale e in estate aiuterebbe bene.
    Il problema è il suo costo, abbiamo circa 130mq da coprire + altri 130 di silicato di calcio., inoltre alcuni dicono che forti spessori di intonaco tendono a cedere ( mi sembra strano, dato che stiamo parlando di intonaci speciali)….
    Per abbassare i costi ed avere qualche risparmio energetico maggiore in inverno,in modo da ammortizzare più velocemente l’investimento iniziale, secondo lei fare una soluzione ibrida ? una porcheria ? Pluribol+eps/xps/stiferite+cartongesso nelle pareti est ed ovest e 4cm di intonaco termoisolante nella parete sud: é un errore/orrore ? Oppure pluribol+stiferite dove al posto di usare cartongesso uso argilla 2cm per benefici estivi su tutte le pareti.

    Dimenticavo la casa verrà riscaldata con sistema radiante a pavimento.

    Grazie per il prezioso aiuto
    Diego

  18. nelle notti insonni, senza volere, lei è già arrivato alla conclusione:
    isolamento interno: o calcio silicato anche nei piani superiori oppure termointonaco, ne esistono anche di superiori come massa.
    isolamento sottotetto: fiocchi di cellulosa (anche fai da te, ove accessibilità)

  19. Gentilissimo Sig. Sampaoli,
    leggo con molto interesse da qualche mese i suoi post.
    Solo ora mi sono deciso a scriverle perchè sto per iniziare i lavori di ristrutturazione di una piccola villetta
    a schiera e la decisione del tipo di coibentazione da effettuare non mi fa ormai dormire la notte !
    La casa è su 3 livelli di circa 60 mq ciascuno:semi-interrato (pareti in calcestruzzo armato contro terra),piano rialzato, piano primo.
    L’abitazione è di testa ed ha una parete molto ampia e senza finestre completamente esposta a sud non ombreggiata,
    il lato nord è confinante con l’altra porzione di bifamiliare, la zona notte è esposta a Est, mentre la parte Ovest
    da su una corte interna molto alberata e verde.
    La casa è in zona climatica E, prcisamente a Reggio Emilia.
    E’ una tipica costruzione degli anni 70 quindi calcestruzzo armato per la parte semiinterrato, struttura in calcestruzzo e
    murature di tamponamento 28cm con faccia a vista verso l’esterno. Insomma è un “ponte termico abitabile”.
    Purtroppo il mattone faccia a vista non ci permette di posare un cappotto esterno, siamo costretti così ad agire dall’interno.

    Per la parte del semi-interrato siamo ormai orientati verso il silicato di calcio spessore 4cm.
    Per il piano rialzato e il piano primo invece non sappiamo davvero quale decisione prendere, gli aspetti fondamentali sui quali non
    riusciamo a trovare un equilibrio sono 4 in ordine:
    – aspetto economico
    – aspetto ingombri massimo 5 cm di spessore totali per la coibentazione
    – aspetto caldo estivo (abbiamo molto più timore nei confronti del caldo estivo che del freddo invernale)
    – aspetto materiali naturali

    Queste sono alcune soluzioni a cui avremmo pensato, purtroppo alcune di queste risulterebbero già fuori budget
    – pluribol + stiferite 5cm + cartongesso (questa soluzione ci porta a rispettare anche la legge 10)
    – intonaco termoisolante 4 cm (Dacoterm totalmente naturale) purtroppo il suo lambda è abbstanza alto 0,052 però ha buona massa per il caldo estivo ed abbastanza costoso
    – EPS o XPS + cartongesso: la soluzione più economica
    – EPS o XPS + intonaco o pannello in argilla: non ne conosco i prezzi, ma credo sia più efficace per il caldo estevi rispetto alla soluzione precedente

    Il sottotetto verrà coibentato con pannelli di fibra di legno o lana di roccia (da decidere) e dove non raggiungibile insuffiaggio di cellulosa

    Data la sua esperienza che suggerimenti/soluzioni attuerebbe ??

    grazie
    Diego

  20. Massa all’interno, isolamento termo acustico all’esterno

  21. Avatar mattia

    Buona sera a tutti, nella stratigrafia di una parete è meglio che la massa sia maggiore all’interno e vada diminuendo verso l’esterno o il contrario?

  22. Avatar Nicola Compagnone
    Nicola Compagnone

    Certo che è possibile. Pensi ad una parete in tufo da 30cm che da sola offre già uno sfasamento considerevole, circa 12 ore ed una trasmittanza di 1,55 w/mqk.

