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isolamento in intercapedine - Come progettare una muratura in laterizio con intercapedine isolata 1

Come progettare una muratura in laterizio con intercapedine isolata

58 risposte

Parliamo di una muratura in laterizio costruita con 2 corsi di blocchi distanziati, e questo spazio vuoto tra i 2 corsi serve a progettare l’isolamento termico. Ecco perchè si chiama muratura in laterizio con intercapedine isolata.

Più spessore ha l’intercapedine e più isolante posso metterci, è logico 🙂 ma oggi ragioniamo su come progettare la muratura in laterizio e non sulla scelta dell’isolamento!

la muratura in laterizio che contiene lo strato isolante

  • come devo progettare la muratura?
  • il blocco con maggior spessore va sempre posizionato all’esterno?
  • ha senso avere sul lato interno un forato più sottile?

Il disegno qui sotto mostra la soluzione classica, dove I è l’ambiente interno ed E è l’esterno

il forato sottile è sul lato interno

isolamento in intercapedine - Come progettare una muratura in laterizio con intercapedine isolata 2

come NON progettare

Progettare una parete con isolante in intercapedine non significa…

  • scegliere 2 laterizi diversi
  • scegliere l’isolante
  • e soddisfare la trasmittanza U della parete aumentando lo spessore dell’intercapedine quanto mi serve

l’accumulo termico della parete, l’inerzia

Se ci guardiamo intorno, le murature con intercapedine isolata presentano sempre blocchi forati sottili sul lato interno e forati più grossi sul lato esterno – probabilmente è una scelta dettata dall’istinto: devo proteggere un involucro “sicuro”, quindi istintivamente il blocco più sicuro lo posiziono all’esterno. Ma questa volta l’stinto ci ha ingannato!

Non dobbiamo dimenticare l’importanza dell’accumulo termico della parete! E se l’involucro si comporta meglio in tutte le stagioni quando offre tanta inerzia 😉 dobbiamo progettare la massa maggiore nello strato interno. E non all’esterno!

E’ vero che alcuni valori della stratigrafia fanno sembrare indifferente il fatto che il laterizio sottile sia all’esterno o che sia interno:

  1. la Resistenza Termica non cambia
  2. idem per la trasmittanza termica U

Ma una parete in laterizio non sta lì solo a contenere le dispersioni termiche invernali! funge anche da volano termico: cioè limita le oscillazioni di temperatura delle superfici interne (per esempio quando spegniamo il riscaldamento, o la stufa ha terminato la combustione), ecco perché è utile avere più accumulo termico sul lato interno che sul lato esterno:

+ massa all’interno e + isolamento all’esterno

Il disegno qui sotto mostra la soluzione migliore, I è sempre l’ambiente interno ed E quello esterno:

isolamento in intercapedine - Come progettare una muratura in laterizio con intercapedine isolata 3

Un accumulo termico maggiore si ottiene con una massa maggiore nel corso di blocchi interno:

  • il laterizio più grosso sul lato interno offre un volano termico molto migliore!
  • quindi un comfort migliore sia nel periodo di riscaldamento che in periodo estivo.

posa corretta di un monoblocco pre assemblato

Oggi, immaginando di costruire il nuovo, possiamo mettere in cantiere la stessa stratigrafia con un’unica operazione (invece che 3 lavorazioni diverse), per esempio costruendo con un monoblocco pre assemblato che ha 2 elementi in laterizio e uno strato isolante battentato e interposto:

isolamento in intercapedine - Come progettare una muratura in laterizio con intercapedine isolata 4

Questo sistema ha giustamente previsto il grosso laterizio interno come strato per accumulare il calore.

Qui sotto l’analisi del nodo costruttivo degli angoli che sono ponti termici geometrici (le condizioni al contorno sono: Temperatura interna 20°C, esterna 0°C e Umidità relativa interna 65%):

isolamento in intercapedine - Come progettare una muratura in laterizio con intercapedine isolata 5

Nessuna criticità come umidità superficiale del lato interno e nessun rischio di condensazione interstiziale.

Se stiamo lavorando sull’esistente e ci troviamo, come spesso accade, nella situazione esattamente opposta (muratura grossa fuori e sottile dentro), l’unica soluzione che abbiamo sarà lavorare sugli intonaci interni per ristabilire un maggior accumulo possibile:

  • o aumentiamo lo spessore dell’intonaco
  • o scegliamo un intonaco con massa volumica più alta (e certamente una miscela priva di cemento).

federico sampaoli espertocasaclima

copywriter, content creator & web editor – Federico Sampaoli  consulente tecnico per l’isolamento termico dell’involucro edilizio

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58 risposte a “Come progettare una muratura in laterizio con intercapedine isolata”

  1. @ giovanni

    grazie

  2. Avatar Giovanni Giuliano
    Giovanni Giuliano

    Argomenti molto interessanti , basati su evidenze tecniche.

  3. @ giuseppe

    certamente. le ho anche inviato una mail e può rispondere a quella

  4. Avatar Giuseppe Piccolo
    Giuseppe Piccolo

    Professore posso inviare il tutto sul numero che vedo di whatsapp!?

