Un tetto in legno e tavelle senza isolamento non solo disperde molta energia in inverno, non offre protezione dal caldo in estate.
Gli edifici un po’ datati con tetto in legno e tavelloni in laterizio potevano contare sul sottotetto che faceva da cuscinetto tra abitazione e falde del tetto, quindi una sorta di protezione del volume riscaldato. Chi va a progettare un risanamento di un tetto in legno di questo tipo scopre spesso l’aggiunta di un materassino in lana di roccia o lana di vetro degli anni ’80 e ’90 :
L’eleganza di queste case su 2 piani impone un risanamento del tetto in legno che non rovini i prospetti per colpa dell’isolante aggiunto, quindi con un isolamento sul lato interno, non visibile da fuori:
isolamento del tetto in legno e tavelle da dentro o da fuori?
Prendiamo questa bella casa anni ’40 con tetto in travi portanti e travetti con tavelle in laterizio cotto riprese in malta che ha bisogno di un valido intervento per contenere le dispersioni energetiche.
Lo stato di fatto presenta un sottotetto in assi di legno ricoperte da rotoli in lana di roccia ormai in cattive condizioni.
Rinunciando al sottotetto si potrebbe valutare di isolare le falde dall’interno, demolire il vecchio tavolato dei soffitti e nascondere il pacchetto tetto con fibrogesso dopo aver inserito un freno al vapore.
Ma volendo affrontare il rifacimento della copertura per godere di un po’ di decenni senza infiltrazioni meglio progettare anche l’isolamento sul lato esterno.
cosa cambia se l’isolamento del tetto è sul lato esterno?
prendiamo in considerazione un isolamento di 20cm in fibra di legno da posare sopra alle falde
- alta densità
- altissimo calore specifico
- buona conduttività (ovviamente non spinta come un EPS o un pannello in Stiferite)
- un buon accumulatore di calore (ottimo per sfasare l’onda termica che vuole entrare in casa d’estate)
La fibra di legno ha più che doppio calore specifico rispetto alla lana minerale, per capirci!
Con 20 cm di spessore in più non rovineranno l’aspetto esterno dell’edificio: ma la linea di gronda sarà ben più corposa rispetto a quella attuale.
Esempio di stratigrafia del tetto con coibentazione in fibra di legno posata all’esterno (intervento da fuori):
ed ecco la stratigrafia del tetto con lo stesso spessore di coibentazione però posato dall’interno (intervento da dentro):
Inserire lo stesso spessore di fibra di legno sul lato interno impone di solito di scegliere un pannello flessibile, nel nostro caso 2 pannelli da 10cm di spessore
In entrambe le proposte abbiamo sempre 20 cm di materiale isolante, ma cosa succede se scelgo l’isolamento interno?
- ottengo la medesima trasmittanza termica, probabilmente intorno ai 0,18 [W/mq·K]
A giudicare dal valore di trasmittanza, coibentare il tetto dall’esterno o dall’interno non fa nessuna differenza, ma allora è la stessa cosa? non è la stessa cosa:
- la CAPACITÀ TERMICA AREICA INTERNA è pari a 78 [kJ/mq·K] se ho l’isolamento esterno, ma crolla coibentando da dentro.
Coibentando da dentro ho ridotto di 6 volte la capacità termica areica interna del mio tetto: ho perso tutta la massa del laterizio, cioè gran parte della capacità di assorbire energia, proprio quella capacità utilissima d’estate per mantenere temperature più basse!
Ho isolato da dentro e mi sono anche isolato dalla materia che avrei potuto utilizzare per scaricare energia in eccesso.
Un buon tetto non ci raffresca la casa che si è surriscaldata, questo è chiaro, ma impedisce al caldo di entrare in casa velocemente e assorbe l’energia di troppo che produco in casa! Barba e capelli!
Il tetto, ottimo d’estate (e ottimo d’inverno), ha bisogno di tanta inerzia termica.
Posso anche prendermi il lusso di evitare l’impianto di raffrescamento perchè ho costruito bene. Naturalmente la committenza deve avere una certa sensibilità e una certa propensione al basso consumo senza esigere dalla propria casa 20° in inverno e 25° in estate, altrimenti l’unica via rimane l’impiantistica e il consumo di energia.
copywriter, content creator & web editor – Federico Sampaoli consulente tecnico per l’isolamento termico dell’involucro edilizio
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