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isolamento contro il caldo - Tetto in fibra di legno traspirante 1

Tetto in fibra di legno traspirante

48 risposte

Il mio primo tetto come dico io, in fibra di legno, traspirante, ventilato.

tetto in fibra di legno traspirante

Mi sembra che la cosa più importante di una sopraelevazione sia ricevere una nuova copertura all’altezza della situazione: calda d’inverno e fresca d’estate! Quindi si è scelta la fibra di legno: grande capacità termica massica e dunque un ottimo sfasamento estivo!

Decidere la sezione del tetto traspirante sembra una cosa da nulla:

  1. tavolato,
  2. telo freno al vapore per controllare l’ascesa di umidità verso il pacchetto isolante,
  3. fibra di legno (nel mio caso 6cm+6cm+6cm+2cm di densità maggiore) posata in modo sfalsato,
  4. guaina sottotegola.

A buttar giù su carta il pacchetto e la sua stratigrafia non s’incontrano difficoltà. Diverso è lassù in cima all’impalcatura che contorna il tetto in costruzione: guaine, nastri, dubbi e piccoli particolari sull’incontro con la muratura o il tavolato che sporge… Più facile a dirsi che a farsi! Ma armati di logica e pazienza si trova una soluzione a tutto:

prima cosa, il senso di tutto il pacchetto:

  • il freno al vapore farà si che non troppa umidità nello stesso momento entri nel pacchetto isolante per passarlo lentamente ed uscire dalla guaina traspiarnte sottotegola
  • la guaina traspirante (che avrà una permeabilità crescente rispetto alla guaina freno al vapore (SD<0,2)) proteggerà dalle infiltrazioni (impermeabilità all’acqua) e dal vento e permetterà la diffusione del vapore dal tetto verso l’esterno
  • la guaina traspirante sottotegola sarà anche il fondo del piano di ventilazione e deve prmettere il libero deflusso di piccole quantità d’acqua dal colmo alla gronda.

ora, visto che la cosa da proteggere è il pacchetto isolante in preziosa fibra di legno, si è deciso di chiudere il pacchetto con dei risvolti di guaina che abbondavano sui quattro lati per sigillarli sotto alla ultima guaina traspirante che risvolta fino ad incontrare la muratura. Si è optato per incorniciare il tetto con dei pannelli in osb telo freno al vapore risvoltato sulla fibra di legno anzichè arrivare fino ai bordi con i 2cm di fibra di legno con maggior densità, questo per avere una più solida superficie lì dove lavorerà il lattoniere e dove verticalmente arriverà il cappotto di facciata.

il pacchetto in attesa della gronda:telo freno al vapore che impacchetta lo starto isolante in fibra

il pacchetto in attesa del cappotto verticale:telo freno al vapore che impacchetta lo starto isolante in fibra

il pacchetto in attesa del cappotto verticale con l’aletta in osb di egual spessore al cappotto:telo freno al vapore che impacchetta lo starto isolante in fibra

le fessure da sigillare, soprattutto se non sono stati posati nastri autoespandenti.

purtroppo quando alcuni avanzamenti di cantiere avvengono senza supervisione (posa delle perline) fioccano gli errori:fessura tra muratura e tavolato di partenza del tetto

ripeto ancora una volta che la tenuta all’aria dell’involucro edilizio va progettata e comunicata a tutte le figure che lavorano sul tetto, questo ad evitare successive improvvisazioni per ovviare a disattenzioni di posa:
sigillare con schiuma tra tavolato e muratura

la riga del tavolato sigillato con schiuma, a sua volta poi nastrato con strisce di telo freno al vapore tra pacchetto isolante  e muratura (nessuna libera uscita tra interno ed esterno in prossimità del tavolato).

Prima di coprire tutto il pacchetto con il telo traspirante e impermeabile, un po’ di attenzione alle fessure dei pannelli posati: con lo sfrido e un po’ di buona volontà ogni fessura può essere riempita e ogni ponte termico attenuato facilmente:riempimento con fibra di legno di sfrido delle fessure del pacchetto isolante a prova di ponte termico

Se vuoi informarti e approfondire meglio l’argomento potresti leggere questi testi, quello sull’umidità e tenuta all’aria è veloce e molto chiaro anche se non si è esperti del settore:


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isolamento contro il caldo - Tetto in fibra di legno traspirante 2+ involucro - impianti copyright

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copywriter, content creator & web editor – Federico Sampaoli  consulente tecnico per l’isolamento termico dell’involucro edilizio

