L’Italia ha zone climatiche molto diverse e spesso mi si domanda se tutte le strategie di risparmio energetico abbiano veramente senso anche per gli edifici nelle zone del Sud, dove il clima più favorevole tende a ridicolizzare tanti sforzi progettuali di coibentazione e attenzione al risparmio energetico.
Si può affermare che coibentando adeguatamente e progettando l’ombreggiatura il buon clima mediterraneo del Sud Italia permette di avere una casa a basso consumo energetico se riesce a offrire una buona ventilazione naturale.
Con questa premessa può sembrare che l’ermeticità della casa e il recupero del calore attraverso la ventilazione meccanica controllata siano cose indispensabili solo per i climi più freddi e in genere per il Nord Italia.
Anche perchè al sud finestre e porte sono spesso lasciate aperte e gli ambienti beneficiano del buon clima esterno.
La ventilazione naturale notturna, che funziona se l’edificio è nato con questa progettazione, può mantenere la casa in confortevole temperatura per gran parte della stagione estiva.
Allora, se la nostra casa è a Bari, o a Lecce, o a Messina vale la pena installare una VMC con recupero di calore?
L’architetto Davide Reggiani, Studio a Barcellona, ha fatto un’ottima analisi in questo senso:
Ho realizzato dei calcoli comparativi dove analizzo una soluzione con VMC e una soluzione con ventilazione naturale per due diverse case unifamiliari, una di 105 mq di superficie e l’altra di 200 mq.
Ho simulato con il Passive House Planning Package, Pacchetto per la progettazione di case passive, PHPP, differenti scenari per differenti climi “molto caldi” (Lecce, Bari, Messina), ovvero con temperatura media del mese più freddo intorno ai 9ºC o superiore.
Ho raccolto quindi i risultati della domanda di riscaldamento, la domanda di raffrescamento (sensibile e latente), il corrispondente consumo elettrico totale (che tiene conto del consumo del ventilatore nello scenario VMC) e infine il consumo di energia primaria, tutto calcolato secondo questi indici (Pompa di calore con COP=3 e Indice Energetico dell’elettricitá di 2,7).
i RISULTATI, senza annoiarvi con tanti numeri:
I risultati del calcolo confermano che la VMC fa risparmiare energia anche nei climi caldi, essendo il caso di Bari (il meno caldo di tutti) quello dove il risparmio è maggiore.
Più il clima è caldo, minore è il risparmio energetico che si ottiene con una VMC.
Osserviamo poi che quanto maggiore è il volume dell’edificio, tanto maggiore sará il risparmio di energia nel caso con VMC, perchè le rinnovazioni d’aria saranno riferite ad un volume maggiore di aria e quindi anche il recupero di energia della VMC sará più grande in valore assoluto.
Numericamente stiamo parlando di un risparmio energetico intorno al 15-20% del consumo energetico globale (quindi anche della spesa sulla fattura energetica) della VMC rispetto alla ventilazione naturale.
Se pensiamo però che stiamo parlando di edifici Passivi, che quindi hanno una domanda energetica molto bassa, ci accorgiamo che in termini assoluti il risparmio economico puó aggirarsi attorno ai 200-600€ annuali, a seconda delle dimensioni dell’edificio.
Considerando il costo economico di un impianto completo di VMC (almeno 8.000 euro dipende dal tipo e dalla portata naturalmente) con tempi di ammortamento variabili tra i 15 e i 20 anni, a mio avviso questo risultato puo essere interpretato come segue:
interpretazione dei RISULTATI:
- Consapevole che il risparmio energetico ed economico di un sistema di VMC in climi caldi è limitato, decido ugualmente di installarlo pensando al comfort interno (temperature più omogenee ed elevate, senza possibili correnti d’aria fredda) e alla diminuzione della potenza di riscaldamento, che mi puó permettere di installare un impianto che si basi solo sul post-trattamento dell’aria di rinnovazione.
- Decido di prescindere dalla VMC e affidarmi alla ventilazione naturale, consapevole però che se voglio rientrare nei limiti di domanda energetica imposti dallo standard Passivhaus dovró migliorare considerevolmente le prestazioni dell’involucro (aumento considerevole dello spessore dell’isolamento)
Per riassumere:
questo studio ci aiuta a capire che
- la VMC resta uno strumento valido per ridurre sia la domanda energetica che il consumo di energia primaria di un edificio, anche in climi caldi
- quanto più caldo il clima e quanto minore la superficie dell’edificio o alloggio in esame, tanto minori saranno i risparmi di energia di una VMC.
Resta la consapevolezza di sapere che ogni edificio ed ogni clima sono diversi e per valutare bene le scelte progettuali è sempre necessaria una simulazione personalizzata ed individualizzata dell’edificio oggetto di studio.
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copywriter, content creator & web editor – Federico Sampaoli consulente tecnico per l’isolamento termico dell’involucro edilizio
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