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La traspirabilità, il valore µ (che si legge mù) e il valore Sd

 La traspirabilità è espressa con il valore µ: il valore µ ci dice quanto un materiale sia permeabile, o ermetico, al vapore!

Un valore µ basso è indice di alta permeabilità al vapore (è molto traspirante).

fisica edile x negati - La traspirabilità, il valore µ (che si legge mù) e il valore Sd 1

Il valore µ del legno è circa 40: cioè quaranta volte più ermetico dell’aria.

Altri esempi di valore µ:

  • nel pannello isolante in fibra di legno è pari a 7
  • nel blocco in laterizio, generalmente 5-10
  • nel pannello isolante in schiuma dura di polistirene espanso EPS con grafite è 45
  • nel poliuretano espanso è 70
  • nella schiuma polyiso espansa rigida (PIR) è 56

per capirci, nella barriera al vapore è 100.000.

il freno al vapore e la barriera al vapore:

freno-barriera-vapore-traspirabilità.png

la tipica situazione del tetto ventilato:

Quando si sceglie una guaina, un telo o una membrana, ad esempio per il tetto,

  • il manto sul lato freddo dovrà essere molto traspirante per permettere al vapore di uscire dal pacchetto isolante attraverso lo strato di ventilazione (nel periodo di riscaldamento). Il contrario avviene in estate, quando le temperature esterne superano quelle interne (l’inversione della migrazione del vapore estiva è indicata con la freccia verde tratteggiata che punta verso l’ambiente sottotetto).
  • il telo sul lato caldo invece, quello che sta sotto al pacchetto isolante, si comporterà da freno al vapore, proprio per governare il passaggio verso l’esterno senza che succedano condense o accumuli pericolosi.

fisica edile x negati - La traspirabilità, il valore µ (che si legge mù) e il valore Sd 3

barriera-al-vaporeAlcuni progettisti propongono di inserire sul lato caldo una barriera al vapore: in questo caso il pacchetto isolante del tetto è inutile che sia di materiale traspirante.

Una barriera a vapore non fa passare neanche 1 grammo di vapore acqueo in 24 ore per metro quadro.

Il potere di traspirazione, cioè la permeabilità al vapore, viene espresso con 2 grandezze:

  • il valore Sd in metri (valore µ * spessore in metri)
  • oppure WDD (in gr/mq 24 h): la quantità di vapore acqueo che può traspirare un metro quadro di superficie in 24 ore.

il valore Sd è fondamentale per verificare che gli strati di una stratigrafia siano corretti:

se è importante non intrappolare il vapore in un elemento edile, il valore Sd ci è molto utile per capire se il tragitto che deve fare il vapore non sia ostacolato da qualche strato che impedisce all’elemento di asciugare. Questo, in una parete come in un tetto…

La buona scuola insegna che

il valore Sd scenda un po’ ad ogni strato fino all’ultimo esterno: ecco che la stratigrafia traspira correttamente e porta il vapore all’esterno!

Capito come si ottiene il valore Sd?

Il valore Sd (cioè la resistenza al passaggio del vapore) si ottiene moltiplicando il valore µ per lo spessore del materiale:

intonaco:

  • valore µ = 5  spessore cm.1,2   Sd = 5 x 0,012 = 0,06  quindi un Sd = 0,06

cartongesso:

  • valore µ = 8  spessore cm.1,2   Sd = 5 x 0,012 = 0,096  quindi un Sd quasi = 0,1

NB: un telo freno al vapore ha un valore Sd solitamente > 0,2

gestire la traspirabilità:

Ecco per esempio perchè, se facciamo un isolamento dall’interno con isolante traspirante, è una buona soluzione posare anche un telo con proprietà di freno al vapore: il cartongesso o il fibrogesso è di per sè sì un freno al vapore, come l’intonaco lo è, ma non garantisce come una membrana con nastrature e sigillature !

Gestire la migrazione del vapore è indispensabile nel momento della progettazione, poi l’ambiente va gestito dall’utente in modo da contenere i livelli di umidità interna!!