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48 risposte a “Tetto in fibra di legno traspirante”

  1. per un intervento come descritto con isolamento a secco sul lato interno e nuovi serramenti è assolutamente necessario progettare uno strato di tenuta all’aria e freno al vapore igrovariabile sul lato caldo a protezione dell’isolante dai rischi di condense interstiziali.
    sarà anche necessario studiare in dettaglio ogni sigillatura per garantire la continuità alla tenuta all’aria: penso ai fori finestra, ai fori per passaggi impiantistici, al nodo tetto parete e al nodo pavimento parete.
    ecco il motivo per progettare contestualmente la stratigrafia del tetto con la stratigrafia verticale delle pareti.

  2. Grazie per la risposta.
    Si, infatti l’intenzione è quella, in futuro, di isolarla dall’interno (sono muri in mattoni) sostituendo i vecchi serramenti con del PVC e fare delle contropareti interne in fibrogesso (non posso intervenire all’esterno) e pannelli di fibra di legno. Visto che la useremo prevalentemente in estate senza condizionamento e in inverno sporadicamente scaldandola con la stufa attuale, è sufficiente garantire una ventilazione adeguata per evitare problemi di condense, giusto? Cambierebbe molto da questo punto di vista l’uso della lana di roccia (che non amo molto ma il problema è anche economico) rispetto alla fibra di legno?

  3. la gestione del vapore è un problema che nasce solamente se la casetta verrà utilizzata riscaldandola internamente e abitandola con serramenti chiusi.
    io so pochissimo delle vostre intenzioni future quindi mi è impossibile stabilire il livello di progettazione necessario.
    non so nemmeno se la casetta sia in legno o sia in muratura.

    l’intenzione futura di isolare dall’interno (spero non con lana di roccia) mi spinge a pensare che un giorno vorrete risanare completamente la casetta: questa decisione dovrebbe andare a braccetto con le scelte attuali della copertura per avere già un progetto con un filo logico completo in vista degli interventi successivi.

    in due parole: se abiterò la casetta riscaldandola devo progettare sia l’isolamento che la tenuta all’aria e la gestione del vapore. se resterà un riparo estivo si può fare quasi tutto quello che si vuole senza avere problemi:
    ovviamente la fibra di legno come isolante all’estradosso dei pannelli del tetto andrebbe protetta sul lato caldo da un freno al vapore e sul lato freddo da un telo impermeabile e traspirante con corrette sigillature che ora non riesco ad indicare perchè non ho sufficienti informazioni

  4. Buongiorno,
    devo rifare la copertura di una casetta (altitudine 800mt Friuli), usata per i fine settimana principalmente in estate. Attualmente sopra ai puntoni ci sono solo dei listelli sui quali sono posate delle tegole in fibrocemento. Vorrei fare una copertura semplice per motivi economici per poi eventualmente in futuro completare dall’interno isolando in modo più adeguato. Mi è stata proposta questa soluzione: pannellatura in MDF tipo Egger DHF sui puntoni, uno strato in fibra di legno Pavatex Combi (145 kg/mc) da 6cm, listelli e controlistelli, copertura in lamiera. Vorrei capire se e dove vanno aggiunte barriere o freni vapore, o se tale funzione è svolta dalla pannellatura in MDF. Inoltre, un domani, isolando dall’interno con lana di roccia o meglio fibra di legno prima della perlinatura interna devo mettere una barriera vapore? Grazie

  5. il punto importante di questo tetto in legno con pacchetto isolante traspirante non è che la lana di roccia sia chiusa, è importante che in tutto il perimetro del tetto ci sia la possibilità di sigillare con nastrature il freno al vapore (quello sul lato caldo del pacchetto tetto).
    e l’operazione di nastratura del freno al vapore dev’essere fatta prima della posa del cappotto in parete altrimenti non si saprà mai più se il dettaglio è stato eseguito oppure no, oppure in parte sì e in parte no.

  6. Buonasera.
    In una nuova costruzione di una casa con struttura in cemento armato
    hanno realizzato il tetto in legno coibentando con doppio strato di lana di roccia.
    Hanno creato anche il falso puntone per creare lo sporto di gronda.
    Ora devono realizzare il sistema di isolamento a cappotto in EPS da cm.14.

    Però tra i falsi puntoni all’esterno, dove poi andrà posato il pannello in EPS, la lana di roccia è a vista, e c’è una piccola parte del freno al vapore che sporge senza collegamento e nastratura.

