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isolamento sottotetto - Tetto coibentato non ventilato in legno con guaina ardesiata 1

Tetto coibentato non ventilato in legno con guaina ardesiata

6 risposte

Ho deciso di pubblicare questo commento di Manuel in questo articolo proprio per dedicare più spazio e attenzione a quello che sta succedendo a questo tetto in legno con pacchetto termoisolante NON traspirante:

il racconto dello stato delle cose:

Buonasera sono Manuel… grazie per esistere….

Il mio problema è molto grave, ho acquistato casa nuova a ottobre scorso e lo stabile condominio di 3 piani ha solo 1 anno e mezzo.
Il tetto per capitolato non è ventilato e così composto:

  • Travi portanti in pino lamellare
  • Perline
  • Barriera al vapore
  • Fibra di legno 4 cm
  • Isolante sintetico 12 cm
  • Tavolato
  • Guaina ardesiata
  • Tegole

Inizialmente, a maggio, ho notato una consistente infiltrazione di acqua nel sottotetto con formazione di grande quantità di muffa (o funghi di colore tendente al rosa) tra le perline e il muro interno.

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Col passare del tempo tutta la zona del sottotetto si è riempita di muffa costringendomi a disinfettare e lavare vestiti e scarpe che erano in questo locale.
Dopo l’intervento del costruttore, in questa zona, non ho avuto altri segni di infiltrazioni –
l’acqua entrava attraverso il passaggio di un tubo dei pannelli solari – ma dopo pochi giorni notavo la presenza dello stesso fungo in vari punti della lavanderia, del bagno e del disimpegno e nella fascia molto alta del tetto.

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In presenza di piogge le goccioline di acqua macchiavano anche il pavimento.

A metà giugno il costruttore faceva aprire con l’uso di motosega la zona interessata dalle infiltrazioni:

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tagliando la guaina si notava sotto di essa la presenza di acqua, il tavolato superiore era vistosamente bagnato, i pannelli isolanti erano bagnati, i morali in legno, di contenimento, erano completamente marci (neri cone fossero bruciati), la fibra di legno era molto bagnata, la barriera al vapore presentava chiazze bianche riconducibili al fungo di cui sopra, le perline e i travi interni sembravano intatti.

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L’area attorno alla zona aperta circa 4×3 m è ancora con molta probabilità nelle stesse condizioni.

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Nell’area aperta sono stati sostituiti i pannelli bagnati con lana di roccia, la barriera al vapore, i morali e il tavolato. Sono state ripristinate le guaine e sono stati creati 5 punti di micro-ventilazione.

tetto-coibentato-non-ventilato-legno-guaina-ardesiata-vapore-infiltrazioni-04

La zona immediatamente sotto al Velux del bagno, all’altezza del punto creato per la ventilazione, presenta ancora morali vistosamente deteriorati.

Sono stati creati due punti di mirco-ventilazione anche all’altezza del locale sottotetto.
In questa zona, immediatamente sotto la guaina, vi era un lieve presenza di acqua: il tavolato sembrava pressochè sano, i pannelli isolanti sintetici lievemente bagnati, la fibra di legno era molto umida. In questo punto non si vedevano morali in legno.
Dopo la riparazione, al primo acquazzone ma in un punto diverso si è riformato il famoso fungo…

Mi sono rivolto ad un legale ma la cosa assurda è che non si sa quale sia il problema… Parlano di condensa… Progettualmente è corretto? La ringrazio per l’attenzione che mi darà e sarò sicuramente riconoscente…

Grazie Manuel…

Come rispondere a questa domanda e allo stato delle cose?

 Ci provo così:

Quando l’impermeabilizzazione della copertura è difettosa non è il pacchetto termoisolante progettato il responsabile del danno – semplicemente l’acqua piovana ha trovato il modo di infiltrarsi.

Si fosse trattato di un tetto in latero cemento, probabilmente non sarebbero cresciuti i funghi, ma di certo l’intonaco interno avrebbe reagito male e alla lunga anche lui avrebbe offerto una superficie bagnata ideale per colonie di spore.

Parlando invece del progetto della stratigrafia, si deve ammettere che trattandosi di un tetto in legno era importantissimo garantire una efficace traspirazione del tetto senza ostacolare la migrazione del vapore e garantendo la tenuta all’aria.