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50 commenti su “La traspirabilità, il valore µ (che si legge mù) e il valore Sd”

  1. @ Rossano

    tutti i lettori sanno che personalmente non amo l’isolamento in schiuma di poliuretano a spruzzo, solo pensare di impasticciare tutta la mia casa indossando una maschera speciale per proteggermi dalle inalazioni mi inquieta.
    ma de gustibus non discutiamo.

    l’ideale degli ideali sarebbe avere una struttura portante in acciaio a vista e poi tutto l’involucro sul lato freddo, ma sarebbero interni architettonicamente “spinti” e piacevoli solo per alcune persone.

    come in una costruzione tradizionale l’ideale degli ideali sarebbe avere una struttura in cemento armato interna e poi i tamponamenti sul lato freddo.

    tutto questo per non disturbare l’andamento delle temperature, cioè i piani delle isoterme, che appena “annusano” la presenza di un elemento disperdente (pilastro, trave in acciaio ecc) tendono ad allontanarsi verso l’esterno per via della maggior conducibilità termica 😐

    quindi le attenzioni da fare sono 2:
    sigillature perfette sul lato caldo
    strati omogenei e possibilmente di buon spessore sul lato freddo

    sigillature perfette sul lato caldo:
    per esperienze passate, è fondamentale affrontare ogni nodo costruttivo con una buona dose di attenzione perchè la struttura in acciaio e i suoi fissaggi e staffaggi spesso presenta delle difficoltà pratiche nella posa dei materiali che compongono la stratigrafia progettata e la linea di tenuta all’aria prevista. meglio preparare buoni 3D dei “nodi difficili” per vedere con anticipo le difficoltà:
    capita che un nodo difficile, si presenti anche per 36 volte e dunque se in un punto avrei potuto risolvere con attenzione e buona volontà, non potrei farlo per 36 volte.

    strati omogenei:
    le stratigrafie che vengono riviste e ritoccate facendo un assembramento di materiali isolanti diversi non le ho mai capite e nessun progettista è mai riuscito a darmene una valida spiegazione.
    in ogni caso si calcola e si analizza e poi si decide 🙂

  2. Buonasera,
    per una nuova abitazione in zona D con struttura in acciaio come occorre orientarsi nella scelta dell’isolamento termico delle pareti e del tetto? E’ bene isolare verso l’esterno della struttura con il poliuretano (che a me piace molto) e mettere all’interno i pannelli di fibra di legno oppure fare il contrario?
    Mettendo i pannelli in fibra di legno all’esterno della struttura e spruzzando il poliuretano all’interno avrei diversi vantaggi tipo la tenuta all’aria, la mancanza di condensa interstiziale (il pacchetto che ho studiato/simulato mi dice che non c’è), il “rapido” riscaldamento e raffrescamento delle stanze, l’acciaio dovrebbe essere meno soggetto all’umidità ma quali svantaggi o problematiche comporterebbe?
    In una casa di questo tipo ovviamente è d’obbligo la vmc.

    Grazie

  3. @ Davide

    il seminterrato è una brutta bestia.
    le temperature superficiali interne sono diverse da quelle del resto della casa (ho scritto diversi articoli su questo argomento cerca un po’!)
    se c’è umidità nella muratura e vuoi risolvere il problema dovresti progettare un drenaggio perimetrale se è possibile (io non conosco gli esterni della casa)

    una guaina bituminosa non ti aiuterebbe per nulla perchè il piede della muratura non riusciresti mai ad impermeabilizzarlo sotto.

    deve traspirare per bene.
    se sul lato interno noti rigonfiamenti potrebbe essere colpa di un intonaco e di una pittura inadatti.
    forse l’umidità non è poi così eccessiva e si potrebbe isolare la parete sul lato interno proteggendo la finitura nuova dai sali…

    anche la finestra aperta della cantina va aperta con intelligenza: in base all’umidità assoluta! questo per evitare di aggravare la situazione.
    leggi https://espertocasaclima.com/2019/07/15/problema-umidita-cantina-seminterrato-ventilazione-automatica-punto-rugiada/

  4. Buonasera,
    letto tutto l’articolo con interesse in quanto devo isolare una parete semi-interrata di casa mia e… naturalmente mi sono sorti altri dubbi!

    La parete ha i classici problemi verso l’interno di rigonfiamenti ecc. c’è quindi un problema di risalita di umidità. Procederei quindi così.

    All’interno intonaco traspirante con un coefficiente mù basso: ne ho trovato uno con mù= 5.
    All’esterno, tolta la terra che copre il muro, isolamento con intonaco con mù pari a 30 (massimo che ho trovato), o meglio ancora barriera plastica (es. guaina bituminosa).