  5. @ giuseppe

    se vuole progettiamo questo isolamento finalmente. sostituire il radiatore esistente non serve a nulla.

    per la mia assistenza può allegarmi ogni allegato utile:

    – Elaborati planimetrici dell’unità abitativa in PDF
    – Sezioni
    – indirizzo per visione Posizione esatta con Googlemaps
    – Prospetti edificio e foto

  6. Avatar Giuseppe Piccolo
    Giuseppe Piccolo

    Professore mi affido a lei mi dica come procedere. Non voglio commettere errori che mi potrebbero costare tanto e non risolve il problema.
    Ne va della salute dei miei bambini soprattutto

  7. Avatar Giuseppe Piccolo
    Giuseppe Piccolo

    Ho chiesto al mio idraulico di poter installare dei fancoil. Ma purtroppo l’ impianto di riscaldamento con tubi in rame da 12 non sono conformi.

  8. @ giuseppe

    con la caldaia a condensazione finalmente potrà permettersi temperature di mandata basse e lunghi tempi di riscaldamento in modo da scaldare anche le strutture.
    certo che se non isoliamo e riempiamo queste intercapedini… non andiamo lontano.
    se è la casa che ci terremo per oltre 10 anni, meglio intervenire oggi

  9. Avatar Giuseppe Piccolo
    Giuseppe Piccolo

    Professore la caldaia a condensazione sto aspettando che arrivi è stata ordinata, deve sostituire una vecchia caldaia a tenuta stagna, che si trova all’ interno della cucina.

  10. @ giuseppe

    lo immaginavo!

  11. @ giuseppe

    dai tamponamenti sottili… immaginavo il sud.
    il fatto è che con i termosifoni lei vuole raggiungere al più presto il comfort, mentre quello che riesce ad ottenere è solo l’aria a 20° con strutture travi e pilastri sicuramente molto più freddi.
    ha una caldaia a condensazione?

  12. Avatar Giuseppe

    In estate, essendo un’abitazione angolare, usufruisco della ventilazione nelle giornate fresche, ma quando raggiunge i 45 gradi l’immobile diventa una fornace anche in piena notte, non si riesce a prendere sonno. Il solaio del terrazzo non usufruendo di nessuna coibentazione fa diventare il secondo piano una fornace.

  13. Avatar Giuseppe

    Professore mi scusi la lacuna di informazioni.
    L’ abitazione è situata precisamente nel comune di Andria, in Puglia.
    Il problema che percepisco io e la mia famiglia è soprattutto l’ inverno, come le scrivevo poc’anzi, si percepisce umidità fredda e freddo. Pur avendo installato dieci anni fa infissi in PVC con doppia camera vetro ed eliminato le tapparelle con persiane, la situazione non è migliorata. Ho un impianto di riscaldamento a metano con termosifoni in ghisa. Ed adesso le faccio l’esempio per raggiungere la temperatura di 18 gradi a piano ho dovuto tenerli accesi x ben 3 ore.

  14. @ giuseppe

    non mi ha svelato la zona climatica, ma non mi ha parlato di surriscaldamento estivo…
    se manteniamo il rivestimento in piastrelle non ci resta altro che progettare
    – il riempimento della intercapedine vuota
    – l’isolamento interno per garantire una minima omogeneità e attenuare tutti i ponti termici.

  15. Avatar Giuseppe

    Buonasera, confermo quello che ha detto , da aggiungere alla facciata esterna il rivestimento in piastrelle.

  16. @ giuseppe

    muri perimetrali esterni di spessore 30 cm con intercapedine di 10 cm.
    quindi immagino struttura in cemento armato da 25cm + intonaco interno esterno
    e tamponamenti in laterizio + intonaco interno esterno?

  17. Avatar Giuseppe

    Salve, ho un problema con la mia abitazione.
    Sono proprietario da 10 anni di uno stabile angolare costruzione anni 80.
    Lo stabile è costruito su un suolo di 65 mq con fondamenta in cemento armato di 4 blindi su un magrone spesso di 30 cm. I muri perimetrali contro terra sono spessi 60 cm cemento armato.
    Lo stabile è costruito da un piano cantina, piano terra adibito a garage e bagno di servizio, primo piano di 45 mq appartamento, secondo piano 45 mq appartamento e Terrazzo con lavanderia.
    Ho escluso l’androne della scala che occupa 10 mq a piano.
    Il mio problema è l’umidità fredda che si percepisce e la dispersione di calore verso l’esterno.
    I muri perimetrali esterno è di spessore 30 cm con intercapedine di 10 cm.
    Chiedo gentilmente come poter procedere per risolvere il mio problema. Grazie

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  19. @ marco

    se abbiamo compreso l’importanza del fibrogesso forse faremo un passo verso i pannelli di argilla 😉

    prima simulazioni 🙂 poi decisioni 😉

  20. Avatar Marco (Lodi)
    Marco (Lodi)

    Innanzitutto grazie del suo commento.
    Quindi potrei anche optare per XLAM con cappotto esterno in fibra di legno e controparete interna con montanti in legno, riempimento in fibra di legno e lastra fibrogesso da 3-4 cm.
    Contatterò comunque la ditta del Tris per sapere se esiste la possibilità di farci una muratura armata
    Grazie