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In questo caso specifico sembra che sia stata posata una barriera al vapore sul lato caldo e una guaina ardesiata sul lato freddo.

La barriera al vapore posata sul lato caldo (interno) avrebbe anche dovuto garantire la tenuta all’aria dell’involucro edilizio (volume riscaldato), quindi, se si sono evidenziati gocciolii in casa è evidente che il telo non garantisce la tenuta e probabilmente ha sormonti o nastrature difettosi.

Spesso nelle stratigrafie si legge “barriera vapore” ma altrettanto spesso, se si va alla ricerca del codice materiale impiegato, si scopre che si trattava di un freno al vapore (valore Sd > 0,2m) e non di una barriera (valore Sd > 100m). In questa eventualità, durante il periodo di riscaldamento, nello strato di coibentazione migra ulteriore vapore che non potrà attraversare la guaina ardesiata.

Se si trattasse di un pacchetto isolante perfettamente confinato tra due barriere al vapore (quella sul lato caldo e quella sul lato freddo) potrebbe comunque esserci una certa quantità di vapore contenuta nei materiali in fase di cantiere e questa si condenserebbe all’intradosso della guaina ardesiata nel periodo invernale e all’estradosso della barriera al vapore sul lato caldo nel periodo estivo: questo a causa della inversione stagionale della direzione della migrazione del vapore.

Per fare ulteriori ragionamenti sulla copertura ed il risanamento del pacchetto si deve assolutamente individuare quale fosse la qualità del telo posato sul lato caldo della stratigrafia (il costruttore può facilmente risalire alla voce di fornitura e consultare la scheda tecnica del materiale utilizzato).

Il telo freno al vapore che è stato nastrato nella zona della copertura aperta con la motosega (si vede nella foto n.3) forse è solo provvisorio – non andrebbe certamente in accordo con una copertura che non prevede traspirazione una zona dove invece è possibile un certo passaggio di vapore…

I nuovi punti di aerazione del pacchetto tetto ancora bagnato non peggiorano la situazione ma probabilmente non riusciranno a permettere una corretta asciugatura anche per la presenza dei pannelli isolanti sintetici che poggiano sui pannelli in fibra di legno – inoltre devo ricordare che la migrazione del vapore in estate è dall’esterno verso l’interno e non viceversa.

La descrizione della presenza di muffa nell’ambiente sottotetto mi fa pensare ad elevati livelli di umidità interni dovuti a superfici fredde che tendono a condensare il vapore interno: le superfici fredde sono ovviamente zone non sufficientemente coibentate mentre il vapore può essere presente (dimentichiamo per un attimo le infiltrazioni del tetto) per mancata ventilazione o per normale migrazione del vapore da ambienti vicini o sottostanti riscaldati verso quelli poco o non riscaldati.

            

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copywriter, content creator & web editor – Federico Sampaoli  consulente tecnico per l’isolamento termico dell’involucro edilizio

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6 risposte a “Tetto coibentato non ventilato in legno con guaina ardesiata”

  1. il fenomeno della condensa sul lato interno è tipico di una stratigrafia che ha previsto sul lato più interno un freno al vapore troppo forte oppure una barriera al vapore: il pacchetto isolante non riesce ad asciugare naturalmente nel periodo estivo perchè è impossibilitato a smaltire i grammi di acqua accumulati nel periodo invernale.
    si deve verificare dalle bolle di consegna la scheda tecnica del telo arrivato in cantiere.
    nel periodo invernale il pacchetto, di fatto non riesce a traspirare per la presenza della finitura con piastrelle.
    la presenza di condensa nei corrugati elettrici indica che l’impianto elettrico non ha previsto di garantire la tenuta all’aria: solitamente questo errore si nota in inverno quando l’aria calda e umida spinge nelle tubature e arriva a condensare quando la linea dell’impianto arriva all’esterno o in zone fredde.
    in questo caso il fenomeno è estivo (temperatura interna più bassa di quella esterna).
    con le foto di cantiere si possono forse verificare le nastrature dei passaggi impiantistici nella stratigrafia, forse non sono state fatte e questa può essere la causa di tanta umidità presente nel pacchetto.
    trattandosi di una struttura a telaio si dovrebbe anche verificare i danni dell’umidità e dell’acqua presente in prossimità delle parti in legno.
    se il legno ha iniziato ad evidenziare qualche marcescenza si dovrà rivedere la staticità.