    In questa maniera l’umido che il muro “succhia” dalle fondamenta può essere espulso verso l’interno (cantina con finestra) senza che si formino i rigonfiamenti, e dal terrapieno non trapana più l’umidità…

    Che dice?
    Grazie,
    Davide

  5. Grazie mille per le sue attente considerazioni.
    Essendo un negozio, oltre il normale entra/esci di clienti, è presente anche una finestra, con cui si farebbe un opportuno cambio d’aria.

    Al momento sono orientato su un cartongesso idrolastra (knauf),
    cosa ne pensa?

  6. @ Dario

    questa vmc a tubo, anche volendo, non riuscirà a deumidificare molto nel periodo invernale,
    e nel periodo estivo farebbe salire il livello di umidità relativa interna del magazzino (se accesa).

    il deumidificatore farebbe abbassare l’umidità relativa interna e alzare di qualche grado la temperatura ambiente.

    quindi torniamo sempre al punto iniziale: come si utilizzerà il magazzino e che tipo di ricambi aria succederanno all’ambiente.

  7. Dimenticavo: Nel locale commerciale sarà installato un vmc Prana 210.
    Locale poco meno di 45mq.
    Sotto è stato fatto un vespaio areato, sfruttando per quanto possibile l’ “effetto camino”.

    All’occorrenza nell’ambiente sarà utilizzato anche un deumidificatore automatico,

  8. @ Dario

    lei sta affrontando uno dei più delicati e rischiosi interventi. immagino che già lo sappia, visto che non ci dorme la notte e mi scrive.

    lei ha previsto questa intercapedine interna per la grossa parete in tufo al fine di smaltire eventuale umidità.

    poi ha descritto che la grossa parete in tufo è stata rivestita con malta osmotica, che è cementizia e che impermeabilizza il tufo.quindi non ci dovrebbe essere umidità proveniente dalla parete. semmai l’umidità nell’intercapedine sarà evidente perché l’aria calda e umida esterna è libera di entrare nell’intercapedine muraria che presenta sicuramente temperature più basse.

    l’intercapedine che vuole realizzare sarà più o meno debolmente o fortemente ventilata. una ventilazione non gestita.

    evitare le condense nell’intercapedine muraria: la condensa avviene appena il vapore incontra una parete fredda quindi sarà più facile che il vapore dell’aria ambiente esterno condensi nell’intercapedine e non il vapore dell’aria del magazzino.

    anche il magazzino ha un suo contenuto di aria e quindi di vapore. questo dipende da come è gestito e come sarà utilizzato, sempre in relazione all’umidità assoluta contenuta nell’aria.

    la faccenda è complicata, come vede. bisogna prima di tutto analizzare come si utilizzerà il magazzino e che tipo di ricambi aria succederanno all’ambiente.

  9. Salve,
    mi trovo nella necessita di fare delle contropareti areate in un locale commerciale, per passaggio impianto elettrico, smaltire l’eventuale umidità e radon dal tufo.
    Il locale ha 2 lati controterra quasi a soffitto (ovest e nord) ,
    1 lato confinante con altra attività (est), 1 lato piano strada (nord).
    La controparete perimetrale sarebbe completamente areata con 4 fori a nord (2+2, alti e bassi ) ed un foro alto più grande a nord.
    Mura spesse da 60 a 110cm in tufo, trattate internamente con intonaco strutturale + malta osmotica.
    Il mio dubbio è su quali pannelli mi conviene montare per evitare condense nell’intercapedine. Pensavo intercapedine da circa 5cm.
    Cartongesso?
    Cartongesso acquapanel?
    Cartongesso con freno vapore ? (eps,xps?)

    L’ipotesi della traspirabilità e di tutte le altre ottime caratteristiche dei pannelli di silicato di calcio, purtroppo non posso prenderle in considerazione in quanto non si possono utilizzare su montanti, ma solo in aderenza al muro, giusto?

    Meglio avere nel mio caso un freno vapore oppure no?

    Lei quale materiale mi consiglierebbe di utilizzare?
    Anche a patto di sacrificare la coibentazione, in funzione di minor condensa nell’intercapedine e minor ingombri?

    Grazie mille per l’attenzione,
    l’indecisione come vede, regna sovrana.