  21. @ marco

    il sogno di una villetta indipendente, ma solo se sarà una casa passiva… posso immaginare 🙂
    dunque:
    tra i laterizi performanti, questo con lo strato isolante già bell’e pronto potrebbe essere paragonato ad altri blocchi rettificati, ma sempre per tamponamento. se invece faccio simulazioni con blocchi portanti, ovviamente le prestazioni invernali scendono un poco.
    tra le soluzioni in x-lam invece non è da scartare a priori perchè di fatto una stratigrafia leggera:
    anzi l’x-lam è un’ottima scorciatoia per raggiungere prestazioni da casa passiva e struttura anti-sismica.
    la bassa inerzia non è legata all’x-la in sé, quanto invece alle scelte economiche delle finiture interne:
    proprio lì per risparmiare al massimo, alcuni costruttori propongono lane minerali e cartongesso 😐

    la sua avversione al cappotto esterno con l’insopportabile sensazione di “vuoto” al tatto è da me largamente condivisa 😉
    infatti…
    se io dovessi progettare per lei che è attento ai materiali e probabilmente sogna di costruire solo a patto di usare materiali che migliorano la salubrità degli ambienti, io farei delle simulazioni con
    – o doppio corso in laterizio rettificato
    – o laterizio rettificato + calce canapa

    Più è semplice il progetto, e più è semplice arrivare all’obiettivo 🙂

  22. Avatar Marco (Lodi)
    Marco (Lodi)

    Buonasera, dopo aver letto questo suo articolo sono andato a cercarmi le schede del blocco Tris in figura, in quanto probabilmente è arrivato il momento di abbandonare il condominio e realizzare il sogno di una villetta indipendente, ma solo se sarà una casa passiva. In effetti il blocco sembra avere tutti i requisiti adatti: trasmittanza, sfasamento, capacità areica, gestione vapore,…
    L’unica cosa che vorrei approfondire è la possibilità di utilizzarli con “muratura armata” più performante sismicamente di quella “ordinaria” (inoltre ricordo un altro articolo nel quale menzionava una ditta di Mantova, che contatterò essendo in provincia di Lodi, che realizza case passive solo in muratura armata).
    Quello che volevo chiederle però esula dal contesto, infatti da perfetto profano mi stavo informando anche su una eventuale soluzione in Xlam ma dopo aver letto i suoi articoli mi sembra di aver trovato diverse criticità: massa ridotta (basso sfasamento), controparete interna in cartongesso (cap. areica irrisoria), cappotto esterno (non sopporto la sua sensazione di “vuoto” al tatto, a meno di proteggerlo ulteriormente da danni per grandine, urti,…) e sicuramente qualcosa d’altro che mi suggerirà.
    Sono dubbi legittimi, ripeto da profano, o sto esagerando?

  23. @ marco

    sono contrario al blocco in laterizio rettificato farcito di isolante, a meno che questo isolante non sia perlite.
    ma progetto con un blocco farcito solamente se gli spessori sono tiranni, altrimenti meglio argilla cotta e aria!!!
    il cappotto, se lo conosci, lo eviti 😉

  24. Grazie dott. Sampaoli, chiarissimo, a questo puntosi può evitare oltre al cappotto anche “l’isolamento diffuso” nei setti dei blocchi o i pannelli incollati di isolante interposto. Pulito e forse anche un po’ più economico.

  25. @ marco

    infinite ore di sfasamento:
    il blocco rettificato ad incastro per la realizzazione di murature portanti sismiche in zona sismica 1, 2, 3 o 4 offre quasi 28 ore di sfasamento termico estivo.
    e oltre a questo, anche un ottima Capacità termica areica interna KJ/mqK 40,30

    se invece parliamo di Blocco rettificato ad incastro per murature di tamponamento abbiamo oltre 29 ore di sfasamento termico estivo.
    però scende la Capacità termica areica interna a KJ/mqK 36,91

  26. Buonasera dottor Sampaoli, progettando una parete in laterizio con blocchi rettificati da 45 cm di spessore, (per una nuova struttura) senza cappotto e senza isolante interposto, finita solo con intonaco interno ed esterno (magari utilizzando intonaco termico) quanto sfasamento in ore si riesce ad ottenere ? Grazie

  27. @ marco

    beato il suo committente!
    eccezionale massa interna (e qualità di vita).
    isolante in juta morbido? spessore?

  28. @ carlo

    cosa intende, la sessione dei commenti?

  29. con il nuovo layout del sito è impossibile raggiungere il blog….

  30. Avatar Marco Tint
    Marco Tint

    Giuste considerazioni che applico anch’io
    Stiamo realizzando una casa con una tale stratificazione della parete dall’esterno verso linterno( dove abbiamo posto la massa maggiore):
    – muratura portante da 25 cm in laterizio
    – isolante in juta
    – mattone in argilla cruda ( foratura 22 % ) da 12 cm
    – intonaco grezzo in terracruda e di finitura in argilla

    copertura con tetto in legno

  31. @ luca

    diversi lettori sono sensibili a questo argomento. per fortuna.
    se vuole pubblicare qualcosa o un’esperienza interessante su cui riflettere, la porta è aperta.

