consulenza per efficienza energetica

stratigrafia tetto

La stratigrafia del tetto

21 risposte

Molti committenti ricevono proposte di stratigrafie della copertura e devono decidere loro se quello è il tetto che vogliono.

Quasi sempre non vengono spiegati nè i pregi nè i difetti di ogni scelta progettuale.  Dei teli, dei manti e delle guaine non voglio parlare, ma è più che frequente leggere stratigrafie con guaine non adatte oppure mancanti.

La stratigrafia di un tetto errata porta a diversi problemi, il primo tra tutti è l’investimento economico, gettato alle ortiche.

stratigrafia tetto

Ma come può un profano giudicare una stratigrafia di una copertura? Solitamente passando qualche notte in internet, ma anche qui bisogna saper scremare le informazioni. Meglio far valutare ad un tecnico la stratigrafia in questione, un tecnico super partes, magari esterno al progetto stesso. Rivolgersi ad una figura esterna non è vietato e non è un tradimento.

L’alternativa, l’unica valida, è fare le domande giuste al proprio progettista, così da mettersi l’anima in pace ed esser certi di diventare proprietari di un tetto  senza spifferi, con buona protezione dal freddo, dal caldo, dai rumori, costruito con materiali salubri, e a norma di legge.

A norma di legge? La normativa prescrive di verificare che in tutte le zone climatiche, ad esclusione della F, il valore della massa superficiale delle pareti opache verticali, orizzontali o inclinate, sia superiore a 230 kg/mq (D.Lgs. 311/2006, Allegato I, comma 9, lettera b). La stessa norma prevede, in alternativa, di ottenere gli stessi effetti positivi derivanti dal rispetto del suddetto valore di massa superficiale, mediante «l’utilizzo di tecniche e materiali, anche innovativi, che permettano di contenere le oscillazioni della temperatura degli ambienti in funzione dell’andamento dell’irraggiamento solare. In tal caso deve essere prodotta una adeguata documentazione e certificazione delle tecnologie e dei materiali che ne attesti l’equivalenza con le predette disposizioni» (Ibidem, Allegato I, comma 9, lettera c).

Anche il legislatore è preoccupato che Vi venga progettato un tetto senza qualità di protezione dal caldo!

Cosa mi aspetterei io da un tetto ben progettato?

Naturalmente non voglio difetti:

  • la tenuta all’aria dev’essere prevista fin dal progetto e il disegno deve farmi vedere come la ottengo e con quali soluzioni!
  • i teli devono essere scelti con cura conoscendo l’abc della fisica edile, non voglio avere problemi di condense interstiziali o altri fenomeni legati alla migrazione del vapore.
Ma voglio anche tanti pregi:
  • primo tra tutti, voglio che offra più sfasamento possibile! la quantità di calore che attraversa il tetto, a seconda del progetto, può venir ridotta d’intensità (smorzamento o attenuazione), e arrivare nel mio ambiente con un ritardo temporale di alcune ore (sfasamento). Uno sfasamento ottimale si aggira intorno alle 12-16 ore: è così che il flusso termico di picco (ad esempio alle ore 14:00) arriverà all’interno nelle ore più fresche, tra le 2:00 e le 6:00 del mattino. Così si riduce l’escursione termica interna e si mantiene una temperatura di benessere.
  • poi voglio che mi protegga dal freddo: il tetto deve disperdere il meno possibile, quindi il valore U, la trasmittanza del pacchetto tetto deve avere il numero più basso possibile! Meglio di U= 0,10 W/mqK inutile spingersi, economicamente parlando.
  • ricordate sempre che l’impianto di riscaldamento ce l’avete comunque, quindi l’aspetto estivo è ben più importante! e se ottengo protezione dal caldo, quasi certamente ho anche isolamento acustico. Al contrario un tetto che disperde poco (grazie al tipo di materiale coibente) può essere un bidone d’estate e far passare un sacco di rumori esterni. Non lasciamo che ci prendano per il naso!
  • poi voglio anche che il materiale isolante sia salubre, scartiamo a priori quei pannelli o rotoli che contengono fibre pericolose, formaldeide, pentano e tutto il resto!
  • pregi.. pregi.. pregi, cos’altro potrei desiderare? Da un tetto potrei esigere che duri più di qualche decennio! Ma come? Questo aspetto dipende da noi: si chiama “manutenzione”.