  10. @ franco

    in genere questo tipo di pittura elastomerica si usa per facciate con problemi di fessurazioni o per strutture in calcestruzzo soggette a deformazioni.
    perché dovrei mettermela in casa?

    la pittura elastomerica ha un contenuto di VOC inferiore ai 30 grammi / litro
    il valore di resistenza al passaggio del vapore è molto elevato, ma ricordando che la traspirabilità di uno strato dipende anche dal suo spessore, questa pittura si comporta semplicemente come un freno al vapore (sD 0,5 metri)

    diciamo che questa pittura rende l’intonaco interno impermeabile all’acqua.
    io eviterei di sigillare gli intonaci interni con questo trattamento.
    la documentazione francese (notoriamente più attenta alla salute e all’ambiente interno salubre) raccomanda l’uso di questa pittura solo all’esterno: quella italiana “omette il simbolo per esterno”.

    chi ha orecchie per intendere, intenda! celui qui a des oreilles pour entendre entend!

  11. Salve.
    L’applicazione, all’interno di un appartamento, di una pittura elastomerica (da scheda tecnica indicata sia per esterni che per interni) avente i seguenti dati:
    ?: 2193
    sD(m): 0,5
    spessore secco relativo all’sD(m): 0,00025
    esito/classe: I(sD < 5 m)

    Può dare problemi di traspirabilità e quindi di condense od altro ancora?

    Grazie

  12. @ Emilio

    iniziando a risponderle dalla fine:
    le conseguenze di un isolamento sul lato interno per una grossa muratura in pietra sono
    – le più basse temperature della muratura (che non godranno più delle dispersioni ante operam)
    – i ponti termici dove non si può o vuole intervenire
    – i passaggi impiantistici idraulici ed elettrici si troveranno a passare dal caldo in zone più fredde
    – il serramento va studiato nella posa

    piace anche a me l’intonaco termoisolante, se non è una miscela con palline di eps, ma è un’operazione molto ad umido rispetto alla posa di pannelli minerali isolanti anche sottili che di fatto hanno solo il collante e il rasante umidi.
    il vecchio intonaco probabilmente è a calce quindi sarebbe un peccato eliminarlo.

  13. Buongiorno, sto ristrutturando un appartamento posto al 5 piano di un edificio del 1930 a genova a 200 m. dal mare , vorrei isolare termicamente le pareti interne, rimuovendo il vecchio intonaco e rifarlo con intonaco termoisolante, così da evitare un cappotto interno che mi prenda dello spazio. I muri sono in pietra con spessore di 40 cm.
    La mia domanda è questa : è corretto come metodo per isolare e se devo adottare qualche accorgimento per evitare conseguenze a me sconosciute.
    Grazie

  14. @ Mario

    nell’esempio abbiamo letto che uno strato di intonaco con valore µ = 5  e di spessore cm.1,2 si calcola il valore Sd in questo modo:

    5 x 0,012 = 0,06  quindi un Sd = 0,06

    facendo il calcolo inverso conoscendo lo spessore e il valore Sd posso trovare il valore di permeabilità al vapore:

    0,06 ÷ 0,012 = valore di permeabilità al vapore 5

    nel suo caso 0,63 ÷ 0,002 = valore di permeabilità al vapore 315

    che significa che il rivestimento previsto dal sistema a cappotto ha un valore di permeabilità al vapore 315, ma essendo spesso solo 2mm resta aperto alla diffusione del vapore (è traspirante).

    esistono un’infinità di rivestimenti murali strutturali resistenti alle intemperie, idrorepellenti, permeabili al vapore per sistemi di isolamento termico, e anche più traspiranti:
    per esempio un rivestimento per cappotto con legante a base di silossani, silicato e sabbia calcarea ha un valore di permeabilità al vapore di circa 50.

    mentre un un rivestimento per cappotto acrilico ha un valore di permeabilità al vapore di circa 150.

  15. Buon giorno, mi trovo a dover operare con un rivestimento a cappotto che ha un Sd pari a 0.63m. Facendo il calcolo inverso e con uno spessore di 2mm ottengo un µ vicino ai 315. È corretto? Grazie. Ottima spiegazione. M.

  16. @ marco

    non conosco la quota del solaio di pavimento rispetto alla quota terreno quindi non so dirle se la parete isolata all’esterno presenti un forte ponte termico.
    avere una zoccolatura debolmente isolata certamente rappresenta una zona maggiormente disperdente: se il calcolo della stratigrafia della zona bassa risultasse molto svantaggiato e a rischio condensa interna (ma non credo, ma dipende dalla muratura) si può sempre intervenire con una fascia di almeno 20mm di isolante sul lato interno.