    La domanda è:

    1) Prima di posare il sistema di isolamento a cappotto è il caso di riempire quella parte tra i travi con altra lana di roccia per arrivare in linea con la parete portante esterna e coprire il tutto con parti di telo nastrando il tutto (collegando il contorno di ogni trave) ?

    2) andare direttamente addosso alla lana di roccia con il pannello in EPS?

    Come sempre grazie.

  7. se espertocasaclima.com è uno dei migliori blog in rete, le confesso che con un po’ più di tempo disponibile potrebbe migliorare. e dovrebbe migliorare.
    per oggi, grazie.

    tentare la tenuta all’aria del tetto è in effetti inutile. si deve progettare completamente la tenuta all’aria.
    sarebbe come dire: nella mia barca chiuderemo quasi tutti i buchi, non tutti.

    non potendo vedere i dettagli esecutivi di questo nodo tetto-parete, posso solo dire (senza vedere) che
    – una cosa sono le guarnizioni possibili usabili per la tenuta all’aria delle travi passanti
    – e una cosa è la nastratura del manto con funzione di freno al vapore e tenuta all’aria del volume riscaldato (il telo sul lato caldo della stratigrafia).

    ultima cosa:
    non procedete, piuttosto interrompete il cantiere, se il dettaglio non è chiarito fino in fondo. un momento successivo per rivedere il problema non ci sarà.

  8. Avatar Filippo

    Buongiorno,
    prima di tutto le faccio i miei complimenti per il blog che ritengo uno dei migliori nella rete;
    passiamo alla domanda.. volevo chiederle nella mia casa in costruzione il nodo muratura copertura è così composto:
    cordolo in cemento da 25 cm con pannello di eraclit interno sp. 5 cm che andrà intonacato e cappotto esterno in lana di roccia da 16 cm;
    Travi in legno annegate nel cordolo, perline, freno vapore, fibra di legno a varie densità sp. 24 cm e guaina igrovariabile, ventilazione e lamiera aggraffata;
    Il tecnico mi dice che per la tenuta all’aria è sufficiente mettere un doppio nastro auto espandente tra cordolo e perline e nastrare all’estradosso del cordolo tra barriera al vapore e cordolo in cemento.
    L’impresario dice che è inutile visto che all’interno tra l’intonaco di finitura e perline / teste delle travi ci sarà sempre un passaggio di aria e quindi vapore vista oltretutto la presenza dell’eraclit.
    Chi dei due ha ragione?
    La ringrazio infinitamente

  9. consigliare l’utilizzo di poliuretano (poco idoneo alla protezione dal surriscaldamento) per un isolamento interno di un tetto spaventando il committente con la storia dei tarli è sciocco

  10. Avatar Federico
    Federico

    La ringrazio molto per la risposta. Sono consapevole del fatto che 8 cm di isolante non siano sufficienti ma purtroppo non potrò andare oltre i 10cm. Il mio unico dubbio rimane sul materiale da usare. Da più parti mi si consiglia di usare il poliuretano ma personalmente da quanto mi pare di capire, nonostante il lambda di 0,23 contro i 0,38 della fibra di legno, quest’ultima avendo una massa e un potere calorifico maggiori, si presterebbe meglio per lo sfasamento termico estivo. Mi conferma questa cosa? Inoltre c’è chi prospetta problemi nel tempo legati agli insetti tipo tarli e termiti che un isolamento in fibra di legno potrebbe generare, soprattutto quando usata in interno, ma è possibile?

  11. premesso che le lane minerali, come altri coibenti tipo eps, non sono idonei alla protezione dal caldo, confermo che un isolante posto sul lato interno della falda del tetto (intradosso falda) dovrà essere protetto da un freno al vapore.
    infatti la migrazione del vapore va gestita correttamente per evitare condense sulla superficie interna della falda nei momenti più freddi.

    anche usando la migliore fibra di legno come nuovo strato isolante interposto, devo avvisarla che lo sfasamento estivo risulterà ancora insufficiente.
    ovviamente la stratigrafia andrà calcolata esattamente comprendendo il solaio inclinato, ma consiglio, se possibile, di aggiungere altri cm di spessore

  12. Avatar Federico
    Federico

    Buonasera,
    sono in procinto di effettuare un lavoro di coibentazione del tetto dall’interno, questo perchè esternamente ho un impianto fotovoltaico che per il momento non vorrei toccare.