  32. Mi occupo anche di amianto, polveri di legno duro e malattie professionali correlate. Per cui potremmo volentieri disquisire ore sull’argomento!! Ma non credo che sia il post in oggetto e non vorrei certo annoiare gli altri suoi lettori.. ? grazie ancora! Un saluto

  33. @ luca

    si sta tanto attenti che non ci cada qualcosa in testa… e si ignorano completamente i danni alla salute dal continuo respiro di polveri 😐 e di isolanti che perdono fibre vetrose 😐 😐

  34. Per cui alla fine dei conti mi sta dicendo che la casa è progettata correttamente e che è normale avere queste condizioni di temperatura? La ringrazia sinceramente per le rapidissime risposte. Ho scoperto solo ieri il suo sito internet ma le faccio davvero i complimenti. Lavorando nell’ambito sicurezza sul lavoro devo dire che gli aspetti da lei trattati sono sempre stati un contorno alla mia attività ma meritano certamente un approfondimento!

  35. @ luca

    l’inerzia è fondamentale d’inverno per avere basse oscillazioni di temperatura.
    d’estate possiamo contare solo sulla ventilazione naturale notturna se non abitiamo in un’isola di calore senza verde circostante

  36. Mi spiego meglio. Io imposto i termostati a 22 gradi, ma la temperatura comunque non scende mai sotto i 24 e sono certo che ne di giorno ne di notte scenda sotto i 22 gradi tali da far “partire” il riscaldamento. Credo che comunque circoli acqua all’Interno del pavimento però? Non sono assolutamente esperto di ciò. Resta salvo comunque quello che ho scritto sopra. Aggiungo inoltre che in pieno inverno, spalancando porte e finestre la temperatura ovviamente scende e arriva sui 18 gradi, ma una volta chiuso tutto, nel giro di 15-20 minuti torna a 23-24 gradi. Il mio problema è però ovviamente l’estate!!

  37. @ luca

    In inverno la temperatura non scende mai sotto i 24 gradi… ? con riscaldamento a pavimento che non parte mai?

  38. Muratura perimetrale in laterizio portante da 25 cm, isolamento esterno da 8 cm in stiferite, secondo blocco in poroton da 8 cm.
    In inverno la temperatura non scende mai sotto i 24 gradi (riscaldamento a pavimento attivo ma che non “parte” mai), in estate non scende mai sotto i 25 gradi e arriva a 27 gradi circa al piano terra (dove non c’è climatizzatore) e stesso discorso (forse anche 28 gradi) al primo piano (con climatizzatore idronico acceso 8 ore non va mai sotto i 25 gradi). Pompa di calore Viesmann Vitocal 200-S AWB-AC 201.B07. Casa completamente elettrica e impianto fotovoltaico da 6 kw che ricopre un intera falda del tetto esposta a sud.
    Tetto con struttura portante in legno di abete costituita da un’orditura principale in legno (banchine e colmo in lamellare di abete) portante puntoni di falda con sovrastante assito in legno e sovrastante pacchetto isolante (pacchetto per ottenimento classe energetica A), ventilazione e
    impermeabilizzazione. Non ho dettagli sul pacchetto isolante.

  39. @ italo

    bella domanda! per una risposta migliore vorrei conoscere
    – quale tipo di isolante è nell’intercapedine muraria
    – se la muratura da 30 ha intonaco sul lato esterno
    – che aspetto ha questa condensa
    – se succede anche nelle altre facciate
    – zona climatica di appartenenza

  40. Muratura armata lato interno (30 cm), isolante (10 cm), laterizio esterno (8 cm).
    Presenza di condensa/umidità sul lato esterno, anche parete rivolta a sud: come è possibile?

  41. @ daniele bernardi

    esistono armature piatte, che per esempio spesso vengono inserite in murature tipo blocchi Ytong, ma se il progetto dello strutturata prevede una struttura in cemento armato, il blocco rettificato da tamponamento è ancora più prestazionale del blocco portante.
    naturalmente per attenuare i ponti termici dei pilastri si deve progettare la stratigrafia intorno al pilastro: più è forte lo spessore del blocco e più centimetri ci sono disponibili per correggere il ponte termico del pilastro.
    anche la muratura di tamponamento va ancorata ai pilastri, ci sono elementi metallici appositi.

    certamente il blocco rettificato soddisfa le richieste del bonus 110%.

  42. Avatar Daniele Bernardi
    Daniele Bernardi

    Grazie 1000, sono le informazioni che cercavo, mi sembra di capire che con questi parametri si rientra anche nel bonus 110, corretto? Ma nel caso di blocchi rettificati, volendo fare una muratura armata come vengono inseriti i ferri di armatura, considerando che il giunto è cosi sottile?

    Grazie ancora

  43. @ daniele bernardi

    parlare di prezzi in edilizia è veramente difficile perché tanti fattori influenzano lo sconto del listino.
    al committente che vuole veramente risparmiare qualche soldino direi 3 cose:
    – semplicità
    – idee chiare
    – nessun cambiamento in fase di cantiere

    se manca del capitale, posticipate delle finiture, ma chiudete il cerchio come doveva essere fatto senza troppi compromessi.
    lasciate anche in dietro un bagno (si farà) ma non accontentatevi di un tetto poco isolato o una finestra a doppio vetro che vi dovrete tenere 30anni, o più 😉

    sì, per le condense interstiziali (che in una casa in muratura non sono comunque letali come per un edificio in legno) non è mai l’ideale avere un elemento caldo e un elemento freddo. il laterizio comunque è “molto paziente” e sopporta bene i nostri errori.