  17. Innanzitutto grazie per il pronto commento. Capisco quindi che è tecnicamente possibile avere una prima parte esterna di materiale diverso da cappotto, ipotesi x cm da terra, e da li partire col cappotto. Sicuramente il materiale traspirante permetterà un’efficiente asciugatura. Si tratterebbe quindi di avere una zoccolatura eventualmente sacrificabile in caso di suo ammaloramento senza intaccare il cappotto. Ultimo dubbio, sentendo parlare di ponti termici, che problemi potrebbero nascere in questa porzione di muratura? in particolar modo internamente? Sarebbe un ponte termico? Grazie ancora

  18. @ marco

    se non si vuole o non si può risolvere il problema dell’umidità di risalita della parete perimetrale è sempre consigliabile decidere una quota di partenza del sistema a cappotto più alta ed avere la certezza che la struttura sia, da lì, asciutta.

    – al di sopra di questa quota si dovrà verificare l’idoneità del supporto (spazzolatura / lavaggio / scrostamento / consolidamento / livellatura / sigillatura delle fughe).
    – al di sotto, dove i muri esterni presentano segni di umidità da risalita meglio progettare un intervento di risanamento con cicli di intonaci e rimozione dei vecchi. dopo un certo tempo si potrebbe decidere come finire l’intervento nella parte bassa (termointonaco o fascia di cappotto minerale)

  19. Buongiorno Federico, in merito alla traspirabilità dei materiali per cappotto termico. Sto valutando un cappotto per la mia abitazione singola anni 60 con muri di mattoni ristrutturata nel 2000. I muri esterni presentano a mio avviso modesto segni di umidità da risalita. All’interno non sono presenti segni di umidità da risalita e 5 anni fa è stato applicato per 80 cm intonaco deumdificante MGN calce e pozzolana. In qualche modo la casa ha un suo equilibrio. Se montassi un cappotto scegliendo sistemi certificati e venduti apposta per murature umide, la traspirabilità del materiale (es sughero, canapa o lana di vetro) darebbe comunque il giusto sfogo all’umidità da risalita oppure quali accorgimenti potrebbero essere presi sulla zoccolatura o interventi a corredo per massimizzare la traspirabilità? Grazie per l’attenzione

  20. infatti la mia risposta era troppo scarsa di informazioni per essere valida sempre.
    e poi le assicuro che in rarissimi casi io sono favorevole alle impermeabilizzazioni: intendo dire che la fiducia nella buona riuscita di un’impermeabilizzazione non è alta (l’acqua è sempre molto più furba di noi).
    ho molta più fiducia nella traspirazione, nell’offrire una buona via d’uscita all’acqua o nello stabilire come dovrà comportarsi l’acqua del terreno nei punti dove incontra le strutture.
    un drenaggio perimetrale anche interrotto è per mia esperienza un intervento che dà molte soddisfazioni anche dopo molti anni riuscendo a garantire sempre una situazione più sana alle fondazioni e alle murature parzialmente contro terra.
    non avendo visto foto della sua situazione di cantiere o il disegno della sezione mi è difficile commentare la sua ipotesi di soluzione

  21. Grazie mille per la gentile risposta.
    Il sughero e a cavallo tra il sottoquota ( da-18 a +2 sotto la tagluamuro) dentro l umidità e a 22 cm piano finito + o – 42 cm dalla soletta, ed e lineare come se avesse aun altra tagluamuro che la blocca, magari ne hanno messe 2 ma non per tutta la larghezza del blocco.
    Demolito il pavimento e chiaro qie la terra contro muro diretta non ha ne impermeabilizzazione ne guaine. Alla fine credo e chiedo conferma se puo essere utile scavare la terra mettere tubo drenante e tra tubo e futuro massetto mettere una guaina bugnata che rimane protetra dalla piastrella a forma di scalino.
    Oltre al lavoro indicato da lei con cemento osmotico.
    Grazie mille per la sua disponibilità

  22. Rimosso il pavimento con massetto del marciapiede intorno casa ha trovato il sughero bruno del cappotto che scendeva fino al sottoquota?
    Se la muratura è umida fino al livello del tagliamuro bisognerebbe tentare un’impermeabilizzazione cementizia osmotica bicomponente della striscia e poi vedere se si comporta bene. in quel caso lo zoccolo esterno del cappotto in sughero verrà rifatto in xps.