    Allo stato attuale la falda di circa 36m2 in laterocemento è coibentata con listelli di legno da 2 cm e pannelli di polistirolo a incastro fra gli stessi, perlinato di finitura. Non le dico il caldo e presumo anche l’effetto serra procurato dal polistirolo.
    La mia idea sarebbe quella di togliere i pannelli, togliere i listelli da 2 cm e sostituirli con dei moraletti da 8 cm tra i quali posizionare il nuovo isolante e poi finire nuovamente con le perline.
    Perciò la nuova stratigrafi dovrebbe essere dall’interno verso l’esterno: perline, morali e ad incastro tra gli stessi l’ isolnte in fibra di legno o lana di roccia da 8 cm. Secondo lei, dovrei aggiungere un telo impermeabile e traspirante sia sul lato caldo che sul lato del tetto grezzo?
    Mi potrebbe indicare la migliore stratigrfi possibile, rimanendo sugli 8-10cm?
    Ringrazio in anticipo e porgo cordiali saluti.
    Federico

  13. il catalogo prodotti è ampliato e sono arrivati molti pannelli in fibra di legno. Non ne conosco la provenienza e non li ho ancora mai visti. Sarebbe interessante conoscerne i prezzi!

  14. Dei modelli FL non parlano di presenza di materiali aggiunti o di collanti. Solo fibre di legno pressate

  15. Scusi forse non sono stato molto chiaro. Mi riferivo al pannello CELENIT FL/150

  16. Il Celenit, per non fare nomi, è storicamente un pannello isolante termico ed acustico costituito da fibre di abete mineralizzate rivestite da cemento Portland. E’ costituito per circa metà di fibre di abete lunghe e resistenti e per l’altra metà di leganti minerali (principalmente cemento Portland). Il trattamento mineralizzante mantiene le proprietà meccaniche del legno ma rende le fibre inerti e ne aumenta la resistenza al fuoco. L’agglomerato legno – cemento Portland viene unito sotto pressione. L’ abete rosso (47,1%) proviene da boschi italiani a circa 60 km dall’azienda, oppure dall’Austria viaggiando per circa 290 km. Il cemento Portland grigio (41,7%) è prodotto a 60/150 km dalla sede dell’azienda. Poi c’è polvere di marmo (10,3%) e altri leganti minerali (0,9%). Il pannello ha ottenuto molti certificati di sostenibilità.

    leggi il mio articolo https://espertocasaclima.com/2017/03/pannelli-lana-legno-mineralizzata-cemento-magnesite/

    Oggi il catalogo prodotti è ampliato e sono arrivati molti pannelli in fibra di legno. Non ne conosco la provenienza e non li ho ancora mai visti. Sarebbe interessante conoscerne i prezzi!

  17. Salve ha mai confrontato i pannelli in fibra di legno della Celenit con quelli della Pavatex? a pari spessore. La celenit sta proprio nel mio paese, a mio avviso sono molto simili, celenit offre piu’ varieta’ di spessori. Ma vorrei un suo parere. Sui costi devo ancora sentire. Grazie infinite.

  18. per i fori delle viti che fissano la listellatura ci sono appositi nastri o quadratini che fanno da guarnizione.
    il fissaggio della fine del telo al metallo può essere collante o biadesivo apposito

  19. Avatar vincenzo
    vincenzo

    Salve, la parte del telo impermealizzante e traspirante posato sullo sporto di gronda è stato incollato con nastro biadesivo ed è stato anche graffato con dei punti metallici sul perlinato a me questa procedura non piace dato che cosi si fanno dei microfori sul telo. Non so se sono esagerato la ditta ha detto che non creano problemi.
    Sui morali ho fatto mettere dei punti vite per evitare eventuali infiltrazioni.

  20. il suo pacchetto di copertura previsto:
    1) Perlinato;
    2) Freno al vapore;
    3) Pannello coibentato con lamiera da entrambe le facce;
    4) Listelli;
    5) Tegole portoghesi.
    intanto non è ben definito negli spessori, ma deve essere corretto nei punti:
    progettazione di tenuta all’aria del sottotetto (maniacale)
    pannello di spessore e materiale indicato a proteggere dal surriscaldamento l’ambiente sottostante abitabile
    telo impermeabile e traspirante
    listello di ventilazione (1a orditura)
    listello portategola (2a orditura)

  21. Avatar Michele

    Grazie per avermi risposto e per la pazienza.
    Io non ho detto che il sottotetto non deve essere utilizzato; esso dovrà essere abitabile.
    La necessità di leggerezza è lagata solo a motivi statici nei confronti della muratura ma il solaio, comunque, dovrà essere praticabile.
    Grazie ancora.