    se lei sente questa sensibilità per il tipo di isolante da posizionare nell’intercapedine (dove io le consiglierei la perlite sfusa) e ama il laterizio, che è il migliore materiale disponibile su questo pianeta, le suggerisco di cambiare progetto se è in tempo per farlo e orientarsi verso il laterizio rettificato.

    nel laterizio rettificato troverà
    isolamento
    protezione dal caldo
    salubrità
    e tutto quello che si può desiderare da una parete

    può leggere anche il mio articolo https://espertocasaclima.com/2016/03/31/costruire-blocco-porizzato-cappotto-limiti-trasmittanza-dm-26-6-2015/

  44. Avatar Daniele Bernardi
    Daniele Bernardi

    Buonasera, questa è la soluzione che vorrei adottare anch’io, componendo il sandwich per usare un isolante non sintetico, quindi idrati silici o fibre di legno o roccia, ma ho dei dubbi sulla formazione di condensa tra i vari strati del sandwich. Ci sono degli accorgimenti/prodotti per garantire l’assenza di condense?
    Per quanto riguarda i costi ha qualche indicazione da darmi per fare un confronto tra le varie soluzioni?
    Grazie

  45. Avatar Marco de Pinto
    Marco de Pinto

    Buon pomeriggio Sig. Alessio tutti concordiamo che gli impianti VMC vadano sempre consigliati per meglio gestire la qualità dell’aria negli ambienti.
    Credo lei si soffermi sull’aspetto ‘’movimentazione d’aria’’ che ritiene ‘’impercettibile’’ nei sistemi di ventilazione meccanica per unità abitative con funzione di ricircolo.
    E’ chiaro che un impianto VMC di sola aria primaria che porti ad un ricambio pari a circa 0.4 Vol/h dell’unità abitativa è certamente ottimale.
    Prevedere un sistema di riscaldamento o raffreddamento attraverso un sistema di ventilazione supplementare porta ad un flusso d’aria certamente maggiore, solitamente 4 o 5 volte superiore.
    Aumentando il flusso d’aria di certo la percentuale di insoddisfatti per correnti d’aria, aumenta.
    Se vuole approfondire tale concetto può trovare ottime informative nella norma UNI EN ISO 7730.
    Sul fronte rumorosità, come lei anticipa, non udibile non posso spendere parole in quanto materia ampia e delicata e dipendente da moltissimi fattori.

  46. Avatar Alessio

    Premesso che il problema dei batteri o virus nei condotti potrebbe sussistere anche con VMC tradizionale, e non credo certo vi sentiate di sconsigliarla, temo che i recenti fatti abbiano amplificato il problema, ammesso che lo sia.
    Centri commerciali, ospedali, alberghi, ecc non mi pare siano soggetti a problematiche così devastanti.
    Tanto più che nel caso esistono anche prodotti sanificanti.
    Detto ciò la macchina è comunque dotata di vari filtri, sostituibili anche.
    Infine mi soffermo ancora sul fatto del presunto movimento aria che lo ripeto non esiste non è percettibile. Mi perplimo a leggere certe cose sono onesto..
    Sul fronte rumorosità, al di la del fatto che è la macchina è impostabile in molti parametri, tra cui anche la limitazione delle frequenza in determinati orari, in ripostiglio qualsiasi con porta chiusa, non è udibile.
    Faccio tesoro delle informazioni riguardo la struttura, ribadendo che un sistema a tutt’aria non ha bisogno di necessari accorgimenti, ma solo di una costruzione decente per l’anno 2020, ma questo vale per tutti i sistemi a prescindere.