  23. Buongiorno, chiedo gentilmente un consiglio.
    Ho rimosso un pavimento con massetto (95%sabbia 5% cemento) di un marciapiede intorno casa.
    Tra muratura e massetto c e del sughero bruno, marcito pieno di formiche. La muratura è umida. Sotto al massetto c e la soletta, e sopra il 1 corso di blocchi la tagliamuro..
    Devo rifare il massetto e poi impermeabilizzazione, al posto del sughero cosa mi consiglia di mettere per isolare la muratura? Xps o altro
    materiale?
    La casa ha cappotto di sughero 4 cm
    Grazie

  24. il problema della muffa nell’angolo tra parete e soffitto è certamente causato dalla superficie fredda di quel nodo.
    se isoliamo il solaio del sottotetto facciamo certamente un intervento utile all’appartamento perchè contengo le dispersioni invernali e lo proteggo dal veloce surriscaldamento estivo, ma non risolvo il problema del ponte termico lineare della zona alta della parete.
    i fiocchi di cellulosa sono altrettanto validi, ma occupano uno spessore maggiore della fibra di legno perchè hanno meno densità. non nuociono alla salute, hanno un trattamento per essere non infiammabili.

  25. Buon giorno, Federico. Grazie per questi preziosi approfondimenti.
    Devo coibentare il solaio del sottotetto sopra a un appartamento dove si formano muffe nel nodo parete-solaio. L’edificio è in zona E.
    Il solaio non è praticabile, ha travi a vista in laterocemento, tavelloni in laterizio ed è privo di soletta.
    Mi chiedevo se esiste una membrana freno al vapore che posso applicare direttamente sulle travi, per poi posare pannelli in fibra di legno (a quanto leggo è un isolante adeguato anche per proteggere dal caldo estivo).
    Inserendo il freno al vapore, c’è il rischio che si accentui il problema delle muffe?
    I fiocchi in fibra di cellulosa (in alternativa ai pannelli in fibra di legno) sono cancerogeni?
    Grazie

  26. la permeabilità al vapore acqueo ? è una caratteristica che si trova in ogni scheda tecnica di un materiale, a volte è descritta come “fattore di resistenza al vapore d’acqua” ma è lo stesso valore.
    quando si confrontano strati diversi di materiali diversi è più utile tenere conto del loro spessore perchè lo spessore espresso in metri moltiplicato al valore di permeabilità al vapore restituisce un valore chiamato “sd” che ci dice quanto ogni strato è capace di frenare il vapore!

    immagini che il suo valore 20 sia riferito a uno strato di 2cm : quindi valore sd 0,4
    e un altro strato con permeabilità al vapore acqueo ? 133 ma di soli 3mm di spessore (sempre valore sd 0,4)
    i 2 strati diversi si comportano dal punto di vista del passaggio del vapore in modo uguale.

    la risposta alla sua domanda è quindi:
    i 2 materiali sono traspiranti uguali e si comportano allo stesso modo se hanno spessore identico.

  27. Salve volevo una informazione se un prodotto per l’umidità di risalita ha un coefficiente di permeabilità al vapore di 20 ed un altro materiale non per la risalita é pure 20 significa che sono traspiranti entrambi e quindi sono identici? Grazie anticipatamente.

  28. impedire al vapore di attraversare la stratigrafia significa progettare una barriera al vapore.
    frenare il vapore che tende in stagione di riscaldamento a migrare attraverso la stratigrafia significa che uno degli strati progettati lavori come un freno al vapore.
    quello che si deve impedire è che il vapore attraversi velocemente la stratigrafia in alcuni punti non curati o dimenticati o mal sigillati con il rischio di condense interstiziali.
    il freno al vapore permetterà un lento passaggio del vapore sempre sopportabile da una stratigrafia traspirante.
    la condensa superficiale può succedere non tanto perchè uno strato freni il vapore ma perchè quello strato ha una temperatura superficiale talmente bassa che fa condensare il vapore.
    un isolante che ammuffisce indica invece che sono stati accumulati talmente tanti grammi di acqua che il materiale è andato in crisi e deve essere sostituito in occasione di una stratigrafia meglio progettata.
    ricordo che esiste anche il rischio di condensa estiva, quando appunto il contenuto di vapore di una stratigrafia inverte la sua direzione e tenta di arrivare di nuovo in ambiente asciugando la stratigrafia: se ho sbagliato materiali, questa migrazione è di fatto bloccata e si accumulano molti grammi di acqua.

    isolare dall’interno di per sè non porta problemi, ma devo impiegare i materiali correttamente. e io non conosco la sua stratigrafia…

  29. Salve, lei dice “Ecco per esempio perchè se facciamo un isolamento dall’interno è una buona soluzione posare anche un telo con proprietà di freno al vapore: il cartongesso è di per sè un freno al vapore, come l’intonaco ad esempio, ma non garantisce con nastrature e sigillature come una membrana!” Ma se io impedisco al vapore d’acqua di allontanarsi non faccio nascere fenomeni di condensa superficiale e quindi la possibile proliferazione di muffe sull’isolamento? Che poi è il problema di isolare dall’interno?

