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isolamento interno - Coibentare dall' interno con lana di vetro? 1

Coibentare dall’ interno con lana di vetro?

63 risposte

Se io potessi decidere per il mio committente anche il tipo di materiale da utilizzare per una coibentazione interna sicuramente non penserei mai ad un materiale isolante composto da lana di vetro o lana di roccia (prodotti molto simili a base di fibre minerali).

lana di vetro

La lana di vetro è 65% sabbia quarzosa/vetro vecchio, 14% soda, 7% dolomite, 4% feldspato e 4% calcare.

Le fibre vengono miscelate con il legante bakelite (resina fenolo-formaldeide), la percentuale di legante puo’ variare tra il 3% e il 19% in peso, ma le concentrazioni di formaldeide risultano nettamente inferiori al valore indicativo di 0,1 ppm. E’ il legante che dà la tipica colorazione gialla della lana di vetro.

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Durante i lavori si produce polvere, quindi mascherina, occhiali e guanti protettivi sono una buona idea per evitare le fibre che volano in ambiente. Solo in caso di un montaggio ermetico si evita qualsiasi inquinamento dell’aria in ambiante.

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Che dire?

 Preferisco materiali naturali, ma soprattutto aiutare un committente a scegliere, informandolo un po’ di più. Mi capita troppo spesso di incontrare famiglie che hanno acquistato abitazioni nuove senza conoscere nemmeno il materiale della coibentazione.


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articolo ideato, scritto e diretto da Federico Sampaoli, impegnato a favore delle persone, del comfort e dell’open information, titolare e caporedattore di espertoCasaClima – blog di informazione e comunicazione

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copywriter, content creator & web editor – Federico Sampaoli  consulente tecnico per l’isolamento termico dell’involucro edilizio

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63 risposte a “Coibentare dall’ interno con lana di vetro?”

  1. non conosco lo spessore della lana di vetro posata ma lei deve immaginare che tanto più spesso è l’isolamento interno e tanto più freddo risulterà il muro esterno.
    il rischio condensa sulla superficie interna della parete dove è rivestita con lana di vetro è reale, dipende anche dall’umidità interna prodotta, dalla temperatura esterna, dal clima e da tanti aspetti che tutti insieme aumentano o diminuiscono il rischio.
    il rischio aumenta anche in presenza dei passaggi impiantistici, immagini una presa elettrica che non garantisce nessuna tenuta all’aria.
    pensare di risolvere la migrazione del vapore con una pittura acrilica (a parte la sua scarsa salubrità in ambienti indoor) è un’idea poco buona.
    una pittura termica idem. sicuramente è da consigliare una pittura murale interna a base calce.
    non abbiamo però risolto il problema della migrazione del vapore che passando nel pacchetto isolante condenserà sulla parete fredda.
    immagino che allo stato attuale sia stata posata una lastra in cartongesso. la soluzione potrebbe essere posare un freno al vapore igrovariabile e poi rivestire tutto con una lastra in fibrogesso: il fibrogesso aumenta il valore di capacità termica periodica del lato interno a garanzia di un miglior comfort invernale e soprattutto estivo.
    i fori per i passaggi impiantistici vanno analizzati e progettati uno per uno.
    ricordo anche che l’isolamento interno va risvoltato dove incontra un divisorio interno o il solaio del soffitto per almeno 25 cm in modo da attenuare i ponti termici.

  2. Buonasera dottor Sanpaoli, grazie x i suoi consigli. Anch’io ho utilizzato i pannelli in lana di vetro all’interno del mio appartamento concordato con il mio architetto, (no termotecnico) che dice che non sia necessario un freno al vapore, e che é sufficiente una finitura con una pittura sintetica o termica che abbia funzione di barriera al vapore. Io invece, leggendo il suo blog, mi pare di capire di si.
    Dobbiamo dare ancora il tonachino.
    Grazie ancora

  3. con una struttura in legno probabilmente si troverebbe bene chi affronta un fai da te, mentre un applicatore si troverebbe meglio con le sotto strutture metalliche a cui è abituato.
    lo spessore previsto ( incollaggio + 40mm isolante + rasatura armata + finitura ) secondo me equivale grossomodo all’isolante + cartongesso o meglio fibrogesso da 12,5mm di spessore.
    non si dovrà posare una barriera al vapore ma un freno al vapore igrovariabile, per esempio quello suggerito nell’articolo.

  4. Avatar giovanni
    giovanni

    Chiarissimo signor Federico. Infatti l’appartamento verra’ utilizzato solo d’inverno. Per collocare i pannelli a secco dovrei dare una struttura in legno? Il problema e’ che gia tutto predisposto per lo spessore dei pannelli di 4cm, per fare un ulteriore rivestimento in fibrogesso la vedo dura. C’e’ un alternativa. Per quanto riguarda la barriera al vapore igrovariabile, se posso metterla, vorrei un consiglio quale potrebbe essere quella piu idonea.
    Ancora mille grazie per i preziosi consigli e complimenti x il bellissimo forum.

  5. Quella malta cementizia monocomponente per l’incollaggio e la rasatura di pannelli termoisolanti la utilizzerei per sistemi di isolamento a cappotto e non negli ambienti interni.
    premesso che la lana di vetro è un isolante adatto a contenere le dispersioni termiche invernali e non a proteggere dal caldo,
    se si vuole comunque utilizzare in clima caldo (Sicilia, zona C) è meglio impiegarla come isolamento interno a secco e rivestimento in fibrogesso con lo spessore più forte possibile per ottenere uno strato di massa sul lato interno.
    a protezione dell’isolamento interno dal rischio di condense interstiziali si deve prevedere un freno al vapore igrovariabile.

  6. Avatar giovanni
    giovanni

    Salve, ho gia aquistato dei pannelli in lana di vetro Isover da 4 cm per coibentare dall’interno un appartamento in Sicilia, zona C, mi è venuto il dubbio, leggendo il suo forum se posso attaccarli, con il mapetherm AR1 che mi fornisce l’azienda con relativa armatura e tasselli, come da prassi, o è più opportuno dare sempre la rete con una malta a base calce o altro.
    Grazie mille, attendo un suo consiglio.

  7. le prestazioni sono ottime, non discuto.
    non so se si tratti di una coibentazione dall’interno o altro intervento.

  8. Avatar StefanoM.
    StefanoM.

    Pur conoscendo la sua predilezione per la fibra di legno volevo chiederle che opinione ha in termini prestazionali dei nuovi prodotti in lana di vetro (tipo ISOVER 4+ o G3) che sembrerebbero sulla carta aver risolto i suddetti problemi di salubrità degli ambienti. In questo caso il legante è naturale (zucchero-limone) e le materie prime risultano ecosostenibili (prodotti riciclabili e rinnovabili). Molti costruttori con cui mi sono confrontato mi hanno invece sconsigliato (pur dicendosi disposti ad accontentarmi) l’uso della fibra di legno sia in termini di costi (per ottenere prestazioni di un certo livello occorrono maggiori spessori) che di posa del materiale sostenendo la notevole “delicatezza” del prodotto (che teme molto l’umidità).
    La ringrazio in anticipo per la disponibilità.

  9. Visto che si tratta di un isolamento interno mi metterei nell’ordine delle idee di preferire solo materiali naturali e salubri, comprese le finiture.
    Per decidere il dafarsi solitamente parto dalla stratigrafia dello stato di fatto, poi aggiungo i materiali che preferisco e vedo quanto riesco a contenere le dispersioni (inverno) e quanto sfasamento ottengo per proteggermi dal caldo estivo.
    Controllo se il pacchetto accumula troppa umidità nel momento invernale.
    Decido la nuova posizione dei serramenti.
    Anche il soffitto può ricevere una coibentazione all’interno.
    Sarebbe buona norma pensare anche ad una ventilazione meccanica decentralizzata per completare l’opera ed avere un buon ambiente abitabile

  10. Buongiorno Dott. Sampaoli, avrei bisogno di qualche consiglio sull’isolamento interno del mio appartamento.
    Si tratta di appartamento di circa 70 m2 per 3.20h posto al piano terra di una casa indipendente. Originariamente laboratorio-falegnameria, viene ora utilizzato come taverna per l’estate. Sui 3 lati che vorrei isolare non presenta alcun appartamento vicino ed è quindi molto freddo, in più la parete più lunga, circa 11 metri, è posta a nord. il soffitto per metà è “protetto” dalla cucina dell’appartamento del piano di sopra, mentre l’altra metà è sguarnita di protezione in quanto vi è un terrazzo. (spero di essermi spiegata abbastanza bene). Inoltre premetto che l’intenzione era isolare solo le 3 pareti fredde e per ora di lasciar il soffitto così com’è.
    D’estate, durante la mattina fa un po’ più caldo rispetto a fuori mentre il pomeriggio si sta molto freschi. Purtroppo d’inverno è veramente invivibile.
    La ringrazio anticipatamente per il tempo che mi dedicherà.
    Saluti

  11. per progettare la stratigrafia si deve partire dai disegni e dai corretti spessori dei materiali: non è una cosa da blog evvia…

  12. Grazie per la risposta. Potrebbe chiarirmi ulteriormente alcuni miei dubbi, se coibento da sopra quanti cm. potrebbero bastare, quale materiale utilizzare e , con quale stratigrafia dato che va messa la guaina bituminosa per l’acqua? Da dentro dato che vi é la guaina sul solaio in laterocemento, quale materiale e con quali spessori, devo considerare barriera al vapore?