  47. Avatar Marco de Pinto
    Marco de Pinto

    Buon giorno Sig.Alessio,
    un edificio NZEB (Nearly Zero Energy Building) non ha una definizione ben definita in quanto le direttive Europee EPBD del 2010 (oramai 10 anni fa) lasciano libertà ad ogni paese di individuare e dettare le caratteristiche per come bisogna costruire.
    In ogni caso si tratta di un edificio capace di un bilancio fra energia consumata ed energia prodotta prossimo allo zero. Il bilanciamento fra energia consumata deve essere somministrata con pannelli fotovoltaici possibilmente e limitare per quanto possibile l’energia consumata.
    Rispondendo ai sui quesiti.
    1° domanda:
    – Non ritengo corretta la considerazione che un edificio a tutt’aria debba avere particolari accortezze… anzi mi spingo a dire che è falso .
    Risposta : Un impianto a tutt’aria, correttamente come dice lei, non deve avere particolari accortezze anche perché si è spesso costruito con impianti a tutt’aria ma non è corretto dire edifici performanti. Per chiare un edificio performante lo si considera quando non supera un carico termico invernale superiore a 10 W/m2, vedi edifici Passivhaus, e per raggiungere questo obiettivo è assolutamente necessario essere accurati nei calcoli e soprattutto usare i giusti strumenti di calcolo.
    2° domanda:
    Se una macchina ‘’x’’ riesce non vedo le ‘’accortezze’’ che menziona.
    Risposta : Le macchine possono essere costruite per qualsiasi tipologia di carico termico ed estivo a servizio delle abitazioni.
    3° domanda:
    Conosco diverse abitazioni con la Brofer …
    Risposta :
    L’aggregato compatto Brofer che lei cita credo sia la HPU 600 è certamente una bella tecnologia . L’apperecchiatura che cita ha la capacità di una portata d’aria di rinnovo fino a 200 m3/h e una portata d’aria di ricircolo pari a 500 m3/h con la capacità di erogare una potenza di raffrescamento pari a circa 5000 Watt e similare in inverno.
    Quando descriviamo unità abitative con carico termico inferiore a 10 W/m2, ovvero ad alta efficienza, si intende ad esempio una abitazione di 100 m2 richiede di picco 1000 Watt. La macchina Brofer ne da 5000 Watt pertanto va benissimo per abitazioni che chiedono un carico termico fino a 50 W/m2 e oltre visto che prevede anche resistenze elettriche di supporto. Quindi per concludere tale aspetto, con 50/60 Watt/m2 è possibile costruire unità abitative senza grandi attenzioni o ‘’accortezze’’.
    I veri aggregati compatti a servizio degli edifici NZEB/Passiv riescono a riscaldare a raffreddare le nostre unità abitative con la portata dell’aria solo di rinnovo ecco quale è il concetto principale.
    In caso contrario vi è la necessità di prevedere più canali d’aria di ricircolo.
    Vediamo i difetti di tutti gli impianti ad aria che funzionano in ricircolo o quali siano gli accorgimenti da prendere in considerazione :
    La distribuzione dell’aria di ricircolo necessaria per il condizionamenti degli ambienti a valle dell’aggregato compatto nella maggiorparte dei casi, per semplicità d’installazione e per costi sono realizzati mediante tubazioni flessibili e questa tipologia di tubazioni forniscono nel tempo una superficie nutriente per i microorganismi. I materiali , la conformazione delle superfici e la configurazione geometrica dei componenti del sistema devono essere tali da impedire il deposito o l’adesione di agenti contaminanti. Tutti i componenti devono essere accessibili per l’ispezione e la pulizia. Tali accorgimenti risultano impraticabili. Ricordo che è necessario ridurre al minimo l’impiego di condotti flessibili, prive di superfici interne lisce, in quanto difficili da pulire; inoltre in caso di elevata contaminazione, tali dispositivi devono essere obbligatoriamente essere sostituiti.
    Un impianto a tutt’aria con ricircolo genera nelle abitazioni un ricambio d’aria compreso tra i 5 e i 7 Vol/h, e tale flusso d’aria non è cosi confortevole oltre al fattore di essere poco gestibile. Pensiamo di notte se si dovesse avviare quali potrebbero essere i rumori generati oltre a prevedere griglie di transito sulle porte o mantenere le basi delle porte sollevate di almeno 2 cm.
    4° domanda:
    Cosa voglio ottenere dal mio edificio ? Che sia costruito bene, che sia longevo e duraturo.
    Risposta :
    Tutti gli edifici sono progettati e costruiti per dare una durata nel tempo di circa 50 anni. Bisognerebbe dare più attenzione al sistema di manutenzione degli impianti e ridurre i costi di gestione.
    Per fare ciò le consigliamo di trovare un professionista che utilizza software PHPP, che sappia calcolare i ponti termici ad elementi finiti e che le sa consigliare bene i serramenti, l’impiantistica e una ottima tenuta all’aria dell’edificio con valori di n.50 < 0.6.
    5° domanda:
    Avendo una parete di Max 46 cm qual è la soluzione migliore ?
    Risposta :
    La soluzione migliore è considerare tutto il complesso edilizio affinchè la dirrenza tra dispersioni e apporti porti a un carico termico inferiore a 10 Watt/m2 e poi pensare a quanto fotovoltaico inserire per generare un edificio NZEB.
    Comprendere solo la valenza di trasmittanza di una parete non avrebbe un senso.
    6° domanda:
    Meglio un cappotto esterno generoso che mi dimessa i ponti termici e probabilmente mi costa meno ? o non dura negli anni ? o meglio intercapedine ?
    Risposta :
    Per definire la tipologia di coibente risulta sempre essere una calcolo che il suo professionista trova simulando più volte i risultati fino a quando non trova il giusto compremesso sempre tra dispersioni e apporti. Il concetto rimane sempre lo stesso per tutti pertanto pensare ad unico binario non è una scelta corretta.
    Tutti i sistemi coibenti se ben studiati permangono nel tempo. Se intende proteggere un eventuale cappotto da episodi esterni quali biciclette o altro esistono sistemi rinforzati oppure le dovrà proteggere con altro materiale, ma potrebbe scegliere, calcoli permettendo, solo mattone performante.
    Cordiali saluti

  48. Mi è capitato spesso di ascoltare committenti insoddisfatti dei loro professionisti: la critica al proprio architetto o al proprio ingegnere è di solito di natura confusa e personalmente evito di partecipare a questi sfoghi.

    Comunque sia, le cose stanno così:
    nessun risarcimento a titolo contrattuale potrà essere chiesto al professionista per l’inadempimento o il non corretto adempimento dell’incarico (Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza n. 2040 del 4 febbraio 2015).

  49. Avatar Fabio De Luca
    Fabio De Luca

    All’interno della definizione Nzeb in Italia rientrano “tanti” edifici ma bisogna capire quali lo sono realmente.
    Io progetto un edificio a tutt’aria solo se questo rientra all’interno di determinati valori e le posso assicurare che solo alcune volte l’edificio poteva essere riscaldato e raffreddato solo ad aria perché in tutti gli altri casi, nonostante avessi pareti da 0,10 infissi di un certo tipo, risolto tutti i 30 – 40 ponti termici in modo da azzerarli, ottimizzato l’esposizione, non sono riuscito a rientrare in certi valori – quindi ho dovuto considerare un altro tipo di impianto.