  30. Grazie della chiara e rapida risposta.
    Per migliorare la protezione dal surriscaldamento estivo potrei sovrapporre dei pannelli di xps?

    Grazie, cordialità

  31. per chiarezza si può affermare che un solaio che sia intonacato sul lato inferiore garantisca la tenuta all’aria e si comporti come un freno al vapore.
    quindi la sua preoccupazione deve dirigersi su eventuali crepe o fori o passaggi di impianti fatti un po’ così come si è sempre fatto ed eventualmente occuparsi di sigillare tutti questi punti a rischio passaggi d’aria.
    altrettanto vale per la botola di accesso se è presente, che di solito se è datata non garantisce affatto la tenuta all’aria del volume abitato e riscaldato sottostante.
    le ricordo anche che i rotoli di lana di vetro sono un ottimo isolante contro le dispersioni invernali ma non proteggono assolutamente dal surriscaldamento estivo.

  32. Buongiorno.

    Volendo isolare un sottotetto non abitabile e non riscaldato con più strati (3x8cm) di rotoli di lana di vetro è sempre consigliato utilizzare un materiale che abbia la barriera di freno al vapore da mettere a contatto con la soletta che è il latero cemento e caldana 26+4cm?
    Qualora si volesse mantenere una classe di reazione al fuoco A1 cosa potrei utilizzare come barriera di freno al vapore? La carta Kraft risulta classificata F. Ho visto che ci sono in produzione rotoli con una faccia ricoperta di foglio di alluminio, potrebbe essere sufficiente utilizzarlo solo nello strato a diretto contatto con la soletta?

  33. i fondi che vengono consigliati, o i primer, sono tutti prodotti (purtroppo non eccezionalmente salubri) che servono ad uniformare il vecchio fondo esistente di cui spesso non si conosce bene la qualità, e a rendere possibile un aggrappo ottimale della nuova finitura.
    hanno anche lo scopo di evitare che succedano imperfezioni tipo aloni o macchie in alcune zone delle superfici.
    ognuno, a suo rischio e pericolo, potrebbe valutare di usare solo la pittura alla calce senza preparazioni con altri prodotti.

    il valore di permeabilità non deve essere letto da solo perchè non offre nessuna possibilità di confronto. il valore da confronatre è sempre il valore Sd che teine conto anche dello spessore del materiale: qui parliamo di pitture e di fondi quindi parliamo di spessori veramente piccolissimi.

    la pittura traspirante ha sempre senso per migliorare il comfort e specialmente quelle con poche emissioni di voc che garantiscono anche più+ salubrità interna.
    le condense interne alla parete in blocchi vuoti in cemento possono capitare in alcuni momenti dell’anno a seconda delle temperature in gioco. questo però a prescindere dalla scelta delle pitture interne.
    meglio evitare di pitturare internamente dopo la fine dell’estate!

  34. Buonasera, nelle schede tecniche di un famoso produttore di pittura alla calce leggo un coefficiente di permeabilità µ 30 ma lo stesso vende un fondo silossanico traspirante da utilizzare prima della pittura con coefficiente 96. Non c’è uno squilibrio eccessivo tra i due prodotti?
    Anche senza usare fondi, se l’intonaco e la struttura del muro sono poco traspiranti l’uso di una pittura traspirante può causare problemi come condensa nelle camere d’aria dei mattoni (penso ad esempio ai blocchi in cemento) con formazione di muffe interne al muro?
    Ritiene che l’uso di pitture traspiranti sia comunque sempre consigliabile o va considerata la struttura del muro?

