@ bruno
lo so che urge un articolo sugli armadi con la muffa dietro… è il tempo che è tiranno
]]>Grazie.
]]>@ fabio
sto pensando che lo scambio termico sia troppo ridotto, ma forse dovrei vedere una foto per capire
]]>L’IDEA DI ANNEGARLO NEL MURO NON VA BENE?
]]>@ fabio
si deve sempre tenere conto che isolare tanto non significa riscaldare e idem d’estate, isolare tanto non significa raffrescare.
sembra banale ma si deve ricordare che l’ambiente iper isolato o riceve irraggiamento invernale o deve ricevere un po’ di energia, magari da quel tubo in rame a vista.
per ritinteggiare io userei pittura a calce, invece se si vuole fare l’esperienza argilla, meglio una lisciatura fine che carica 1-2mm di spessore già colorato nella polvere (se il fondo mostra un sufficiente aggrappo)
@ mauro cattani
la superficie esistente non la conosco ma andrà comunque picchettata fittamente per favorire l’aggrappo.
se c’è gesso va tolto.
il nocciolo però è lo spessore dell’isolamento interno. bisognerebbe fare delle simulazioni con la parete esistente per capire quanto si deve aggiungere per isolare con il bonus casa (più ragionevole) o con l’ecobonus (che richiede un isolamento troppo spinto)
@ antonio
dobbiamo progettare una scatola dentro allo “scatolone” quindi per partire con un po’ di vantaggio sceglierei la porzione meno disperdente.
poi dovrà pensare all’isolamento verso il basso dove poggiare la sua nuova scatolina calda.
la nuova scatola va pensata in base al tipo di lavorio che preferisce fare…
vogliamo lavorare a secco con freni al vapore ecc o in altro modo.
io non so nulla del suo progetto quindi non posso esprimermi
@ giuseppe
se le risulta conveniente la fibra di legno per mq di superficie, può andare a posare tutti i pannelli interi possibili e il rimanente in isolante sfuso!
metterci a tagliare tutti i pannelli… NO
@ lucio
una soluzione efficace ed ecologica:
di regola i materiali più naturali non sono mai spinti (come valore di conducibilità termica) ma sì, io li ritengo efficaci.
se un materiale non mi porta nuovi inquinanti in casa o addirittura ha doti sanificanti, sia il benvenuto.
se vogliamo ottenere di più con materiali “innovativi” quali le pitture o i pannelli con nanotecnologie, cerchiamo almeno di leggere le schede di sicurezza prima di decidere chi abiterà in casa con noi
]]>Grazie Federico,
Faccio tesoro del tuo consiglio e mi muovo di conseguenza.
@ gabriele
eh! a questo ragionamento non ero arrivato! magari c’è del vero
]]>@ alessandro
il rivestimento dovrà essere previsto dal “sistema” a cappotto che si andrà a posare, quindi non andrei a “inventare” miscele con additivi.
il rivestimento strutturale esterno che dovrà essere resistente alle intemperie, sarà idrorepellente ma anche permeabile al vapore quindi tra le 2 o 3 varianti di finitura proposte dal produttore si sceglierà quello additivato con protettivo antialghe e fungicida.
anche la granulometria è meglio che sia ridotta.
vedi anche https://youtu.be/6UJNgulr9JA
grazie mille per la disponibilità
Antonio
Dopo i suoi preziosi consigli, mi ero convinto ad isolare il sottotetto non abitabile con pannelli di fibra di legno ad alta densità, acquistandoli presso il rivenditore che mi aveva suggerito.
Ricevuto l’offerta, convinto la moglie (l’operazione più ardua! ?) ma quando sono tornato nel sottotetto ho fatto una spiacevole scoperta.
Il tetto non è sorretto da pilastri (com’è fallace, la memoria!) bensì da 5 muricci in tavelloni, chiaramente disposti per il lungo e distanziati circa 90 cm uno dall’altro.
Posarvi i suddetti pannelli sarebbe alquanto complicato, per non dire impossibile.
Vuoi per la dimensione dei vari “corridoi” (che comporterebbe un continuo taglio delle lastre) nonché per la pressoché infattibilità dell’operazione nei corridoi piu bassi, quelli esterni, dove l’altezza scende a 30 cm circa.
Ma io non demordo, sono un testardo.
Ho letto altri suoi post e
siccome non intendo metterci schiuma poliuretanica e/o similari e vorrei fare il lavoro da me, ho pensato al sughero in granuli;
ho richiesto alcuni preventivi e ricevuto un’offerta interessante da un fornitore Abbruzzese.
La conduttività non è ottimale (0,048) ma gli altri parametri sì: densità 135kg/MC e capacità termica 2100.
Conto di posare 16/18 cm di granuli e così raggiungere 14/15 ore di sfasamento termico.