Il tetto perfetto esiste. E’ un tetto ben progettato.

Se vuoi informarti e approfondire meglio l’argomento potresti leggere questi testi, quello sull’umidità e tenuta all’aria è veloce e molto chiaro anche se non si è esperti del settore:
 

       

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21 risposte a “La stratigrafia del tetto”

  1. sarebbe come avere 10 in condotta e chiaccherare tutta la mattina in ultimo banco!

    non mi intrufolo nelle dichiarazioni altrui.
    ma se desidera avere la mia dichiarazione, questa stratigrafia (e non parlo di migrazione del vapore o tenuta all’aria dell’involucro edilizio ecc) ha certo delle doti nel contenimento delle dispersioni invernali, ma l’ambiente andrà velocemente in surrriscaldamento estivo.

    circa la normativa: si dovrebbe fare la verifica delle prestazione secondo il nuovo DM 26.6.2015 che a proposito di protezione estiva parla di Trasmittanza termica periodica |Yie| U/dyn < 0,10 W/m2K) e secondo il DM 26/6/09 a proposito di protezione estiva (sfasamento > 12 ore)

  2. Avatar gianluca
    gianluca

    Buongiorno, da ignorante, quando leggo riguardo una case mobili,
    ..omissis..case vengono realizzate con un sistema a cappotto con EPS da 10 cm,
    trattato con resine ecologiche ( pannello a sandwich)
    Trasmittanza U(W/m2 K) 0,21
    Trasmittanza Periodica 0,19 (W/m2 K)
    Sfasamento 3,05 h
    ecco, per onor di causa,
    non riesco a far combaciare lo sfasamento con la dichiarazione di casa in classe A+.
    Potrebbe , con i pochi dati forniti, a farmi capire questo tipo di dichiarazione.
    Grazie per il blog sempre chiarissimo nei suoi contenuti.

  3. beh, una copertura in latero cemento con EPS grafite 10 cm ha certamente cambiato radicalmente la situazione invernale, probabilmente le prestazioni estive non sono ottimali, ma senza buttare il lavoro fatto si può definire un nuovo ulteriore strato sul lato interno calcolando esattamente le prestazioni di oggi e quelle che si dovrebbero ottenere dopo.
    Probabilmente al tempo in cui le hanno proposto la stratigrafia nuova del tetto le è stato consegnato il calcolo per capire le prestazioni che si ottenevano con la nuova copertura.
    Di fatto comunque, pur senza conoscere esattamente i materiali elencati, la copertura attualmente è diventata un pacchetto non traspirante per cui un eventuale ulteriore isolamento sul lato interno gestirà la migrazione del vapore in un solo senso (verso l’interno, in regime estivo)

    Le porzioni verticali della mansarda probabilmente riceveranno lo stesso cappotto previsto esternamente su tutto l’edificio, quindi ci si deve preoccupare per la migliore installazione e posizione dei serramenti bassi.
    Se poi il cappotto esterno non riesce a connettersi con l’isolamento della copertura lasciando un lunghissimo ponte termico perimetrale dovuto alla geometria, ma soprattutto dovuto all’interruzione dell’isolante, allora si deve progettare la attenuazione di questo ponte termico sul lato interno della mansarda, lì dove le paretine basse incontrano le falde.

    Lo scantinato non lo conosco. La parte bassa dell’edificio va analizzata per capire se è sana o esiste umidità di risalita: nessun sistema a cappotto può essere posato su murature da risanare nascondendole.