  22. forse non ci comprendiamo.
    mi domandavo perchè costruire un sottotetto che non si utilizza quando si potrebbe costruire solo il tetto.

  23. Avatar Michele

    Evidentemente mi sono espresso male!!! Il solaio Plasbau è l’ultimo solaio “orizzontale” che dovrò ancora realizzare e deve essere quanto più leggero possibile. Le falde, invece, dovranno essere rigorosamente con struttura in legno, così come il pacchetto di copertura. Sarebbe stato uno spreco economico enorme fare le falde in Plastbau e poi mettere il pacchetto in legno!!!
    Era giusta la mia deduzione che perlinato con pannelli coibentati con le due lamiere esterne non vanno assolutamente bene insieme ???

  24. per quale motivo si investe nella costruzione del solaio del sottotetto in polistirene (tipo Plastbau) per poi andare a costruire una copertura in legno?
    non sarebbe meglio progettare solo la copertura in legno con caratteristiche di tenuta all’aria, protezione dal surriscaldamento, isolamento termoacustico per contenere le dispersioni?

  25. Avatar Michele

    Egr. dott. Sampaoli, grazie alle Sue spiegazioni tecniche ed alla loro chiarezza mi sono fatto una idea, spero corretta, del “funzionamento“ del sistema tetto in chiave moderna.
    Io dovrei realizzare la sopraelevazione di casa mia che si trova in provincia di Catania a 600m s.l.m. e quindi in cui vi è caldo d’estate e freddo (anche se moderato) in inverno. La struttura esistente è in muratura, mentre la sopraelevazione verrà realizzata in blocchi Poroton portanti ed il solaio del sottotetto ho intenzione di realizzarlo in polistirene(tipo Plastbau) per non appesantire troppo la struttura. La struttura portante del tetto vorrei realizzarla in lamellare.
    Per quanto riguarda il pacchetto di copertura, prima di leggere quanto riportato nel suo sito, volevo realizzarlo così:
    1) Perlinato;
    2) Freno al vapore;
    3) Pannello coibentato con lamiera da entrambe le facce;
    4) Listelli;
    5) Tegole portoghesi.
    ma oggi mi rendo conto che non è per nulla una buona idea perché non garantisce alcuna traspirabilità ( ne è prova che su internet non sono riuscito a trovare nessun particolare costruttivo con questa stratigrafia). Mi sbaglio o vi sono soluzioni tecniche che mi permettono di utilizzare efficacemente una tale composizione?
    Grazie
    Michele

  26. freno al vapore elevato impedisce la veloce migrazione estiva del vapore ancora contenuto nel coibente verso l’interno.

    se il manto impermeabile scaricasse anche lui in grondaia nessuno si accorgerà mai di un difetto in copertura come coppi spostati o rotti.

  27. Avatar Stefano

    La ringrazio della risposta!

    1 ) Sd = 15 m è troppo elevato?
    Avevo visto che fino a 20 può considerarsi un freno e non una barriera. Avrò problemi?
    Mi corregga se sbaglio: in inverno l’umidità passa dall’interno all’esterno (quindi va bene)
    In Estate avviene il contrario e quindi Sd = 15 m mi può dare problemi?

    2) cosa intende esattemente per “le suggerisco di non farlo collaborare con la gronda”? Intende di non collegarlo?

  28. il freno al vapore sul lato caldo ha anche lo scopo di garantire
    – la tenuta all’aria
    – la possibilità di asciugare il pacchetto isolante in estate, dunque mi appare un po’ troppo forte il freno al vapore scelto con Sd pari a 15.

    circa il ponte termico dell’aggetto del tetto consiglio di approfittare del ponteggio per rivestirlo almeno con eps grigio all’intradosso (la porzione che vedo stando sul marciapiede e guardando la gronda) e se possibile anche in testa (lo spessore della falda, probabilmente 16cm).

    circa il particolare del telo impermeabile traspirante sotto la listellatura le suggerisco di non farlo collaborare con la gronda, solo così lei si potrà accorgere di eventuali difetti della copertura.