    nel caso che il pacchetto sia asciugato completamente, che la struttura in legno non abbia danni, e che si possa mantenere quanto già posato si deve
    – garantire la tenuta dei passaggi impiantistici
    – verificare che la tenuta all’aria del nodo parete-tetto sia stata eseguita
    – posare un nuovo freno al vapore più idoneo alla situazione climatica sul lato interno

    senza andare per tentativi o per immaginazione, si dovrebbe partire con l’analisi
    – dei disegni esecutivi di questi particolari
    – delle foto di cantiere riguardanti la posa dei teli
    – delle schede tecniche dei materiali effettivamente arrivati in cantiere ed installati (non sempre alla progettazione segue l’esecuzione fedele!)

  2. Avatar Per.Ind Francesco Denegri
    Per.Ind Francesco Denegri

    Buongiorno, vorrei porgere un quesito particolare. Durante una ristrutturazione è stato installato in una villa sita a Sassari (in campagna), un pacchetto del tipo TIMBER FRAME ( struttura a telaio in legno ) così composto: (dall’esterno verso l’interno)
    1 –Piastrelle di Klinker
    2 – Massetto da 80mm
    3 – Freno Vapore
    4 – OSB 25 mm
    5 – Lana di vetro Isover 100mm
    6 – Coibentazione lana di vetro ISOVER 100mm
    7 –Freno Vapore
    8 – Cartongesso BA13 da 15mm.

    Durante l’accensione dell’impianto di raffrescamento, sin dalla prima stagione estiva, all’interno del pacchetto si sono riscontrati elevatissimi fenomeni di condensazione con lo strato di lana di roccia più a contatto con la parte interna completamente intriso di acqua; così come verificato dopo l’apertura del pacchetto isolante. L’acqua racchiusa all’interno del pacchetto dopo circa un ora di funzionamento dell’impianto, iniziava a fuoriuscire dai corrugati elettrici dei lampadari. La zona di intervento è di 80m², secondo le analisi effettuate il problema è prettamente legato al “freno vapore” dato che nella stagione estiva il vapore migra dall’esterno verso l’interno, creando una situazione di concetrazione di vapore elevatissimo. Non conoscendo bene questo tipo di strutture, quale potrebbe essere una soluzione poco invasiva dato che la casa è appena stata finita?
    La ringrazio anticipatamente se avrà modo di rispondere.
    Cordialmente Per.Ind. Francesco Denegri.

  3. è anche pubblicato un articolo dedicato.

    premesso che per questa estate 2017 sarà quasi impossibile correre a fare un intervento di coibentazione sul tetto, e dunque non resta che il suggerimento del condizionatore (almeno in classe energetica A o superiore preferendo gli inverter (che adeguano la potenza all’effettiva necessità e riducono i cicli di accensione e spegnimento)) approfittando degli incentivi per l’acquisto di una pompa di calore destinata a sostituire integralmente o parzialmente il vecchio impianto termico (Ecobonus, 65% fino al 31 dicembre 2017, oppure Conto termico)…

    premesso tutto questo, io che lavoro e lotto per evitare gli impianti, ricordo che la protezione dal caldo non significa raffrescamento!

    quello che succede al suo sottotetto è un veloce e forte surriscaldamento del solaio inclinato impermeabilizzato con i coppi.
    lo sfasamento insufficiente che sarà intorno alle 4-6 ore (dipende dalla qualità costruttiva e dallo spessore del solaio) significa che dopo poco tempo l’onda termica ha attraversato la stratigrafia del solaio ed inizia a cedere energia all’interno degli ambienti sottostanti portandoli ad un altrettanto veloce surriscaldamento che per ore continua nelle ore serali e notturne.

    l’effetto forno del periodo estivo si potrebbe misurare con un termometro ad infrarossi da due soldi puntandolo sull’intonaco interno verso l’alto: sicuramente mostrerà temperature superiori ai 33-36°C.

    ma cosa succederebbe se lo stesso solaio fosse ben coibentato con la migliore soluzione per la protezione dal caldo estivo (fibra di legno di spessore da decidere in base ai calcoli)?
    trovandoci con una stratigrafia di un tetto pesante isolata esternamente con fibra di legno, le ore di sfasamento passerebbero da poche ore ad almeno 15-16 o più in base allo spessore deciso in fase progettuale.