  4. buonanotte.

    intanto grazie per questo bellissimo blog.

    devo affrontare la ristrutturazione della mansarda di una villetta fine anni 50 , cubetto compatto, in zona E. e.. trovando una priorita, la sua riqualificazione energetica (cappotto, serramenti,scantinato quale per primo?).

    Vorrei chiederti un consiglio per la mansarda.
    Attualmente al grezzo, alta da 150 a 350 cm, finestre basse perimetrali,
    4 falde rette da 4 travi in ca, travetti ogni 50 cm ca e tavelle in laterizio;,
    Da poco si e intervenuti sul lato esterno del tetto con questa stratigrafia:
    tavelle esistenti
    getto sabbia cemento 2-4cm
    telo in polietinene
    EPS grafite 10 cm,,conducibilita 0,31 con guaina ardesiata
    su di questa fissati i coppi

    Non rimane che intervenire dal lato interno, tra i travetti e controsottittando (anche sostituendo i serramenti e avendo cura del nodo tetto parete o isolando internamente il muro al grezzo) ma con che materiale e spessore per ottenere comfort estivo ?
    ca meta del sottotetto e’gia controsoffittata intonacata e isolata dagli anno 60 con un materiale strano che sembra grosse erbe secche… lasciarlo o toglierlo?

    grazie di nuovo per il prezioso aiuto.

  5. costruire è per sempre. non per un week-end.
    un cappotto interno oppure in intercapedine è una soluzione per situazioni esistenti, non certo per un progetto ex novo.
    i ponti termici vanno studiati per importanza e per rischio condensa.
    il tetto in laterocemento con coibentazione esterna (estradosso) è una ottima soluzione. 5-6cm di isolamento sono una scarsità fuori legge da un po’ di anni. basti pensare che d’estate lo sfasamento è certamente insufficiente e richiederbbe un ulteriore impianto per raffrescamento.

    lei non può conoscere ogni dettaglio, ma se si sta informando privatamente significa che lei stesso sente puzza di bruciato.
    un buon progetto deve almeno dimostrare le prestazioni ottenibili dalle scelte e dagli interventi: chieda al suo tecnico tutte le stratigrafie tetto e pareti con relativi calcoli, senza dimenticare le dispersioni verso il basso.

    poi scriviamoci nuovamente

  6. Avatar Giovanni
    Giovanni

    Buongiorno,
    devo costruire una nuova villetta in muratura, il tecnico che ho scelto per il progetto mi ha consigliato per le pareti un cappotto interno con isolante almeno 5 cm camera d’aria almeno 5 cm e secondo muro interno dove fare i vari impianti per non avere ponti termici, per il tetto dice che per avere una buona coibentazione sarebbe meglio fare una gettata di cemento e almeno 5 cm. di isolante e 5-6 cm. di camera d’aria tra l’isolante e le tegole.
    Sono delle buone soluzioni ?
    Cordialmente .
    Giovanni

  7. raggiungere una certa trasmittanza con un certo spessore di coibentazione del tetto è una cosa.
    la ventilazione è un altro aspetto che riguarda solo i tetti a falda traspiranti.

  8. Avatar alessandro
    alessandro

    ciao, in vista di una possibile ristrutturazione usufruendo dell’incentivo del 65%, ti chiedo:
    se in fase progettuale si optasse per una soluzione di tipo “non ventilato”, con un opportuno isolamento sarebbero comunque raggiunti i valori di trasmittanza previsti dalla normativa per poter accedere all’incentivo?
    Grazie,
    Alessandro

  9. Grazie di leggermi.
    Prima di tutti i dettagli a me interesserebbe la qualità della copertura. Spesso i tetti curvi sono eseguiti con gli elementi pre-fatti termoisolanti pronti alla posa.