    Potrei isolare ed ottenere valori accettabili di smorzamento utilizzando fibra di legno oppure eps,xps, lana di roccia, ecc..

    Riuscirei ad ottenere gli stessi valori di trasmittanza variando semplicemente gli spessori di isolante.

    Probabilmente 12 cm di fibra di legno equivarrebbero in regime stazionario (inverno) a 8cm di sintetico, ma in ambito dinamico con la fibra otterrei un aumento dello sfasamento, cosa che in questo caso non sarebbe necessaria ed a mio avviso anche poco conveniente se superassi le 20 ore.

  23. Credo che non esista in sede progettuale la situazione “considerando fisso lo smorzamento”.

  24. Avatar Nicola Compagnone
    Nicola Compagnone

    Grazie per la risposta, ma la questione che ponevo è un’ altra. Il mio dubbio è riferito al titolo del post: non sono convinto che uno sfasamento che superi le 20 ore sia da preferire ad uno che si aggiri intorno alle 12 ore (a parità di smorzamento). Provo ad essere più chiaro:

    Ipotizziamo di essere in estate.

    Considerato che la variazione della temperatura esterna è schematizzabile con una sinusoide che si ripete con periodo di 24 ore, se lo sfasamento del ipotetico pannello murario, a parità di smorzamento, è compreso tra le 10-14 ore, il picco di temperatura (poniamo ore 14) arriverà all’interno dell’ambiente alle 24-4, cioè di notte, quando posso ottenere aria a temperatura minore aprendo le finestre.

    Se il muro garantisce sfasamenti superiori alle 20 ore, sempre considerando fisso lo smorzamento, il picco delle 14 arriverà all’interno in prossimità del picco del giorno seguente, non apportando così nessun beneficio all’ ambiente interno.

    Se il mio ragionamento è corretto, conviene progettare superfici opache con caratteristiche di sfasamento comprese tra le 10-14 ore, non oltre.

  25. Per evitare il surriscaldamento estivo, meglio bassi valori del fattore di decremento f (attenuazione):

    Tufo con conduttanza 0,6 W/mK densità 1500 kg/m3 e calore specifico 1300 kJ/kgK offre:
    trasmittanza 1,10 W/m2K
    sfasamento 17-18 ore
    attenuazione 0,05 (f=Udyn/U)

    Quindi direi che parlando di regime estivo è bello avere tanto sfasamento, ottima attenuazione e soprattutto alta capacità areica interna (62 kJ/m2K): Per evitare il surriscaldamento estivo meglio alti valori di capacità termica areica interna (la capacità di assorbire calore internamente) (alti valori sono migliori).
    In regime invernale il tufo non va tanto bene, infatti è famoso al sud.

  26. Avatar Nicola Compagnone
    Nicola Compagnone

    Non sempre, posso avere situazioni con alti sfasamenti e bassissime attenuazioni. Pensi ad una parete composta da 45cm di tufo,che offre uno sfasamento di oltre 14-16 ore, ma permette una trasmittanza di ben 1-2 W/mqK.

    Semplificando lo smorzamento è offerto dall’isolamento, mentre lo sfasamento dalla massa, che possono tranquillamente essere non accoppiate.

  27. una coibentazione che offre oltre 20ore di sfasamento offre anche un forte smorzamento

  28. Avatar Nicola Compagnone
    Nicola Compagnone

    “Raggiungere uno sfasamento di 24 o 48 ore significa che l’ambiente interno è quasi insensibile a quello esterno.”

    Questo concetto dello sfasamento non mi è chiaro. Mi spiego: se uno sfasamento di circa 12 ore, fa si che l’energia termica nell’orario di picco delle ore 14 di un mese estivo, arrivi verso le 2 di notte, quando la temperatura dell’aria esterna è fresca, con beneficio per l’ambiente interno.
    Cosa accade se lo sfasamento è superiore alle 20 ore? Se ipotizzassimo uno sfasamento di 24 ore, la solita tmax delle ore 14 arriverebbe all’interno alle 14 del giorno seguente, non più in orario notturno, quando l’aria esterna è fresca e gratuita.

    Quindi capisco l’affermazione: “Uno sfasamento ottimale si aggira intorno alle 12-16 ore”.

    Cosa sbaglio?

  29. entra ben smorzato.

  30. non ho capito. quando fuori son 30 gradi di notte e 40 di giorno.. se il caldo entra il giorno dopo,o tre giorni dopo … che cambia ? due giorni di ‘fresco’ a parte