  35. Dott. Sampaoli, La ringrazio dell’ospitalità e della risposta, che conferma, purtroppo, la mia osservazione.
    Il parametro µ è indicato in pubblicazioni della IUAV (Architettura Venezia) come “fattore di resistenza al vapore” e come “water steam resistance factor” nella letteratura tecnica anglofona; denominarlo “traspirabilità” porta fuori strada, perché suggerisce l’opposto. E’ la stessa distinzione esistente fra resistenza e conduttanza, fra velocità e lentezza, fra consumo specifico e percorrenza specifica: sono variabili, o parametri, l’uno il reciproco dell’altro.
    La saluto e mi complimento per la ricchezza del Suo blog.
    Maurizio Dalla Rosa – Trento

  36. Non è che mi manchi il coraggio di contrastare le usanze sbagliate…

    La permeabilità al vapore ci dice la quantità di vapore che passa (nell’unità di tempo) attraverso una sezione unitaria di una parete di spessore unitario sotto una certa differenza di pressione (grammo/secondo metro Pascal).
    Quindi, perchè dovrei preferire il termine impermeabilità se qui si intende la capacità di un materiale di essere attraversato dall’aria umida?
    La traspirabilità, indicata con la lettera greca ? “mu” è la resistenza che oppone il materiale al passaggio del vapore paragonandolo alla resistenza di 1 un metro di aria.

  37. Perché chiamarla “permeabilità”, se invece misura la ” impermeabilità “? Le usanze sono dure a morire, ma, se sono sbagliate, vanno contrastate.

  38. me lo domando anch’io….

    si tenga a mente una cosa quando si ragiona su un sistema di isolamento termico esterno a cappotto (gli ETICS (External Thermal Insulation Composite Systems)):

    che sia un sistema! e che il sistema sia certificato!

    questa è l’unica garanzia: che tutte le parti del sistema (dal collante fino al tassello) appartengano al sistema certificato: certificato perchè testato!

    leggi anche http://espertocasaclima.com/2009/04/sistemi-a-cappotto-etag-004/

  39. cosa ne pensa dei pannelli da cappotto forati ??? dicono che sono più traspiranti e garantiscono la stessa resa di un pannello non forato. E’ solo una trovata commerciale ???

  40. mì con l’accento?

    Il mi (?; ?; ?) è la dodicesima lettera dell’alfabeto greco. È una consonante nasale bilabiale, diffusa come mu in ambito scientifico e tecnico.

    Il mi deriva dalla lettera fenicia m?m (presente anche nelle lingue semitiche moderne, per esempio la m?m araba, ?), ed è stata a sua volta ripresa dall’alfabeto etrusco e successivamente da quello latino, così come dall’alfabeto cirillico.

  41. sul lato caldo, all’intradosso, sotto la coibentazione, il freno al vapore deve frenare il passaggio dell’umidità che d’inverno tende a migrare verso fuori.
    se si sceglie un manto igrovariabile si accentua il potere frenante d’inverno e si aiuta, d’estate, l’umidità a uscire dal pacchetto isolante (verso l’ambiente interno).
    sul lato freddo il manto impermeabile traspirante deve garantire un valore sd NON superiore a quello del primo freno al vapore: questo per non intrappolare il vapore acqueo nella coibentazione!

  42. Gent.mo dott. Sampaoli, ho chiesto la consulenza a diversi produttori di membrane per la configurazione ottimale di una copertura in legno. La situazione è la seguente: zona climatica B; vano cucina con copertura in legno e coibentazione composta da perlinato, freno vapore, fibra di legno 4cm (densità 240 kg/mc), lana di vetro 8 cm (dens 22 kg/mc), traspirante, listelli per areazione e listelli porta tegole. Le proposte per la resistenza sd dei tessuti varia da 2 a 13 m. Direi una notevole differenza. Quali sono i tessuti impermeabili corretti da applicare? Tengo a precisare che il fabbricato è sito in una zona balneare dove nel periodo estivo si registra un alto tasso di umidità. Grazie

  43. buongiorno sono uno studente in tesi sulle straw bale. sto costruendo un diagramma di glaser e vorrei sapere che valore posso utilizzare come permeabilità al vapore della paglia.

    grazie mille

  44. bella domanda!
    ho visto anch’io in giro fare questi trattamenti, a mio avviso …contronatura.
    Per esprimermi dovrei vedere la scheda tecnica del prodotto impermeabile, solitamente liquido e trasparente.
    A prescindere, io non lo utilizzerei per lo sgradevole effetto estetico di facciata unta.

  45. buon sera sign.Sampaoli, nel caso realizzassi una facciata esterna in mattoni pieni a faccia vista, le è capitato di utilizzarne di impermeabili all’acqua, e se impermeabili all’acqua, sarebbero sempre permeabili al vapore?? grazie


  46. Ricorda che acquistando da QUI il prezzo per te non aumenterà, ma Amazon riconoscerà una piccola cifra a sostegno di espertocasaclima.com che può rimanere pulito da fastidiose pubblicità per una lettura tranquilla: