consulenza per efficienza energetica

fibrogesso differenza cartongesso

Il cartongesso non è fibrogesso

6 risposte

Nel precedente articolo “Finiture interne in cartongesso e clima interno confortevole” facevo notare come le proprietà termiche di un componente edile con finitura interna in lastre di cartongesso siano scarse.

 Avevo parlato dell’importanza di ottenere più massa interna e più inerzia, quindi si parlava di capacità termica areica.

Ma cos’è è che ha una lastra in fibrogesso che il cartongesso non ha?

Spesso le lastre di quel genere vengono chiamate con nome improprio, forse per la confusione, forse perchè non si conoscono bene le differenze.

fibrogesso differenza cartongesso

Il fibrogesso è un pannello di gesso rinforzato con fibre di cellulosa di carta riciclata, è molto resistente alla compressione, all’acqua e anche al fuoco.

Il cartongesso invece teme molto l’umidità: è fatto di gesso racchiuso tra due fogli di cartone.

cartongesso

Una parete in fibrogesso si può anche intonacare e questo aspetto è importante quando la stratigrafia vuole qualche millimetro di intonaco a base calce oppure un intonachino fine in argilla.

I suoi 1.150 kg/m³ e il suo calore specifico 1100 J/kgK possono dunque essere ancora migliorati.

Quindi, se possiamo, evitiamo di acquistare lastre in gesso rivestito (un nucleo di gesso  rivestito di speciale cartone).


federico sampaoli espertocasaclima

copywriter, content creator & web editor – Federico Sampaoli  consulente tecnico per l’isolamento termico dell’involucro edilizio

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6 risposte a “Il cartongesso non è fibrogesso”

  1. @ nicola

    forse nel suo caso eviterei pannelli o soluzioni simili e mi preoccuperei di
    dare un Primer polivalente senza solventi rinforzato con quarzo per pretrattamento di sottofondi lisci non assorbenti per fare un ponte di aderenza
    poi applicare una lisciatura a base calce che tra le altre cose è un materiale antipatico alle muffe

  2. Buongiorno,
    vorrei chiedere un consiglio in merito a che prodotto sia meglio utilizzare.
    Nella ristrutturazione di casa, si è deciso di lascire le vecchie piastrelle a parete del bagno(che rivestono le pareti da terra fino al soffitto), e posare le nuove sopra le vecchie. Le nuove non andranno fino a soffitto, ma si fermeranno circa a metà altezza. Nella metà superiore vorremmo incollare delle lastre(tipo cartongesso), per coprire le piastrelle vecchie e rendere la parete complanare con le nuove piastrelle.
    Le lastre in questione(sp.massimo 10mm, meglio 8mm) si troveranno tra una “barriera vapore”(le vecchie piastrelle) e l’umidità del bagno.

    Quale prodotto mi consigliate? Nello spessore così fino ho trovto solo: cartongesso, fibrogesso, fibrocemento, silicati di calcio idrati(ma con la rasatura armata diventerebbe troppo spesso).

    Grazie.

  3. Avatar Faletra Pasquale
    Faletra Pasquale

    Non posso che confermare quanto ti è già stato detto. Ogni edificio ha una storia a se. Sopratutto se vuoi risolvere definitivamente il problema dei ponti termici non puoi far altro che valutare attentamente la situazione con un tecnico con una preparaIone specialistica.
    Anche la scelta delle maestranze è fondamentale. Non avrebbe senso scegliere il miglior materiale se la manodopera non è sufficientemente preparata.

  4. se le facessi il progetto via blog i miei clienti mi frusterebbero… e non lo potrei fare senza conoscere lo stato di fatto dell’edificio.
    inutile ricordare che i ponti termici sono aspetti da curare con attenzione, e il sottotetto è da valutare nello spessore per ottenere sfasamento adeguato (meglio con materiali NON insalubri).
    il freno al vapore è indispensabile solo per materiali come la fibra di legno che è molto aperto alla diffusione e contiene molto bene le dispersioni termiche (raffreddando molto l’elemento edile esterno).

    tornando alle scelte: esse si devono anche fare in base a chi farà il lavoro, alla squadra o al fai da te. non tutte le lavorazioni sono fattibili per chiunque.

  5. come tenuta ai carichi (o meglio cosa rispondo alla moglie che vuol saper se restan su i quadri o i pensili della cucina) tra cartongesso fibrogesso e pannelli in argilla per esperienza come si comportano?

  6. Avatar Alessandro
    Alessandro

    Buonasera, leggo sempre il suo forum con molta attenzione ed essendo la prima volta che le scrivo, colgo l’occasione per farle i complimenti per la chiarezza e la puntualità con cui espone tutti gli argomenti. Attualmente sto prendendo in considerazione l’idea di ristrutturare casa, ma purtroppo mi trovo costretto ad un isolamento obbligato posto all’interno, comunque sposo la sua filosofia del “meglio poco che nulla”. Le due ipotesi che ho preso in considerazione sono: silicato di calcio oppure la fibra di legno. (al massimo 6 cm – di solo isolante- ) Del primo mi sono ben guardato il suo video sulla posa e successiva rasatura, lo trovo un materiale fantastico con caratteristiche inarrivabili per quanto concerne il comportamento dell’assorbimento dell’acqua e dell’effetto regolatore che ha sull’umidità, (inoltre vorrei associarlo ad un intonaco in argilla), ma mi rimane da capire in effetti: A Non necessita quindi di una posa di freno vapore, B il reale costo ad opera compiuta? sono realistici i 130 m2 per 8 cm. che ho trovato in internet? (così per avere un’unità di misura spannometrica). La seconda ipotesi, meno ardita in termini di scelta tecnica (pensi che qui nella bassa Bresciana molti non conoscono nemmeno il calcio silicato) riguarda una classica contro – parete con stratigrafia interno – esterno : intonaco a base d’argilla, lastra in fibrogesso fermacell vapor (lascio il link in fondo) sd (per una lastra ??!!) 3,8 (media tra i 2 ambienti), freno vapore BATRAS VARIABLE I µ 0,2/12 (igrovariable), fibra di legno THD 230 STD µ 3 (tutto della ditta 3therm), doppiuni spessore 25 cm (esistente) + intonaco. Ho cercato di seguire i suoi consigli creando una parete che avesse una traspirabilità crescente (da int. ad est.). A questo punto concludo rincarando la dose, trattandosi di un piano primo, sovrastante un’abitazione riscaldata, ma con un sottotetto freddo al di sopra, il migliorameno di queste condizioni dell’involucro (aggiunga che cambierò anche i serramenti), intervenendo poi all’estradosso del solaio con una coibentazione in lana di roccia, mi renderà sicuramente critico il ponte termico del cordolo solaio portandomi a rischio di muffa e/o condense? Meglio “risvoltare” le 2 soluzioni anche nel soffitto, pur dovendo far contro a tutti i problemi con l’arredo? (cucina alta, armadio a ponte, ecc..). La ringrazio molto per l’eventuale risposta e mi auguro che così come ho fatto io, molte possano appassionarsi al tema dell’efficienza energetica, grazie al lavoro svolto da tecnici qualificati come lei.
    http://www.fermacell.it/it/content/isolamento_termico_1293.php