    Nel suo caso, se il termotecnico le dice che riesce con l’aggregato compatto a soddisfare i suoi fabbisogni, non capisco dove sta il suo problema.
    Un impianto a tutt’aria, per garantire un determinato comfort all’interno degli ambienti, non deve assolutamente superare determinate velocità e portate di aria altrimenti seccano l’ambiente e viene meno il comfort, appunto, per la velocità dell’aria e anche il comfort acustico dovuto ai grandi volumi d’aria di cui necessita per garantire determinate potenze.

    Per quanto riguarda il metano le posso assicurare che negli ultimi dieci anni non mi è capitato di utilizzarlo nei miei progetti.

    Nella progettazione non guardo se il fabbisogno è coperto dalla potenza che la macchina mette a disposizione ma tutta una serie di ulteriori considerazioni che permettono di progettare il comfort.
    Se il suo edificio ha un certo fabbisogno e lei pensa che a livello progettuale basta che la macchina “ce la fa”, ben venga, ma non rientra nel mio modo di progettare.
    Se ha già deciso l’aggregato compatto da utilizzare non capisco perché sta ancora chiedendo conferme per questo tipo di impianto.

    Tornando al suo edificio se ha ottimizzato il rapporto di forma, l’esposizione, gli ombreggiati, ha ridotto all’osso i ponti termici dell’involucro e degli infissi, ha ottimizzato gli spessori degli isolamenti degli elementi orizzontali e il suo ultimo dubbio è se fare un isolamento esterno o un isolamento in intercapedine, le consiglio di valutarli entrambi considerando la prestazione ed il costo delle due alternative. Secondo me sono entrambe valide soluzioni.

  50. Avatar Alessio
    Alessio

    Dunque per NZEB ovvero che sia meglio di un A4. Poi non capisco la domanda….c è un definizione di NZEB? Si. E allora…
    Detto ciò, ho notato che l articolo è stato modificato e di cio mi compiaccio.
    Non ritengo corretta la considerazione che un edificio a tutt aria debba avere particolari accortezze…anzi mi spingo a dire che è falso. Un edificio x ha un fabbisogno energetico estivo ed invernale? Bene se la macchina x ce la fa non vedo le “accortezze” che menziona. Piuttosto vedo fior di finti esperti (non mi riferisco a voi sia ben chiaro) e termo tecnici che demonizzano il tutt’ aria in favore dell’ ormai vetusto ed irregolabile riscaldamento a pavimento magari con ancora il gas metano e il solare termico (oscenità) ma senza VMC. Va bene tutto ma….il tempo dell’ incompetenza e delle mazzette dei produttori/installatori di radianti e caldaie temo sia in declino…
    Conosco diverse abitazioni con la brofer (cito questa perché è la più potente e tecnologicamente avanzata (portata d aria costante) non la devo pubblicizzare) che non sono NZEB ma A4 se no A3.
    Precisato ciò tra pochi mesi entra in vigore l obbligo per gli edifici di essere NZEB…quindi non mi pare di chiedere la luna. Anzi il minimo legislativo ormai.
    Cosa Voglio ottenere dal mio edificio?
    Che sia costruito bene, che sia longevo e duraturo, che le pareti abbiano trasmittanza uguale od inferiore a 0.20. Avendo una parete di Max 46cm qual è la soluzione migliore?
    Meglio il cappotto esterno generoso che mi azzera i ponti termici e probabilmente mi costa meno? O non dura negli anni?
    O meglio ad intercapedine? Immagino costi un Po di più ma in teoria l isolante è protetto ed pressoché eterno…
    Punto chiarito è che se ad intercapedine la parete grossa vuole interna. Nel mio caso evidentemente degli incompetenti mi hanno progettato il contrario. Nessun problema, Mai saranno pagati.

  51. Sarebbe interessante capire cosa intende per NZEB o cosa si aspetta dal suo nuovo edificio a livello di comfort. Consideri che l’edificio deve avere un fabbisogno energetico molto basso e deve essere ben studiato nei minimi dettagli per poter essere riscaldato e raffreddato solo con aria. I pilastri e i solai “coperti” con 5 cm non penso siano adeguati in un edificio performante ma come le dicevo nella risposta precedente dipende tutto da cosa vuol ottenere dal suo edificio.