Secondo lei ho scritto stupidaggini o il mio ragionamento è sensato?
Per la detrazione fiscale del materiale comprato, però, il discorso è più complesso, perché tale intervento di efficientamento energetico non è indicato nella Cila aperta a suo tempo.
Recupererò la spesa con la minore bolletta.
Buona domenica.
]]>@ alessandro
è proprio così, bisogna sempre preferire materiali igroscopici che permettono la migrazione del vapore e possibilmente mai sigillare il piede della muratura con rivestimento di gres ceramico posato con colla cementizia dove può esserci umidità di risalita.
]]>@ vladimir
se sono pochi mq (non so dove sia la sua casa) il pannello in idrati di silicato di calcio lo trova dappertutto. per gli altri isolanti è meglio una fornitura diretta
]]>@ giuseppe
scrivere insieme un libro… da oltre un anno mi sono promesso di mettere in ordine le pubblicazioni passate e un po’ vecchiotte.
il tempo è così tiranno
@ lorenzo
grazie. le ho inviato una mail
]]>@ matteo
se la VMC potrà venire in soccorso sarà nel moderare il contenuto di umidità interno (dipende dal modello e dallo scambiatore installato)
la tenuta all’aria del tetto non credo sia stata ottenuta per quanto pignola possa essere stata la posa del cartongesso.
il prossimo inverno, nelle prime ore dei mattini più freddi, potrebbe ispezionare il nodo tetto-parete dall’esterno per controllare se si notano segni di condense
@ matteo
anche a me sembra inadatto un collante-rasante cementizio… consiglierei solo calce oppure argilla
]]>Non è stato messo alcun nastro o freno a vapore, inserito pannelli a secco tra le travi a coprire solo la perlinatura e lasciando a vista le travi con finitura in cartongesso.
Secondo il tecnico non servivano feni vapori o nastri perché sono state inserite vmc puntuali.
possiamo risolvere il problema con sistema di fissaggio a taglio termico per pareti a cappotto.
questi fissaggi esistono per cappotti da minimo 14 a 19cm di spessore.
ma non mi ha ancora detto lo spessore
Il cappotto è in EPS da 12 cm, con spallette da 3 cm.
Io devo ancorare i cardini delle persiane (che ancora non ho) utilizzando un sistema di fissaggio a taglio termico per pareti a cappotto e speravo che iOS suggerimento di supporti in legno fossero altrettanto validi.
Anche per ancorare delle ringhiere per finestra oblò avrei la stessa necessità.
Spero di aver dato tutti gli elementi utili per avere un parere e possibilmente qualche suggerimento su soluzioni intelligenti, funzionali e da me sostenibili.
Attendo vostre.
Grazie a federico e a tutto lo staff di espertocasaclima.com
Ringrazio, un’estate è passata e gli inquilino che la abitano dicono che è comunque calda senza aria condizionata.
I pannelli sono stati inseriti a secco tra le travi senza colla e finito con cartongesso. Le travi rimaste a vista perlinato coperto. Nessun nastro nessun barriera vapore.
Secondo il tecnico non servivano in quanto messo vmc.
@ matteo
con tanta lana di roccia e anche polistirolo la trasmittanza delle falde sarà eccezionale.
il problema che può nascere deriva dall’eventuale non tenuta all’aria del tetto in legno, ma questo dipende dal tipo di freno al vapore e da come è stato posato e da come è stato sigillato.
il suo tecnico le avrà anche calcolato lo sfasamento termico estivo…
in ogni caso tra 3 mesi potrà verificare di persona se la mansarda inizierà a surriscaldarsi facilmente.
aspettiamo il feedback… (in italiano: famm’ sapè)
@ alberto
esatto un’imprecisione nella sigillatura Velux – freno al vapore
]]>@ francesco
temo che i “competenti” abbiano sottovalutato il nodo tetto-parete per quanto riguarda la tenuta all’aria e il riscaldamento interno stia spingendo all’esterno il vapore che non trova ostacoli.
si dovrebbero analizzare i dettagli costruttivi o meglio (i dettagli sono spesso non realizzati) le foto di cantiere
@ fernando
dalle poche informazioni posso dire che l’intonaco usato sopra la pietra, forse anche lui poco igroscopico o cementizio, è stato rivestito con pittura o lisciatura che non ha favorito la traspirazione e la igroscopicità.
aggiungiamo una bassa temperatura superficiale interna per riscaldamento discontinuo e la problematica aumenta esponenzialmente per colpa di microcondense anche invisibili
@ walter
possiamo risolvere il problema con sistema di fissaggio a taglio termico per pareti a cappotto.
questi fissaggi esistono per cappotti da minimo 14 a 19cm di spessore.
ma non mi ha ancora detto lo spessore
No siamo al primo piano.
Al pian terreno non si nota nulla perchè abbiamo lasciato la parete interna a pietra e stuccata.