  13. potreste coibentare le terrazze con pochissimo spessore oppure lasciar perdere e intervenire da dentro al piano inferiore e a quello superiore prevedendo uno strato di coibentazione interna che contorna il ponte termico per una 50ina di centimetri.
    anche l’intonaco termoisolante può essere una soluzione

  14. Sto completando una villetta su due piani in zona C, con rivestimento a cappotto esterno su poroton da 30cm, in cui al 1°piano sono presenti due terrazze. Sono molto vincolato nel fare la coibentazione delle terrazze dalla parte esterna perchè dovrei alzare troppo e comporterebbe alzare anche il massetto interno del primo piano,arrivando a meno di 2,7 mt. Sto valutando la coibentazione dalla parte interna, nei locali sotto le due terrazze. Mi potrebbe dare un suo parere e indicarmi la stratigrafia migliore per la soluzione del problema.

  15. Avatar gennaro

    Gentilissimo Dott. Sampaoli, Lei è arrivato proprio al cuore del problema in quanto credo che per la costruzione in oggetto non è stato fatto alcun progetto per quanto riguarda l’isolamento. Purtroppo siamo al Sud e come al solito le cose si fanno sempre con troppa facilità e poca professionalità. Inoltre, la poca esperienza mia e di mia moglie in tema di appartamenti hanno fatto il resto. Cmq l’altezza interna disponibile è 270 cm; non so quel tipo di intervento di quanti cm necessita.
    Soluzioni meno invasive??

  16. UTILE il Vostro commento per i lettori!
    attenzione alla progettazione della coibentazione: isolare non significa comfort in tutte le stagioni! progettare l’isolamento per la protezione estiva ed invernale invece può garantire ottimi risultati.

    il lastrico solare in oggetto può somigliare all’articolo che scrissi tempo fa: https://espertocasaclima.com/tetto/utilizzare-il-pannello-cassero-in-copertura/

    l’unico intervento fattibile, sempre che ci sia l’altezza interna disponibile, è una coibentazione interna in fibra di legno o canapa.
    per calcolare lo sfasamento da raggiungere si dovrebbe conoscere con esattezza lo stato di fatto e il suo spessore.

  17. Avatar gennaro

    Salve Dott. Sampaoli, vorrei qualche consiglio su isolamento interno del mio appartamento.
    Si tratta di appartamento posto all’ultimo piano (secondo) con sopra terrazza piana (su cui per ragioni condominiali non si puo’ intervenire).
    L’attestato di qualificazione energetica parla si solaio gettato in opera con pignatte isolanti del tipo EPS 300 di spessore cm 25 densità 10.
    Il risultato è un gran caldo in estate (con temperature interne superiori a quelle esterne e un ambiente invivibile).
    La ringrazio anticipatamente per il tempo dedicatomi.
    Saluti

  18. avete ragione non parlo mai di sughero.
    non ho avuto esperienze dirette, ho sempre risolto alcuni aspetti fisici della coibentazione con la fibra di legno e… il sughero è rimasto indietro.
    è mia intenzione approfondire!

  19. Avatar Matarazzo Ettore
    Matarazzo Ettore

    Innanzitutto voglio farle i complimenti per la preparazione, per la conoscenza e per la sensibilità che ha per i prodotti naturali. Io ho cercato sempre di utilizzare e di fare utilizzare prodotti naturali. Per l’isolamento termico, acustico, per la deumidificazione di umidità di risalita ho utilizzato sempre pannelli di sughero naturale compresso.
    Siccome da quello che ho letto Lei non parla di questo prodotto, ho sbagiato forse qualcosa? io mi sono trovato sempre bene. Lei cosa ne pensa? La ringrazio anticipatamente per la risposta.Ettore

  20. penso che un isolamento interno sia sempre un’operazione delicata.
    non conosco la scheda tecnica della lana di pecora che volete utilizzare.
    così di getto direi queste cose:
    frenare la migrazione del vapore è indispensabile, e difficile (il freno non deve avere falle, nessuna)
    la finitura con cartongesso può essere adatta ad un clima molto rigido, ma non al suo, specialmente in periodo estivo.
    l’impianto elettrico imporrà molti passaggi dal caldo al freddo… cosa delicata dal punto di vista delle condense.
    la muratura al grezzo (l’intonaco è la pelle del muro) non aiuterà la tenuta all’aria dell’involucro.

    non voglio spaventarvi, voglio che siate consapevoli

  21. Avatar Francesco Scortechini
    Francesco Scortechini

    Salve sig. Sampaoli, finalmente ho deciso di ristrutturare l’appartamento a pian terreno della casa di mio padre nelle campagne di Cupramontana(AN) costruita nel ’85.
    Nel periodo che va da fine ottobre a fine marzo le temperature oscillano dai +13° a -5° invece luglio, agosto e metà settembre dai +23° a +34.
    Al momento l’appartamento è l grezzo e le pareti perimetrali sono conposte dal singolo laterizio da 30cm.
    Impossibilitato nella realizzazione di un cappotto esterno mi vedo costretto a realizzarne uno interno…
    Avevo pensato a questo tipo di stratificazione:

    -pannello isolante di LANA DI PECORA da 5cm fissato alla muratura esistente
    -struttura metallica per cartongesso con altri 5cm di LANA DI PECORA
    -pannello di gesso fibra.

    Il riscaldamento sarà a pavimento mentre la parte elettrica a parete per motivi di altezze

    Lei cosa ne pensa?

    Avrò bisogno anche di un freno vapore?

    Grazie anticipatamente

    Saluti
    Francesco

  22. non ho mai consigliato una barriera al vapore

  23. Avatar Enrico Manfredi
    Enrico Manfredi

    ha reso perfettamente l’idea .
    quindi andiamo avanti con fibra di canapa barriera al vapore e fibrogesso .
    Speriamo bene
    Grazie ancora dell’aiuto !

  24. solo per chi ama il rischio e per chi è in zona climatica favorevole

  25. Avatar Enrico Manfredi
    Enrico Manfredi

    quindi con un corretto arieggiare della stanza lei eviterebbe anche l’installazione della guaina igrovariabile ?

  26. l’umidità in ambiente o assorbita nei muri è comunque dove non deve stare!
    arieggiare!
    per la caratteristica che lei anela dovrebbe finire il fibrogesso con argilla a spessore, anche 1cm solo.

  27. Avatar Enrico Manfredi
    Enrico Manfredi

    ma in questo modo non “perderei” le caratteristiche di assorbimento e rilascio dell’umidita da parte della canapa ? col rischio di tenermi tutta l’umidita in ambiente deviando poi il problema sui ponti termici ?
    grazie per la disponibilità

    Per quanto riguarda l’affezione forse è più una passione per questo materiale poco utilizzato ma pieno di tante qualità

  28. potete spiegare meglio come siete affezionati di famiglia alla filiera della canapa? pubblicherei la storia.

    per tornare alla stratigrafia: posare una barriera al vapore tra fibra di canapa e muro è errato, proprio lì avviene la condensa.
    corretto sarebbe posare un freno al vapore igrovariabile tra fibrogesso e fibra di canapa per proteggere la canapa.
    sicuramente la fibra di canapa non è rigida come quella di legno, dunque è comprimibile per i fuori piombo.

  29. Avatar Enrico Manfredi
    Enrico Manfredi

    Salve Sampaoli ,
    ho trovato molto specifico e professionale il suo sito .
    Essendo affezionati, di famiglia, alla filiera della canapa (tentando di incentivarne anche l’utilizzo nei campi piu svariati) stiamo per isolare internamente la nostra abitazione con 6 cm di fibra di canapa da 50kg/mc (lambda 0.038)rivestita da pannelli in cartongesso da 1,2cm.
    Il diagramma di glaser mi indica una formazione eccessiva di condensa, ovviamente sulla superficie interna del muro pieno che andiamo a ricoprire con la controparete, che andrei ad ovviare con l’installazione di una barriera al vapore tra la lana e il muro .
    Lei pensa che sia la soluzione giusta o la fibra di canapa mi permettera di assorbire quest’eccesso di condensa ?
    e un ultima domanda, essendo un abitazione molto datata il muro tende verso l’esterno quindi creando una controparete perfettamente dritta mi si creerà una camera daria sempre maggiore da terra al soffitto(fino a piu di 1 cm), puo creare problemi ?

  30. Avatar Giuseppe Fanni
    Giuseppe Fanni

    Molto obbligato per avermi comunicato il suo punto di vista, che ho cosi interpretato: preferibile l’isolamento dall’interno e a base di materiali naturali che posseggono tutti più o meno buone caratteristiche di igroscopicità, traspirabilità e capillarità, come la fibra di legno, fibra di cocco, lana di cellulosa, lana di lino e altre ancora. Sono consapevole di dover convivere con i ponti termici che non sarò in grado di eliminare o di ridurne gli effetti.
    Cordiali saluti,
    Giuseppe Fanni.

  31. come dico sempre, se interveniamo dall’interno è tutto materiale che ci stiamo tirando in casa, e non gratis.
    allora perchè scegliere materiali non naturali che possono emettere nell’aria sostanze inquinanti come formaldeide e altri composti organici volatili (VOC)?

    anche la migrazione del vapore è un aspetto delicato,

    concenrtriamoci su materiali igroscopici, traspiranti e capillari.

  32. Avatar Giuseppe Fanni
    Giuseppe Fanni

    Buona sera, seguo da qualche tempo le tematiche del sito che hanno certamente contribuito ad migliorare la mia cultura in merito. Colgo la circostanza per un ringraziamento per l’importante sostegno alla informazione e per i complimenti per la grande professionalità con cui le tematiche vengono esposte. Ma non riuscendo a prendere una decisione sull’indirizzo da prendere inerentemente all’oggetto della presente desidero chiedere qualche illuminante consiglio.
    Vivo in appartamento condominiale, all’interno del quale, per una serie di motivazioni sulle quali non desidero dilungarmi, non è percorribile la strada della realizzazione di un cappotto esterno, ma vorrei ugualmente isolare le pareti esterne del mio appartamento(fabbricazione del 1953 i cui muri sono costituiti da 2 tavolati di latterizio forato dello spessore di 8 cm. ciascuno e una camera d’aria di 13 cm tra essi oltre gli intonaci esterni e interni). Ho provveduto, 12 anni fa a sostituire i vecchi infissi in legno con altri in alluminio con taglio termico e vetro camera(soluzione, questa che oggi che oggi non adotterei, preferendo il PVC; ma allora…!Non frequentavo ancora il sito di esperto casa clima!). Questa la situazione generale di riferimento. Quali consigli desiderrebbe elargirmi in merito, anche se ben comprendo che la mia richiesta si presenta come una sorta di consiglio sulla scelta del male minore.
    Ringrazio per l’attenzione e con la circostanza invio i più cordiali saluti.
    Giuseppe Fanni.

  33. Grazie per la risposta, lo strato di sanos si intende il composto sottoforma di pasta bianca impermeabilizzante che si aggiunge alla calce e cemento per traversare le pareti, nella stratigrafia sopradescritta ho dimenticato appunto di aggiungere prima della finitura con intonaco lo strato di circa 3 cm di calce e cemento, quindi ricapitolando, dall’esterno: Finitura con intonaco premiscelato, strato di calce e cemento, blocchetti di pomice cemento spessore 25-cm, parete interna solo gesso, credo possa bastare come descrizione riguardo la stratigrafia.
    Attendo suoi consigli se ritiene opportuno poter aiutarmo a valutare la coibentazione interna che potrei usare, ripeto che purtroppo esternamente non posso agire, il condominio non è d’accordo.Grazie ancora

  34. Se avete letto già qualche pagina del mio blog avrete scoperto che sono assai contrario alla coibentazione con materiali chiamiamoli “innovativi”.
    Vi hanno consigliato quel rotolo termoriflettente di cui non trovo scheda tecnica, potreste anche avventurarvi nella posa di quel rotolo… ma è come imballare l’ambiente interno con una completa barriera al vapore.
    è fattibile una posa senza nessun punto di non tenuta? sulla scrivania è possibile.
    Io lascerei questo materiale agli astronauti e mi sistemerei la casa con materiali igroscopici, traspiranti e capillari.

    Progettare una coibentazione interna, come una esterna, non è una scommessa con gli amici. Si descrive la stratigrafia dello stato di fatto e poi si calcola insieme agli spessori dei materiali scelti.
    Cos’è uno strato di sanos?

  35. La ringrazio intanto per aver messo a sua disposizione la sua esperienza ed il suo tempo, avrei bisogno di un suo preziso consiglio, ho la necessità di coibentare dall’interno alcune stanze della mia casa, purtroppo il condominio non è disposto ad intervenire dall’esterno, le descrivo la strtigrafia: all’esterno, blocchetti in pomice cemento da 25 cm, forse strato di sanos, e finitura con intonaco credo al quarzo, considerando che la costruzione risale a circa 20 anni, all’interno invece i blocchetti sono stati semplicemete traversati con gesso e pittura, ho grossi problemi di condensa e quindi muffa, a breve avrò una bambina e non posso permettere che in inverno stia in un ambiente così freddo ed umido, mi hanno consigliato isolante termoreflex mc9 (bricoreflex) da montare in questo modo:listelli in legno da 2 cm, termoriflettente spillato sui listelli, altro listello sovrapposto per lasciare un ulteriore intercapedina di 2 cm, ed infine cartongesso, volevo sapere se è una buona soluzione sia per l’eliminazione dei ponti termici e quindi i suoi problemi correlati, sia per quanto riguarda la veloce perdita di calore una volta spento il climatizzatore.Accetto altre soluzioni, e spero in una sua risposta.Grazie

  36. la fibra di legno posata all’interno è ottima se si progetta con attenzione. la migrazione del vapore è un aspetto delicato.
    per il sottotetto è sempre meglio coibentare all’estradosso anzichè eseguire un controsoffitto.

  37. Avatar Gennaro

    Utilizzare la fibra di legno al posto della lana di vetro migliora la situazione? E per il controsoffitto?

  38. in estate il comfort peggiorerebbe un po’ perchè vivrete nel coibente. affidare tutto l’investimento alla buona posa della barriera al vapore mi sembra alquanto rischioso.
    sceglierei un materiale più naturale, igroscopico e capillare.
    i calcoli di una stratigrafia con barriera al vapore restituiscono per forza nessuna condensa

  39. Avatar Gennaro

    Ho una casa in muratura di tufo sp.60 cm. Zona D trasmittanza attuale 0,76.
    Effettuando un cappotto interno con Ekovetro Knauf sp.6cm e cartongesso con barriera al vapore abbasserei la U a 0,36. Contemporaneamente farei anche un controsoffitto ribassato (le stanze sono alte 4 m) sempre con Ekovetro al di sopra, per evitare ponti termici isolarmi dal sottotetto soprastante. L’intervento da effettuare è per lei una buona soluzione.
    Dai calcoli non avrei nemmeno condensa.
    Grazie

  40. lo spessore disponibile alla coibentazione sarà insufficiente ad ottenere un buon sfasamento, ma questo già lo avete capito. La delicata situazione di fatto che presenta certamente una guaina sul terrazzo-tetto mi spinge a consigliare un freno al vapore igrovariabile sul lato caldo, protetto all’interno da fibrogesso piuttosto che perline.
    canapa o fibra di legno? fibra di legno.