  10. Avatar Battista
    Battista

    Favoloso blog! Da quando sto per ristrutturare (per rendere abitabile il sottotetto) casa ho almeno 4 o 5 schede aperte sul browser.
    Sto valutando (da committente, non da tecnico professionista ma da appassionato) la ventilazione nei tetti curvi.
    Mi è proposto un tetto curvo (sul quale, tra l’altro, monterò un impianto fotovoltaico attualmente installato: ce l’ho già! Lo tengo!). Chiederò, nel caso, lamellare con colla poliuretanica monocomponente, ma vorrei valutare l’efficacia della ventilazione in un tetto curvo; realizzazione nella bassa comasca (alta pianura padana: 300 m). L’ultimo strato di copertura proposto è in rame. Da profano mi spaventa il surriscaldamento estivo che potrebbe portare.
    E’ inutile ventilare il versante nord? (La linea del colmo del tetto è perfettamente Ovest-Est, con falde esposte a Sud e Nord)
    E’ meglio considerare il classico tetto a falde? Si integrerebbe (non in termini estetici) meglio il fotovoltaico?

    Grazie! E ancora complimenti.

  11. Avatar Giuliana

    Devo ancora trovarne uno. Intanto mi faccio una cultura 🙂
    Nel frattempo torchierò il geometra (che collabora con ingegnere), la referente Naturalia e l’impresa (che ha il suo progettista). Sabato cominciano i sopralluoghi.

  12. strutturista… dove sei?

  13. Avatar Giuliana

    Federico,
    sto calcolando grossolanamente il peso/mq della stratigrafia che mi suggerisci. Se vedi svarioni madornali, correggimi 🙂

    Attualmente ho sulla testa:
    -Coppi, 65 kg
    -Tavella piena 25mm, 42 kg
    -Travi e travicelli in abete

    A cui si aggiungeranno:
    -NaturIsolant 19mm, 4,5 kg
    -Pavatherm 60+80mm, 19,6 kg
    -Stamisol eco, 0,32 kg
    -Intesana Evo, 0,12 kg
    -Le travi portanti forse si salvano, travicelli da sostituire.

    Considerazioni… il primo problema è che i coppi sono stravecchi e in pessime condizioni, quindi andranno sostituiti integralmente.
    Secondo problema: vietato appesantire il tetto, pena l’intervento del genio civile con conseguenti lungaggini.
    Ma…
    se il comune “ci fa passare” la sostituzione dei coppi con tegole portoghesi, la copertura si alleggerisce di una ventina di chili abbondanti… che possiamo sfruttare per inserire il pacchetto isolante di cui sopra 🙂
    Domani brainstorming con geometra, sto tetto è più bucato di un colabrodo e le agevolazioni terminano a fine giugno.

    Grazie un milione di volte, se può essere utile vi terrò informati sull’andamento del progetto. Vado a rileggermi l’articolo che mi hai indicato!

  14. Un pannello cassero per realizzare solai in cemento armato calcestruzzo da calpestio e di copertura ha un isolamento termico variabile: lo spessore variabile del sottotravetto è da scegliere in base alla funzione della coibenza termica desiderata (4-8cm di eps 100).

    Per me un ponte termico è una parte dell’edificio dove il flusso di calore cambia. Ogni volta che lo strato coibente cambia spessore c’è un ponte termico geometrico.
    Il coefficiente lineico di dispersione termica attraverso il ponte termico determinato dal travetto potrei calcolarlo così:
    dove abbiamo lo spessore totale del pannello termosolaio mi trovo con 32 cm di esp e trasmittanza 0,11 W/m²K
    dove abbiamo il travetto in cls lo spessore totale del pannello termosolaio è 8 cm di esp e trasmittanza 0,40 W/m²K
    quindi: trasmittanza 0,40 W/m²K – trasmittanza 0,11 W/m²K = 0,29 W/m²K
    il ponte termico vale: 0,29 W/m²K * 0,11metri (larghezza travetto in cls) = 0,032 W/mK

    se non sbaglio!

    ma cosa vuol dire che ho un ponte termico pari a 0,032 W/mK ???
    vuol dire che ho una copertura piena di ponti termici ???

    se ho 30 travetti da 10metri l’uno, ho 300 metri di ponti termici.

