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Isolare dall’ interno: gli errori lasciamoli all’esterno (fuori dal progetto)!

8 risposte

 Più io dico che bisogna coibentare dall’esterno e più mi giungono richieste di coibentare dall’interno! Quasi sempre sono richieste di chiarimenti, consigli o confessioni di dubbi.  In poche parole mi si chiede di correggere la stratigrafia sbagliata. 

isolamento-interno-stratigrafia

tag-isolare-dallinterno-con-cannucciato-copia

Allora qui scriverei qualche punto da tenere sempre a mente per non fare gli errori più grossolani:

  • i vecchi impianti: se sono nella vecchia muratura, quella che resterà al freddo anche dopo l’intervento, prevediamo di sistemarli al caldo. Eviteremo spiacevoli sorprese di aria calda e umida che passa dal caldo al freddo condensando chi sa dove!
  • comprendiamo bene il cammino dell’umidità nelle varie stagioni per progettare una coibentazione che non la intrappoli all’interno.
  • non sottovalutiamo i ponti termici: li andiamo ad "esaltare" negli interventi dall’interno!
  • ovviamente non dimentichiamo che i materiali più adatti sono igroscopici, traspiranti e capillari. Evitiamo di scegliere sfogliando le pubblicità oppure scegliamo bene tra le pubblicità!
  • non sottovalutiamo la preparazione del fondo. Se la vecchia muratura è ridotta male drizziamo le orecchie quando ci accorgiamo che si possono creare intercapedini d’aria dietro alla coibentazione interna! Un fondo aderente e con caratteristiche di igroscopicità fa proprio al caso Vostro!
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copywriter, content creator & web editor – Federico Sampaoli  consulente tecnico per l’isolamento termico dell’involucro edilizio

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8 risposte a “Isolare dall’ interno: gli errori lasciamoli all’esterno (fuori dal progetto)!”

  1. il rischio condensa si ha qunado ci sono imperfezioni nella posa del freno al vapore perchè succedono passaggi imprevisti di aria calda e umida.
    il fornitore dei materiali che lei sta valutando offre sempre un’assistenza tecnica di alto livello. ne approfitti.

  2. Avatar Andrea Mangione
    Andrea Mangione

    La ringrazio. Oggi ho contattato la mia ditta di fiducia, consegnato l’elenco dei materiali da utilizzare, illustrato le modalità di esecuzione dei lavori.
    Il titolare mi ha detto che sarebbe meglio rimuovere tutto l’intonaco. Ho richiesto che l’armatura che sosterrà i pannelli di fibrogesso sia fatta di muraletti di legno (saranno fissati al muro e al tetto con dei tasselli a espansione). Unico dubbio, i pannelli in fibra di legno (Pavaflex), una volta accostati tra loro, andrebbero in qualche modo incollati tra di loro o sigillati per evitare dispersioni termiche e formazione di condensa? Accetto suggerimenti! 😉
    Aspetto il preventivo, sperando che non sia una “legnata”.
    Ancora grazie e buon lavoro.
    Ps: come anticipato, ho provveduto a sostenere il suo interessantissimo blog.

  3. Nel vostro progetto di isolamento dall’interno avete le due possibilità che avete prospettato:
    la prima soluzione di coibentazione interna occupa meno spazio e risulta alla fine come una struttura massiccia. è vero che per il passaggio degli impianti elettrici bisogna realizzare dei lavoretti sartoriali.
    la seconda soluzione di coibentazione interna uccupa più spazio ma mette a disposizione un’intercapedine per il passaggio degli impianti. questa soluzione non prevede una barriera al vapore ma una barriera all‘aria e freno al vapore a diffusione igrovariabile. questa è necessaria per controllare il passaggio del vapore attraverso la stratigrafia!

  4. Avatar Andrea Mangione
    Andrea Mangione

    Lei ha perfettamente ragione, ma sa a volte si cerca il modo per bilanciare il rapporto costo/benefici, specie quando i soldi non sono tantissimi…ahimé!
    Citando come esempio alcuni prodotti distribuiti da Naturalia-BAU, Le chiedo se una volta portati i muri e il tetto a intonaco (eliminando gli stati di pittura) e applicando l’intonaco a base di argilla (ProCrea Fondo) per uno spessore di almeno 5 millimetri, convenga utilizzare i pannelli Pavadentro (40 mm sulle pareti, 100 per il tetto?), con relativa finitura a stucco (ProCrea Fondo/rete di armatura/ProCrea Intonachino)) o si possa ottenere un buon risultato anche con i pannelli pavaflex e pannelli in fibragesso (o fibrogesso)?
    La stratigrafia sarebbe intonaco esterno/muratura (doppia fila di mattoni forati intervallati da camera d’aria/intonaco a base di argilla/pannelli in fibra di legno(Pavaflex)/barriera al vapore (proclima INTELLO PLUS)/pannelli in fibragesso.
    Appena mi sarà consegnata la nuova carta ricaricabile provvederò ad effettuare una piccola donazione. Questo al di là della sua risposta e come segno di gratitudine per le informazioni che condivide e per la chiarezza con cui lo fa.
    Distinti saluti

  5. lievitare i costi per colpa dell’argilla: l’argilla ve la pagate, ma ve la tenete anche in casa! è una ricchezza, è un lusso, è un pregio, non è una roba che sta dietro a qualcosa e ci è costata e basta come tante altre cose!!!

  6. se per la coibentazione dall’interno non si ha voglia di preparare il fondo e poi rasare i pannelli con argilla forse è meglio scegliere calcio silicato e non preoccuparsi di altro.

  7. Avatar Andrea Mangione
    Andrea Mangione

    Si intende che l’alternativa sarebbe il classico pannello sandwich in cartongesso/barriera vapore/polistirene, ma dopo essere stato “illuminato” dai sui interessantissimi articoli, la ritengo un opzione da scartare (peggioramento del confort, perdita dell’inerzia termica dei muri e del solaio, etc).
    Certo che l’applicazione di uno strato di intonaco a base di argilla, farebbe lievitare i costi (dovrei necessariamente ricorrere a mano d’opera specializzata) e i tempi di realizzazione del cappotto interno. Ma se il prezzo da pagare è la condensa interstiziale e la formazione di muffe, allora ci si mette l’anima in pace.
    Cordiali saluti

  8. Avatar Andrea Mangione
    Andrea Mangione

    Mi chiedo se coibentando pareti e tetto usando pannelli di fibra di legno e cartongesso (o tavole di legno massello), sia comunque necessario rimuovere la pittura e applicare l’intonaco a base di argilla. Parliamo di una camera da letto esposta su tre pareti e con la terrazza sopra, situata in uno stabile del 1970, a Reggio Calabria e costruito in cemento armato e pareti con due file di mattoni (con camera d’aria in mezzo). Le pareti non hanno segni di muffa.