  41. Avatar Lorenzo Tosi
    Lorenzo Tosi

    Salve Dott. Sampaoli.
    Innanzi tutto complimenti per il suo sito che trovo ricco di informazioni utili e interessanti.
    Abito in Toscana in provincia di Lucca in zona climatica E. La mia abitazione ha sul lato Sud un porticato che alcuni anni fa ho chiuso ricavandone una salotto e un bagno. Le luci tra le colonne in C.A. le ho chiuse con muretti alti 1 metro di mattoni forati di 20 cm di spessore senza coibentazione e su questi muretti ho installato infissi in legno con semplici DOPPI VETRI che però non rispettavano il limite di trasmittanza termica per la mia zona climatica. Tre anni fa ho quindi sostituito questi vetri CON ALTRI BASSO EMISSIVI, sempre con singola camera d’aria, ma più spessi, con pellicola frangisole interna e con un gas apposito invece che aria secca, con i quali sono riuscito a rientrare nei limiti di trasmittanza di legge. Questo “ex” porticato è esposto a ovest, sud ed est all’esterno, quindi agli agenti atmosferici come acqua e vento, mentre il lato nord confina con l’abitazione. Ed ecco il punto secondo me fondamentale: sopra di esso è presente, per tutta la sua estensione (15 mq di salotto e 6 mq di bagno) UNA TERRAZZA SENZA COIBENTAZIONE (!!!), perciò essendo esposto a sud, in estate diventa come una serra (per mia fortuna ho provveduto a installare un condizionatore che fa anche da pompa di calore) e in inverno, mentre il resto dell’abitazione si aggira sui 20°, qui la temperatura fa fatica ad andare sopra i 18°. Non voglio dire che a 18° d’inverno si sta male, però volevo contenere le dispersioni e cercare di risparmiare un po’ sul condizionatore d’estate.
    Avevo pensato di realizzare una controsoffittatura in perlinato di tavole di 1 cm (per intonarla con il legno delle finestre) di spessore totale 6 cm (1 di perline e 5 di coibente. Non è molto, lo so, però i miei “finestroni” arrivano quasi fino al soffitto, essendo stato in origine un porticato aperto) all’interno della quale sono indeciso di inserire o fibra di legno o fibra di canapa. So che la canapa però, anche se è più facilmente manovrabile da sotto, è meno densa della fibra di legno quindi ha meno sfasamento termico estivo. Lei fra i due materiali cosa mi consiglia? Secondo lei è utile usare meno spessore di coibente e lasciare 1-2 cm di camera d’aria NON ventilata fra il soffitto esistente e il coibente? Secondo lei è giusto inserire una barriera o un freno al vapore fra il coibente e le perline anche se, essendo entrambi i coibenti da me proposti di origine naturale, sono molto traspiranti e igroscopici, quindi con la capacità di distribuire l’umidità nelle fibre? Per controsoffittare il bagno mi devo comportare come per il salotto o mi devo preoccupare per l’umidità?
    La ringrazio infinitamente per il tempo che mi vorrà dedicare.
    Lorenzo

  42. se metto la lana minerale da cappotti a densità 100 escluderi il pentano

  43. per ragionare sul tipo di coibentazione interna posso consigliarvi di leggere un articolo che parla proprio del materiale che pensate di utilizzare: https://espertocasaclima.com/coibentazione-dall-interno/coibentare-dall-interno-con-stiferite/

  44. ho a disposizione dalla parte interna 7 cm di coebentazione con che cosa la devo fare per ottenere miglior risultato ?
    io pensavo stifferite di 6 cm e a chiudere cartongesso

  45. Se il tetto è sano ed i confinanti non vogliono toccare il tetto non vi resterà che intervenire dall’interno.
    Meglio utilizzare materiali naturali che offrono maggior sfasamento e un buon telo con funzione freno al vapore igrovariabile.

  46. salve volevo porvi una domanda che è la seguente : io ho un tetto in legno a due falde cioè trave lamellare centrale e travicelli in pino di 8×20 sopra c’è un pannellino di 1 cm di multistrato carta catramata+ stifferite di 4 cm altra carta ardesiata e tegole portoghesi in cotto io vorrei coebentare meglio perchè entra freddo e caldo ma siccome è un tetto che copre altre mansarde faccio lo scalino sul tetto ai confinanti o faccioi da dentro e con che cosa
    grazie