    Quindi le dispersioni termiche causate da questa struttura saranno 0,032 W/mK * 300metri * 57kKh/a * 1
    cioè 547 kWh/anno

    …sono scelte progettuali… costruire ponti termici free.

  15. Complimenti per questo meraviglioso blog!
    Ne approfitto anch’io per soddisfare una curiosità. I tetti inclinati creati con gli elementi prefabbricati tipo “termosolaio” di bioisotherm o “kaldo” di pontarolo engineering garantiscono (sulla carta) buone trasmittanze, prendiamo per esempio 0,18 W/m²K con 8cm di spessore dello strato isolante sottotravetto.

    Per una copertura del genere che tipo di stratigrafia consiglierebbe e quali prestazioni di sfasamento sono raggiungibili?

    Ringrazio di nuovo, buon weekend
    Andrea

  16. oggi il tetto è fatto di coppi e tavelle? ottimo! se la proposta della fibra di legno si riferisce ad un tetto con tavelle la situazione migliora!
    leggi l’articolo https://espertocasaclima.com/tetto/risanamento-tetto-ragionamenti-sulla-protezione-dal-caldo/

    la stratigrafia sarà:
    tavelle
    freno al vapore
    6+8cm di fibra di legno 140 kg/mc
    pannello 19 mm in fibra di legno resistente al calpestio
    telo sottomanto traspirante
    ventilazione
    copertura in coppi

  17. Avatar Giuliana

    Hai ragione, la fibra è il pavatherm.
    Hai ragione anche sul fatto che un tetto si fa una volta nella vita, ma purtroppo dobbiamo fare i conti sia col portafoglio che con i vicini con cui condividiamo questo tetto. Alla fine, 16 o 18 cm di coibentazione saranno sempre infinitamente meglio del nulla che abbiamo adesso (coppi+tavelle e basta).
    C’è da dire che ad oggi abbiamo solo una parziale idea dei costi reali di realizzazione… i giochi sono ancora aperti 🙂
    Ti ringrazio di nuovo e buona serata
    Giuliana

  18. cercare di garantire le 12 ore di sfasamento è lo sforzo progettuale minimo, ma non sufficiente a garantire il non surriscaldamento della zona notte.
    la proposta che via hanno fatto sicuramente si riferisce ai pannelli pavatherm: Conduttività termica dichiarata (?D) 0,038 W/mK Massa volumica (densità) 140 kg/m³

    Solo con 200 mm di isolamento ottenete Trasmittanza termica U 0,18 W/m²K e sfasaemnto 12,1 h

    meglio far meglio: il tetto lo fate una sola volta nella vita.

  19. Avatar Giuliana

    Sto divorando uno per uno gli articoli di questo blog 🙂
    Eccomi di nuovo qui per un parere: siamo in procinto di ristrutturare il tetto, e la referente Naturalia-bau per la mia zona ci ha proposto una stratigrafia di questo tipo:
    -perlinato 25 mm
    -freno al vapore (Intesana evo)
    -6+8 (in alternativa 6+6) cm di fibra di legno 140 kg/mc
    -pannello 19 mm in fibra di legno resistente al calpestio
    -telo sottomanto traspirante (Stamisol eco)
    Al di sopra di questo pacchetto ci sarà lo spazio per la ventilazione e la copertura in coppi o tegole portoghesi.

    Questa stratigrafia offre uno sfasamento di 8,2-9,5 ore a seconda dello spessore di fibra che si andrà ad usare.
    Abito in zona climatica E, 2309 gg; secondo te può essere sufficiente per non scoppiare di caldo in estate?
    Ti ringrazio tanto
    Giuliana

  20. e che non facciano la pausa panino sul manto impermeabile lasciando cadere le sigarette che tanto è solo un buchino 😉

  21. cos’altro potrei desiderare? mmmh , un ottima POSA.
    per esempio guarnizioni passachiodi che ci siano davvero , e che siano pure centrate 😉