  29. Avatar Stefano

    Buongiorno, grazie alle sue indicazioni ho scelto di isolare la copertura della mia abitazione con la fibra di legno.
    Zona: Verona
    Pacchetto (da interno a esterno):
    – tavelloni
    – freno al vapore Sd = 15 m
    – fibra di legno 22 cm
    – guaina traspirante Sd = 0,02
    – ventilazione (listelli 5 cm + controlistelli 5 cm)
    – coppi
    Vorrei porle due domande sulla gronda in latro-cemento che sporge dal filo del muro perimetrale di circa 40 cm:
    – io non ho previsto di mettere l’isolamento sulla gronda, ma di fermarlo sul tetto sul filo del muro esterno in quanto sul filo del muro esterno “termina” l’involucro della mia abitazione, è corretto? E’ vero che la gronda è un ponte termico ma per ora sulle pareti perimetrali non ho il cappotto. cosa consiglierebbe?
    – dove posizionare il canale di gronda in rame? Se lo posiziono sul controlistello orizzontale (su cui vengono agganciati i coppi) il canale di gronda sarà subito sotto ai coppi ma non riuscirò a rivoltare la guaina all’interno del canale di gronda in quanto la guaina si trova più in basso di circa 10 cm sopra l’isolamento (prima di listellatura e controlistellatura per i coppi). Se non proseguo l’isolamento la guaina si trova ancora più in basso al livello della struttura in latero cemento della gronda 32 cm sotto i coppi. Come è meglio fare?

  30. io farei la coibentazione interna così:
    fondo igroscopico
    swissisolant 19mm
    montanti in legno
    pavatherm o pavaflex con riseghe per impianto elettrico ove necessario
    freno al vapore igrovariabile sigillato
    fibrogesso

    stabilire lo spessore con calcolo stratigrafia per vedere se garantisce protezione estiva

    ringraziate sempre sostenendo il blog!

  31. Avatar antonio

    Grazie per la risposta!!! l’intercapedine l’ho pensata per far passare gli impianti nella controsoffittattura(per le pareti l’impianto eletrico passera nel pannello in fibra) il cartongesso scelto perchè piu leggero ed economico.Non ho capito bene se lei mi sta suggerendo di avere questa stratigrafia (dall’interno):
    -fibrogesso
    -telo igrovariabile
    -fibra di legno tipo pavaflex fra montanti (55kg/m3) sp.160mm
    -fibra di legno tipo pavadentro
    -fondo igroscopico tipo Naturalkalkpor
    Se cosi è Le chiedo se a questo punto non mi converrebbe invertire la posa delle due fibre scelte ed intervenire direttamente sulla fibra tipo pavadentro intonacandola con calce idraulica cosi come faccio per le pareti.La nuova stratigrafia sarebbe quindi dall’interno:
    -intonaco a base di calce idraulica
    -fibra di legno tipo pavadentro continua
    -telo igrovariabile tipo intello
    -fibra di legno bassa densità tipo pavaflex 160mm
    -fondo igroscopico tipo Naturalkalpor.
    Ringraziandola nuovamente la saluto,
    Antonio

  32. ha ragione, i travetti saranno molto freddi e a rischio condensa. un fondo igroscopico aiuterebbe la zona più esterna.
    grande importanza gioca il telo ben sigillato che dovrà essere un freno al vapore igrovariabile, assolutamente igrovariabile visto che l’asciugatura estiva del pacchetto dipende dalla migrazione verso l’interno del vapore accumulato d’inverno.

    consiglio anche di sostituire il cartongesso con fibra di gesso ( per un maggior comfort estivo).

    non regalerei spazio all’intercapedine che è perfettamente inutile. piuttosto poserei due strati di fibra di legno, uno continuo e uno tra i montanti per la posa del fibrogesso

  33. Avatar antonio

    Buongiorno Dott.Sampaoli,
    grazie per tutti i consigli che ha dato, e che hanno contribuito in parte alla mia crescita professionale.
    Desideravo avere una sua opinione in merito ad una coibentazione dall’interno da effettuare su tetto e pareti in una mansarda (h.min 240cm – h.max480cm) in zona cliamtica D.
    La stratigrafia del tetto è composta da solaio latero cementizio sp.20 cm, bitume polimero , tegole.Il sottotetto all’intradosso si presenta non intonacato.Hopensato di intervenire con questa stratigrafia dall’interno:
    – intonaco in calce;
    – cartongesso;
    -intercapedine 50mm;
    -telo igroscopico;
    -Fibra di legno spes.160mm densità 50kg/m3;
    Il mio dubbio è legato al congiungimento della fibra con la vecchia struttura.Con le pareti credo di aver risolto il problema utilizzando un fondo igroscopico in argilla e un pannello in fibra tipo pavadentro a sua volta intonacato con calce idraulica, ma per il sottotetto ho delle titubanze in merito alla tenuta della fibra.Secondo lei potrebbe essere opportuno intonacare il sottotetto con un materiale tipo calce idraulicae poi montare la fibra oppure posso mettere la fibra direttamente sul cemento che ricopre i travetti ed i forati all’intradosso del solaio?
    Sperando di essere stato chiaro la ringrazio per l’attenzione e la saluto.
    Antonio

  34. non poserei una barriera al vapore perchè in presenza di un minimo difetto il pacchetto tetto si carica di umidità senza trovare mai sfogo.
    non utilizzerei mix di pannelli, ma deciderei una stratigrafia che offra buona protezione dal caldo e contenga le dispersioni.

  35. Buon pomeriggio
    volevo chiederle un consiglio per l’isolamento del tetto di casa mia.
    Il tetto ha un tavolato di circa 2 cm, lana di roccia con carta uno spessore di 5 cm, poi listelli e tegole. Praticamente lo stesso clima esterno (vento compreso) c’è anche all’interno della mansarda.
    Pensavo di risolvere il problema con tavolato, barriera vapore, lana di roccia, polistirene da 10cm e telo sottotegola che protegga da eventuali infiltrazioni. Essendo in condominio sono costretto a fare tutto dal basso verso l’alto senza toccare le tegole. Parlo di polistirene per via dei costi un pò più contenuti rispetto alla fibra di legno. Pensa che sia sufficiente? e sopratutto ho messo bene gli strati?
    Grazie mille
    Alessio

  36. se lei è capace di eseguire queste lavorazioni in copertura, la stratigrafia è perfetta.
    l’importante è che il primo freno al vapore sia nastrato e sigillato a dovere per garantire anche la tenuta all’aria dell’involucro riscaldato.

    coibentare all’intradosso del solaio (soffitto della cantina) è corretto. non dimenticate che i muri, i pilastri e i setti sono ponti termici da coibentare

  37. Avatar manuele

    Buongiorno dott. Sampaoli,

    complimenti per il sito e per tutti i consigli che tra articoli e risposte alle domande riesce a fornire. Le scrivo per un consiglio nella speranza possa aiutarmi.

    Sto pensando di coibentare il sottotetto di una piccola casa unifamiliare che ho acquistato un anno fa. La casa è situata a Cuneo, è composta da due piani (terra e primo piano) con una cantina interrata ed è riscaldata unicamente da un camino a legna.

    Il sottotetto ha una superficie di circa 50 mq e il tetto è a doppia falda con tegole poggiate su travicelli e arcarecci senza tavelloni e senza alcun sistema di coibentazione. Il tetto ha circa 10 anni, non presenta infiltrazioni ma ha problema con le vespe.

    Dopo un inverno e un estate ho notato una forte dispersione di calore nei mesi freddi e una cappa opprimente nei mesi caldi questo soprattutto nel primo piano della casa. Quindi ho deciso di intervenire nel sottotetto per provare a migliorare la situazione.

    A suo avviso quale sarebbe la soluzione migliore tenendo conto del fatto che dati problemi di budget non potrei affidarmi a una ditta esterna ma dovrei arrangiarmi con il fai da te.

    Io avrei pensato di intervenire così:
    – strato di guaina freno vapore
    – doppio strato di fibra di legno morbida
    – strato di fibra di legno rigida / altro materiale rigido.
    – guaina impermeabile e traspirate.

    Avrei scelto lo strato di fibra di legno morbida per le sue qualità e perché un mio conoscente ne ha in esubero e potrebbe potrebbe fornirmi la quantità necessaria al doppio strato ad un prezzo concorrenziale.

    Secondo lei potrebbe essere una soluzione funzionale?

    A suo avviso occorrerebbe anche intervenire sul tetto vero e proprio?

    Secondo lei potrebbe essere utile intervenire anche sulla soletta che separa la cantina dal piano terra (l’intervento dovrebbe essere fatta per forza di cose sul lato della cantina)?

    grazie ancora
    manuele

  38. sul lato caldo va posato un freno al vapore. visto che il tetto in laterocemento verrà anche impermeabilizzato userei un freno al vapore igrovariabile.