  47. Avatar Massimo Santi
    Massimo Santi

    Grazie per la risposta, da me so fare praticamente tutto, dipende dal costo dei materiali che lei mi consiglia , visto che non si naviga nell’oro purtroppo, la mia domanda era rivolta al fatto di coibentare il più possibile l’appartamento, i serramenti come le ripeto sono buoni con doppi vetri, la porta di ingresso può andare, sono al primo piano e sopra ci sono altri appartamenti, il problema viene dai muri e dal pavimento essenzialmente, la caldaia centralizzata può essere sicuramente un problema, ma se riesco ad ottenere un buon isolamento interno, cercherò altre soluzioni di riscaldamento alternative, visto che ora un condomino può staccarsi dal centralizzato.
    Grazie

  48. La bolletta del gas è elevatissima per probabili tre ragioni: dispersioni delle pareti esterne, forse poca tenuta all’aria di serramenti e portone ingresso, forse esagerati lunghi tempi per arieggiare, forse cattiva gestione dell’impianto di riscaldamento.
    Per una coibentazione interna fai da te, dipende cosa sai fare da te! Credo che la posa di lastre in calcio silicato possa in parte somigliare alla posa di lastre in cartongesso..

  49. Avatar Massimo Santi
    Massimo Santi

    Buona sera vi scrivo per porvi un problema molto gravoso,cominciamo,per mia sfortuna abito in una casa di edilizia popolare a Verona e la coibentazione è per dire assente anche se l’anno di costruzione è 2001, vorrei coibentare internamente i muri perché annualmente spendo circa € 1700 per scaldarmi poco o niente ,anche se l’impianto è centralizzato con sistema regista, la casa è di circa 90 metri, la zona notte è esposta a nord mentre il soggiorno e cucina sono all’interno del comprensorio condominiale quindi il sole non c’è mai neanche d’estate, una settimana fa sono stato via per 1 settimana ed ho spento il riscaldamento, al ritorno ho trovato 12 gradi in casa, per ultimo tutti 90 metri di casa sono situati sopra il porticato aperto,ora visto che il cappotto esterno azienda ATER non lo fa,come posso fare a farlo da me spendendo relativamente poco.
    Grazie.

  50. I risultati di una coibentazione interna sono comfort e minori dispersioni. La trasmittanza U ottenibile si deve calcolare in riferimento a tutti gli strati che comprendono la stratigrafia.
    L’argilla offre la migliore capacità termica, è più semplice posare fibrogesso.

  51. Avatar Giovanni

    Buongiorno, intanto complimenti vivissimi per la chiarezza d’esposizione e la qualità dei consigli.
    Volevo porLe un quesito a proposito di un controsoffitto interno coibentante da realizzare su un ultimo piano di una palazzina a Roma – zona climatica D.
    Lei afferma che la stratifrafia migliore è:
    fibra di canapa – freno al vapore igrovariabile – listelli in legno o metallo lastre in fibrogesso o argilla.
    Si riescono ad ottenere dei risultati accettabili con spessori al massimo di 10 cm?
    Con l’utilizzo del prodotto THERMOHANF-PLUS si riescono ad ottenere gli stessi risultati con spessori più bassi?
    I pannelli di argilla possono essere avvitati sui listelli di legno e/o su quelli di metallo o pesano troppo ed hanno bisogno di diverso modo di aggregazione alla struttura portante?
    Grazie

  52. ecco le due perle di saggezza:

    per il problema del peso e della posa vi consiglio pannelli traspiranti in fibra di canapa e mais tipo ThermoHANF-PLUS che vengono forniti anche in rotoli.

    per il problema del surriscaldamento provocato dai faretti dovete semplicemente prevedere di installare LED per attacchi tipo G4 senza nessun problema di predisposizioni.
    a proposito leggete l’articolo https://espertocasaclima.com/energia/lampadine-a-fluorescenza-compatte-cfl-lampadine-a-risparmio-energetico/

  53. Avatar barbara

    Gent.mo dottore
    Devo realizzare un controsoffitto per il mio appartamento in ristrutturazione sia per motivi estetici (coprire travi a vista) che di illuminazione e siccome abito all’ultimo piano di un palazzo con sovrastante lastrico solare ho pensato di inserire nel controsoffitto, dopo aver letto attentamente il suo blog, una bella coibentazione in fibra di legno.
    Il rivenditore locale ha in deposito il prodotto pavatherm (o questo o niente) in diversi spessori.
    Il problema nasce dall’impresa che realizzerà il controsoffitto che posando solo polistirene mi pone i seguenti dubbi:
    1. Il materiale è troppo pesante (6cm);
    2. Non è possibile posare questo materiale sopra la struttura a doppia orditura del controsoffitto a causa della presenza dei pendini;
    3. L’unica possibilità è avvitare il materiale all’intradosso della struttura di sostegno del controsoffitto anche per avere un intradosso continuo in fibra di legno. (sarà mai possibile avvitare la fibra di legno ai profilati da controsoffitto?) e poi chiudere con cartongesso;
    4. I faretti che vorrei posare mi dicono che produrranno grossi problemi termici.
    Se devo abbandonare la fibra di legno cosa posso valutare come alternativa da posare sempre all’intradosso della struttura di sostegno? (eraclit? Celenit??)
    Grazie

  54. materiale leggero, economico e facile da posare all’esterno : eps

  55. per evitare il gran caldo estivo e il freddo invernale una buona soluzione è utilizzare fibra di canapa ( leggera, flessibile e manovrabile per lavorare da sotto):
    per mantenere una buona inerzia termica interna il tamponamento in cartongesso, potrebbe essere fibrogesso.

