Un parere professionale circa la nuova coibentazione del loro tetto?
Stratigrafie, materiali isolanti, freno al vapore o barriera al vapore, pesantezza, leggerezza, importanza della massa… chi più ne ha più ne metta.
Non parlo in questa occasione dell’importanza della tenuta all’aria di un tetto in legno su costruzione tradizionale (usciremmo dal tema per non tornarci più…).
Restiamo in tema coibentazione del tetto:
E’ logico che un tetto in una zona estremamente fredda deve puntare tutto sulla trasmittanza e un tetto in una zona particolarmente calda deve puntare tutto sullo sfasamento e sulla massa interna. Ma l’Italia è lunga e varia: le zone climatiche sono tante e le esigenze sono diverse anche nella stessa provincia.
Come trasmettere un buon principio ai lettori che ricevono proposte assai diverse tra loro?
forse un buon principio potrebbe essere questo, seguitemi, sarò breve:
La trasmittanza di un tetto crea le premesse del risparmio energetico sul consumo per riscaldamento. Lasciamo stare il benessere interno (il comfort) per il momento, altrimenti non finiamo più.
La trasmittanza dipende dal materiale che ho scelto e dal suo spessore, lo sappiamo.
Qualsiasi sia il valore della trasmittanza che possiamo raggiungere con la nostra futura stratigrafia, anche molto basso, anche molto favorevole, durante l’inverno un po’ di riscaldamento ci vuole: anche una Casa Passiva ha bisogno di un minimo apporto di energia….
bene, seguitemi:
Un tetto che offre una certa trasmittanza ma anche adeguato sfasamento (almeeeeeeno 12 ore), evita che in estate il surriscaldamento sia troppo veloce e renda il sottotetto invivibile o vivibile solo utilizzando l’impianto di raffrescamento.
Non fraintendetemi: il buon tetto, con buone proprietà di sfasamento, NON raffresca, ma protegge!
Sta a chi ci abita fare ventilazione notturna per smaltire qualche grado di temperatura di troppo.
Sta a chi ci abita gestire la casa e permettere alle zone del sottotetto di smaltire un po’ del calore per potersi caricare di nuovo calore il giorno dopo. Senza superare la soglia dei 28° C possibilmente…
cosa sto cercando di dire?
Ad un bel momento, d’inverno, sarò costretto comunque a riscaldare, un pochino ma dovrò (a Stromboli, o altri posti baciati dal sole, forse no).
D’estate, al contrario, se ho progettato un tetto che mi tiene il sole fuori e non lo lascia entrare in fretta, avrò vinto la battaglia contro l’impianto di raffrescamento.
Vi pare poco?
Con un pizzico di spirito di adattamento… ovviamente! La temperatura dell’ufficio del direttore di banca forse è per alcuni di voi invidiabile, ma non è un clima normale o cosa da copiare in un’ abitazione. Per altro tali temperature artificiali sono maleducate e irrispettose dell’ambiente.
perciò, se state decidendo il vostro futuro tetto, non fate le cose a metà, non accontentatevi per nessun motivo, nemmeno per quello economico: sarebbero comunque soldi buttati!
“per ogni misura si deve sempre mettere in pratica la migliore efficienza possibile”
buon tetto a tutti!
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copywriter, content creator & web editor – Federico Sampaoli consulente tecnico per l’isolamento termico dell’involucro edilizio
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