  39. Buongiorno, altro consiglio.
    Ristrutturo casa, ho fatto un foro nel soffitto del primo piano per poter usufruire del sottotetto solo come deposito di scatoloni o cose così (sotto il colmo l’altezza è di 1,90m cm. quindi fa comodo come ulteriore spazio).
    la casa è anni 50, il tetto è in laterocemento e il solaio è fatto di travetti da circa 20cm. ogni 45cm. tra un tavellone e l’altro.
    Dato che userò il sottotetto come deposito, ho pensato di posare l’isolamento proprio sopra il solaio (il tetto è da ripassare e impermeabilizzare).
    Ho pensato di usare la fibra di legno come isolante (anche per il futuro cappotto):
    1. riempio i vani tra un travetto e l’altro (Larg. cm.45 – Lung. m.8 – H.cm.12) per rettificare il piano
    2. aggiungo altri 8cm. di fibra per coprire tutte le parti interessate
    3. poso pannelli di osb come calpestio
    è meglio posare un freno al vapore?
    Può andare bene come soluzione?
    Grazie come sempre.

  40. la stratigrafia del tetto esistente e la nuova soluzione sono progetti che non tengono in considerazione la migrazione del vapore, non tengono in considerazione la protezione dal caldo e probabilmente non hanno considerato la tenuta all’aria.

    la ventilazione non diminuisce la trasmittanza del pacchetto tetto.

    non diffondete il blog tra chi non vuole capire o imparare nulla, grazie.

  41. Ciao Federico,
    stò ristrutturando casa, e presto penso di mettere mano al tetto e, visto che ci stiamo mettendo mano, vorrei fare un lavoro come si deve.
    La ditta mi farà un preventivo e la sua proposta di ristrutturazione, ma dopo aver letto i tuoi articoli in merito, penso già di rifiutarlo alla luce anche di alcune frasi fatte che sinceramente non mi aspettavo da loro visto la nomea che hanno.
    In breve i lavori da fare si riassumono in una parola: sopraelevazione. Quindi è previsto lo smontaggio del tetto in legno con riposizionamento dello stesso cambiando isolante.
    Abito zona C 1001gg, la stratigrafia attuale è assito di 2cm, freno vapore, pannelli polistirene 4cm, massetto 4cm,coppi. La futura stratigrafia che mi è stata accennata sarà: riposizionamento assito 2cm, frenovapore, pannelli polistirene 4cm, pannelli isotex 6cm, guaina catramata, coppi.
    Oltre alla stratigrafia accennata da confermare mi è stato detto anche:
    “il tetto ventilato no! altrimenti in inverno c’è più dispersione di calore!”
    A volte mi chiedo… ma in che mondo vivono questi? Come faccio a tenerli ancora a lavorare a casa mia!
    Penso di girargli una mail con l’indirizzo del tuo sito poi speriamo che maturino!
    A parte questi commenti, strettamente personali, invidio il padrone del tetto fotografato sopra.
    Vediamo come andrà a finire magari mi faccio risentire per qualche consiglio e/o parere tecnico.
    Ciao!

  42. io penserei ad un materiale ancora più pratico da mettere nel sottotetto (e senza dover maneggiare lana di roccia 😉 ): un isolante a base di roccia vulcanica silicatica perlite, materiale che, sfruttando la presenza residua di acqua all’interno della propria struttura minerale, una volta sottoposto a temperature comprese tra 850 e 1000° C ha la capacità di espandere il proprio volume fino a 20 volte rispetto a quello originale. La vaporizzazione dell’acqua contenuta nella roccia genera infatti un processo di espansione che determina la formazione di microcavità all’interno dei granuli, le quali conferiscono alla perlite eccellenti proprietà termoisolanti e un’eccezionale leggerezza.
    Con questo materiale potete anche lavorare con il fai da te.

  43. Avatar Emanuele
    Emanuele

    Cioa volevo un consiglio,
    nella ristrutturazione dell’abitazione sto effettuando i seguenti interventi:
    – cappotto eps 20 cm
    – sostituzione finestre con internorm triplo vetro BE
    – cassonetti per veneziane alpac con isolamento laterale e sottobancale
    – impianto radiante a pavimento a secco con bassa inerzia
    – VMC con recupero termico
    – (oggi ho una caldaia buderus a gas che serve 2 appartamenti che mantengo e la cambio in futuro).

    Domanda nell’isolamento del sottotetto cosa uso? Il tetto è in tavelloni sorretto da muricci con sottotetto non praticabile (soletta in travetti e pignatte da 22/24 cm)
    Volevo isolare il sottotetto sul pavimento ma sono indeciso se mettere eps / fibra legno / lana roccia (+ pratica da mettere) anche se la seconda mi sembra delicata e non so se la maggior spesa è supportata da un beneficio (abito zona Como).
    Grazie
    Emanuele

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