  56. Avatar Francesco Schettini
    Francesco Schettini

    Ciao Federico Buon Anno, spero.
    Cosa ne pensi della lana di vetro per coibentare dall’esterno?
    Grazie ancora.

  57. Avatar Claudio

    Buongiorno dott. Sampaoli
    sto ristrutturando un appartamento in una casa dell’800, a Finale Ligure, zona C, è una mansarda, e mi trovo un soffitto in cannicci rinzaffato con calce, ancorato ai travetti che reggono le tegole stile marsigliesi.
    Con che soluzione posso intervenire per evitare il gran caldo estivo e il freddo invernale?

    Grazie mille

  58. le due camere sono probabilmente esposte su 3 lati+ soffitto, situazione molto sfavorevole. dovreste informarvi prima se rischiate di perdere l’abitabilità non avendo più le altezze di prima.
    un lavoro parziale non è inutile perchè diminuite sensibilmente i metri quadrati interessati dalle dispersioni d’inverno e dal surriscaldamento estivo.

  59. Avatar Manuela

    mi trovo vicina a questo caso. A differenza la zona climatica è D ( Toscana, Prato ). Ho due camere caldissime in estate e freddissime in inverno, sono al 6° piano di un condomino il cui solaio non ha isolamento e termina con uno bello strato di catrame!!
    Se isolassi solo queste due camere ( parete di tamponamento all’interno e soffitto interno) e cassonetti compresi, e chiedessi all’impresa di utilizzare materiali come fibra di legno, freno al vapore e lastre in argilla, sarebbe comunque un lavoro inutile visto che parziale? Non vorrei scendere oltre i 10cm visto che la luce interna è 2.70m ( il minimo )
    Grazie per i suoi consigli!!

  60. la capacità areica interna migliora grazie allo strato più interno e non grazie alla fibra:

    la capacità termica areica del cartongesso è pari a 13 (kJ/mqK)
    la capacità termica areica del fibrogesso è pari a 20 (kJ/mqK), quasi il doppio!
    la capacità termica areica di un pannello di argilla è 51 (kJ/mqK), quasi 5 volte!

  61. grazie della risposta.
    mi sorge qualche dubbio in merito alla scelta della fibra di canapa rispetto alla fibra di legno. Infatti ritenevo che per salvaguardare la capacità areica interna il materiale più indicato fosse la fibra di legno.
    la scelta è dettata dalla praticità della messa in opera o da un miglior rapporto qualità prezzo a parità di prestazioni più o meno sovrapponibili?
    Cosa ne pensa della fibra di legno flessibile?
    anche i pannelli in fibrogesso rispetto a quelli di argilla presentano un rapporto qualità/ prezzo a favore del fibrogesso anche se l’argilla presenta caratteristiche migliori per il caso specifico. Lo conferma?
    Spero che le mie domande e le mie considerazioni siano utili a tutti.

  62. Se si vuole risparmiare su spessore e “complicazione” di posa si potrebbe pensare ad un isolamento interno in calcio silicato piuttosto che fibra di legno e argilla.
    Ma visto che l’appartamento è in zona climatica B è bene salvaguardare la capacità areica interna lasciando più massa possibile all’interno, ecco perchè è proprio l’argilla che può offrire questa qualità.
    Se esternamente è in previsione un cappotto esterno, meglio investire sullo spessore esterno della coibentazione ancora da realizzare anzichè intervenire dall’interno per impazienza!

    Il miglior modo per intervenire sul soffitto, che è l’ultimo solaio, è realizzare una coibentazione dall’interno con questa stratigrafia:
    fibra di canapa (isolamento termico + acustico)
    freno al vapore igrovariabile (forte freno in inverno, leggero freno in estate : asciugatura perfetta in estate)
    listelli in legno o metallo
    lastre in fibrogesso o argilla

  63. vorrei coibentare dall’interno l’ultimo piano di un condominio in zona climatica B – Sicilia orientale (la terrazza piana è di proprietà del condominio e non permette interventi esterni)ed in particolare vorrei intervenire sul soffitto e sulla parete esterna esposta a sud.( gli altri due lati dell’appartamento est e ovest confinano tramite doppia parete in forati con gli altri appartamenti e per quanto ho verificato tale separazione offre un discreto isolamento) > Alla luce di quanto ho potuto capire ritengo di dovermi orientare internamente su materiali naturali come fibra di legno e intonaco di argilla con cappotto argilla-legno-argilla (spessore totale 10 cm). Esternamente con cappotto in materiale di sintesi (4-6 cm)ancora da realizzare.
    Desidero ricevere un consiglio in merito. > Grazie