  52. Avatar Alessio
    Alessio

    L’ abitazione sarà un tutt’aria, no riscaldamento a pavimento o radianti vari.
    La richiesta è che sia NZEB.
    Casa su due piani 140 mq esterni (70 p.t. +70 1°P. – netti interni sono 55+55), 110 interni, in pianura padana in Emilia, provincia di Ferrara (zona climatica E), zona sismica grado 3 credo (cmq epicentro del terremoto del 2012 che ha colpito l’emilia). Muratura di tamponamento. Non avendo cappotto esterno i pilastri verticali in calcestruzzo e solai orizzontali ricoperti se non erro da 5 cm di EPS o Celenit.
    Abitazione senza gas metano, ma tutta elettrica (fotovoltaico 6,2kW):
    Piano cottura ad induzione, Acqua calda sanitaria, vmc, de-umidificazione, riscaldamento e raffrescamento tutto affidato alla Brofer HPU600.
    Infissi: Marca: Internorm Modello: KF520 Triplo vetro – Valore Medio Uw (calcolato): 0.72 W/m²K
    Monoblocchi infissi: Marca: Hella Modello: Trav Frame
    Questo il mio caso…

  53. Avatar Fabio De Luca
    Fabio De Luca

    Per quanto riguarda il miglior compromesso le posso dire che dipende tutto da lei perché tutti i pacchetti, se ben progettati, portano allo stesso risultato. Se guarda il costo del pacchetto di tamponatura, capisce che ci possono essere delle soluzioni, se guarda la durabilità ce ne sono altre, se guarda la salubrità ce ne sono altre ancora.
    Con 46 centimetri di spessore si possono fare diverse soluzioni.
    Una soluzione può essere la migliore per lei ma non per un’altra persona, quindi capisce che deve essere riferita alle richieste della persona in quel determinato edificio. Saluti

  54. non si sa mai a chi credere…? trovare la persona giusta non è roba da pagine gialle!
    il dentista come lo ha scelto? economico? vicino? sottocasa?
    l’auto come l’ha scelta? anche qui ogni casa dice la sua e parla solo male degli altri.

    torniamo alla sua muratura.
    lei è quasi certamente un esperto-lettore, dunque avrà già capito che personalmente ho un debole per il blocco in laterizio rettificato non farcito di isolante. perfetto, salubre, semplice, veloce che altro volere?
    fabio forse ha un debole per un’altra soluzione…

  55. Avatar Alessio
    Alessio

    Si sono ancora in fase progettuale. Purtroppo sono anche deluso dal comportamento di numerosi professionisti o che perlomeno si spacciano tali. Passa proprio la voglia di costruire. Non si sa mai a chi credere, ognuno dice la sua…
    Tra l altro a sto punto che non mi convenga fare il classico cappotto esterno con laterizio interno….insomma la parete può essere fino a 46 cm nel mio caso….qual è il miglior compromesso? Il miglior rapporto qualità prezzo? L’ isolamento in intercapedine ha una tripla posa alla fine…. il cappotto esterno più laterizio interno solo due pose. Cioè se il cappotto esterno non da problemi (oltre a garantirmi il massimo della correzione dei ponti termici) e dura quanto la casa non vedo perché imbarcarmi in una soluzione ad intercapedine….
    Tenendo conto che la trasmittanza la voglio uguale o minore a 0.20 e non credo sia un problema con 46cm……
    Poi un altra cosa…. nel mio caso la soluzione giusta e corretta o comunque migliore è una. Lo si dica chiaro e tondo se quella che mi hanno progettato è errata e ne prendo atto. No a mille giri di parole alla politichese altrimenti chi come me è ignorante in materia rischia di rimanerlo perché nessuno prende posizione e ha il coraggio di sostenere e validare ciò che scrive. Senza polemica alcuna…Ancora grazie.

  56. Avatar Fabio De Luca
    Fabio De Luca

    Salve Alessio, mi sembra di capire che si trovi ancora a livello progettuale. La soluzione ottimale è sicuramente quella con il blocco “spesso” sul lato interno, l’isolamento in intercapedine ed il laterizio “sottile” all’esterno. Questo proprio per avere più “massa” all’interno. Se invece la parete è già stata realizzata allora può considerare di fare un intonaco di argilla di alcuni centimetri in modo da avere uno strato di accumulo adeguato. Saluti

  57. non si usa mai la muratura esterna meno spessa… è, come ho scritto, una scelta dettata dall’istinto.
    e una buona fetta del patrimonio edilizio è stato costruito con l’istinto.

    non le voglio dire di cambiare termotecnico e non intendo salire ad un livello di incompetenza.
    la posso però assicurare che lo spessore sottile di laterizio esterno non presenta nessuna criticità come umidità superficiale del lato interno e nessun rischio di condensazione interstiziale.

    se la preoccupazione è riferita all’umidità che si accumula d’inverno nella stratigrafia ricordiamo che il laterizio è materiale con grande assorbenza capillare.

    per curiosità può andare a leggere la valutazione dei parametri termotecnica a questo link
    http://www.fornacidimasserano.com/informazioni-tecniche-linea-tris/valutazione-dei-parametri-termotecnici

  58. Avatar Alessio
    Alessio

    Salve Sampaoli, avevo già letto in rete che sarebbe meglio mantenere la muratora “grossa” dentro.
    Il mio progetto attualmente prevede l’ esatto opposto, alla mia proposta di “scambio” pareti così mi ha risposto il termotecnico:

    “non si usa mai la muratura esterna meno spessa per motivi di condensa interstiziale fra gli strati di pacchetto in quanto il salto termico fra le due superfici è minimo e ti ritrovi una temperatura ancora bassa al’interno del muro con possibile formazione di condensa.”

    Allego stratigrafia del progetto https://gofile.io/?c=nXiH91
    Allego anche foto di un’altro cantiere precedentemente svolto (in questo caso il poroton esterno è da 30cm): https://imgur.com/a/ViJ1tJx https://imgur.com/a/uKt7pvM

    Che mi dice? Devo cambiare geometra e termotecnico?
    Grazie.