Invece sopra l’intonaco di 30 anni fa si sgretola
@ fernando
immagino che siamo obbligati ad un isolamento interno e considero questa soluzione, che solitamente è un ripiego, una ottima soluzione per una muratura in pietra che non offre tanto comfort se non in piena estate.
se si nota l’intonaco interno sgretolarsi o sfarinare significa che siamo al piano terreno?
Grazie.
Luigi
]]>@ walter
la predisposizione degli ancoraggi era da fare insieme alla posa del cappotto…
comunque ora che è tardi forse possiamo risolvere il problema con sistema di fissaggio a taglio termico per pareti a cappotto.
questi fissaggi esistono per cappotti da minimo 14 a 19cm di spessore.
io non so che cappotto si stato posato
@ jonny
meglio una VMC canalizzabile per raggiungere un 2° locale e ottenere un flusso d’aria virtuoso.
leggi anche https://espertocasaclima.com/2023/03/06/come-eliminare-muffa-per-sempre-3-modi/
@ luigi
non userei mai soluzioni termoriflettenti ( tipo Actis/Over-all/Aluthermo….) con doppia camera d’aria di due cm. per la preoccupazione della spinta del vapore e il possibile passaggio nella parte fredda con difficolta da asciugare anche nella stagione estiva.
anche passaggi di vapore per fiancheggiamento mi preoccuperebbero.
quindi se volessi lavorare a secco preferirei altre soluzioni da tamponare possibilmente in gessofibra e se possibile con pannelli di argilla
A proposito di isolamento interno di una abitazione, una possibile soluzione che parrebbe molto efficace sembra essere quella di applicare membrane termoriflettenti e isolanti che riflettono il calore disperso per radiazione (Over-All, Aluthermo, ecc). Queste tipologie di isolamento termico sono veramente efficaci? Quali gli svantaggi?
Grazie
Luigi
]]>@ stefano
una tinteggiatura bianca aiuterebbe non poco
]]>@ andrea
in casi eccezionali di umidità ambiente esagerata ho visto piastrelle bagnate. ma così non si può condurre una casa…
il risvolto dell’isolante sulla tramezza è importante, demolendo l’intonaco per una 30ina di cm si può lavorare con termointonaco
@ maurizio
grazie del contributo!
tutto vero. io chiedo sempre il radiante a pavimento anche sotto il piano doccia ma spesso mi guardano come se avessi tre occhi e due nasi.
per i soffitti esistono anche non pannelli standard e dunque radianti da intonacare a soffitto
Nella mia modesta esperienza personale il limite del radiante a soffitto riguarda gli spazi piccoli e con una pianta articolata come spesso sono i bagni, dove per altro desidereremmo una temperatura più alta rispetto ad altri locali dell’abitazione.
I pannelli hanno dimensioni standard e pur componendo le diverse taglie disponibili magari per pochi centimetri c’è il rischio che non si riesca ad ottenere una percentuale di “copertura” soddisfacente.
Nella mia abitazione ho un antibagno di 190 x 95cm, collocato in un angolo “confinante” con l’esterno e con la presenza di un balcone in cls sul lato lungo che costituisce ahimè un importante ponte termico.
Stante le dimensioni del locale ho potuto istallare a soffitto un solo pannello radiante da cm 50×100 ovvero solo il 27% della superficie, davvero poca cosa in particolare a fronte delle “penalizzazioni” di cui soffre..
Se il mio antibagno fosse stato solo 5 cm più largo avrei potuto installare 3 pannelli da 50×100 con una copertura dell’83%.
Laddove l’antibagno fosse stato invece da 100×200 pannelli radianti mi avrebbero garantito una copertura del 100%.
Il radiante a pavimento da questo punto di vista si adatta meglio si adatta alle alle sagome più disparate con l’aggiunta di poter ridurre la distanza tra le spire.. Per contro con il radiante a pavimento l’impronta terra di doccia e vasca sono superfici perse, con il radiante a soffitto queste sono superfici utili!
Se avete intenzione di utilizzare i pannelli radianti a soffitto, a maggior ragione se necessita lo spostamento di tramezzi, il mio consiglio è pertanto quello di costringere il progettista architettonico a ragionar sin dal principio tenendo conto delle dimensioni dei pannelli e delle taglie disponibili, in coordinamento con il progettista degli impianti che evidenzierà le necessità accessorie quali i collettori, passaggi ispezioni etc..
Altrettanto importante naturalmente pianificare le necessità relative a passaggi verticali quali cappa aspirante, canne, ventilazioni etc..
@ giuseppe
no, è vero. ma la stratigrafia non presenta un accumulo di condensazione grazie alle caratteristiche
igroscopiche dell’isolante che fanno da “volano” all’oscillazione dell’umidità interna senza generare
problemi. la capacità igroscopica dei materiali e la capacità d’accumulo e rilascio di umidità sono fondamentali.