    tornando a fare una misurazione nel momento estivo più torrido e con temperature interne raggiunte ormai intorno ai 29°C si scoprirebbe che il solaio non è più surriscaldato come negli anni passati e si registreranno temperature superficiali interne prossime ai 27-28°C:
    ciò permette anche di poter fare una minima ventilazione notturna e affrontare una nuova giornata con temperature interne intorno ai 25-26°C

    la ventilazione notturna è l’abc della sopravvivenza perchè permette di “sgonfiare” la casa del calore accumulato. ma con la coibentazione non si avranno più solai pesanti e roventi.

    ovviamente l’intervento non sta garantendo di stare freschi: infatti non raffresca! infatti non è un impianto artificiale! o artificioso!

    la soddisfazione di un tetto coibentato contro il caldo continua al cambio stagionale perchè eviterà le dispersioni invernali, conterrà le spese per riscaldamento ed offrirà un comfort fino a prima sconosciuto grazie a temperature superficiali interne vicine a quelle ambiente (18-19°C).

    allora, per togliere il grande dubbio “la spesa darà benefici reali?” cosa posso aggiungere?

    se dopo aver isolato il tetto con materiali idonei (un isolante non è di per sè, perchè isolante, un materiale adatto alla protezione dal caldo) si farà
    – corretta ombreggiatura
    – ventilazione naturale notturna
    l’intervento sul tetto darà tutti i benefici sperati.

    ricordiamoci sempre però! che un ottimo tetto non offre la magica funzione “deumidificazione” e spesso, purtroppo, è l’umidità presente nell’aria che fa percepire una temperatura molto più alta di quella reale.

  4. Avatar Andrea Miclausig
    Andrea Miclausig

    Buongiorno. Sono Andrea e ho 27 anni.
    Vivo con la mia compagna in un sottotetto, sopra i suoi genitori. Mentre quando furono fatti i lavori un minimo strato di isolante (polistirolo) fu messo sulle pareti laterali, sul soffitto niente. Il soffitto è in cemento armato con i coppi appoggiati direttamente sopra. Fa un gran caldo d’estate (alle 7 di mattina ho 30 gradi) ed un gran freddo d’inverno (se alle 23 ho 22-23 gradi, la mattina ne ho 18). Sto quindi pensando di far coibentare il tetto esternamente (internamente è troppo basso). Togliere i coppi, mettere l’isolante (lana di roccia?) e riappoggiare i coppi.
    Il mio dubbio è: la spesa darà benefici reali? Ci sarà un cambiamento tangibile oppure mi conviene investire quei soldi in un impianto fotovoltaico da 5-6 KWh e mettere un condizionatore potente davvero? So che non è la stessa cosa, ma se devo spendere senza un beneficio tangibile, preferirei la seconda opzione. Giusto per capirci un pò, allo stato attuale i muri di casa (tutti, non solo quelli esterni) la sera verso le 20 in questo periodo sono più caldi della mia mano, quindi intorno ai 40 gradi. Non essendo ferrato in materia e avendo paura di essere fregato mi sono iscritto qui alla ricerca di consigli!

    Grazie!

  5. è corretto ragionare sull’isolamento interposto tra le travi.
    rifacendo il manto di copertura per posare una guaina impermeabile si ottiene un pacchetto traspirante in una sola direzione (verso l’interno in periodo estivo).
    rifacendo il manto di copertura per posare una guaina impermeabile e traspirante si ottiene un pacchetto traspirante con l’esigenza di creare uno strato di ventilazione sotto le tegole.
    la cosa più importante è garantire la tenuta all’aria dell’ambiente riscaldato.
    naturalmente offro la mia attività di consulenza anche a distanza

  6. Avatar Alessandro
    Alessandro

    Ho una casa singola a Varese.
    Il tetto e’ cosi costituito: perline, travi tetto 15 cm, correnti su cui poggiano le tegole.
    Ovviamente la protezione al freddo e’ nulla. Vorrei isolarlo utilizzando intercapedine tra le travi per uno spessore di 15 cm e finire con assito e guaina. Cosa ne pensa? E’ possibile un consulto (a pagamento) a distanza?

    Grazie