@ andrea
più spingo sull’isolamento interno e più condensa rischio. poi posso tener conto della situazione della muratura della zona climatica dell’esposizione solare e della eventuale pioggia battente
]]>grazie
]]>@ alessandro
il suo tecnico descriverà l’intervento e farà per lei la comunicazione enea
]]>@ alessandro
la cila del suo geometra le serve
]]>@ andrea
partendo dal presupposto che eps e cemento e ferri di armatura non sono i 3 elementi ideali per una salubre costruzione, io valuterei qualsiasi altra soluzione.
con la libertà di decidere io farei diverse simulazioni e diverse analisi economiche prima di segnare il mio destino.
pensando anche ad un valore futuro… non sarà mai un vanto dire che la casa è fatta con eps e cemento 🙁
@ alessandro
ma figuriamoci! uffici tecnici fantocci…
comunque sempre un pannello compatto è relativamente più costoso
quindi economicamente parlando è sempre conveniente il 6cm meno spinto, cioè quello per interni/esterni
@ lorenzo
probabilmente avrà solo una finitura liscia finale in gesso…
fresatrice o levigatrice vibrante: tipo (https://amzn.to/49B1MyI)
e preparare il fondo esistente con la fitta picchettatura
bene!
]]>Avrei una domanda riguardo l’applicazione di questi pannelli su parete con intonaco.
Lei fa riferimento nell’articolo al fatto che l’intonaco non deve essere in gesso.
Se ci ritroviamo nel caso di avere un intonaco in gesso, come suggerisce di procedere?
Grazie mille
]]>@ annalisa
condivido in pieno il desiderio per intervenire con materiali naturali, ma non c’è solo la paglia.
che è fantastica, lo ammetto, ma allo stesso tempo più complicata da cantierizzare.
non conosco la casa, ma per ragionare sulle soluzioni è fondamentale capire di cosa hanno bisogno le pareti e di cosa il tetto, poi il resto.
per non allontanarsi troppo dalla paglia, c’è la canapa, e anche la fibra di legno. tutti materiali potenti anche contro il caldo estivo.
io aiuto tutti
@ lorenzo
no no, le immagini sono di una posa in capannone a titolo dimostrativo. l’OSB è però in effetti molto usato nelle case in legno a telaio (non x-lam) perchè facile e comodo per controventatura.
gli strati di OSB si comportano come freni al vapore e quindi riducono la possibilità del pacchetto isolante di asciugare correttamente ? meglio scegliere materiali aperti alla diffusione ?
@ andrea
i serramenti e le loro prestazioni seguono le imposizioni dei limiti di trasmittanza dettate dalla zona climatica di appartenenza.
io ritengo che sia assurdo non installare un triplo vetro nell’anno del signore 2024 visto che starà lì almeno 20anni e il prezzo dell’energia non calerà anno dopo anno
@ carlo
la fibra di legno sarebbe ottima ma è pesante e difficile come lavoro, credo.
inoltre spingendo ancora di più sull’isolamento aumentano i rischi condensa e ci vorrebbe un freno al vapore
Mi scusi e grazie di nuovo
]]>Grazie infinite
]]>Altra cosa, il serramentista mi propone infissi in legno alluminio con vetri mono camera con Ug=1 mentre il telaio Uf= 2,06. Uw=1,48w/m2k. Sono troppo disperdenti a suo avviso e dovrei cercare altro? Sono in zona climatica D
Grazie tante
@ dario
la fibra di legno può trovarla qui https://www.steacom.it/bioedilizia/331-pannello-isolante-in-fibra-di-legno-naturatherm.html
la calcecanapa viene dalla puglia, quindi per una casa intera vale la pena la spedizione
@ dario
è la verità. i magazzini edili spesso tengono solo il peggio dell’offerta… per comodità economica penso.
cosa stava cercando?
@ andrea
sì la stratigrafia gasbeton prevede quel materiale per Rasatura armata eseguita su superfici interne e dopo stagionatura può anche chiedere finiture a civile base calce.
intonaco cementizio per i tramezzi in gasbeton?
@ domenico
bella domanda. è un’indicazione del produttore quando il pannello è a spigolo vivo. in germania ho visto che se il pannello è maschio femmina non viene tassellato. idem se è spessore 80mm.
per isolamento interno con fibra di legno spessore 40mm tasselli ad espansione con vite in acciaio con rondella aggiuntiva
@ pietrina
ho risposto alla sua richiesta. controlli anche nello spam !
]]>@ francesco
riempire l’intercapedine vuota è sempre una buona idea, le palline di polistirene non sono le mie preferite, meglio la perlite.
il Multipor è perfetto per l’isolamento interno e va incollato sui vecchi intonaci dopo aver picchettato tutte le superfici per migliorarne l’aggrappo